MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito
(GU n.211 del 11-9-2003)

    Con  i  decreti 31 ottobre 2002, sono state conferite le seguenti
ricompense:
                           Croce d'argento
    Al  brig.  gen. Danilo Neri, nato il 5 aprile 1943 a Roma, con la
seguente  motivazione:  «Ufficiale generale proveniente dall'Arma del
genio,   in   rinforzo  al  comando  della  forza  multinazionale  di
protezione  impegnata  nell'operazione "Alba" in Albania, partiva con
il   primo   nucleo  di  "precursori"  per  Tirana,  ove  forniva  un
insostituibile  supporto  al comandante della forza nell'attivita' di
pianificazione,  preparazione  e  organizzazione  per  il  successivo
afflusso   del  resto  del  contingente.  Coordinatore  di  tutte  le
attivita'  di  Host  Nation  Support, consulente del comandante della
forza  per  tutte  le  problematiche  infrastrutturali,  svolgeva  il
duplice,  oneroso  incarico  con  raro  senso  di  responsabilita'  e
straordinario  spirito  di sacrificio. Sempre interessato a mantenere
la  conoscenza  diretta  di  fatti  e  situazioni,  si  prodigava con
straordinario  coraggio,  senso  del  dovere  e  ammirevoli  doti  di
organizzatore  e  coordinatore,  sovrintendendo ad ogni attivita' con
perizia, lungimiranza, spiccato senso pratico. La sua instancabile ed
assidua  presenza  unita alla forte determinazione hanno contribuito,
in   termini   incisivi   e   concreti,   a  disinnescare  situazioni
potenzialmente  critiche,  garantendo sempre con tatto e diplomazia -
ma  con  estrema  fermezza  - la salvaguardia del prestigio nazionale
nell'ambito  della  coalizione.  Supportato  da giovanile entusiasmo,
grande  impegno  e  generosita',  si  rivelava  in  piu'  circostanze
elemento   chiave  per  suggerire  soluzioni  efficaci  e  brillanti,
guadagnandosi  rapidamente  la  stima  incondizionata  di superiori e
colleghi,  nazionali  ed esteri, per la professionalita' dimostrata e
per l'acutezza dell'apporto di pensiero fornito.
    Fulgida  figura  di  ufficiale  generale e chiaro esempio di alte
virtu'  militari,  che  ha  conferito  indubbio  prestigio alla Forza
armata  in  un delicato contesto multinazionale». - Tirana (Albania),
15 aprile 1997 - 1° luglio 1997.
    Al ten. col. Riccardo Marchio', nato il 17 settembre 1955 a Roma,
con  la  seguente  motivazione:  «Ufficiale  superiore in servizio di
stato  maggiore  in rinforzo al comando della forza multinazionale di
protezione impegnata nell'operazione "Alba" in Albania, assicurava il
costante  controllo  delle attivita' inerenti al proprio incarico con
raro  senso di responsabilita' e straordinario spirito di sacrificio.
Partito   con   il  comando  tattico,  partecipava  alla  delicata  e
pericolosa  fase  di  avvio  dell'operazione  con  fervido  impegno e
generosita',  rivelandosi  validissimo  collaboratore  del comandante
della   forza   nell'attivita'  di  pianificazione,  preparazione  ed
organizzazione  in  zona  d'intervento  del  successivo  afflusso del
contingente   italiano   in   Albania.  Alacremente  impegnato  nella
complessa   gestione   della   branca   J3   dello   stato   maggiore
multinazionale,  partecipava a tutte le attivita' poste in essere dal
comando   FMP,  meritando  rapidamente  la  stima  incondizionata  di
superiori   e   colleghi   italiani   ed  esteri  per  l'elevatissima
professionalita'  dimostrata,  l'acutezza  dell'apporto  di  pensiero
fornito  in  ogni  occasione,  la  diuturna instancabile dedizione al
servizio.   Con   la  sua  energica,  assidua,  risolutiva  presenza,
contribuiva in modo incisivo e concreto, al successo dell'operazione,
rivelandosi   elemento  chiave  per  proporre  soluzioni  efficaci  e
brillanti   ai   numerosi   problemi   operativi  che  sovente  hanno
determinato  situazioni  potenzialmente  critiche,  imponendosi quale
elemento   di  riferimento  sia  nell'ambito  della  cellula  J3  che
dell'intero stato maggiore.
    Magnifica  figura  di  ufficiale  in  servizio di stato maggiore,
profondamente  animato  da  eccezionale entusiasmo, vibrato senso del
dovere,  fede nel servizio, chiarissimo esempio di professionalita' e
di  virtu'  militari  che  ha  dato  lustro all'Esercito italiano». -
Tirana (Albania), 23 marzo 1997 - 2 agosto 1997.
    Al  ten.  col.  Pietro  Alamia,  nato  il 2 giugno 1949 a Petilia
Policastro (Catanzaro), con la seguente motivazione: «Capo cellula J6
del  comando  della  forza  multinazionale  di  protezione  impegnata
nell'operazione  "Alba"  in  Albania,  assolveva  il compito con raro
senso  di  responsabilita'  e  straordinario  spirito  di sacrificio.
Partito   con   il  comando  tattico,  partecipava  alla  delicata  e
pericolosa  fase  di  avvio  delle  operazioni  con  fervido impegno,
eccezionale   spirito   di   sacrificio  e  generosita',  rivelandosi
validissimo  e  determinante collaboratore del comandante della forza
nell'attivita'  di  pianificazione, preparazione ed organizzazione in
zona d'intervento per il successivo afflusso dei contingenti italiano
e   alleati  in  Albania.  Impegnato  diuturnamente  sia  nella  fase
organizzativa  in Patria sia in quella di condotta in teatro, operava
con  encomiabile  professionalita'  e  totale  dedizione, esponendosi
anche  al  rischio personale, fornendo un contributo fondamentale per
realizzare  le  migliori  condizioni per i sicuri collegamenti con la
madrepatria   e   tra  le  unita'  della  FMP  dislocate  sull'intero
territorio  albanese.  Con  la  sua  instancabile  ed  assidua azione
contribuiva in misura determinante all'efficienza ed all'operativita'
del  comando  FMP  nonche'  al  successo dell'operazione, rivelandosi
elemento  chiave  per  suggerire  soluzioni  efficaci  e brillanti ai
numerosi problemi tecnici che hanno determinato situazioni critiche.
    Chiarissimo  esempio  di  ufficiale  di  elette virtu' militari e
straordinario   senso  del  dovere  che  ha  contribuito  in  maniera
determinante  al  successo dell'operazione, dando lustro all'Esercito
italiano  in  ambito  internazionale».  - Tirana (Albania), 15 aprile
1997 - 11 agosto 1997.
    Al  ten.  col.  Gianfranco  Schirinzi,  nato il 16 gennaio 1958 a
Lecce, con la seguente motivazione: «Vice capo cellula J2 del comando
della  forza  multinazionale  di protezione impegnata nell'operazione
"Alba"  in  Albania, assicurava il costante controllo delle attivita'
con   raro  senso  di  responsabilita'  e  straordinario  spirito  di
sacrificio. Partito con il comando tattico, partecipava alla delicata
e  pericolosa  fase  di  avvio delle operazioni con fervido impegno e
generosita', rivelandosi validissimo e determinante collaboratore del
comandante della forza nell'attivita' di pianificazione, preparazione
ed organizzazione per il successivo afflusso del contingente italiano
in  Albania.  Attivamente  impegnato  nella complessa gestione di una
cellula  intelligence multinazionale e nel difficile coordinamento di
tutti  gli  organi  informativi  schierati in teatro impegnandosi con
serenita'  e  senza  risparmio  di  energia,  contribuiva  in  misura
determinante  all'efficienza  del  comando  FMP  e  a  realizzare  le
migliori  condizioni  operative  e  di  sicurezza per tutte le unita'
impegnate  sul  terreno. Con la sua instancabile e diuturna presenza,
rara   perizia   ed   indiscussa   competenza,  riusciva  a  meritare
rapidamente la stima incondizionata di superiori e colleghi, italiani
ed  esteri, imponendosi quale elemento di riferimento sia nell'ambito
della cellula J2 che dell'intero stato maggiore.
    Magnifica  figura  di  ufficiale  in  servizio di stato maggiore,
profondamente  animato  da  eccezionale entusiasmo, elevato senso del
dovere,  fede nel servizio, chiarissimo esempio di professionalita' e
di   virtu'   militari  che  ha  dato  lustro  all'Esercito  italiano
nell'ambito  internazionale».  -  Tirana (Albania), 23 marzo 1997 - 2
agosto 1997.
    Al ten. col. Giuseppe Clemente, nato il 4 dicembre 1956 a Gravina
di  Puglia  (Bari),  con  la seguente motivazione: «Capo cellula Host
Nation del comando della forza multinazionale di protezione impegnata
nell'operazione  "Alba"  in Albania, assicurava il costante controllo
delle  attivita'  inerenti  al  proprio  incarico  con  raro senso di
responsabilita' e straordinario spirito di sacrificio. Partito con il
comando tattico, partecipava alla delicata e pericolosa fase di avvio
delle   operazioni   con  fervido  impegno,  eccezionale  spirito  di
sacrificio  e  generosita',  rivelandosi  validissimo  e determinante
collaboratore   del   comandante   della   forza   nell'attivita'  di
pianificazione,  preparazione  ed  organizzazione  per  il successivo
afflusso del contingente italiano in Albania. Impegnato diuturnamente
sia  nella  fase organizzativa in Patria sia in quella di condotta in
teatro,  operava  con  encomiabile  dedizione,  tatto  e capacita' di
mediazione,  riuscendo a sviluppare e mantenere le migliori relazioni
con i principali rappresentanti delle autorita' governative albanesi,
in   una   situazione   ambientale   delicatissima,   facilitando  il
conseguimento   degli  obiettivi  assegnati  alla  FMP,  con  il  suo
instancabile, intelligente ed assiduo servizio contribuiva in termini
decisivi  all'efficienza  ed all'operativita' del comando FMP nonche'
al successo dell'operazione.
    Chiarissimo  esempio di ufficiale capace, determinato, animato da
profonda  dedizione  all'istituzione, raro esempio di attaccamento al
dovere   che   ha   dato  lustro  all'Esercito  italiano  nell'ambito
internazionale». - Tirana (Albania), 15 aprile 1997 - 11 agosto 1997.