MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito
(GU n.212 del 12-9-2003)

    Con  i  decreti  31 ottobre 2002 sono state conferite le seguenti
ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al  ten.  col.  Giangaetano  Carancini  nato il 4 dicembre 1948 a
Porto Recanati (Macerata), con la seguente motivazione:
      «Coordinatore   dei   nuclei  per  la  bonifica  degli  ordigni
esplosivi   della   forza   multinazionale  di  protezione  impegnata
nell'operazione  «Alba»  In Albania, assicurava il costante controllo
delle  attivita'  inerenti  al  proprio  incarico  con  raro senso di
responsabilita'  e  straordinario  spirito  di sacrificio. conscio di
dover  acquisire  conoscenza  diretta  di  fatti  e  situazioni,  era
costantemente  alla  testa  dei suoi uomini con i quali condivideva i
disagi  ed  i continui pericoli con tenacia e determinazione portando
brillantemente a compimento tutte le missioni affidategli.
      Diuturnamente  impegnato  con  tutto  il  suo  personale  nelle
attivita'  di  maggior rischio e valenza operativa, anche a favore di
altri  contingenti  e  della popolazione civile, evidenziava, in ogni
circostanza,  straordinario  coraggio  e senso del dovere, non comuni
doti  di  organizzatore,  accentuato  senso  pratico  ed  eccezionali
capacita'  di  comando,  meritando la stima e l'ammirato rispetto per
l'eccezionale  livello  di  professionalita'  dimostrato.  con la sua
instancabile  ed  assidua presenza contribuiva, in termini incisivi e
concreti,  all'efficienza ed all'operativita' del comando fmp nonche'
al   successo  delle  operazioni,  rivelandosi  elemento  chiave  per
proporre  soluzioni efficaci a numerosi problemi che avrebbero potuto
determinare situazioni critiche per l'incolumita' del personale della
forza.
      Magnifica  figura  di comandante coraggioso, capace, previdente
ed  energico, profondamente animato da fede nel servizio, chiarissimo
esempio  di professionalita' che ha dato lustro all'esercito italiano
in  ambito  internazionale».  -  Tirana  (Albania)  11 aprile  1997 -
27 giugno 1997.
    Al col. Giuseppe Falomi nato il 19 marzo 1949 a Cortona (Arezzo),
con la seguente motivazione:
      «Comandante  del reggimento di supporto del comando della forza
multinazionale  di  protezione  impegnata  nell'operazione  «Alba» in
Albania,  assolveva  il  compito  con raro senso di responsabilita' e
straordinario spirito di sacrificio.
      In  tempi  ristretti,  sebbene  in  condizioni  ambientali e di
sicurezza   fisica   estremamente   precarie,  riusciva  a  garantire
magistralmente  l'organizzazione  di  vita  e  funzionale del comando
della forza.
      Operando  con  encomiabile professionalita', totale dedizione e
straordinarie capacita' organizzative, ha riscosso l'ammirata e grata
fiducia  di tutto il personale italiano ed alleato presente presso il
comando della forza.
      Chiarissimo  esempio  di professionalita' e straordinario senso
del  dovere,  ha  contribuito  in  maniera  determinante  al successo
dell'operazione,   dando   lustro  all'esercito  italiano  in  ambito
internazionale». - Tirana (Albania) 17 aprile 1997 - 3 agosto 1997.
    Al ten. col. Luigi Marino nato il 30 aprile 1957 a Benevento, con
la seguente motivazione:
      «Ufficiale    superiore    medico,    assegnato    alla   forza
multinazionale  di  protezione  impegnata  nell'operazione  «Alba» in
Albania  quale  direttore medico generale della forza, partiva con il
nucleo   avanzato   per   Tirana   dedicandosi   immediatamente   con
straordinario  spirito  di sacrificio ed encomiabile professionalita'
operativa,  in  una  situazione  ambientale  estremamente  precaria e
pericolosa,  alla  organizzazione del servizio sanitario delle unita'
nazionali e al coordinamento di quelle alleate.
      In particolare, avvalendosi del concorso delle unita' sanitarie
slovena   e   belga  schierate  nell'aeroporto  di  Tirana  -  Rinas,
costituiva  e coordinava un centro di evacuazione sanitaria che si e'
dimostrato  fondamentale  per  gli  interventi  di stabilizzazione di
feriti  e  ammalati gravissimi, militari e civili, da trasportare sul
territorio   nazionale   con  vettore  aereo,  contribuendo  in  modo
determinante con il suo operato al salvamento di vite umane.
      Impegnato diuturnamente anche in conseguenza delle richieste di
intervento  a  favore  di  civili  albanesi  in  pericolo  di vita da
evacuare   su   nosocomi   nazionali   specializzati,   operava   con
straordinaria  dedizione  al dovere, tatto, capacita' di mediazione e
la necessaria determinazione riuscendo sempre ad assolvere pienamente
il  compito,  dimostrando  eccezionale  perizia  e  coraggio, dovendo
sovente  operare  in  condizioni  di  rischio, mantenendo le migliori
relazioni  con i rappresentanti delle autorita' governative albanesi,
in  una  situazione delicatissima, facilitando in maniera evidente il
conseguimento degli obiettivi assegnati alla fmp.
      Fulgido   esempio  di  ufficiale  medico  capace,  determinato,
animato  da incondizionata dedizione all'istituzione, raro esempio di
altruismo  e  dedizione  generosa  al  dovere che ha dato lustro alle
forze  armate  italiane in ambito internazionale». - Tirana (Albania)
17 aprile 1997 - 15 luglio 1997
    Al ten. col. Vito Squicciarini nato il 15 maggio 1948 a Bari, con
la seguente motivazione:
      «Capo  sezione  ricerca  e  sorveglianza  della  cellula j2 del
comando   della   forza   multinazionale   di   protezione  impegnata
nell'operazione  «Alba»  in Albania, assicurava il costante controllo
delle  attivita'  inerenti  al  proprio  incarico  con  raro senso di
responsabilita' ed eccezionale spirito di sacrificio.
      Appena  rientrato  in patria, al termine di un oneroso incarico
svolto  nell'ambito  di un'altra missione internazionale nei balcani,
rinunciava  spontaneamente  al  meritato  riposo per partecipare alla
nuova operazione con rinnovato e giovanile entusiasmo, grande impegno
ed  incondizionata  generosita'  chiamato  ad  operare  in  un  ciclo
operativo  di  estrema  difficolta',  a  causa  della  situazione  di
generalizzata  anarchia  e  la  presenza  di  numerose  bande  armate
incontrollate,   veniva  intensamente  impegnato  nella  complessa  e
difficile  attivita' di ricerca informativa, vivendo in prima persona
situazioni  di  potenziale rischio con serenita' e senza risparmio di
energie,  dimostrando  in  ogni  circostanza  sprezzo  del pericolo e
sicura  capacita'  di  controllo  delle  situazioni  a forte rischio,
contribuendo  in  modo determinante alla raccolta di dati informativi
di fondamentale importanza per il comando fmp.
      Supportato  da non comuni doti di organizzatore, evidenziava un
infaticabile  vigore  ed  una  serenita'  di  comportamento  che  gli
meritavano  l'ammirazione  incondizionata  dei  propri dipendenti che
hanno   affrontato   le   difficolta'  ambientali  ed  operative  con
straordinario spirito di servizio.
      Chiaro  esempio  di  straordinaria professionalita', raro senso
del  dovere,  fervida  dedizione  al  servizio  che ha contribuito in
maniera  determinante  al  successo  dell'operazione  e a dare lustro
all'esercito  italiano  in ambito internazionale». - Tirana (Albania)
24 aprile 1997 - 7 luglio 1997.
    Al  col. Mario Morelli nato il 16 marzo 1946 a Lodi (Milano), con
la seguente motivazione:
      «Comandante  dei  supporti  logistici  del  comando della forza
multinazionale  di  protezione  impegnata  nell'operazione  «Alba» in
Albania, assicurava il costante controllo delle attivita' inerenti al
proprio  incarico  con  raro senso di responsabilita' e straordinario
spirito di sacrificio.
      Preposto  alla  direzione  di  un  settore di vitale importanza
nell'economia  della  missione,  con  la  sua instancabile e continua
presenza  riusciva a realizzare le migliori condizioni logistiche per
tutte   le   unita',  nazionali  ed  alleate,  schierate  sull'intero
territorio    albanese,    contribuendo    in   misura   determinante
all'efficienza della fmp ed al successo dell'operazione.
      Animato  da straordinario senso del dovere, eccezionali doti di
organizzatore,  in  numerose  circostanze si rivelava elemento chiave
per  l'individuazione  di  efficaci  soluzioni a situazioni critiche,
intervenendo   di  persona  anche  a  costo  di  notevole  rischio  e
guadagnandosi  rapidamente  la  stima  incondizionata  di superiori e
colleghi,  nazionali  ed  esteri, per la professionalita' dimostrata,
per l'acutezza dell'apporto di pensiero forniti, per la straordinaria
capacita' operativa espressa.
      Fulgida figura di ufficiale preparato, volitivo e profondamente
animato    da    fede    nel   servizio,   chiarissimo   esempio   di
professionalita',  di completa dedizione e di assoluta lealta' che ha
dato lustro all'esercito italiano». - Tirana (Albania) 17 aprile 1997
- 26 luglio 1997
    Al  ten. col. Guido Landriani nato il 31 gennaio 1954 a Como, con
la seguente motivazione:
      «Vice capo cellula ji del comando della forza multinazionale di
protezione  impegnata nell'operazione «Alba» in Albania, assolveva il
compito  con  raro senso di responsabilita' ed eccezionale spirito di
sacrificio.
      Impegnato  diuturnamente sia nella fase organizzativa in patria
che   in  quella  di  condotta  in  teatro  operava  con  encomiabile
professionalita'   e   totale  dedizione,  riuscendo  ad  assicurare,
malgrado  difficolta'  e  imprevisti di ogni genere, livelli di forza
sempre  adeguati  alle  molteplici  esigenze di vita ed operative del
contingente nazionale.
      Supportato  da  straordinario  senso  del  dovere,  eccezionale
entusiasmo  per  la  propria  professione  e  da  non  comuni doti di
organizzatore, si rivelava un elemento chiave per suggerire soluzioni
efficaci  e  brillanti  a  numerosi  problemi  che  avrebbero  potuto
determinare   situazioni   potenzialmente   critiche,   guadagnandosi
rapidamente   la   stima  incondizionata  di  superiori  e  colleghi,
nazionali  ed esteri, per l'acutezza dell'apporto di pensiero fornito
e la determinazione delle azioni intraprese.
      Magnifica  figura  di  ufficiale in servizio di stato maggiore,
preparato,  volitivo,  capace e profondamente animato da dedizione al
servizio,  chiarissimo esempio di professionalita' che ha contribuito
in  maniera  determinante al successo dell'operazione e a dare lustro
all'esercito italiano nell'ambito internazionale». - Tirana (Albania)
23 marzo 1997 - 8 agosto 1997
    Al  ten.  col.  Donato Stricchiola nato il 17 maggio 1955 a Gioia
del Colle (Bari), con la seguente motivazione:
    «Comandante   del   49°  gruppo  squadroni  elicotteri  d'attacco
«capricorno»,  rischierato sull'aeroporto di Tirana-Rinas, inquadrato
nel  contingente  italiano  della  forza multinazionale di protezione
(fmp)  impiegata  nell'operazione «Alba» in Albania, si prodigava con
elevatissima  professionalita',  straordinaria  determinazione,  raro
senso  di  responsabilita'  e  straordinario  spirito  di sacrificio,
conseguendo risultati di assoluto pregio.
      La    sua   tempestiva,   intelligente   azione   di   comando,
coordinamento  e  controllo  risultava sempre incisiva, appropriata e
rispondente  alle  esigenze  operative,  cosi'  come  eccezionalmente
efficace e' stata la capacita' di coinvolgere i propri dipendenti nel
fornire la piu' totale, pronta e fattiva collaborazione.
      In  virtu' della sua eccezionale preparazione tecnico tattica e
della   capillare   attenzione  ai  particolari,  l'unita'  alle  sue
dipendenze  si  imponeva  all'ammirazione  generale  per la perizia e
l'efficienza  mostrate  in  ogni  circostanza, operando in condizioni
ambientali di volo ad elevato rischio.
      Incurante   dei   disagi   e   dei   rischi,   che  con  grande
responsabilita'   condivideva   con   i   suoi   uomini,  partecipava
frequentemente  alle  quotidiane  azioni  di  ricognizione,  scorta e
trasporto  personale,  viveri  e  medicinali,  nonche' di evacuazione
sanitaria di personale militare e civile.
      Magnifico esempio di comandante di rango che con raro senso del
dovere   ed   elette   virtu'  militari  ha  contribuito  in  maniera
determinante  al successo dell'operazione, ad accrescere il prestigio
del  contingente  italiano  e  a dare lustro all'esercito nell'ambito
internazionale». - Tirana (Albania) 21 aprile 1997 - 3 agosto 1997
    Al ten. col. Angelo Mura nato il 30 agosto 1951 a Sassari, con la
seguente motivazione:
      «Comandante  di  battaglione  del  151³  reggimento di fanteria
«sassari»   inquadrato  nella  forza  multinazionale  di  protezione,
impegnata   nell'operazione   «Alba»  in  Albania  si  prodigava  con
straordinario  impegno,  raro senso di responsabilita' ed eccezionale
spirito di sacrificio conseguendo risultati di assoluto pregio.
      Chiamato  ad  operare  in  un  ciclo  operativo  immediatamente
presentatosi  di  estrema  difficolta',  a  causa della situazione di
generalizzata  anarchia  e  la  presenza  di  numerose  bande  armate
incontrollate,  veniva  spesso impiegato, insieme con il suo reparto,
nelle  operazioni  di maggiore valenza operativa, dimostrando in ogni
circostanza  sprezzo  del  pericolo  e  sicura capacita' di controllo
delle situazioni a forte rischio.
      Costantemente  alla  testa  dei  propri  uomini,  con  i  quali
condivideva  disagi e pericoli, veniva impiegato in quotidiane azioni
di  ricerca,  sorveglianza, scorta e protezione, nel delicato settore
di Fier - Kucove.
      Supportato  da  straordinario  senso del dovere, da eccezionale
entusiasmo  per  la  propria  professione  e  da  non  comuni doti di
organizzatore,  evidenziava  infaticabile  vigore ed una serenita' di
comportamento  tali da mantenere elevatissimo lo slancio e lo spirito
di  corpo con cui il suo reparto affrontava le difficolta' ambientali
ed operative.
      Comandante  di  rango,  chiarissimo  esempio  di raro senso del
dovere   ed   elette  virtu'  militari,  ha  contribuito  in  maniera
determinante al successo dell'operazione e a dare lustro all'esercito
italiano  in un delicato contesto internazionale». - Tirana (Albania)
16 aprile 1997 - 19 luglio 1997.