MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito
(GU n.11 del 15-1-2004)

    Con decreto 15 maggio 2003 e' conferita la seguente ricompensa:
                           Croce d'argento
    Al  col.  Rocco  Bruno,  nato  il  6 novembre 1954 a Roma, con la
seguente  motivazione:  «Comandante del 183° reggimento paracadutisti
«Nembo»,  inquadrato  nella  brigata multinazionale ovest nell'ambito
dell'operazione  «Joint  Guardian»  in  Kosovo  dal  5 marzo  2001 al
19 giugno  2001,  si  imponeva  all'ammirazione  di  chiunque  per le
straordinarie   capacita'   di   comandante,   operando   con  giusta
autorevolezza,  sincera  e  convinta  dedizione,  tenace  e  costante
impegno.  Chiamato  a fornire, in situazione di costante e prolungata
tensione  operativa,  la  sua  collaborazione  nella  pianificazione,
organizzazione  e  condotta di operazioni militari di grande portata,
ha  reso un contributo sempre puntuale, immediato e qualificatissimo.
Al  suo comando, l'unita' ha piu' volte portato a termine e con pieno
successo,  sequestri  di armi, munizioni, generi di contrabbando e di
provenienza  illecita,  nonche'  sostanze  stupefacenti, rendendo, di
fatto,  piu'  sicura  l'area di responsabilita'. Profondo conoscitore
dello  strumento  militare  e  delle procedure d'impiego delle unita'
destinate  ad  operare  sul  terreno,  contribuiva con rara perizia e
professionalita'  alla fase preparatoria ed esecutiva delle complesse
e prolungate operazioni condotte da compagnie del proprio reggimento,
inserite  in  una  task  force di formazione in rinforzo alla brigata
multinazionale est, a comando statunitense, nel settore di competenza
di   quest'ultima,  per  il  controllo  del  confine  con  la  Fyrom,
caratterizzato da intensa conflittualita'. Nella condotta di tutte le
operazioni,  considerevoli per numero e risultati, ha evidenziato una
grandissima  professionalita', meritando il plauso incondizionato dei
superiori diretti e delle autorita' di polizia internazionale, che in
piu' occasioni hanno riconosciuto il valore del lavoro svolto.
    Esempio   di   straordinaria   professionalita',   competenza   e
dedizione,   che  ha  contribuito  a  conferire  lustro  e  prestigio
all'Esercito  italiano  e  ad  elevarne l'immagine ed il prestigio in
ambito internazionale». - Dakovica (Kosovo), 5 marzo 2001 - 19 giugno
2001.
    Con  i  decreti  del  31  marzo  2003  sono conferite le seguenti
ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al brig. gen. Biagio Abrate, nato l'8 novembre 1949 a Sant'Albano
Stura (Cuneo), con la seguente motivazione: «Comandante della brigata
multinazionale  ovest impegnata in Kosovo nell'ambito dell'operazione
di  KFOR  «Joint Guardian», operava con altissima professionalita' ed
elevatissima   capacita'   organizzativa,   trasmettendo  a  tutti  i
dipendenti gli alti valori morali connessi con la delicata operazione
di  pace  ed  infondendo in essi fiducia e sicurezza. Grazie alla sua
guida  ferma  e  determinata,  improntata  all'equilibrio anche nelle
circostanze  piu'  critiche,  e'  stato  possibile  amalgamare unita'
provenienti da Paesi eterogenei per precedenti militari, tradizioni e
cultura.   In   un   contesto   caratterizzato   da   forti  tensioni
socio-politiche,  sapeva  cogliere  gli  aspetti  fondamentali  della
complessa   realta'  locale,  guadagnando  per  se'  e  per  l'intero
contingente  l'incondizionata stima delle autorita' civili e militari
presenti  nel  teatro di operazioni, la sua lineare azione di comando
ha  permesso alle unita' dipendenti di esprimere al meglio le proprie
capacita'  operative,  facendo si' che venissero pienamente raggiunti
tutti gli obiettivi relativi alla missione assegnata.
    Ufficiale  dalle  preclare  qualita'  intellettuali  e  morali ed
autorevole  punto  di  riferimento  nell'ambito della missione, si e'
distinto  per  la  straordinaria  efficacia  dell'impegno  in teatro,
contribuendo  in  modo determinante, ad accrescere il prestigio ed il
lustro dell'intera nazione e delle sue Forze armate». - Pec (Kosovo),
4 luglio 2000 - 3 novembre 2000.
    Al  brig.  gen.  Vincenzo  Lops,  nato il 22 agosto 1952 a Corato
(Bari),  con la seguente motivazione: «Ufficiale generale in possesso
di   elevatissime   doti  morali  e  caratteriali,  sorretto  da  una
ricchissima   esperienza  professionale,  ha  assolto  l'incarico  di
comandante della brigata multinazionale ovest della KFOR e comandante
del  contingente italiano per l'operazione «Joint Guardian» in Kosovo
mettendo  in  luce  una  spiccata  ed  incisiva capacita' di comando,
sicurezza  ed  elevato  grado  di autonomia decisionale. Sotto la sua
guida  costante,  attenta  e  puntuale  le  unita'  della BMN-O hanno
operato   con   elevatissima  professionalita'  e  grande  entusiasmo
destando   l'ammirazione   ed   il   plauso  di  tutte  le  autorita'
internazionali,  militari e civili, operanti nel complesso e delicato
teatro  kosovaro.  In  un contesto operativo caratterizzato da grandi
tensioni  etniche  e  rischi  latenti  di  ordine  pubblico ha saputo
dirigere  tutte  le attivita' con altissimo senso di responsabilita',
bilanciando  sempre  sensibilita' e determinazione, costituendo per i
suoi  uomini un saldo punto di riferimento. di particolare rilievo e'
stata  la  condotta  delle operazioni miranti a garantire il pacifico
rientro  della  popolazione  di  etnia  serba  ad Osojane Valley e la
partecipazione,  in cooperazione con le altre brigate multinazionali,
alla  complessa  operazione  «Eagle»  tendente ad interdire, in tutta
l'area  del  Kosovo,  le linee di rifornimento al National Liberation
Army   (UCK).   Ha   mantenuto   ottimi   rapporti  professionali  ed
interpersonali  con  gli  altri  comandanti  multinazionali  e con le
autorita'  militari  e  civili  dell'area  di  operazioni, creando le
migliori  condizioni  di  lavoro  e favorendo il raggiungimento degli
obiettivi della missione.
    Ufficiale  brillante  e  carismatico, in un ambito internazionale
particolarmente complesso, ha dato prova di elevatissime capacita' di
comando   e   non   comune  spirito  di  integrazione  multinazionale
contribuendo,  con il proprio operato, a conferire lustro e prestigio
all'Esercito ed alla Forze armate italiane». - Pec (Kosovo), 5 luglio
2001 - 4 novembre 2001.
    Con  i  decreti  del  28  aprile  2003 sono conferite le seguenti
ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al  ten.  col.  CC  Carmelo Burgio, nato l'8 giugno 1957 ad Anzio
(Roma),  con la seguente motivazione: «Comandante del battaglione del
1°  reggimento  carabinieri  paracadutisti "Tuscania", inquadrato nel
contingente  italiano  della forza multinazionale di protezione (FMP)
impegnata   nell'operazione  "Alba"  in  Albania,  schierato  con  il
distaccamento  operante  nella regione meridionale e, in particolare,
nella    citta'    di   Valona,   si   prodigava   con   elevatissima
professionalita',   straordinaria   determinazione,   raro  senso  di
responsabilita'   ed   elevato  spirito  di  sacrificio,  conseguendo
risultati  di  eccezionale  valenza  operativa.  La  sua  tempestiva,
intelligente  azione  di comando, coordinamento e controllo risultava
sempre  incisiva,  appropriata  e rispondente alle difficili esigenze
operative,  cosi' come eccezionalmente efficace e' stata la capacita'
di  coinvolgere  gli  uomini  del reparto nel fornire la piu' totale,
pronta  e  fattiva collaborazione, incurante dei disagi e dei rischi,
che  con  grande  responsabilita'  condivideva  con  i  suoi  uomini,
partecipava  frequentemente  alle  quotidiane azioni di ricognizione,
scorta  e  controllo  del  territorio;  in particolare, unitamente ad
altri  militari dell'arma interveniva per porre fine ad uno scontro a
fuoco  tra  fazioni  rivali  di civili albanesi. La tempestivita', la
determinazione  e  l'efficacia  della loro azione inducevano le bande
contrapposte  a  desistere  dal  proprio  intento  e  consentivano di
salvare  vite umane e di concludere positivamente l'operazione con il
sequestro di un ingente quantitativo di armi pesanti e munizioni.
    Magnifico  esempio  di comandante di rango che con raro senso del
dovere   ed   elette   virtu'  militari  ha  contribuito  in  maniera
determinante  al successo dell'operazione, ad accrescere il prestigio
del  contingente  italiano  e  a dare lustro all'Esercito nell'ambito
internazionale». - Tirana (Albania), 20 aprile 1997 - 17 giugno 1997.
    Al  ten. CC Gianluca Feroce, nato il 6 settembre 1969 a Roma, con
la  seguente  motivazione: «Comandante di compagnia del 1° reggimento
carabinieri  paracadutisti  "Tuscania",  inquadrato  nel  contingente
italiano   della  forza  multinazionale  di  protezione  in  Albania,
interveniva,  unitamente  ad altri militari dell'arma, per porre fine
ad  uno  scontro  a  fuoco  tra fazioni rivali di civili albanesi. La
tempestivita',  la  determinazione  e  l'efficacia  della  sua azione
induceva  le  bande  contrapposte  a  desistere dal proprio intento e
consentiva  di  salvare  vite  umane  e  di  concludere positivamente
l'operazione  con  il  sequestro  di  un ingente quantitativo di armi
pesanti e munizioni.
    Magnifica  figura  di  ufficiale responsabile, capace e motivato,
profondamente  legato alla bandiera ed ai valori che essa esprime, la
cui  dedizione,  anche  di  fronte  al pericolo, ha dato prestigio al
corpo,  alle Forze armate alla patria». - Tirana (Albania), 20 aprile
1997 - 17 giugno 1997.
  Con  i  decreti  del  6 maggio  2003  sono  conferite  le  seguenti
ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al  cap.  Alfredo Taveri, nato il 4 aprile 1970 a Nettuno (Roma),
con  la  seguente motivazione: «Comandante di compagnia del 183° rgt.
par.  "Nembo", inquadrato nella brigata multinazionale ovest operante
in  Kosovo  nell'ambito  dell'operazione "Joint Guardian" dal 5 marzo
2001  al 16 giugno 2001, agiva in complesse e delicate operazioni con
elevatissima  professionalita', non comune sicurezza e autorevolezza,
evidenziando  eccezionale  capacita' organizzativa e sicura condotta.
Cosciente  della  delicatezza  della  missione,  articolava sempre il
dispositivo  sul  terreno  con  oculatezza, in modo sempre efficace e
rispondente  alle  esigenze  operative,  assicurando costantemente il
perfetto   assolvimento   dei  compiti  e  raggiungendo  appieno  gli
obiettivi  fissati.  Il  suo  reparto risultava, per la sua azione di
compiti  e raggiungendo appieno gli obiettivi fissati. Il suo reparto
risultava,  per  la  sua azione di comando, incisiva, eccezionalmente
rigorosa  ed  efficace,  sempre  ottimamente amalgamato e pronto, con
garanzia  di successo, ad affrontare qualsiasi esigenza operativa. In
particolare,  partecipava con la propria unita', inserita in una task
force  di  formazione  in rinforzo alla brigata multinazionale est, a
comando  statunitense  e  nel  settore di competenza di quest'ultima,
alle  operazioni  per  il  controllo di un comando statunitense e nel
settore  di  competenza  di  quest'ultima,  alle  operazioni  per  il
controllo  di  un  tratto  di confine con la Fyrom, caratterizzato da
intensa  e  diffusa conflittualita', assolvendo totalmente il compito
assegnato e riscuotendo palesi riconoscimenti per il lavoro svolto.
    Magnifico  professionista  militare e comandante di valore che ha
contribuito  a  conferire  ulteriore  lustro  e  prestigio alla Forza
armata   e   ad   elevare   l'immagine   dell'Italia   nel   contesto
internazionale». - Grualiya Mahala (Kosovo), 24 maggio 2001.
    Al  cap. Giuseppe Russo, nato il 20 luglio 1972 a Messina, con la
seguente  motivazione:  «Comandante  del  2° squadrone del reggimento
cavalleggeri  "Guide"  (19°), inquadrato nella brigata multinazionale
ovest operante in Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian"
dal  6 marzo 2001 al 4 luglio 2001, nei quattro mesi di permanenza in
teatro,  assolveva  la  sua funzione con rara competenza, eccezionale
spirito  di  sacrificio  ed encomiabile dedizione al servizio. Le sue
eccellenti  doti  di  pianificazione  e  di  coordinamento unite alle
notevoli doti di comandante hanno contribuito in maniera determinante
al  successo  di  molte  operazioni cui il reggimento ha preso parte.
Partecipava  con  la  propria  unita',  inserita in una task force di
formazione  in  rinforzo  alla  brigata multinazionale est, a comando
statunitense   e   nel   settore   di   competenza  di  quest'ultima,
all'operazione  "Partegas",  finalizzata al controllo di un tratto di
confine   con   la   Foyrm,   caratterizzato  da  intensa  e  diffusa
conflittualita'.  In  tale  occasione,  si distingueva per competenza
professionale,  spirito di servizio e disponibilita'. In particolare,
il  giorno  24 maggio  2001,  nel  corso di attivita' di interdizione
d'arte,   coordinava  con  competenza  una  importante  attivita'  di
esplorazione, condotta in maniera accorta e sicura e tale da impedire
qualsiasi  azione  di  contrasto  o  reazione  da  parte  delle Forze
irregolari  presenti  in  zona,  a  conclusione  della  quale  veniva
recuperato  un  ingente  quantitativo  di  armi e presenti in zona, a
conclusione  della quale veniva recuperato un ingente quantitativo di
armi  e  munizioni, abilmente celate. Sicuro punto di riferimento per
il  personale dipendente, nonche' del reggimento, ha riscosso unanimi
consensi anche da altri contingenti per la sua grande determinazione,
il suo innato senso del dovere e sprezzo del pericolo.
    Comandante  di  rango che ha dato lustro e prestigio all'immagine
della  Forza  armata  e  dell'Italia  in  ambito  internazionale».  -
Grualiya Mahala (Kosovo), 24 maggio 2001.
    Al  cap.  Romeo Carbonetti, nato l'8 febbraio 1967 a Viterbo, con
la seguente motivazione: «Comandante di compagnia del 183° reggimento
paracadutisti  "Nembo", inquadrato nella brigata multinazionale ovest
operante  in  Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian" dal
5 marzo  2001  al  25 giugno  2001, nei quattro mesi di permanenza in
teatro,  assolveva  la  sua funzione con rara competenza, eccezionale
spirito  di  sacrificio  ed encomiabile dedizione al servizio. Le sue
eccellenti  doti nell'impiego delle risorse, unite alle notevoli doti
di  comandante, hanno contribuito in maniera determinante al successo
di molte operazioni cui la sua unita' ha preso parte. In particolare,
comandante  di compagnia paracadutisti, inserita in una task force di
formazione  in  rinforzo  alla  brigata multinazionale est, a comando
statunitense  e  nel  settore  di  competenza di quest'ultima, per il
controllo  del  confine  con  la  Fyrom,  caratterizzato da intesa ed
estesa  conflittualita',  cosciente della delicatezza della missione,
articolava  il  proprio  dispositivo  con oculatezza, efficacia ed in
maniera   perfettamente   rispondente  alle  esigenze  operative.  In
particolare,  il  giorno 24 maggio 2001, al comando di due pattuglie,
ritrovava   e   recuperava,   a  seguito  di  operazione  fulminea  e
determinata, che impediva qualsiasi azione di contrasto o reazione da
parte   delle   Forze   irregolari   presenti  in  zona,  un  ingente
quantitativo  di  armi e munizioni, abilmente celate. Sicuro punto di
riferimento  per  il personale dipendente, nonche' del reggimento, ha
riscosso  unanimi  consensi  anche  da  altri  contingenti per la sua
grande  determinazione,  il suo innato senso del dovere e sprezzo del
pericolo.
    Comandante  di  rango che ha dato lustro e prestigio all'esercito
italiano  in  ambito  internazionale».  -  Grualiya  Mahala (Kosovo),
24 maggio 2001.
    Al  cap. Andrea Mazzotta, nato il 30 novembre 1970 a Monteroni di
Lecce   (Lecce),   con   la  seguente  motivazione:  «Comandante  del
1° squadrone  del  reggimento  cavalleggeri "Guide" (19°), inquadrato
nella  brigata  multinazionale  ovest  operante in Kosovo nell'ambito
dell'operazione  «Joint  Guardian» dal 6 marzo 2001 al 4 luglio 2001,
nei  quattro  mesi di permanenza in teatro, assolveva la sua funzione
con rara competenza, eccezionale spirito di sacrificio ed encomiabile
dedizione  al servizio. Le sue eccellenti doti di pianificazione e di
coordinamento   unite   alle   notevoli   doti  di  comandante  hanno
contribuito  in  maniera determinante al successo di molte operazioni
cui  il reggimento ha preso parte. In particolare, partecipava con la
propria  unita', inserita in una task force di formazione in rinforzo
alla brigata multinazionale est, a comando statunitense e nel settore
di competenza di quest'ultima, all'operazione «Partegas», finalizzata
al  controllo di un tratto di confine con la Fyrom, caratterizzato da
intensa  e diffusa conflittualita'. In tale occasione, si distingueva
per  competenza  professionale, spirito di servizio e disponibilita'.
Sicuro punto di riferimento per il personale dello squadrone, nonche'
del   reggimento,   ha  riscosso  unanimi  consensi  anche  da  altri
contingenti per la sua grande determinazione, il suo innato senso del
dovere e sprezzo del pericolo.
    Comandante  di  rango che ha dato lustro e prestigio all'Esercito
italiano  nel  contesto  internazionale». - Grualiya Mahala (Kosovo),
24 maggio 2001.
    Al  ten.  Stefano  Blandini, nato il 28 dicembre 1973 ad Avezzano
(L'Aquila),  con  la seguente motivazione: «Comandante di plotone del
reggimento  cavalleggeri  «Guide»  (19°).  inquadrato  nella  brigata
multinazionale  ovest  operante in Kosovo nell'ambito dell'operazione
«Joint  Guardian» dal 6 marzo 2001 al 4 luglio 2001, nei quattro mesi
di   permanenza  in  teatro,  assolveva  la  sua  funzione  con  rara
competenza,   eccezionale   spirito   di  sacrificio  ed  encomiabile
dedizione  al  servizio.  Le  sue  eccellenti doti nell'impiego delle
risorse,  raramente  individuabili  in  giovani ufficiali, unite alle
notevoli   doti   di   comandante,   hanno   contribuito  in  maniera
determinante  al  successo  di  molte operazioni cui la sua unita' ha
preso  parte.  In particolare, comandante di plotone blindo, inserito
in   una   task   force   di  formazione  in  rinforzo  alla  brigata
multinazionale est, a comando statunitense, nel settore di competenza
di   quest'ultima,  per  il  controllo  del  confine  con  la  Fyrom,
caratterizzato   da  intensa  conflittualita',  si  distingueva,  per
competenza  professionale,  spirito  di servizio e disponibilita'. In
particolare,  nel corso di attivita' di interdizione d'area, riusciva
ad  individuare  ed  acquisire  un  obiettivo sensibile delle milizie
irregolari  che  agivano  in  zona.  Tale  attivita' di acquisizione,
durata  per  circa  due  giorni,  consentiva, a seguito di operazione
fulminea  e determinata, che impediva qualsiasi azione di contrasto o
reazione  da  parte  delle  forze  irregolari  presenti  in  zona, il
sequestro  di  un  ingente  quantitativo  di armi e munizioni. sicuro
punto  di  riferimento  per  il  personale  dipendente,  nonche'  del
reggimento,  ha  riscosso unanimi consensi anche da altri contingenti
per  la  sua  grande determinazione, il suo innato senso del dovere e
sprezzo del pericolo.
    Comandante  di  rango che ha dato lustro e prestigio all'immagine
della  Forza  armata  e  dell'Italia  in  ambito  internazionale».  -
Grualiya Mahala (Kosovo), 24 maggio 2001.
    Con decreto 17 ottobre 2003 e' conferita la seguente ricompensa:
                           Croce di bronzo
    Al  col.  Villi  Lenzini,  nato  il  3  novembre  1949 a Tolmezzo
(Udine), con la seguente motivazione: «Comandante dell'Italian Battle
Gruop  inquadrato  nella  divisione multinazionale sud est della Sfor
impegnato  nell'operazione  «Joint  Forge», in Bosnia-Erzegovina, nel
periodo  successivo  ai tragici eventi terroristici dell'11 settembre
2001,  sapeva  motivare  con  rara  perizia  il personale dipendente,
raggiungendo  tutti  gli  obiettivi connessi con l'assolvimento della
missione.  In  particolare, la sua carismatica azione di comando e la
piena  consapevolezza  delle  gravose  responsabilita'  derivanti dai
delicati  compiti affidati all'unita', gli consentivano di conseguire
risultati  di  assoluta  eccellenza  nel  campo  della  bonifica  dei
residuati     esplosivi,    della    rivelazione    NBC    e    nella
professionalizzazione EOD delle forze armate della Bosnia-Erzegovina.
In  possesso  di preclare qualita' morali e di carattere, guidava con
mirabile  perizia  e  professionalita'  il  raggruppamento operativo,
soddisfacendo,   in  tal  modo,  tutte  le  molteplici  ed  altamente
impegnative  esigenze  operative  derivanti dalla continua evoluzione
della situazione locale.
    Magnifica figura di comandante che ha operato, in ogni frangente,
con  entusiasmo  ed  elevato  spirito  di sacrificio, contribuendo ad
elevare  il  prestigio  e l'immagine dell'Esercito italiano in ambito
internazionale». - Bosnia-Erzegovina, 15 marzo 2002.