MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

Conferimento di onorificenze al Merito dell'Esercito
(GU n.127 del 3-6-2006)

    Con decreto 29 novembre 2005 e' conferita la seguente ricompensa:
               Croce di bronzo al Merito dell'Esercito
    Al  Col.  Carlo Frigo, nato il 28 settembre 1950 a Rimini, con la
seguente motivazione:
    «Capo   della   divisione  logistica  del  Headquarters  KFOR  4,
nell'ambito  dell'operazione «Joint Guardian» in Kosovo, ha svolto il
proprio  incarico  con  straordinario  impegno e non comune senso del
dovere.
    In particolare, si e' distinto per la competenza e la perizia con
cui  ha pianificato e diretto le attivita' per il trasferimento delle
competenze  del  Centro  di  coordinamento  dei trasporti del settore
ferroviario,  dal distaccamento del Genio ferrovieri italiano di KFOR
alle  ferrovie  di  Unmik,  superando  difficolta'  organizzative  ed
esecutive di notevole complessita'.
    Chiaro esempio di ufficiale di rango, con straordinario senso del
dovere  e  spirito  di  sacrificio,  ha  contribuito ad accrescere il
prestigio   della   Forza   armata   e   dell'Italia   nel   contesto
internazionale» - Pristina (Kosovo), 30 marzo 2001.
    Con decreto 29 novembre 2005 e' conferita la seguente ricompensa:
               Croce di bronzo al Merito dell'Esercito
    Al  Col.  Maurizio  Boni, nato il 22 maggio 1960 a Vicenza con la
seguente motivazione:
    «Military   Assistant   del   Comandante   italiano   nell'ambito
dell'operazione  «Joint  Guardian»  in  Kosovo,  ha svolto il proprio
incarico   con  eccezionale  impegno,  altissima  professionalita'  e
spiccato senso del dovere, garantendo in ogni circostanza un costante
flusso  informativo  tra  il  Comandante e le unita' dipendenti ed il
necessario collegamento con gli organi nazionali.
    La  sua  azione e dedizione sono state di fondamentale importanza
per  l'efficacia  e l'efficienza del sistema di comando e controllo e
per il successo della missione.
    In   particolare,  in  un  ambiente  caratterizzato  da  violenza
interetnica,   degrado   sociale,   attivita'   sovversiva  e  aperta
ostilita',  incurante  dei  rischi  e  dei  disagi, ha contribuito in
maniera   determinante  al  successo  di  varie  operazioni  tendenti
all'arresto  di  criminali  ed  estremisti ed alla salvaguardia della
sicurezza personale del Comandante sottoposto a minacce terroristiche
ed  estremiste.  Ha  coordinato  con  efficacia  e  grande competenza
professionale   i   team  di  «Close  Protection»,  le  comunicazioni
classificate,  i  trasporti  aerei e di superficie ed il collegamento
con gli organi di polizia e giustizia internazionali. Si e', inoltre,
impegnato nel mantenimento di delicati e spesso problematici contatti
con  le  altre organizzazioni internazionali presenti in teatro e con
le   Forze   armate   dei  Paesi  balcanici  limitrofi,  riuscendo  a
guadagnarsi  la  fiducia degli interlocutori e agevolando, in maniera
eccezionale, l'azione politico-militare del Comandante di KFOR.
    Chiaro  esempio di ufficiale che, in possesso di altissime virtu'
militari   e   di   eccellenti   doti   professionali,  ha  suscitato
l'ammirazione  e l'incondizionato apprezzamento del Comandante, dello
staff  multinazionale  e  delle unita' dipendenti e ha contribuito ad
accrescere il prestigio della Forza armata e dell'Italia nel contesto
internazionale» - Pristina (Kosovo), 25 marzo 2003 - 3 ottobre 2003.
    Con  decreto  del  Presidente  della Repubblica 13 aprile 2006 e'
conferita la seguente ricompensa:
               Medaglia d'oro al Valore dell'Esercito
    Al  Caporal Maggiore Scelto Giacomo Patti, nato il 27 luglio 1979
a Palermo, con la seguente motivazione:
    «Comandante  di  squadra  fucilieri,  inquadrata nella Task Force
"Antica  Babilonia"  in  Iraq,  attraversava  di slancio il ponte sul
fiume   Eufrate  che  costituiva  l'obiettivo  della  sua  compagnia,
rispondendo con l'armamento di bordo del proprio veicolo cingolato al
violento fuoco delle milizie avversarie.
    Assicurata  sulla  sponda  del fiume una posizione che agevolasse
l'immissione  di  un  altro  plotone, operava con coraggio e tenacia,
esponendosi  con  il  proprio  veicolo  per consentire al resto della
propria unita' di sistemarsi a difesa.
    Benche'  piu'  volte  in  palese difficolta' a causa dei ripetuti
inceppamenti  dell'armamento  di  bordo  causati  dall'intenso  fuoco
erogato,   si  prodigava  per  riportare  in  efficienza  l'arma  che
manovrava personalmente.
    Rincuorava  inoltre i sottoposti, incitandoli con l'esempio e con
la parola a mantenere le posizioni.
    Riusciva  cosi' a resistere per circa 14 ore, fino al termine dei
combattimenti, contribuendo in maniera determinante al pieno successo
dell'azione senza subire alcuna perdita.
    Magnifico   graduato,   esempio  di  altissima  professionalita',
indomito  coraggio  e  profondo  attaccamento  ai propri uomini» - An
Nasiriyah (Iraq), 6 aprile 2004.
    Con  decreto  del  Presidente  della Repubblica 13 aprile 2006 e'
conferita la seguente ricompensa:
               Medaglia d'oro al Valore dell'Esercito
    Alla  Bandiera  del  18°  Reggimento Bersaglieri, con la seguente
motivazione:
    «Reggimento  inserito  nella  Joint Task Force - Iraq nell'ambito
dell'operazione  "Antica  Babilonia",  operava per circa quattro mesi
nella  provincia  di  Dhi  Quar, nel periodo iniziale e piu' delicato
dell'intervento del contingente militare italiano.
    Durante  tutto  il  periodo  di  permanenza  nel complesso teatro
d'operazioni,  gli  uomini e le donne del 18° Reggimento Bersaglieri,
incuranti della situazione di concreto pericolo, si distinguevano per
incredibile  slancio e solidarieta' manifestati nell'assolvimento dei
molteplici   compiti   connessi  con  la  sicurezza  ed  il  sostegno
umanitario della popolazione, contribuendo in maniera elevatissima ad
alleviarne le sofferenze.
    In  una  situazione  di generale pericolo e di grande incertezza,
caratterizzata   da  estreme  condizioni  climatiche  ed  ambientali,
nonche'  dall'accesa  contrapposizione tra il potere tribale e quello
politico religioso, i bersaglieri operavano con consapevole coraggio,
incondizionato   impegno,  straordinario  spirito  di  sacrificio  ed
eccezionale abnegazione per garantire il buon esito dell'operazione.
    Con generoso slancio gli ufficiali, i sottufficiali ed i graduati
del 18° Reggimento superavano i pericoli e le difficolta' determinati
dal  fortissimo  degrado  ambientale, dalle azioni della criminalita'
locale  e  dalle  numerose lotte tribali, reagendo in ogni situazione
con  tempestivita'  e  determinazione,  mettendo  in luce l'altissimo
livello di efficienza, nonche' il valore e la ferma determinazione di
tutti i suoi effettivi.
    In  tale  contesto,  agivano,  in  ogni circostanza, con costante
equilibrio,   elevata   professionalita'   e   non  comune  senso  di
responsabilita',  guadagnando  sul campo la fiducia delle popolazioni
di  An  Nasiriyah,  Ash  Shatrah, Ad Dawwayah, Al Garraf, An Nasr, Ar
Rifah, Qual at Sukkar e Al Fajr, principali centri urbani, e di tutti
i villaggi presenti nell'area di responsabilita' assegnata, riuscendo
a  creare,  con  la  loro  presenza vigile, attenta e determinata, un
senso di sicurezza da tempo perduto.
    L'incessante  impegno nel sostegno, umanitario, il salvataggio di
vite  umane,  la prevenzione delle attivita' criminose della malavita
locale,  il  sequestro di ingenti quantita' di armi, sistemi d'arma e
di  munizioni  di  vario  calibro,  il  contributo  alla salvaguardia
dell'ordine  e  della  legalita',  mettevano in luce le straordinarie
capacita'  e le eccezionali doti di solidarieta' degli uomini e delle
donne  del  18° Reggimento, che assolvevano una funzione determinante
per il ripristino delle normali condizioni di vita in Iraq.
    Fulgido  esempio  di  unita', fortemente motivata e coesa, che ha
evidenziato   nei  suoi  bersaglieri  elevatissima  professionalita',
concreta  saldezza  morale,  consapevole  coraggio  ed elevate virtu'
militari,  elevando  significativamente  il prestigio dell'Italia nel
contesto  internazionale»  -  An Nasiriyah (Iraq), 22 giugno 2003 - 7
ottobre 2003.
    Con  decreto  del  Presidente  della  Repubblica 5 aprile 2006 e'
conferita la seguente ricompensa:
             Medaglia d'argento al Valore dell'Esercito
    Al  Capitano Donato Lo Russo, nato il 16 maggio 1970 a Conversano
(Bari) con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  osservatore  nell'ambito  della missione ONU-UNMEE in
Etiopia/Eritrea, avuto notizia di un'esplosione causata da un ordigno
di  origine  sconosciuta  in  un'area  non  bonificata  situata nelle
vicinanze   della   localita'   dove  prestava  servizio,  si  recava
immediatamente   sul   luogo  dell'incidente.  Resosi  conto  che  la
detonazione aveva coinvolto due giovani del luogo, e nonostante fosse
consapevole  della  concreta  possibilita'  di  nuove esplosioni, con
assoluto  sprezzo del pericolo entrava senza indugio alcuno nell'area
e,  constatato che uno dei due giovani era malauguratamente deceduto,
si  prodigava con tutte le sue forze nel prestare soccorso al giovane
ancora in vita, dapprima tamponandogli le ferite degli arti dilaniati
e   successivamente  trasportandolo  al  di  fuori  dell'area  minata
salvandogli  la vita, grazie al proprio coraggio e alla tempestivita'
dell'intervento.
    Chiaro esempio di giovane ufficiale dalle elette virtu' militari,
che,  in  nome  di  un  piu'  alto ideale di solidarieta', ponendo ad
estremo  rischio  la  propria  vita,  ha  esaltato  le  tradizioni di
generoso   altruismo  che  caratterizzano  il  personale  alle  armi,
splendido  patrimonio dell'Esercito italiano» - Shilalo (Eritrea), 1°
febbraio 2003.