PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

DIRETTIVA 19 dicembre 2006 

Una pubblica amministrazione di qualita'.
(GU n.226 del 28-9-2007)

                            A tutti i Ministeri
                              Uffici di Gabinetto
                              Uffici per le relazioni con il pubblico
                            Alle  aziende ed amministrazioni autonome
                            dello Stato
                            A tutti gli enti pubblici non economici
                            Al  Consiglio  di  Stato  -  Segretariato
                            generale
                            Alla   Corte  dei  conti  -  Segretariato
                            generale
                            All'Avvocatura   generale   dello   Stato
                            Segretariato generale
                            Agli  organismi  di valutazione di cui al
                            decreto legislativo n. 286/1999
                            Agli uffici centrali del bilancio
                            Alla   Scuola  superiore  della  pubblica
                            amministrazione
                            Al Formez
                            All'A.R.A.N.
                              e, per conoscenza
                            A tutte le regioni
                            A tutte le province
                            A tutti i comuni
                            Alla    Presidenza    della    Repubblica
                            Segretariato generale
                            Alla   Presidenza   del   Consiglio   dei
                            Ministri - Segretariato generale
                            All'A.N.C.I.
                            All'U.P.I.
                            All'U.N.C.E.M.
                            Alla   Conferenza   dei   rettori   delle
                              universita' italiane

IL   MINISTRO   PER  LE  RIFORME  E  LE  INNOVAZIONI  NELLA  PUBBLICA
                           AMMINISTRAZIONE

  Vista   la  legge  23 agosto  1988,  n.  400,  recante  «Disciplina
dell'attivita'   di   Governo  e  ordinamento  della  Presidenza  del
Consiglio dei Ministri»;
  Visto  il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante «Norme
generali   sull'ordinamento   del   lavoro   alle   dipendenze  delle
amministrazioni pubbliche»;
  Visto  il  decreto  legislativo  30 luglio  1999,  n.  286, recante
«Riordino  e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio
e  di  valutazione  dei  costi,  dei rendimenti e dei risultati delle
attivita' svolte dalle amministrazioni pubbliche a norma dell'art. 11
della legge 15 marzo 1997, n. 59»;
  Visto  il  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri del
15 giugno  2006,  recante «Delega di funzioni in materia di riforme e
innovazioni   nella   pubblica   amministrazione  al  Ministro  senza
portafoglio prof. Luigi Nicolais»;

                              E m a n a

                       la presente direttiva:

1. Premessa.
  La  competitivita'  del  Paese  e'  fortemente  condizionata  dalla
qualita'  della  amministrazione pubblica, da cui dipende la qualita'
delle politiche pubbliche e la qualita' dei servizi resi ai cittadini
ed  alle  imprese.  Nel  contesto  degli obiettivi di riduzione della
spesa  pubblica,  e'  importante  che  il  recupero di efficienza sia
accompagnato   da   un'equivalente   spinta  al  miglioramento  della
qualita'.
  Gli strumenti di gestione della qualita' nei servizi pubblici hanno
incominciato  a  diffondersi,  anche nel nostro Paese fin dall'inizio
degli anni '90. Con il crescere delle aspettative dei cittadini si e'
assistito al penetrare progressivo della cultura dell'orientamento al
cittadino   ed   all'evolvere  degli  approcci  alla  qualita'  nelle
amministrazioni  pubbliche.  Il campo di applicazione degli strumenti
utilizzati  per  migliorare  la  qualita' si e' esteso dal prodotto o
servizio,  al  processo sino all'intera organizzazione. Inoltre, esso
ha  coinvolto  oltre  ai  destinatari  tutti i portatori di interesse
quali attori chiave.
  Attualmente  sono  molteplici  gli  strumenti  a disposizione delle
amministrazioni  pubbliche: gli standard ISO 9000, il modello EFQM, i
diversi   sistemi  di  accreditamento,  particolarmente  diffusi  nel
settore  sanitario,  la  Carta  dei servizi, la Balance Scorecard, il
benchmarking.  Inoltre,  nelle  azioni volte a migliorare la qualita'
dei  servizi  le  amministrazioni  oggi  possono  sfruttare  anche il
potenziale   insito   nelle   tecnologie  dell'informazione  e  della
comunicazione   (ICT),   il  cui  utilizzo  progressivo  consente  il
miglioramento   e   la  semplificazione  dei  processi  di  servizio,
l'interconnessione  tra  diversi  uffici  e  l'interattivita'  con  i
destinatari dei servizi e i portatori di interesse.
  Nonostante  l'evoluzione  degli  strumenti disponibili e il ricorso
sempre   piu'   ampio   alle   nuove   tecnologie,   nelle  pubbliche
amministrazioni    l'attenzione    alla   qualita'   non   e'   pero'
sufficientemente  diffusa  e  tende ad essere presente in modo ancora
parziale e discontinuo.
2. Gli obiettivi della direttiva.
  Gli  obiettivi  della  direttiva  sono di tre ordini. Innanzitutto,
essa  intende  richiamare  l'attenzione  delle  amministrazioni sulla
qualita' e il miglioramento continuo.
  In    secondo    luogo,    la    direttiva    indica   il   ricorso
all'autovalutazione  della  prestazione organizzativa, quale punto di
partenza obbligato dei percorsi di miglioramento continuo.
  In  terzo  luogo,  essa  delinea una prospettiva chiara di sviluppo
della  politica  per  la  qualita' nelle pubbliche amministrazioni da
parte  del  Dipartimento della funzione pubblica che, valorizzando le
esperienze  esistenti  e gli sforzi gia' effettuati, indichi percorsi
puntuali e traguardi di sistema condivisi.
3. Il miglioramento continuo delle prestazioni pubbliche.
  Il  miglioramento delle prestazioni delle amministrazioni pubbliche
e'  al  centro  dell'azione  di  modernizzazione.  La  qualita' delle
prestazioni   rese   agli   utenti   dipende  dalla  capacita'  delle
amministrazioni pubbliche di perseguire il miglioramento continuo. Da
un  lato, cio' richiede l'ottimizzazione costante dell'utilizzo delle
risorse  disponibili  e  dei processi di produzione ed erogazione dei
servizi.  Dall'altro  lato,  le amministrazioni devono innovare sia i
processi  che  i  servizi  finali  e  le politiche in coerenza con il
modificarsi   dei   bisogni   da  soddisfare  interpretando  in  modo
strategico  e  anticipatorio  la  propria  missione  istituzionale. A
questo  scopo ciascuna amministrazione deve saper valutare la propria
prestazione  organizzativa,  individuare  le  priorita' rispetto alle
quali  intervenire,  pianificare  i  necessari  cambiamenti  in  modo
integrato e funzionale alle proprie esigenze, anche avvalendosi delle
potenzialita' offerte dalle nuove tecnologie.
  Nell'intraprendere  tale  percorso  va  tenuto  presente  il  ruolo
essenziale  che  puo' essere svolto dai destinatari dei servizi e dai
portatori  di interesse e l'importanza di rendere conto dei risultati
e  quindi anche dei miglioramenti ottenuti e dei successivi obiettivi
di  miglioramento  perseguiti.  Le varie forme di comunicazione con i
portatori   di  interesse  (bilancio  sociale,  processi  decisionali
inclusivi,   autovalutazione   partecipata,   indagini  di  customer,
gestione  dei  reclami)  sono  tutti  strumenti  utili  a orientare i
percorsi  di  miglioramento  continuo nella giusta direzione ovvero a
soddisfare in modo completo i bisogni dei destinatari delle politiche
pubbliche.
  Le amministrazioni devono impegnarsi a:
    prevedere  specifici obiettivi di miglioramento delle prestazioni
e   della   qualita'   in   sede   di   pianificazione  strategica  e
programmazione operativa;
    sfruttare  in  tale  direzione  le  potenzialita'  offerte  dalle
tecnologie,   anche   attraverso   l'interconnessione   dei   sistemi
informativi  dei  diversi attori coinvolti nelle politiche pubbliche,
rendendo  inoltre  evidente,  in sede di valutazione di efficacia, il
contributo effettivamente fornito dagli investimenti tecnologici;
    sviluppare  un  proficuo  collegamento tra i sistemi di controllo
interno   e  le  azioni  di  miglioramento  della  qualita'  e  delle
prestazioni   attraverso   il   monitoraggio,  la  valutazione  e  la
rendicontazione strutturata del miglioramento continuo;
    ancorare   la   retribuzione   di   risultato  dei  dirigenti  al
conseguimento di obiettivi di miglioramenti della qualita';
    inserire  nei propri piani annuali di formazione interventi volti
al  rafforzamento  delle  competenze  di  dirigenti  e  funzionari su
approcci, strumenti e tecniche di gestione della qualita';
    coinvolgere  nelle azioni di miglioramento continuo i destinatari
delle  politiche  e,  piu'  in  generale,  i  portatori  di interesse
assicurando,  in  ogni caso, informazione adeguata sugli obiettivi di
miglioramento e i risultati raggiunti.
4. L'autovalutazione.
  Il  ricorso  all'autovalutazione delle proprie prestazioni da parte
delle amministrazioni pubbliche e' il punto di partenza obbligato dei
percorsi di miglioramento continuo.
  Secondo una definizione ormai consolidata a livello internazionale,
«L'auto-valutazione e' un'analisi esauriente, sistematica e periodica
delle  attivita' e dei risultati di un'organizzazione. Il processo di
valutazione   che   consente  ad  un'amministrazione  di  individuare
chiaramente  punti di forza e aree di miglioramento, deve tradursi in
azioni  di  miglioramento  pianificate  e  monitorate  nel  tempo per
verificarne  l'andamento»(1).  L'autovalutazione di un'organizzazione
si   attua  attraverso  un  processo  condiviso,  il  piu'  possibile
partecipato   e   diffuso  a  tutta  la  struttura,  i  cui  elementi
caratterizzanti    sono    dunque:    sistematicita',   periodicita',
condivisione   e   miglioramento   finalizzato   all'eccellenza   dei
risultati.

-----
    (1)  Definizione  dell'European Foundation for Quality Management
(EFQM).

  L'autovalutazione  e'  anche  un presupposto necessario a qualsiasi
azione  di  comparazione, sia interna che esterna all'organizzazione.
In  tale  prospettiva, i risultati dell'autovalutazione devono essere
sottoposti  a  validazione esterna attraverso percorsi di valutazione
fra  pari  - peer evaluation, di certificazione o la partecipazione a
premi.
  Per effettuare l'autovalutazione sono disponibili diversi strumenti
di  autodiagnosi  definiti  in  ambito  internazionale  e  ampiamente
sperimentati  sia  nel  settore  privato  che in quello pubblico. Fra
questi   il   Common   Assessment   Framework   (CAF),  frutto  della
cooperazione  informale  dei  Ministri  e  direttori  generali  delle
funzioni  pubbliche,  e' uno strumento per la gestione della qualita'
specificamente     realizzato     per     favorire     l'introduzione
dell'autovalutazione   e   della   cultura   della   qualita'   nelle
amministrazioni pubbliche dell'Unione Europea(2).

-----
    (2) Il  CAF  utilizza  un  set  di  nove  criteri,  suddivisi  in
sotto-criteri,  che  sono  le  dimensioni  di  analisi  suggerite dal
modello per analizzare e valutare tutte le attivita' e i risultati di
ciascuna  organizzazione.  I  primi  cinque  criteri  rappresentano i
fattori   abilitanti,   ovvero  che  cosa  un'organizzazione  fa  per
raggiungere   buoni   risultati:  come  utilizza  le  risorse  a  sua
disposizione  e  attraverso  quali  processi  trasforma le risorse in
servizi/risultati.   I   fattori   abilitanti  considerati  sono:  la
leadership,  le  strategie e le politiche, la gestione del personale,
la gestione delle risorse e delle partnership e i processi. Gli altri
quattro  criteri  sono  relativi  ai  risultati  che l'organizzazione
raggiunge  relativamente  ai  cittadini/clienti, al personale, al suo
impatto  sulla  societa'  e  ai  risultati  relativi alle prestazioni
chiave.  La  griglia di autovalutazione e' completata da una serie di
esempi,  forniti  per  ciascun sotto-criterio, che le amministrazioni
sono  libere  di  usare al fine di individuare elementi oggettivi che
consentano     di     posizionare    la    prestazione    complessiva
dell'organizzazione  in  termini di punteggio. Il CAF e' accompagnato
da  linee guida per l'applicazione della griglia e per l'assegnazione
dei   punteggi   di   autovalutazione.   L'applicazione  puo'  essere
effettuata  anche  avvalendosi  di  un percorso guidato on line, reso
disponibile dal Centro risorse CAF europeo (http://www.eipa.org) che,
per  conto  degli  Stati  membri,  assicura  servizi informativi e di
assistenza alle amministrazioni pubbliche che intendono utilizzare il
CAF. Tutti i servizi sono gratuiti.

  Inoltre  l'uso  del  CAF  serve  a  promuovere  un linguaggio e una
comprensione   comuni   della  cultura  della  qualita'  nei  sistemi
amministrativi   dell'UE,   favorendo   cosi'  anche  lo  scambio  di
esperienze  e  di  buone  pratiche  (benchlearning) e la comparazione
sistematica  delle  performance  (benchmarking) delle amministrazioni
pubbliche a livello europeo.
  Per  le  sue caratteristiche di strumento pensato appositamente per
il  settore  pubblico, e per la sua limitata onerosita' in termini di
costi  e  di tempi di applicazione, il CAF e' particolarmente utile e
adatto ad amministrazioni che hanno ancora scarsa familiarita' con le
logiche del miglioramento continuo.
  Le amministrazioni devono impegnarsi a:
    inserire stabilmente, applicandole in maniera periodica, pratiche
di  autovalutazione  della prestazione dell'intera organizzazione, in
connessione con i propri cicli di programmazione delle attivita';
    nell'introdurre   gradualmente   ma   in  modo  sistematico  tali
pratiche,  far  partecipare e motivare adeguatamente il personale e i
portatori  di  interesse,  al fine di agire in modo appropriato sulla
volonta'  di  partecipazione  di  tutti  gli attori che e' necessario
coinvolgere  per promuovere un effettivo miglioramento continuo della
prestazione dell'amministrazione e parallelamente elevare la qualita'
dei servizi erogati;
    tradurre   i   risultati  dell'attivita'  di  autovalutazione  in
concreti  piani  di  miglioramento  e  conseguenti attivita', da cio'
l'importanza della connessione con i cicli di programmazione, tenendo
conto  che  la comparazione esterna delle prestazioni puo' fornire un
utile  contributo  all'individuazione di buone pratiche che servano a
supportare la definizione e l'introduzione di innovazioni nel modo di
operare delle amministrazioni;
    sottoporre  i  risultati  delle  attivita'  di  autovalutazione a
validazione  esterna, adottando fra le diverse opzioni possibili (dai
percorsi  di  certificazione  alla partecipazione a premi nazionali e
internazionali,  alle  pratiche  di valutazione fra pari) quelle piu'
adatte  alle  proprie  esigenze  e  al  proprio  livello di maturita'
organizzativa.
6.  Il  ruolo  del  Dipartimento  della  funzione pubblica - Il Piano
d'azione nazionale.
  Il  Dipartimento  della funzione pubblica intende svolgere un forte
ruolo  di  impulso  e  sostegno  nei  confronti delle amministrazioni
pubbliche  e  di  monitoraggio  della  qualita'.  A  questo  scopo il
Dipartimento  si  impegna  a  definire  un  Piano  d'azione nazionale
triennale,  che  sara'  messo a punto con un ampio coinvolgimento dei
principali  attori  istituzionali  e  portatori  di  interesse, i cui
obiettivi e linee generali d'azione sono di seguito indicati.
Obiettivi generali:
    a)   produrre   un   consistente   aumento   nel   numero   delle
amministrazioni  impegnate in azioni di miglioramento della qualita',
a livello sia centrale che locale, con particolare riguardo alle aree
geografiche  dov'e'  maggiormente  presente il problema di uno scarso
grado   di   soddisfazione   e   fiducia   dei   cittadini  verso  le
amministrazioni pubbliche;
    b)   produrre   un  forte  aumento  della  visibilita'  da  parte
dell'opinione  pubblica  delle  iniziative  previste  e dei risultati
raggiunti dal Piano e dalle amministrazioni;
    c)  promuovere  la  partecipazione  attiva delle associazioni dei
rappresentanti degli interessi dei destinatari dei servizi e, piu' in
generale, delle organizzazioni della societa' civile, in un'ottica di
sussidiarieta'  orizzontale,  alla  definizione  e  attuazione  della
politica della qualita' dei servizi.
Linee d'azione:
    promuovere  la  diffusione e sostenere l'utilizzo degli strumenti
di  autovalutazione,  e  del  CAF  in particolare, e la definizione e
attuazione  di  piani di miglioramento da parte delle amministrazioni
pubbliche,   individuando  un  target  di  nuove  amministrazioni  da
coinvolgere.  Parallelamente  sostenere  e diffondere il ricorso alla
validazione  esterna dei risultati delle attivita' di autovalutazione
promuovendo  il  diffondersi  di prassi di valutazione fra pari (peer
evaluation);
    promuovere  la  realizzazione  di attivita' di benchmarking della
qualita'  dei  servizi resi a cittadini e imprese tra amministrazioni
pubbliche,  in  ambiti  di particolare impatto, in collaborazione con
associazioni esperte nel settore;
    monitorare  e  migliorare  le  pratiche  di misurazione e analisi
della  soddisfazione  dei  destinatari  dei  servizi in presenza e on
line,  anche  con la collaborazione attiva delle organizzazioni della
societa'  civile  in  applicazione  del  principio  di sussidiarieta'
orizzontale (Cost. art. 118 u.c.);
    rendere  evidente  il  contributo al miglioramento della qualita'
dei  servizi  di  alcune  politiche  settoriali  a  forte impatto sui
destinatari dei servizi e sull'opinione pubblica;
    introdurre   nuovi   meccanismi  di  riconoscimento  esterno  dei
traguardi  di  eccellenza  raggiunti dalle amministrazioni attraverso
l'attuazione  di  piani di miglioramento continuo e rafforzare quelli
esistenti   (premi   alla   qualita'   e   all'innovazione),  con  il
coinvolgimento  attivo  dei  portatori  di interessi. Accompagnare il
Piano con idonee iniziative di comunicazione.
    Roma, 19 dicembre 2006

                     Il Ministro per le riforme
           e le innovazioni nella pubblica amministrazione
                              Nicolais

Registrato alla Corte dei conti il 26 febbraio 2007
Ministeri  istituzionali,  Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri,
registro n. 26, foglio n. 187