MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

COMUNICATO

Proposta di disciplinare di produzione della denominazione di origine
protetta «Fichi di Cosenza»
(GU n.7 del 9-1-2008)

    Il  Ministero  delle  politiche  agricole  alimentari e forestali
esaminata   la   domanda  intesa  ad  ottenere  la  protezione  della
denominazione  «Fichi  di  Cosenza»  come  denominazione  di  origine
protetta  ai  sensi  del  Regolamento  (CE)  n.  510/2006, presentata
dall'Associazione «Fichi di Cosenza» con sede in via Magna Grecia c/o
G.A.L.  Valle  del  Crati  -  87010 Torano Scalo (Cosenza), acquisito
anche  il  parere  della  regione Calabria, esprime parere favorevole
sulla stessa e sulla proposta di disciplinare di produzione nel testo
appresso indicato.
    Le  eventuali  osservazioni,  relative  alla  presente  proposta,
adeguatamente  motivate,  dovranno  essere  presentate  dai  soggetti
interessati,  nel  rispetto  della disciplina fissata dal decreto del
Presidente  della  Repubblica  26 ottobre  1972,  n.  642 «disciplina
dell'imposta  di  bollo»  e  successive modifiche, al Ministero delle
politiche  agricole  alimentari  e  forestali  -  Dipartimento  delle
politiche  di  sviluppo  -  Direzione  generale  per  la qualita' dei
prodotti agroalimentari - Divisione QPA III, via XX Settembre n. 20 -
00187  Roma,  entro  trenta  giorni dalla data di pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta.
Decorso  tale  termine, in assenza delle predette osservazioni o dopo
la  loro  valutazione  ove  pervenute,  la  predetta  proposta  sara'
notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del Regolamento
(CE) n. 510/2006, ai competenti Organi comunitari.

                               Art. 1.

                            Denominazione

    La  denominazione  di  origine  protetta  «Fichi  di  Cosenza» e'
riservata  esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed
ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

                               Art. 2.

                      Descrizione del prodotto

    La  denominazione  «Fichi  di  Cosenza»  designa esclusivamente i
frutti  essiccati  di fico domestico «Ficus carica sativa» (domestica
L.),  appartenenti  alla varieta' Dottato (Ottato) aventi le seguenti
caratteristiche:
    2.1 nel prodotto fresco:
      buccia  chiara  non  coriacea  e  priva di macchie, completi di
peduncolo, acheni piccoli, polpa non succosa e consistente.
    2.2 nel prodotto essiccato:
    2.2.1 Caratteristiche fisiche:
      a seconda della pezzatura i fichi sono selezionati in:
        grandi: 55/65 frutti per 1 kg;
        medi: 66/85 frutti per 1 kg;
        piccoli: oltre 85 frutti per 1 kg.
    2.2.2 Caratteristiche chimiche:
      umidita':  20-40%,  per  tutte  le  tipologie  di  lavorazione,
escluso il Pallone (Palluni).

                               Art. 3.

                         Zona di produzione

    La zona di produzione dei «Fichi di Cosenza» e' rappresentata dal
territorio  della  provincia  di Cosenza compreso tra l'area montuosa
del Pollino e l'area dell'Altopiano Silano.
    Piu'  precisamente,  la  zona  interessata e' delimitata ad ovest
dalla  linea  di  costa tirrenica che va dalla foce del fiume Noce in
prossimita'  del  confine  regionale  (Calabria-Basilicata)  fino  ad
arrivare  alla  foce  del  fiume  Savuto  che  segna il confine della
provincia  di  Cosenza con la provincia di Catanzaro. Il confine nord
e'  delimitato inizialmente dallo stesso fiume Noce nel tratto che va
dalla  foce all'intersezione con la SS 18, il cui percorso continua a
segnare   il   limite   nord   fino   all'intersezione   con   la  SP
Scalea-Tortora,  nella  localita'  Anzo  dell'Elce  del comune di San
Nicola  Arcella.  Da qui prosegue sulla stessa SP Scalea-Tortora fino
all'intersezione con la strada locale congiungente la SP suddetta con
la  SP ex SS 504. Proseguendo lungo quest'ultima, attraverso i comuni
di   Santa   Domenica   di   Talao   e  di  Papasidero,  arriva  fino
all'intersezione  con la SS 19 nel comune di Mormanno e da qui, lungo
il  percorso  della  SS 19 attraversando il comune di Morano Calabro,
arriva  all'intersezione con la SP circonvallazione Castrovillari. Da
questo  punto  percorrendo  la  strada  locale  che  attraversando le
localita'  Rotondello  e  Cozzo  della  Paglia  va  ad intersecare il
percorso  della A3 nei pressi della localita' Conca del Re del comune
di  Castrovillari. Da qui prosegue lungo l'autostrada A3 in direzione
Cosenza  fino al centro abitato di Frascineto da cui si immette sulla
SP  SS  105  innesto  SS  534  -  SS  92 che percorre fino ad fino ad
intersecare  la  SP  ex  SS  92,  subito  dopo  il  centro abitato di
Francavilla Marittima, attraversando il comune di Civita. Proseguendo
lungo  quest'ultima  SP  ex  SS 92 arriva alla localita' Cappella, in
prossimita'  del  centro  urbano  di  Cerchiara  di  Calabria; da qui
prosegue  prima  lungo  la  strada  extra  urbana  che  attraversa la
contrada   Santagada   e   il  Torrente  Satanasso,  e  poi  seguendo
l'affluente  di  quest'ultimo,  e che delimita anche il confine tra i
Comuni  di  Villapiana  e  Plataci, fino ad incrociare la SP Torre di
Cerchiara-Villapiana-Plataci  nei  pressi  del Timpone San Pietro. Da
qui il limite nord dell'area segue il percorso di quest'ultima SP, in
direzione  Plataci,  arrivando  al  torrente Canale Grande che quindi
percorre  fino  alla Fiumara Saraceno. Seguendo poi il percorso della
fiumara  e  a  seguire  del  suo affluente, nella localita' B. Manca,
arriva all'intersezione con la SP SS 106 Albidona-Alessandria; da qui
segue  il  dapprima  il percorso della stessa SP SS 106 attraverso il
centro  abitato  di  Albidona,  e  poi  il  collegamento stradale che
attraversa  le  localita'  «Bosco  Mezzana»,  «Masseria Chidichimo» e
Panebello  fino  al punto di intersezione dei confini tra i comuni di
Albidona,  Castroregio  ed  Amendolara.  Da  questo  punto  l'area e'
delimitata  prima  dalla  strada  interpoderale  che attraversa Valle
Turrisi  fino  ad  arrivare  all'intersezione tra i torrenti Fosso di
Placa  e  Fosso di Frascineta che si immettono nel torrente Straface.
Il  limite  e'  poi  segnato  dal  percorso  di quest'ultimo torrente
Straface e poi della strada congiungente lo stesso torrente con la SP
SS  481 VS nei pressi della localita' Pietra Stoppa. Da qui il limite
dell'area prosegue lungo la SP SS 481 VS fino all'intersezione con la
SS   481   e   proseguendo  su  quest'ultima  arriva  alla  SP  Bivio
Montegiordano-Oriolo;  e  percorrendo  quest'ultima e poi la SP Scalo
Rocca  Imp.  -  Nocara  - B. Oriolo, che rappresenta dunque il tratto
finale  del confine nord dell'area di riferimento, arriva sulla costa
ionica in corrispondenza di Rocca Imperiale scalo.
    Il  limite  est  dell'area scende, in direzione sud, a partire da
Rocca  Imperiale  scalo  lungo  la  costa  ionica fino ad arrivare al
confine  tra  il  comune  di  Cariati, in provincia di Cosenza, ed il
comune di Crucoli in provincia di Crotone.
    Per  quanto  concerne  il  lato  sud  dell'area  di  riferimento,
partendo  dall'estremo  sulla costa ionica fino a raggiungere l'altro
estremo sulla costa tirrenica, il limite e' definito come segue.
    Dalla  costa  ionica  il  limite  territoriale in direzione ovest
segue  il  percorso  del  fiume Nica', a partire dalla sua foce, fino
all'abitato  di  Campana  attraversando i territori di Terravecchia e
Scala  Coeli.  Dal centro abitato di Campana il limite segue lungo il
percorso  della  SS  108  T, quindi della SP ex SS 282 e poi della SP
Caloveto-Bocchigliero,  sulla quale prosegue, attraversando il comune
di Pietrapaola, le localita' di Monte Colonina e Valle del Ceraso nel
comune  di  Caloveto,  il centro abitato di Caloveto fino ad arrivare
all'incrocio  con  la SS 531. A questo punto seguendo quest'ultima SS
531   arriva   al  centro  abitato  di  Cropalati  in  corrispondenza
dell'incrocio  con  la  SS  177  e  percorrendo  la  stessa SS 177 in
direzione   Paludi,  attraverso  il  centro  abitato  di  Paludi,  le
localita'  La  Forestella, Cozzo del Casale e Ginestrita nello stesso
comune,  nonche'  la localita' di Santa Maria delle Grazie nel comune
di  Rossano e lo stesso centro abitato di Rossano, arriva all'innesto
della  SS 177 con la strada che attraversa Contrada Armena e Petraro.
Procedendo  su  quest'ultima  strada  e  poi  sulle  SP148  e  SS 106
attraversa  l'abitato di Corigliano Calabro arrivando all'innesto con
la  SP  Acri-S.Giacomo-Corigliano, il cui percorso continua a segnare
il  limite  sud  dell'area  fino  all'intersezione con la SP Acri-San
Demetrio   Corone   in  localita'  Salici  di  Acri.  Proseguendo  su
quest'ultima  SP,  e  attraverso  anche  il collegamento stradale che
passa  per le localita' «S. Angelo», «Munnata» e «San Benedetto» fino
al  Vallone di Gioia, e poi lungo la SS 660 arriva in prossimita' del
centro  urbano  di  Acri,  da  cui  prosegue  sulla  SP  23 fino alla
localita' Serricella. Da qui il limite segue il percorso della SP 228
e  poi  quello del collegamento stradale che unisce la SP 228 alla SP
ex  SS  559  nel  comune  di  Luzzi.  Da  qui il limite sud est - sud
prosegue  lungo  la  SP ex SS 559, arriva alla localita' «Timparello»
(chiesa  dell'Assunta)  da  cui  prosegue  lungo  la strada che porta
all'innesto  con la SP 266 in localita' Serra Femmina Morta. Seguendo
la  SP  266  lungo  il  confine  comunale  tra Luzzi e Rose fino alla
localita'  Querceto, e poi il collegamento stradale che attraversa la
localita'  Querceto-Acqua  della Pietra, giunge all'innesto con la SP
ex  SS  279  in localita' Cupone. A questo punto il limite e' segnato
prima dal percorso della SP ex SS 279 fino alla localita' Stio, e poi
dalla  strada locale Stio-Foresta fino a raggiungere il fiume Arente.
Seguendo  il  percorso  del  fiume verso la valle, percorso che segna
anche il confine tra i comuni di Rose e San Pietro in Guarano, arriva
al  confine  comunale  tra  Rose  e  Castiglione Cosentino; da qui il
limite   sud   dell'area   segue  dapprima  la  strada  interpoderale
attraverso  la  localita'  Qualata  fino  all'innesto  con la SP 014,
proseguendo  quindi  sulla  stessa  SP 014 fino all'innesto con la SP
Castiglione-San Pietro in Guarano-Pianette e poi su quest'ultima fino
all'incrocio  con la SP Altavilla-Ponte Mulino nel comune di Lappano;
da  qui  prosegue sulla SP Lappano fino all'intersezione con la SP SS
107  Rovito-Scalo  Rovito direzione Flavetto, oltrepassando il centro
abitato  di Flavetto e poi il centro abitato di Rovito, dopo il quale
prosegue  lungo  la stessa SP SS 107 Rovito-Scalo Rovito in direzione
nord giungendo all'intersezione con la SP SS 107 svincolo per Rovito,
sulla   quale   prosegue   per   un   breve  tratto.  In  prossimita'
dell'incrocio  di  quest'ultima  con la SS 107 (subito dopo il centro
abitato di Rovito) il limite dell'area segue la stessa SS 107 fino al
centro  abitato  di  Spezzano della Sila, quindi prosegue lungo la SP
Valle  Cupo  fino  alla SP bivio Casole Bruzio-Pietrafitta. Da qui il
limite  e'  segnato  dal  percorso  di  quest'ultima  SP bivio Casole
Bruzio-Pietrafitta,  che  attraversa l'abitato di Pedace raggiungendo
la  SP Cosenza (Ponte Rovito) - Aprigliano. La linea di confine segue
poi  la SP Cosenza (Ponte Rovito) Aprigliano, attraversa le localita'
Franconi  e Acqua Vignoca, il confine con il comune di Aprigliano, ed
arriva  al  centro abitato di Grupa proseguendo poi lungo la SP ex SS
178,  il centro abitato di Aprigliano, di Santo Stefano, le localita'
Corte,  Agosto,  Petrone  e  la  stazione di Aprigliano, giungendo al
confine   tra   il   comune   di   Aprigliano   e   Piane  Crati,  ed
all'intersezione  con  la  SP  Cancello Serra - Figline-Cellara-Piano
Lago. Successivamente la linea prosegue su quest'ultima SP attraverso
l'abitato  di  Cellara  e  poi  sulla  SP Mangone-Santo Stefano-SS 19
attraversando  il centro abitato di Mangone, il confine con il comune
di  Santo  Stefano fino ad arrivare all'intersezione con la SS 19, in
prossimita'  del confine con il comune di Rogliano. La linea prosegue
quindi  lungo  la  SS  19  attraversando i comuni di Rogliano, Marzi,
Carpanzano  fino ad arrivare al centro abitato di Carpanzano, passato
il   quale   prosegue   lungo   la   SP  Carpanzano-Vadomale.  Arriva
successivamente nel comune di Scigliano, quindi al suo centro abitato
da  dove  prosegue  lungo la SP Scigliano-Maione per un breve tratto,
all'incrocio  con  la  SP 016 segue il tracciato di quest'ultima fino
all'intersezione   con   la   SP  Carpanzano-Vadomale.  In  localita'
Pittarella di Pedivigliano la linea prosegue sulla strada extraurbana
che  attraversa  le  localita'  Il Timpone e Sciolle fino ad arrivare
all'intersezione  con  il  fiume  Savuto.  Da  qui  prosegue lungo il
percorso  del  fiume  fino  alla  localita'  Vallone del Forno quindi
percorre  la  strada  che collega il vallone con la SP 032. Quindi la
linea  di  confine prosegue sulla SP 032 e poi sulla strada locale in
direzione  del  fiume  Savuto il cui percorso, fino alla foce nel Mar
Tirreno, segna il tratto finale dell'area di riferimento.

                               Art. 4.

                         Prova dell'Origine

    Ogni   fase   del  processo  produttivo  deve  essere  monitorata
documentando  per  ognuna  gli  input e gli output. In questo modo, e
attraverso  l'iscrizione  in appositi elenchi, gestiti dall'organismo
di  controllo,  delle  particelle  catastali  sulle  quali avviene la
coltivazione, dei produttori e dei confezionatori, nonche' attraverso
la   dichiarazione  tempestiva  alla  struttura  di  controllo  delle
quantita' prodotte, e' garantita la tracciabilita' del prodotto.
    Tutte  le  persone,  fisiche  o giuridiche, iscritte nei relativi
elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte dell'organismo di
controllo,  secondo  quanto disposto dal disciplinare di produzione e
dal relativo piano di controllo.

                               Art. 5.

                        Metodo di ottenimento

    Metodo di coltivazione e raccolta.
    Le  piante  possono  essere  coltivate in consociazione con altre
colture arboree o erbacee oppure in impianti specializzati.
    I  sesti  di  impianto,  le  forme di allevamento ed i sistemi di
potatura devono essere quelli usati nella zona di produzione, e cioe'
tali  da  garantire  una  adeguata  illuminazione e arieggiamento. In
particolare,  per  gli  impianti specializzati la densita' d'impianto
non potra' superare le 400 piante per ettaro. Le forme di allevamento
devono essere a vaso libero o a cespuglio.
    Sono  ammessi  interventi  irrigui  di  soccorso nelle annate con
scarse  precipitazioni  per  le piantine messe a dimora, mentre sugli
impianti   in  piena  produzione  si  puo'  ricorrere  a  sistemi  di
irrigazione  a  scorrimento  a  goccia  fino  a  venti  giorni  prima
dell'inizio della raccolta.
    Sono  esclusi  trattamenti  fitosanitari  con prodotti chimici di
sintesi.
    La raccolta viene effettuata manualmente nel periodo compreso fra
il 10 agosto ed il 10 ottobre.
    Metodo di essiccazione.
    I frutti sono sottoposti ad un processo di essiccazione naturale,
tradizionale o protetta.
    Essiccazione naturale.
    I  fichi  si lasciano sui rami fino a che raggiungono un avanzato
grado  di  appassimento,  accompagnato  da  variazione del colore dal
verde,  al  giallo con sfumature beige e tendenza a piegarsi sul loro
stesso  peduncolo,  restando  pendenti.  Per  queste caratteristiche,
vengono localmente indicati come «passuluni».
    La  piegatura del fico sul peduncolo consente la creazione di uno
stato  di  abscissione  che  ne  favorisce il distacco naturale. Tale
fenomeno  costituisce un elemento che agevola sia la raccolta manuale
che  quella  realizzata  attraverso  una  semplice  scrollatura delle
branche principali.
    Al  fine  di  ottenere  una  disidratazione tale da soddisfare le
prescrizioni di cui all'art. 2, i fichi devono completare il processo
di  essiccazione  al  sole,  per  un periodo di tempo che va da tre a
sette  giorni,  a  seconda  del  grado  di  maturazione  e del metodo
utilizzato (tradizionale o protetto).
    Essiccazione tradizionale.
    I  fichi vengono adagiati su supporti di canne, o altro materiale
per  alimenti  consentito dalle norme di legge, il cui fondo consenta
la traspirazione e la conseguente perdita d'acqua dei frutti, e fatti
asciugare  al  sole  per  un  periodo  di tempo che va da tre a sette
giorni a seconda del loro grado di maturazione. Durante tale periodo,
i fichi devono essere:
      rivoltati  almeno  due  volte al giorno nei primi tre giorni al
fine di raggiungere una essiccazione uniforme;
      protetti  dall'umidita'  notturna o da piogge inattese mediante
il  ricovero  in  locali coperti o mediante la copertura dei supporti
con  teli  di  materiale  trasparente  posizionati  in  modo  tale da
evitarne il contatto con i frutti.
    Essiccazione protetta.
    Tale   metodo   prevede   l'essiccazione  dei  frutti  in  serre,
parzialmente  o  totalmente  chiuse,  con  copertura in vetro o altro
materiale   trasparente   e   aperture  regolabili  in  modo  che  la
temperatura  massima  possa essere mantenuta inferiore a 50°C, per un
periodo  massimo di 5 giorni. Le serre devono essere, inoltre, dotate
alle aperture di reti antinsetti.
    I fichi vengono adagiati su supporti del tipo di quelli usati per
l'essiccazione  tradizionale, posti ad una altezza da terra variabile
dai 60 ai 100 cm.
    Nei  primi tre giorni e' necessario rivoltare almeno due volte al
giorno i fichi per assicurare una uniforme essiccazione del prodotto.
    Metodi di lavorazione.
    I  fichi essiccati possono essere direttamente avviati al consumo
oppure   alle   successive   lavorazioni,  previo  uno  dei  seguenti
trattamenti:
      lavati con acqua fredda;
      lavati  e  sbollentati in acqua a 100°C per un tempo massimo di
due minuti;
      sterilizzati  con sistemi consentiti dalla normativa vigente in
materia.
    I fichi vengono immessi al consumo nelle seguenti tipologie:
      fichi secchi al naturale (fichi janchi).
    I  fichi,  una  volta  essiccati, possono essere commercializzati
come   tali.   In   questo   caso   devono   presentare  le  seguenti
caratteristiche:
      pezzatura grande o media;
      colore beige.
    Il prodotto viene confezionato in vassoi di legno o materiale per
uso  alimentare  di  peso  compreso  tra  250  e  1000  gr, oppure in
contenitori  di cartone di peso compreso tra 1 e 20 kg. I contenitori
devono essere ricoperti con pellicola trasparente.
    Montagnoli.
    Per   la  preparazione  del  prodotto  vengono  utilizzati  fichi
essiccati  medi  e/o  piccoli.  I  fichi, adagiati in teglie in unico
strato,  vengono  fatti  cuocere  in  forno  ad  una  temperatura  di
150/200°C  per un periodo di tempo compreso tra 20 e 30 minuti fino a
quando il prodotto non assuma una colorazione dorata.
    A  cottura  ultimata  i fichi vengono lasciati raffreddare fino a
quando  non  raggiungano  la temperatura ambiente e, successivamente,
vengono  amalgamati  con «mielata di fichi», prodotto ottenuto con le
seguenti  operazioni  in  successione:  bollitura  in  acqua di fichi
freschi  o  secchi  di qualsiasi pezzatura per un periodo di 2/3 ore,
filtrazione  e  ricottura  del  liquido  ottenuto per altre 2/3 ore a
temperatura  di ebollizione, evaporazione fino all'ottenimento di uno
sciroppo denso e filante di colore marrone molto scuro, quasi nero.
    Il  prodotto  viene  confezionato in contenitori di materiale per
uso   alimentare   o  in  cestini  di  legno  avvolti  con  pellicola
trasparente per alimenti di peso compreso tra 250 e 500 gr.
    Crocette (Crucetti).
    Per  l'ottenimento  del  prodotto occorre utilizzare fichi grandi
e/o medi, rispettando le seguenti operazioni:
    1.  Dividere  manualmente  un  fico a meta', dall'ostiolo fino al
peduncolo, lasciando le parti aperte unite per il peduncolo. Riempire
l'interno di ciascun lobo con una mandorla o con ø gheriglio di noce,
ed eventualmente con della scorza di agrumi (arance, limoni e cedri),
provenienti  dalla  zona  di  produzione  di  cui  all'art. 3. Quindi
sovrapporre  al  fico  farcito  un altro fico aperto con le modalita'
sopra indicate e pressarli manualmente. Altri due fichi lavorati come
i precedenti vengono sovrapposti ortogonalmente ai primi due formando
cosi' una croce greca.
    2. Eventualmente sottoporre ad ulteriore pressione meccanica fino
a 24 ore i fichi lavorati come al punto precedente.
    3.  Adagiare  le crocette su teglie in unico strato e cuocerle in
forno  ad  una  temperatura  di  150/200°C  per  un  periodo di tempo
oscillante  dai  20 ai 45 minuti fino a quando il prodotto non assume
una colorazione dorata.
    4. A cottura ultimata, fare raffreddare le crocette a temperatura
ambiente.
    E'  ammessa  la  spennellatura  del prodotto con una soluzione di
acqua  e  «mielata di fichi» in proporzioni rispettivamente superiore
all'80%  e  inferiore  al  20% e una leggera spolveratura di zucchero
semolato e/o cannella.
    E' ammessa la guarnizione del prodotto con foglie di alloro.
    Il   prodotto   viene   confezionato  e  posto  in  commercio  in
contenitori  di  materiale per uso alimentare ricoperto con pellicola
trasparente di peso compreso tra 250 e 1000 gr.
    Nocchette.
    Per  l'ottenimento  del  prodotto occorre utilizzare fichi grandi
e/o medi, rispettando le seguenti operazioni:
    1.  Dividere  manualmente  un  fico a meta', dall'ostiolo fino al
peduncolo,  senza  separare  le  parti. Riempire l'interno di ciascun
lobo con una mandorla o con ø gheriglio di noce, ed eventualmente con
della  scorza  di  agrumi (arance, limoni e cedri), provenienti dalla
zona  di  produzione  di  cui  all'art. 3. Quindi sovrapporre al fico
farcito  un  altro  fico  aperto  con  le  modalita' sopra indicate e
pressarli manualmente.
    2.  Adagiare le nocchette su teglie in unico strato e cuocerle in
forno   alla  temperatura  di  150/200°C  per  un  periodo  di  tempo
oscillante  dai  20 ai 40 minuti fino a quando il prodotto assume una
colorazione dorata.
    3.   A   cottura   ultimata,  fare  raffreddare  le  nocchette  a
temperatura ambiente.
    E'  ammessa  la  spennellatura  del prodotto con una soluzione di
acqua  e «mielata di fichi», in proporzioni rispettivamente superiore
all'80%  e  inferiore  al 20%, e una leggera spolveratura di zucchero
semolato e/o cannella.
    Il  prodotto  viene  confezionato in contenitori di materiale per
uso   alimentare   o  in  cestini  di  legno  avvolti  con  pellicola
trasparente per alimenti di peso compreso tra 250 e 500 gr.
    Fioroni (fichi imbottiti o picce).
    Per  l'ottenimento  del  prodotto  si utilizzano fichi grandi e/o
medi.   Dopo   avere  reciso  il  peduncolo,  il  fico  viene  aperto
manualmente  ponendo attenzione a non separare le parti. Si procede a
riempire  l'interno di uno dei lobi ottenuti con una mandorla o con ø
gheriglio  di  noce,  ed  eventualmente con scorza di agrumi (arance,
limoni e cedri), provenienti dalla zona di produzione di cui all'art.
3.  Quindi  si  sovrappone al lobo farcito l'altro lobo provvedendo a
pressarli manualmente.
    Il  prodotto  cosi' lavorato, adagiato in teglie in unico strato,
viene  fatto  cuocere  in  forno alla temperatura di 150/200°C per un
periodo  di  tempo  oscillante  dai  20 ai 40 minuti fino a quando il
prodotto non assume una colorazione dorata.
    E'  ammessa  la  spennellatura  del prodotto con una soluzione di
acqua  e  «mielata di fichi» in proporzioni rispettivamente superiore
all'80%  e  inferiore  al  20% e una leggera spolveratura di zucchero
semolato e/o cannella.
    Il  prodotto  viene  confezionato in contenitori di materiale per
uso   alimentare   o  in  cestini  di  legno  avvolti  con  pellicola
trasparente per alimenti di peso compreso tra 250 e 500 gr.
    Pallone (Palluni).
    Per  la  preparazione del prodotto si possono utilizzare fichi di
qualsiasi  pezzatura posti ad essiccare al sole per 20/24 ore secondo
le   modalita'  descritte  nel  metodo  di  lavorazione.  E'  ammesso
l'utilizzo   di   fichi   appassiti  sulla  pianta  detti  localmente
«passuluni» o «moscioni». Tali fichi, che non hanno ancora completato
l'essiccazione,  presentano  una colorazione compresa tra il verde ed
il  beige.  I frutti,  lavati in acqua corrente e ancora gocciolanti,
vengono  cotti  in forno ad una temperatura oscillante da 150 a 170°C
per  un  periodo di tempo compreso tra 150 e 180 minuti. Durante tale
periodo  di  tempo  si  procede ad uniformare la cottura rivoltando i
fichi  una  volta.  A  cottura ultimata i fichi vengono prelevati dal
forno  e lasciati riposare, stoccati in appositi recipienti, per 5/10
giorni  in  locali  chiusi.  A riposo ultimato vengono «impallonati»,
ovvero  amalgamati con le mani l'uno contro l'altro esercitando delle
leggere pressioni, prestando attenzione che tra un fico e l'altro non
rimangano  dei  vuoti.  Verra' cosi' formato un pallone costituito da
25-50  frutti. Il pallone ottenuto viene avvolto in due/tre foglie di
fico verdi, precedentemente lavate e asciugate. Il tutto viene legato
con  un  filo  di  rafia.  Al  fine  di  aromatizzare il prodotto, e'
consentito  inserire  foglie  di agrumi (limone, arancio e/o cedro) o
alloro tra le foglie di fico ed i frutti amalgamati.
    Il  prodotto  cosi'  ottenuto  viene  fatto cuocere in forno alla
temperatura di 140/170°C per un periodo di tempo compreso tra 20 e 45
minuti.
    Il  prodotto  puo'  essere  avvolto  in  un  sacchetto  o  in una
pellicola   trasparente   e   posto  in  commercio  singolarmente  in
confezioni di peso compreso tra 250 e 300 gr.
    Treccia (Ietta).
    Per  la preparazione della Treccia devono essere utilizzati fichi
essiccati  medi  e/o  piccoli, che vengono infilati usando sezioni di
canne secche, opportunamente appuntite, di 20/30 cm di lunghezza e di
3/6 mm di larghezza. I fichi devono essere infilati pressando gli uni
agli altri in modo da ottenere una sorta di spiedino. Le Trecce cosi'
ottenute, vengono adagiate su teglie in unico strato e cotte in forno
alla  temperatura di 150/180°C per un periodo di tempo oscillante dai
20  ai  45  minuti  fino  a quando il prodotto assume una colorazione
ambrata.
    Il  prodotto viene confezionato e posto in commercio in vassoi di
materiale  per  uso alimentare ricoperto con pellicola trasparente di
peso compreso tra 100 e 500 gr.
    Corolle o Coroncine.
    La  lavorazione delle Corolle prevede l'impiego di fichi medi e/o
piccoli.  I  fichi  essiccati,  presi tra il pollice e l'indice della
mano,  vengono  schiacciati  in modo da formare dei piccoli dischi. I
fichi  cosi'  schiacciati  vengono  infilati  in  corrispondenza  del
peduncolo  usando  un rametto di mirto o spago per alimenti, tagliato
longitudinalmente  e  appuntito  ad un'estremita', fino a formare una
collana.   In  seguito  le  corolle  sono  cotte  nel  forno  ad  una
temperatura  compresa  tra 150 e 180°C per 20/45 minuti fino a quando
assumono un colore ambrato.
    Il  prodotto viene confezionato e posto in commercio in vassoi di
materiale  per  uso alimentare ricoperto con pellicola trasparente di
peso compreso tra 100 e 500 gr.
    Salamino di fichi.
    Per  la  preparazione  del prodotto si utilizzano fichi essiccati
medi  e/o  piccoli.  I  fichi,  adagiati  in  teglie in unico strato,
vengono  cotti  nel  forno  ad  una  temperatura  di 150/200°C per un
periodo  compreso fra 20 e 30 minuti fino a quando il prodotto assume
una  colorazione dorata. A cottura ultimata i fichi sono amalgamati e
triturati con frutta secca (noci, mandorle e/o nocciole) e mielata di
fichi  provenienti  dalla  zona  di  produzione di cui all'art. 3. Si
possono  aggiungere  frutta  candita  (arance,  mandarini e/o cedri),
agrumi  freschi  (arance, mandarini e/o limoni e spezie ) provenienti
dalla  zona  di  produzione di cui all'art. 3. Ottenuto l'impasto, si
procede alla porzionatura conferendo al prodotto la classica forma di
salame.
    Il  prodotto  viene  posto  in commercio avvolto in materiale per
alimenti in confezioni di peso variabile tra 200 e 500 gr.
    Condizionamento.
    In  seguito al processo di essiccazione (tradizionale o protetta)
il  prodotto  raggiunge un tenore di umidita' compreso tra il 20 e il
40%. Tale livello di umidita' favorisce le lavorazioni successive del
prodotto  e  corrisponde a quello che si riscontrava tradizionalmente
attraverso la verifica della mancata fuoriuscita della polpa premendo
il frutto tra indice e pollice.
    Variazioni  di  umidita'  al  di  sotto  o al di sopra dei limiti
indicati  possono  compromettere  la  qualita'  e  la  salubrita' del
prodotto:
      un  tasso  minore  di  umidita' provocherebbe un disidratamento
eccessivo del frutto, che diventerebbe stopposo;
      un  tasso  maggiore  comporterebbe l'annerimento dei fichi e il
pericolo della insorgenza di muffe.
    La  necessita'  di condizionare il prodotto all'interno dell'area
e'  connessa  alle caratteristiche ambientali dell'area di produzione
in  grado di mantenere nei fichi essiccati i parametri di umidita' di
cui sopra.
    Il trasferimento del prodotto al di fuori dell'area di produzione
lo  sottoporrebbe  al  rischio  di  una scorretta conservazione dando
luogo  a  fenomeni  di  scolorazione,  deprezzamento ed insorgenza di
muffe.
    Pertanto per salvaguardare la qualita' ed assicurare il controllo
del   prodotto   e'   indispensabile  che  il  condizionamento  venga
effettuato  esclusivamente nella zona geografica di produzione di cui
all'art. 3 del presente disciplinare di produzione.

                               Art. 6.

                        Legame con l'ambiente

    I  «Fichi  di  Cosenza»  presentano caratteristiche esclusive per
l'essiccazione   e  lavorazione.  Maturano  precocemente,  non  vanno
soggetti  a  cascola,  hanno alta resistenza alle piogge si essiccano
piu'  facilmente  dei fichi di altre varieta' e possono arrivare alla
quasi   completa   essiccazione  sull'albero.  Danno  resa  superiore
rispetto  alla  maggior parte delle altre varieta' e, bene essiccati,
si   presentano   pieni,   carnosi,   pastosi,   morbidi,   plastici,
bianchissimi,  altamente  zuccherini  e  di facile conservazione. Con
polpa  omogenea  povera di acheni che sono piccoli e sottili giacche'
partenocarpici  e quasi innavertibili alla masticazione. Tutte queste
caratteristiche sono strettamente legate ai fattori pedoclimatici che
caratterizzano la zona di produzione.
    Il   fico   predilige  un  ambiente  con  temperature  medie  non
eccessive,  l'assenza di geli e nebbie intense e frequenti, l'assenza
di  frequenti  piogge nei periodi di temperature elevate, terreni non
molto  umidi.  Il  territorio  della  provincia di Cosenza ha proprio
queste caratteristiche: compreso fra due mari, il Tirreno e lo Jonio,
e  difeso a nord dal Massiccio del Pollino, esso risente dei benefici
influssi  marini  e  di  una  adeguata protezione dai venti freddi di
tramontana.   I   dati   su  temperature  e  piovosita'  individuano,
attraverso l'ausilio del diagramma climatico di Bagnouls-Gaussen, una
periodica  situazione di aridita' proprio nel periodo piu' favorevole
al  mantenimento delle caratteristiche qualitative del frutto, quello
precedente   la   raccolta.   Il  verificarsi  di  queste  condizioni
climatiche  fa  si  che  i fichi possono arrivare alla quasi completa
essiccazione  sull'albero  dando  resa migliore rispetto alla maggior
parte dei fichi ottenuti da altre varieta'.
    L'origine  dei  «Fichi di Cosenza» nel territorio della provincia
di Cosenza e' attestata da numerosi documenti.
    "Merchants  of  Paris and London spoke well of the quality of the
Kadota  (= Dottato) figs of Cosenza». Cosi' si esprimeva nel 1927 uno
studioso americano, I. J. Condit, a proposito dei «Fichi di Cosenza».
Ma il prodotto era conosciuto e apprezzato da molto piu' tempo.
    Probabilmente   introdotta   al  tempo  della  Magna  Grecia,  la
coltivazione  del  fico e' documentata nella provincia di Cosenza fin
dal  '500  (v.  «Descrittione  di  tutta Italia» di Leandro Alberti).
Informazioni  piu'  dettagliate  sulla sua produzione, essiccazione e
commercializzazione   si   rinvengono  in  alcune  relazioni  e  note
economiche  redatte  nel 700 e nell'800. Particolarmente interessante
al  riguardo  e'  la  «Statistica  murattiana»  del 1812, dalla quale
apprendiamo  come i «Fichi di Cosenza» fossero gia' allora oggetto di
esportazione fuori dal Regno.
    All'inizio  del  secolo scorso alcune aziende cominciano a uscire
dall'ambito  della  produzione  famigliare e ad affrontare il mercato
con  maggiore  efficacia. La rinomanza del prodotto e' talmente ampia
da  ottenere  una  trattazione  specifica  nella Enciclopedia Agraria
Italiana  (1957):  «Tra  le  preparazioni vanno ricordate le rinomate
crocette,  i  fichi  imbottiti o picce, delle zone del Cosentino, che
vanno sempre piu' guadagnando favore e danno luogo ad una particolare
attivita' di lavorazione e di commercio».
    I  fichi  essiccati,  diffusi  a  livello famigliare, sono sempre
stati  localmente  considerati  una  preziosa  risorsa alimentare, in
particolare  durante  i lavori in campagna e nei periodi di carestia.
Fin  dal  700  essi  hanno  pero' svolto anche un ruolo significativo
nell'economia    della    provincia,    soprattutto   perche'   hanno
costantemente  rappresentato  una  delle  poche  voci dell'export. La
produzione  nel  corso  dei secoli e' rimasta fortemente radicata nel
territorio,  dove  insistono  fornitori  di materia prima e piccole e
medie aziende di trasformazione. Gia' nel 1957 l'Enciclopedia Agraria
Italiana riportava : «Tra le preparazioni vanno ricordate le rinomate
crocette,  i  fichi  imbottiti  o picce delle zone del Cosentino, che
vanno sempre piu' guadagnando favore e danno luogo ad una particolare
attivita'  di  lavorazione  e  di  commercio». Oggi il prodotto viene
commercializzato  durante tutto l'anno, con punte massime nel periodo
natalizio, sia sui mercati nazionali che su quelli internazionali. La
quota  destinata all'estero e' diretta principalmente nei paesi della
Unione  Europea, oltre che negli U.S.A. e in Canada. Ad alimentare il
flusso   dell'esportazione  contribuisce  anche  la  richiesta  degli
emigrati  che continuano a vedere in questo prodotto un simbolo della
terra di origine.
    La  produzione  dei  «Fichi  di  Cosenza»  si caratterizza per un
elevato  apporto  di  manualita' che e' presente in tutte le fasi del
processo  di lavorazione, dalla raccolta al confezionamento, e che si
rivela determinante anche ai fini della qualita' del prodotto finale.
Le  operazioni manuali di preparazione (in particolare l'apertura, la
farcitura,  la  pressatura,  lo schiacciamento a disco dei frutti, la
formazione dei palloni) sono sempre effettuate da personale esperto e
riflettono  un  abile «saper fare», che - tramandatosi di generazione
in   generazione   -   si  e'  venuto  consolidando  come  patrimonio
insostituibile del territorio.
    La  forte incidenza dei «fattori umani e culturali» sui «Fichi di
Cosenza»  si  rileva  anche  negli  esiti finali della produzione. Le
trecce,  le collane, le crocette, i palloni sono tipologie produttive
che  rappresentano  altrettante  forme  di espressione della fantasia
creativa  della  popolazione  locale.  Esse sono anche cariche di una
simbologia nella quale confluiscono significati sociali e religiosi.
    Nella  zona  di  produzione  dei  «Fichi di Cosenza» si segnalano
numerose  fiere e manifestazioni folcloristiche dedicate al prodotto,
fra  le  quali  quella  di  S. Giuseppe, documentata a Cosenza almeno
dalla meta' del secolo XIX.
    Il  legame  del prodotto con il territorio si evidenzia anche nel
suo  impiego nella gastronomia tradizionale. I modi di preparazione e
di  utilizzazione  dei «Fichi di Cosenza» sono molti. In particolare,
essi  vengono  utilizzati  nella  «pitta  'mpigliata»,  una  sorta di
sformato dolce, oltre che in numerosi dolci locali.
    Ma,  anche  senza  salire ai vertici della gastronomia, sul piano
sociale e' degna di nota l'usanza assai diffusa di lasciare essiccare
al  sole i fichi sui balconi delle case, di conservarli e di servirli
in piu' occasioni, all'inizio o alla fine del pasto.

                               Art. 7.

                              Controlli

    I  controlli  sulla conformita' del prodotto al disciplinare sono
svolti,  conformemente  a quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 del
Reg. CE 510/2006.

                               Art. 8.

                            Etichettatura

    Le    modalita'    di   presentazione   del   prodotto   all'atto
dell'immissione  al consumo prevedono che sull'etichetta compaiano, a
caratteri  chiari  e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario,
le seguenti indicazioni:
      «Fichi  di  Cosenza»  eventualmente seguita dalla traduzione in
altre  lingue  e,  per  esteso o in acronimo (DOP), dalla espressione
traducibile «Denominazione di Origine Protetta»;
      il   nome,   la   ragione   sociale,  l'indirizzo  dell'azienda
produttrice o del centro di lavorazione e confezionamento;
      il logo
    E'  consentito  l'utilizzo delle seguenti menzioni aggiuntive, in
lingua  italiana  o  in dialetto locale, sulle confezioni delle varie
tipologie di prodotti:
      «montagnoli»;
      «crocette» o «crucetti»;
      «nocchette»;
      «fioroni» o « fichi imbottiti» o «picce»;
      «pallone» o «palluni»;
      «treccia» o «ietta»;
      «corolle» o «coroncine»;
      «salamino di fichi».
    E'   vietata   l'aggiunta   di   qualsiasi   qualificazione   non
espressamente prevista.
    E'  tuttavia  consentito  l'utilizzo  di indicazioni che facciano
riferimento  a  nomi  o  ragioni sociali o marchi privati purche' non
abbiano  significato  laudativo  o siano tali da trarre in inganno il
consumatore,  nonche'  di altri riferimenti veritieri e documentabili
che  siano  consentiti  dalla  normativa  vigente  e che non siano in
contrasto con le finalita' e i contenuti del presente disciplinare.
    Il logo del prodotto consiste nella rappresentazione di un frutto
di fico dottato, secco, di colore bianco, con l'ostiolo e 6 striature
di  colore verde, posto su di una foglia stilizzata di fico di colore
verde.  Questi  elementi sono inglobati in un'ulteriore e piu' grande
foglia  stilizzata,  con  sfondo  bianco  e  bordo verde. Nella parte
inferiore  sono  poste  sette  aste  verticali  di diversa lunghezza,
affiancate  e  stilizzate, di colore verde. Ai lati dell'immagine due
segni  a forma di semicerchio, di colore verde. Il tutto e' inscritto
in  un  cerchio  col bordo verde che contiene in forma circolare e in
alto da sinistra verso destra la scritta «FICHI di COSENZA».
    Il  carattere  tipografico  del  testo  e'  il  «Futura MdBT». La
tonalita' utilizzata del colore verde e' scura («PANTONE 349 C»).
    Il logo si potra' adattare alle varie declinazioni di utilizzo.
    Il limite massimo di riduzione del marchio e' cm 2 di base.

               ---->  Vedere immagine a pag. 57  <----

                               Art. 9.

                        Prodotti trasformati

    I prodotti per la cui preparazione e' utilizzata la DOP «Fichi di
Cosenza»,   anche   a  seguito  di  processi  di  elaborazione  e  di
trasformazione,  possono  essere  immessi  al  consumo  in confezioni
recanti  il  riferimento alla detta denominazione senza l'apposizione
del logo comunitario, a condizione che:
      il  prodotto  a  denominazione protetta, certificato come tale,
costituisca  il  componente esclusivo della categoria merceologica di
appartenenza;
      gli  utilizzatori  del  prodotto  a  denominazione  di  origine
protetta  siano  autorizzati  dai  titolari dal diritto di proprieta'
intellettuale  conferito  dalla  registrazione  della  DOP riuniti in
Consorzio  incaricato  alla  tutela  dal  Ministero  delle  politiche
agricole,  alimentari  e  forestali  Lo  stesso  Consorzio incaricato
provvedera'  anche  ad  iscriverli in appositi registri ed a vigilare
sul  corretto  uso  della  denominazione  protetta.  In  assenza  del
Consorzio  di  tutela incaricato, le predette funzioni saranno svolte
dal  Ministero  delle  politiche  agricole, alimentari e forestali in
quanto  autorita'  nazionale  preposta  all'attuazione  del Reg. (CE)
510/2006.