N. 341 ORDINANZA 13 - 15 giugno 1989
Giudizio di legittimita' costituzionale in via principale. Regione - Finanze regionali - Regioni Toscana ed Emilia-Romagna - Ricorso contro decreto-legge successivamente non convertito in legge nei termini dei sessanta giorni - Richiamo alla ordinanza n. 642/1988 - Manifesta inammissibilita'. D.-L. 30 dicembre 1988, n. 545, artt. 5 e 6). Cost. artt. 81, 117, 118 e 119)(GU n.25 del 21-6-1989 )
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: dott. Francesco SAJA; Giudici: prof. Giovanni CONSO, prof. Ettore GALLO, dott. Aldo CORASANITI, prof. Giuseppe BORZELLINO, dott. Francesco GRECO, prof. Renato DELL'ANDRO, prof. Gabriele PESCATORE, avv. Ugo SPAGNOLI, prof. Francesco Paolo CASAVOLA, prof. Antonio BALDASSARRE, prof. Vincenzo CAIANIELLO, avv. Mauro FERRI, prof. Luigi MENGONI, prof. Enzo CHELI;
ha pronunciato la seguente ORDINANZA nei giudizi di legittimita' costituzionale degli artt. 5 e 6 del decreto-legge 30 dicembre 1988, n. 545 (Disposizioni in materia di finanza pubblica), promossi con ricorsi delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, notificati il 27 e il 30 gennaio 1989, depositati in cancelleria il 2 e l'8 febbraio successivi ed iscritti ai nn. 1 e 12 del registro ricorsi 1989; Visti gli atti di costituzione del Presidente del Consiglio dei Ministri; Udito nella camera di consiglio del 17 maggio 1989 il Giudice relatore Antonio Baldassarre; Ritenuto che le regioni Toscana ed Emilia Romagna, con ricorsi notificati, rispettivamente, il 27 e 30 gennaio 1989 e depositati, rispettivamente, il 2 e l'8 febbraio 1989, hanno sollevato questione di legittimita' costituzionale degli artt. 5 e 6 del decreto-legge 30 dicembre 1988, n. 545 (Disposizioni in materia di finanza pubblica) per violazione degli artt. 81, 117, 118 e 119 Cost.; che si e' costituito, in entrambi i giudizi, il Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura dello Stato, chiedendo la reiezione dei ricorsi; Considerato che i due ricorsi, proposti contro lo stesso decreto legge, vanno riuniti per essere decisi congiuntamente; che il decreto-legge 30 dicembre 1988, n. 545 non e' stato convertito in legge nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione, come risulta dal comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 51, serie generale, del 2 marzo 1989; che, pertanto, secondo la consolidata giurisprudenza di questa Corte (v., da ultimo, ord. n. 642 del 1988), la questione di legittimita' costituzionale deve essere dichiarata manifestamente inammissibile; Visti l'art. 26 della legge 11 marzo 1953, n. 87 e gli artt. 25 e 9, secondo comma, delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale;
PER QUESTI MOTIVI LA CORTE COSTITUZIONALE Dichiara la manifesta inammissibilita' della questione di legittimita' costituzionale degli artt. 5 e 6 del decreto-legge 30 dicembre 1988, n. 545 (Disposizioni in materia di finanza pubblica), sollevata, per violazione degli artt. 81, 117, 118 e 119 Cost., dalle Regioni Toscana ed Emilia Romagna con i ricorsi indicati in epigrafe. Cosi' deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 13 giugno 1989. Il Presidente: SAJA Il redattore: BALDASSARRE Il cancelliere: MINELLI Depositata in cancelleria il 15 giugno 1989. Il direttore della cancelleria: MINELLI 89C0709