UNIVERSITA' DI BARI

DECRETO RETTORALE 1 ottobre 1990 

  Modificazioni allo statuto dell'Universita'.
(GU n.269 del 17-11-1990)

                              IL RETTORE 
  Visto lo statuto dell'Universita' degli studi  di  Bari,  approvato
con  regio  decreto  14  ottobre  1926,   n.   2134,   e   successive
modificazioni ed integrazioni; 
  Visto  il  testo  unico  delle  leggi  sull'istruzione   superiore,
approvato con regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592; 
  Visto il regio decreto-legge 20 giugno 1935,  n.  1071,  convertito
nella legge 2 gennaio 1936, n. 73; 
  Visto il regio decreto 30 settembre 1938,  n.  1652,  e  successive
modificazioni; 
  Vista la legge 22 maggio 1978, n. 217; 
  Vista la legge 21 febbraio 1980, n. 28; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 
10 marzo 1982, n. 162; 
  Viste  le  proposte  di  modifica  dello  statuto  formulate  dalle
autorita' accademiche di questa Universita'; 
  Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168, art. 16, comma 1; 
  Atteso che il presente decreto rettorale e' uniforme alla tipologia
nazionale di cui alla nota ministeriale n. 3980 del 31 dicembre 1987; 
  Visto il parere del Consiglio universitario nazionale; 
  Riconosciuta la particolare necessita' di apportare la modifica  di
statuto in deroga  al  termine  triennale  di  cui  all'ultimo  comma
dell'art. 17 del testo unico del 31 agosto 1933, n. 1592; 
                               Decreta: 
  Lo statuto  dell'Universita'  degli  studi  di  Bari,  approvato  e
modificato con i decreti sopraindicati, e'  ulteriormente  modificato
come segue: 
                            Articolo unico 
  Dopo l'art. 150, e con il conseguente spostamento della numerazione
successiva,  sono  inseriti  i  seguenti  nuovi  articoli,   relativi
all'istituzione della scuola di specializzazione in pianificazione  e
politiche sociali. 
                      Scuola di specializzazione 
                in pianificazione e politiche sociali 
                               Art. 1. 
  E' istituita presso l'Universita' degli studi di Bari la scuola  di
specializzazione in pianificazione e politiche sociali, articolata in
due indirizzi: 
    a) pianificazione sociale e sanitaria; 
    b) organizzazione e direzione del personale. 
  La scuola ha il compito  di  formare  competenze  professionali  in
ordine  alla  progettazione  e  alla  realizzazione  delle  politiche
sociali in piano, in  stretta  connessione  con  obiettivi  rilevanti
degli enti pubblici, specialmente a livello locale  e  regionale;  la
scuola  rilascia  il  diploma  di  specialista  in  pianificazione  e
politiche sociali. 
 
                               Art. 2. 
  La scuola ha la durata di tre anni; ciascun anno di  corso  prevede
trecento ore di insegnamento; il consiglio della scuola  determinera'
anno per anno, e la pubblichera' nel manifesto annuale  degli  studi,
l'assegnazione oraria per i  diversi  insegnamenti,  sia  che  questi
costituiscano  moduli  formativi,  sia  che  corrispondano  a   corsi
monografici o a seminari. 
  In base alle strutture e attrezzature disponibili, la scuola e'  in
grado di accettare il  numero  massimo  di  iscritti  determinato  in
trenta specializzandi per ciascun anno di corso,  per  un  totale  di
novanta specializzandi. 
 
                               Art. 3. 
  Per  l'attuazione  delle  attivita'  didattiche   programmate   dal
consiglio della scuola provvede la facolta' di economia  e  commercio
dell'Universita' di Bari. 
 
                               Art. 4. 
  Alla  scuola  sono  ammessi  i  laureati  in   scienze   politiche,
sociologia,  giurisprudenza,  economia  e   commercio,   medicina   e
chirurgia, psicologia, ingegneria (tutte  le  lauree),  architettura,
discipline  economiche  e  sociali,  economia   aziendale,   economia
politica,  pianificazione   territoriale   e   urbanistica,   scienze
dell'amministrazione, scienze dell'informazione, scienze  economiche,
scienze economiche e bancarie, scienze economiche e sociali,  scienze
statistiche e attuariali, scienze statistiche ed economiche,  scienze
statistiche   e   demografiche,   pianificazione   territoriale    ed
urbanistica, nonche' i titoli  stranieri  ritenuti  equipollenti  dal
consiglio della scuola  ai  soli  fini  dell'ammissione  alla  scuola
stessa.  Non  e'  richiesto  per  l'ammissione   alcun   diploma   di
abilitazione. 
 
                               Art. 5. 
  Gli insegnamenti della scuola sono i seguenti: 
  1 anno (comune agli indirizzi): 
   economia e finanza degli enti locali; 
   modelli e tecniche di pianificazione sociale I; 
   programmazione economica locale e regionale; 
   metodologia  della   ricerca   sociale   e   statistica   per   la
programmazione, 
piu' quattro corsi opzionali, scelti tra: 
   governo locale; 
   sociologia applicata ai sistemi e sub-sistemi sociali; 
   sociologia degli apparati pubblici; 
   sociologia della leadership; 
   teoria delle decisioni; 
   sistemi sociali comparati; 
   scienza dell'amministrazione; 
   organizzazione della pubblica amministrazione; 
   analisi delle politiche pubbliche; 
   tecnica della programmazione organizzativa. 
 A) INDIRIZZO DI PIANIFICAZIONE SOCIALE E SANITARIA. 
  2 anno: 
   organizzazione e gestione del personale; 
   statistica sociale e sanitaria, 
piu' tre corsi opzionali. 
  3 anno: 
   legislazione sanitaria; 
   legislazione assistenziale e previdenziale, 
piu' un corso opzionale. 
  Corsi opzionali di indirizzo: 
    1) disadattamento giovanile; 
    2) disadattamento infantile; 
    3) gestione psico-sociale dell'emarginazione; 
    4) gestione psico-sociale dell'handicap; 
    5) gestione psico-sociale della malattia mentale; 
    6) politiche dei beni culturali; 
    7) politiche degli interventi di emergenza; 
    8) politiche della famiglia; 
    9) politiche dell'istruzione; 
   10) politiche della casa; 
   11) politiche di disuguaglianza e poverta'; 
   12) tutela dell'ambiente; 
   13) legislazione minorile; 
   14) teorie e tecniche delle comunicazioni di massa; 
   15) informatica applicata alla pianificazione; 
   16) teoria e modelli di sistema informatico locale; 
   17) sociologia della famiglia; 
   18) controllo costi-efficienza nella pubblica amministrazione. 
 B) INDIRIZZO DI ORGANIZZAZIONE E DIREZIONE DEL PERSONALE. 
  2 anno: 
   organizzazione e gestione del personale; 
   legislazione degli enti locali, 
piu' tre corsi opzionali. 
  3 anno: 
   legislazione del pubblico impiego e diritto sindacale; 
   controllo costi-efficacia nella pubblica amministrazione, 
piu' un corso opzionale. 
  Corsi opzionali di indirizzo: 
    1) informatica applicata all'amministrazione; 
    2) teoria e modelli di sistema informatico locale; 
    3) psicologia applicata all'organizzazione; 
    4) pubblico impiego; 
    5) sociologia dei gruppi; 
    6) sociologia dell'organizzazione; 
    7) teoria degli equilibri sociali; 
    8) contabilita' per centri di costo; 
    9) management pubblico; 
   10) metodi di controllo della produttivita'; 
   11) metodi di formazione e aggiornamento del personale; 
   12) modelli e tecniche di valutazione di programmi formativi; 
   13) partecipazione e gruppi di pressione; 
   14) relazioni pubbliche; 
   15) dinamica delle professioni e mercato del lavoro; 
   16) organizzazione sindacale e del lavoro; 
   17) teoria e tecniche delle comunicazioni di massa; 
   18) relazioni con il personale. 
  Agli insegnamenti  opzionali  comuni  e  d'indirizzo  qui  elencati
possono venirne aggiunti alcuni altri specificatamente formativi  per
la specializzazione in oggetto, ove esistano particolari competenze e
orientamenti di ricerca innovativi. 
 
                               Art. 6. 
  Il  consiglio  della  scuola  predispone   apposito   libretto   di
formazione, che consenta allo specializzando ed al  consiglio  stesso
il controllo dell'attivita' svolta e dell'acquisizione dei  progressi
compiuti, per sostenere gli esami annuali e finali. 
  Il presente  decreto  sara'  pubblicato  a  norma  di  legge  nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. 
   Bari, 1 ottobre 1990 
                                                           Il rettore