N. 681 ORDINANZA (Atto di promovimento) 7 settembre 1993

                                N. 681
  Ordinanza emessa il 7 settembre 1993 dal magistrato di sorveglianza
  presso il tribunale di Nuoro nel procedimento di sorveglianza nei
  confronti di Garzon Castaneda Libardo
 Pena - Conversione delle pene pecuniarie per insolvibilita' del
    condannato -  Previsione  di  un'unica  modalita'  di  conversione
    consistente  nell'applicazione  della  sanzione  sostitutiva della
    liberta' controllata - Impossibilita' di far scontare tale tipo di
    sanzione alle persone che (come  nel  caso  di  specie)  risiedano
    all'estero atteso che il contenuto afflittivo della pena consiste,
    nel  caso,  in  limitazioni alla liberta' di movimento (divieto di
    allontanarsi dal comune di residenza) che presuppongono,  ai  fini
    del   controllo,   il   requisito  della  residenza  in  Italia  -
    Irragionevole  equiparazione  di  situazioni   diverse   (soggetti
    residenti  e  non residenti in Italia) con incidenza sul principio
    della funzione rieducativa della pena.
 (Legge 24 novembre 1981, n. 689, art. 102, primo comma).
 (Cost., artt. 3 e 27).
(GU n.47 del 17-11-1993 )
                     IL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA
    Emette  la  seguente  ordinanza  nel  procedimento di sorveglianza
 relativo alla conversione della pena pecuniaria di L.  24.000.000  di
 multa  inflitta  con  sentenza  12  luglio  1991 dal g.i.p. presso il
 tribunale di Treviso nei confronti di Garzon Castaneda Libardo,  nato
 a   Bogota'  il  20  luglio  1963  attualmente  detenuto  nella  casa
 reclusione di Mamone;
    Visti gli atti del procedimento di sorveglianza sopra specificato;
    Verificata preliminarmente la regolarita' delle comunicazioni rel-
 ative   ai   prescritti   avvisi   al   rappresentante   del    p.m.,
 all'interessato ed al difensore;
    Considerate  le  risultanze  delle documentazioni acquisite, delle
 investigazioni e degli accertamenti svolti, della trattazione e della
 discussione di cui a separato processo verbale;
    Udite le conclusioni del rappresentante del p.m. e del difensore;
                    OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO
    Oggetto dell'odierno procedimento e'  la  conversione  della  pena
 pecuniaria  della  multa di L. 24.000.000 inflitta a Garzon Castaneda
 Libardo con sentenza 12 luglio 1991 dal g.i.p. tribunale di  Treviso.
 La  procura  competente  all'esecuzione  della  pena  di  cui  sopra,
 rilevata l'insolvibilita' della persona condannata, ha trasmesso agli
 atti a questo ufficio ai fini della  conversione  della  multa  nella
 sanzione sostitutiva della liberta' controllata, ai sensi degli artt.
 102 e segg. della legge n. 689/1981.
    Preliminarmente  alla  concreta  determinazione dalla modalita' di
 esecuzione della sanzione sostitutiva, accertata per il condannato la
 effettiva impossibilita' di pagamento della somma dovuta a titolo  di
 multa,  questo  magistrato  ritiene rilevante ai fini della decisione
 una valutazione della costituzionalita' della normativa contenuta nel
 capo quinto della legge n. 689/1981, in relazione  all'art.  3  della
 Costituzione,   ravvisandosi   nella  normativa  sopra  indicata  una
 violazione del principio di uguaglianza.
    Nel caso concreto si verifica la situazione di un cittadino extra-
 comunitario, autore di un fatto previsto dalla  legge  come  reato  e
 sanzionato  con  pena detentiva e pecuniaria che di fatto si trovera'
 ad espiare solo la pena detentiva (e  probabilmente  non  in  maniera
 totale,  risultando  dagli  atti la volonta' del condannato di essere
 espulso dal territorio dello Stato prima  della  completa  espiazione
 della  pena  detentiva,  ai sensi dell'art. 7 della legge n. 39/1990,
 commi 12-bis , ter, quater, quinquies e sexies introdotti  con  d.l.
 n.      187/1993  convertito  nella  legge  n.  296/1993)  rendendosi
 materialmente impossibile l'applicazione  nei  suoi  confronti  della
 sanzione  sostitutiva  della liberta' controllata. Questo nel caso di
 specie potra' avvenire per due distinte ragioni: o perche' risultera'
 attuata  nei  confronti  del  Garzon   Castaneda   l'espulsione   dal
 territorio  dello  Stato  all'atto  della  scarcerazione  o  perche',
 trattandosi di persona senza fissa dimora nei confronti  della  quale
 non  si  puo'  individuare  un  legame  territoriale  (vedi agli atti
 dichiarazione resa dal detenuto di non aver alcun luogo in Italia  da
 indicare  come  domicilio  all'atto della scarcerazione), non si puo'
 procedere alla determinazione delle prescrizioni inerenti la liberta'
 controllata.
    In  questo  modo si realizza una indubbia situazione di disparita'
 di trattamento fra il condannato residente in Italia, per il quale si
 rende eseguibile e quindi espiabile la sanzione sostitutiva derivante
 da conversione di pena pecuniaria, e il condannato che  non  presenta
 legami  territoriali con il nostro Paese, per il quale risultera' non
 espiata una parte di pena prevista per legge  in  conseguenza  di  un
 identico fatto di reato.
    L'art. 102 della legge n. 689/1981 si presenta quindi in contrasto
 con  l'art.  3 della Costituzione nella parte in cui prevede una sola
 modalita'  di  espiazione  della  pena   pecuniaria   a   fronte   di
 impossibilita'  di esazione (consistente nella conversione della pena
 pecuniaria in liberta' controllata), a prescindere dalla  sussistenza
 o meno del presupposto della residenza in Italia.
    Il  contenuto afflittivo della sanzione sostitutiva della liberta'
 controllata si sostanzia proprio nell'imposizione  al  condannato  di
 limitazioni   in  ordine  alla  liberta'  di  movimento  (divieto  di
 allontanarsi dal comune di residenza) e in ordine alla sottoposizione
 a una  serie  di  controlli  da  parte  delle  forze  dell'ordine  da
 individuarsi sempre con il criterio della territorialita'.
    In  aggiunta a cio' occorre rilevare che la pretesa punitiva dello
 Stato, sancita  dall'art.  27  della  Costituzione,  viene  di  fatto
 limitata  dal  verificarsi  delle  situazioni  sopra  evidenziate, la
 funzione  della  sanzione  penale  di  prevenzione  generale   e   di
 prevenzione  speciale risulta fortemente compressa nel momento in cui
 nel  nostro  ordinamento  fanno  ingresso  prassi  generalizzate   di
 impossibilita'  per lo Stato di richiedere al condannato una puntuale
 e completa esecuzione della sanzione inflitta.
    Sotto questo profilo l'art. 102 della  legge  n.  689/1981  appare
 viziato   anche   in   relazione  all'art.  27,  terzo  comma,  della
 Costituzione non essendo rispettato  il  dettato  costituzionale  che
 impone  al  legislatore  la  previsione di sanzioni penali che devono
 tendere alla rieducazione del  condannato.  La  funzione  rieducativa
 della  pena  ricopre  un  ruolo  primario  non  solo  nella  fase  di
 esecuzione della pena (nel  senso  di  richiedere  la  previsione  di
 meccanismi  tali  da  consentire la personalizzazione del trattamento
 punitivo), ma ha una portata sostanziale anche nella fase logicamente
 antecedente nel senso che si richiede  al  legislatore  di  prevedere
 gia'  in  partenza  delle tipologie sanzionatorie adatte ad agevolare
 una esecuzione personalizzata che consenta  il  raggiungimento  delle
 finalita' di prevenzione generale e speciale.
    Il    procedimento    in    esame   non   puo'   essere   definito
 indipendentemente dalla risoluzione delle questioni  di  legittimita'
 costituzionale in questa sede evidenziate.
                               P. Q. M.
    Visto l'art. 23 della legge 11 marzo 1953, n. 87;
    Dichiara  rilevante e non manifestamente infondata la questione di
 legittimita' costituzionale dell'art. 102, primo comma,  della  legge
 24  novembre  1981,  n.  689,  nella  parte  in  cui prevede un'unica
 modalita' di conversione  delle  pene  pecuniarie  non  eseguite  per
 insolvibilita'  del condannato a prescindere dalla sussistenza o meno
 del presupposto della residenza in Italia, per violazione degli artt.
 3 e 27 della Costituzione;
    Sospende il giudizio in corso;
    Ordina la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale;
    Dispone che la presente ordinanza sia notificata al Presidente del
 Consiglio dei Ministri e sia comunicata, a cura della cancelleria, al
 Presidente della Camera dei deputati e al Presidente del Senato della
 Repubblica.
      Nuoro, addi' 7 settembre 1993
               Il magistrato di sorveglianza: SCARZELLA
                              Il collaboratore di cancelleria: CARBONI
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