UNIVERSITA' DI TRIESTE

DECRETO RETTORALE 17 dicembre 1998 

Modificazioni allo statuto dell'Universita'.
(GU n.3 del 5-1-1999)

                             IL RETTORE
  Visto lo statuto dell'Universita' degli studi di Trieste, approvato
con decreto del Presidente della  Repubblica 31 ottobre 1961, n. 1836
e  successive modificazioni  ed  integrazioni, ed  in particolare  la
parte riguardante la facolta' di scienze della formazione;
  Visto   l'art.   38,   comma   2,  dello   statuto   di   autonomia
dell'Universita'  degli   studi  di  Trieste,  emanato   con  decreto
rettorale n.  943 dd.  30 settembre  1996, pubblicato  nella Gazzetta
Ufficiale n. 243 del 16 ottobre 1996;
  Considerato che nelle more  dell'approvazione e dell'emanazione del
regolamento didattico di Ateneo le modifiche relative all'ordinamento
degli studi dei corsi di diploma universitario, dei corsi di laurea e
delle  scuole di  specializzazione vengono  operate sul  preesistente
statuto emanato  ai sensi dell'art.  17 del testo unico  ed approvato
con decreto del Presidente della  Repubblica 31 ottobre 1961, n. 1836
e successive modificazioni;
  Visto  il  testo  unico   delle  leggi  sull'istruzione  superiore,
approvato con regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592;
  Visto il  regio decreto-legge 20  giugno 1935, n.  1071, convertito
nella legge 2 gennaio 1936, n. 73;
  Vista la legge 11 aprile 1953, n. 312;
  Vista la legge 21 febbraio 1980, n. 28;
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n.
382;
  Visto l'art. 16 della legge 9 maggio 1989, n. 168;
  Visto l'art. 17, comma 95, della  legge 15 maggio 1997, n. 127, con
il quale  l'ordinamento degli studi  dei corsi di laurea,  di diploma
universitario e di specializzazione e' disciplinato dagli atenei, con
le  modalita'  di cui  all'art.  11,  commi 1  e  2,  della legge  n.
341/1990, in conformita'  a criteri generali definiti con  uno o piu'
decreti del  Ministro dell'universita' e della  ricerca scientifica e
tecnologica, di concerto con altri Ministri interessati;
  Visto  la nota  di  indirizzo  del MURST  del  16  giugno 1998  che
autorizza  eccezionalmente  e  limitatamente  per  l'anno  accademico
1998-1999, con riserva di successiva  verifica ed adeguamento in base
agli emanandi decreti di area, l'istituzione di corsi per i quali non
sussistano ordinamenti  didattici purche'  venga acquisito  il parere
favorevole del  comitato regionale di coordinamento  universitario in
base  alle procedure  in deroga  previste dall'art.  2, comma  4, del
regolamento  sul piano  di programmazione  del sistema  universitario
(decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 1998, n. 25);
  Vista la relazione del nucleo di valutazione;
  Preso atto che il comitato regionale di coordinamento universitario
della  regione Friuli-Venezia  Giulia  in data  11  dicembre 1998  ha
espresso parere favorevole all'istituzione e attivazione del corso di
laurea in servizio sociale;
  Viste  le  proposte  di   modifica  allo  statuto  formulate  dalle
autorita' accademiche dell'Universita' degli studi di Trieste;
                              Decreta:
  Lo  statuto dell'Universita'  degli studi  di Trieste,  approvato e
modificato con  i decreti  indicati nelle premesse,  e' ulteriormente
modificato come appresso.
                            Articolo unico
  L'art. 122 concernente  la facolta' di scienze  della formazione e'
soppresso e sostituito dal seguente:
                              Art. 122.
  La facolta'  di scienze  della formazione  conferisce la  laurea in
scienze dell'educazione, la laurea in scienze della comunicazione, la
laurea  in  politica  del  territorio, la  laurea  in  scienze  della
formazione  primaria,  la  laurea  in servizio  sociale,  il  diploma
universitario  in  servizio sociale  e  il  diploma universitario  in
tecnica pubblicitaria.
                 Corso di laurea in servizio sociale
                              Art. 148.
                Finalita' e durata del corso di laurea
  Il  corso  di  laurea  si   propone  di  offrire  un  inquadramento
teoricoscientifico e  un adeguato  potenziamento formativo  sul piano
degli interventi piu' autenticamente  sociali, auspicato da tempo dai
diplomati in servizio sociale e da un'ampia serie di servizi pubblici
e  privati,  attraverso  una  sempre  piu'  qualificata  preparazione
professionale verso specifiche specializzazioni.
  La durata del corso di laurea e' di quattro anni.
  Esso  rappresenta  una risorsa  e  un'esperienza  in aggiunta  alla
presenza nell'ambito della Facolta'  del diploma in servizio sociale,
dal quale  recepisce totalmente  i fondamenti didattici.  Consente in
questo  modo una  modulazione dell'offerta  formativa a  due livelli,
diploma e laurea.
  L'iscrizione  al  corso di  laurea  e'  in conformita'  alle  norme
vigenti in materia di accesso agli studi universitari.
  Il numero  di ciascuno degli  iscritti a  ciascun anno di  corso e'
stabilito annualmente dal senato  accademico, sentito il consiglio di
facolta',  in  base alle  strutture  disponibili,  alle esigenze  del
mercato del lavoro  e secondo criteri generali  fissati dal Ministero
dell'universita' e  della ricerca scientifica e  tecnologica ai sensi
dell'art. 9, comma 4, della legge n. 341/1990.
  Le modalita' delle eventuali prove di ammissione sono stabilite dal
consiglio di facolta'. Per la prima fase di sperimentazione l'accesso
e'  limitato   soltanto  a  studenti  che   abbiano  gia'  completato
formalmente i corsi del diploma in servizio sociale.
                              Art. 149.
                  Articolazione del corso di laurea
  Nell'ambito  dei  corsi  individuati   dal  sistema  didattico,  il
consiglio di facolta' riconoscera' gli insegnamenti seguiti con esito
positivo,  indicando, laddove  necessario, le  singole corrispondenze
anche  parziali,  avendo  riguardo  alla  loro  validita'  culturale,
propedeutica o professionale per la formazione richiesta dal corso al
quale si chiede l'iscrizione.
  L'attivita' didattica  complessiva comprende non meno  di 1750 ore,
di  cui   almeno  700   ore  di   attivita'  pratiche   di  tirocinio
professionale  e  con  il  coordinamento  di  un  assistente  sociale
operante negli enti convenzionati presso  cui si svolge il tirocinio.
Le attivita'  di tirocinio, costituite dalla  formazione nel servizio
sociale,  debbono  essere  svolte   presso  il  servizio  sociale  di
qualificati enti  pubblici o privati,  con i quali  saranno stipulate
apposite convenzioni.
  L'ordinamento  didattico e'  formulato  con  riferimento alle  aree
disciplinari  intese  come  insiemi  di  discipline  scientificamente
affini    raggruppate    per     raggiungere    definiti    obiettivi
didatticoformativi,  dove per  ciascuna  area e'  previsto il  numero
minimo di ore di attivita' didattica.
  Al fine  di facilitare il  ricorso a esperienze  e professionalita'
esterne,  i moduli  relativi all'area  professionale potranno  essere
affidati  ad esperti  di servizio  sociale con  titoli ed  esperienza
professionale documentati, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 4 del
decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 10 marzo 1982.
  Il  numero  delle annualita'  non  puo'  essere  inferiore a  19  e
superiore a 22; e' consentito  suddividere ciascuna annualita' in due
moduli  didattici di  durata semestrale;  ogni singola  annualita' si
articola su almeno 60 ore di didattica.
  Durante il primo biennio lo  studente dovra' sostenere una prova di
informatica  e dimostrare  la  conoscenza e  la  comprensione di  due
lingue  straniere con  particolare riferimento  ai temi  del servizio
sociale. La scelta  delle lingue e le modalita'  di accertamento sono
definite dal consiglio di facolta'.
  La  frequenza  delle  lezioni  e  la  partecipazione  al  tirocinio
professionale  sono obbligatorie  per  almeno  due terzi  dell'orario
previsto. Le attivita' svolte dagli  allievi in strutture di servizio
sociale all'estero possono essere valutate  dal consiglio di corso di
laurea ai fini della frequenza del tirocinio professionale. Gli esami
di   tirocinio  consistono   nella  discussione   di  una   relazione
dettagliata dell'attivita' professionale svolta e documentata.
  Il   consiglio  di   corso  di   laurea  determina,   con  apposito
regolamento,  in conformita'  del  regolamento  didattico di  Ateneo,
l'articolazione del corso  di laurea, in accordo  con quanto previsto
dall'art. 11, comma 2, della legge n. 341/1990.
  In particolare, nel  regolamento sara' indicato il  piano di studi,
nel rispetto  dei vincoli di ore  complessive di didattica e  di area
disciplinare.
  Nel piano degli studi saranno almeno individuati: i corsi ufficiali
di  insegnamento  (monodisciplinari  o  integrati)  con  le  relative
denominazioni  e  propedeuticita'  di esame;  la  collocazione  degli
insegnamenti nei  successivi periodi didattici (anni  o semestri); le
prove di valutazione degli studenti  e la composizione delle relative
commissioni; i vincoli  per l'iscrizione ad anni  di corso successivi
al primo; le sedi di tirocinio con cui stipulare le convenzioni.
                              Art. 150.
                          Aree disciplinari
 1. Area professionale del servizio sociale.
  Settori di sociologia generale (Q05A).
  Settori di sociologia dei processi  economici e del lavoro (Q05C) -
(almeno cinque moduli annuali):
   principi e fondamenti del servizio sociale;
   politica sociale;
   metodi e tecniche del servizio sociale;
   organizzazione del servizio sociale.
 2. Area di metodologia delle scienze sociali.
  Settori di statistica sociale (S03B);
  Settori  di  sociologia  generale   (Q05A)  -  (almeno  due  moduli
semestrali):
   statistica sociale;
   metodologia e tecnica della ricerca sociale.
 3. Area psicologica.
  Settori di psicologia sociale (M11B);
  Settori  di psicologia  dello sviluppo  e dell'educazione  (M11A) -
(almeno tre moduli semestrali):
   psicologia sociale;
   psicologia dello sviluppo.
 4. Area sociologica.
  Settori di sociologia generale (Q05A);
  Settori di sociologia dell'ambiente e del territorio (Q05D);
  Settori di sociologia della devianza (Q05G);
  Settori  di   sociologia  dei   processi  culturali,   formativi  e
comunicativi (Q05B);
  Settori  di  sociologia   delle  discipline  demoetnoantropologiche
(M05X) - (almeno tre moduli semestrali):
   antropologia culturale;
   sociologia;
   teoria dei processi di socializzazione;
   sociologia delle relazioni etniche;
   sociologia della famiglia;
   sociologia della devianza.
 5. Area giuridica.
  Settori di diritto privato (N01X);
  Settori di istituzioni di diritto pubblico (N09X);
  Settori di diritto del lavoro (N07X);
  Settori di diritto amministrativo (N10X);
  Settori di diritto penale (N17X) - (almeno tre moduli semestrali):
  nozioni giuridiche fondamentali (N01X) o diritto privato;
   diritto della sicurezza sociale o diritto del lavoro;
   diritto pubblico (N09X);
   diritto penale o diritto di procedura penale.
 6. Area della sanita' pubblica.
  Settori di medicina legale (F22B);
  Settori di igiene generale e  applicata (F22A) - (almeno due moduli
semestrali):
   medicina sociale;
   igiene.
 7. Area economica.
  Settori di economia politica (P01A);
  Settori di politica economica (P01B);
  Settori  di  scienza  delle  finanze (P01B)  -  (almeno  un  modulo
semestrale):
   istituzioni di economia;
   economia della sicurezza sociale;
   economia pubblica.
 8. Area delle scienze dell'educazione.
  Settori di pedagogia generale (M09A).
  Settori di sociologia dei  processi culturali e comunicativi (Q05B)
- (almeno un modulo semestrale):
   pedagogia generale;
   educazione degli adulti;
   sociologia dell'educazione.
  9.  Le  discipline  complementari  (tutte  con  modulo  semestrale)
saranno scelte tra le discipline obbligatorie non sostenute come tali
o  entro  il  seguente  elenco,   fino  a  concorrere  al  numero  di
insegnamenti  scelto   dalla  struttura  didattica  entro   i  limiti
indicati:
   criminologia minorile;
   diritto amministrativo;
   diritto del lavoro e della previdenza sociale;
   diritto di famiglia;
   diritto penitenziario;
   diritto regionale e degli enti locali;
   economia aziendale;
   economia del lavoro;
   etica sociale;
   lingua inglese;
   economia applicata;
   ordinamento della famiglia;
   pedagogia speciale;
   psichiatria;
   psicodinamica delle relazioni familiari;
   psicologia di comunita';
   psicologia di gruppo;
   psicopatologia;
   sociologia della comunicazione;
   sociologia della medicina;
   sociologia dell'organizzazione;
   sociologia della salute;
   sociologia della sicurezza sociale;
   statistica;
   storia contemporanea;
   storia del pensiero;
   storia dell'amministrazione pubblica;
   storia delle idee;
   storia delle istituzioni politiche;
   storia economica e sociale del mondo contemporaneo;
   storia sociale;
   teoria e tecnica del colloquio psicologico.
                              Art. 151.
                               Diploma
  All'esame  di  laurea lo  studente  viene  ammesso solo  ove  abbia
frequentato i  corsi e superato  gli esami di tutti  gli insegnamenti
caratterizzanti  e opzionali  e  tenuto conto  della valutazione  del
tirocinio professionale. La prova di testi consiste nella discussione
di  una dissertazione  scritta e  vertera' sull'esperienza  acquisita
nella frequenza del tirocinio o di eventuali stages.
                              Art. 152.
                      Linee generali e didattica
  la  presenza tra  gli insegnamenti  di base  di un'alfabetizzazione
informatica, concordemente  a quanto avviene  per gli altri  corsi di
laurea e per il DUSS;
  l'insegnamento della lingua inglese  finalizzato alle competenze in
scienze  sociali  e in  servizio  sociale  attraverso quattro  moduli
obbligatori;
  la forte  presenza di una  cultura di base ad  indirizzo umanistico
attraverso insegnamenti caratteristici del primo anno;
  una  precisa  attenzione   all'insegnamento  di  tipo  metodologico
attraverso  moduli fondamentali  nel biennio  di specializzazione  ed
altri orientati su percorsi rivolti di preferenza alla programmazione
e  al coordinamento  e alla  gestione delle  politiche sociali,  alla
progettazione e alla valutazione dei servizi sociali, agli interventi
integrati e alle strategie di aiuto, al lavoro sociale territoriale;
  elementi di programmazione collegiale,  di coordinamento tra aree e
di valutazione  mirati a  correggere il  fenomeno dei  dropsouts, dei
fuori corso,  e la  conseguente durata  degli studi  universitari che
secondo la media nazionale e' di circa otto anni;
  la  presenza di  espertistudiosi, accademici  e non,  attraverso il
ricorso ad  accordi di  collaborazione (tipo contratti  e affidamenti
esterni) che  integrino, arricchiscano  e approfondiscano  la docenza
della  facolta' e  consentano uno  scambio  (anche nel  senso di  una
socializzazione anticipata)  con i  contesti e  i problemi  di lavoro
verso i quali i diversi iter formativi sono orientati;
  l'attivazione di  rapporti di scambio con  l'estero, in particolare
con  quelle sedi  di  formazione superiore  nel  campo delle  scienze
sociali e umane;
  la  scelta di  un  numero  programmato e  dunque  di una  modalita'
selettiva  con  funzioni  di  orientamento  per  gli  studenti  e  di
valutazione  per  la facolta'.  Una  scelta  che e'  considerata  non
irreversibile e a  carattere sperimentale, ma che,  d'altra parte, e'
coerente con le finalita' professionalizzanti del corso di laurea.
  La  scansione del  percorso  formativo  innova quella  tradizionale
prevedendo:
  un primo anno a carattere  interdisciplinare comune con il corso di
diploma in servizio sociale;
  dopo il  primo anno comune,  un biennio di  specializzazione: tutti
gli studenti  condividono la  prova di lingua  e di  informatica, due
moduli  di  insegnamento  metodologici, sei  moduli  di  insegnamenti
appartenenti all'area professionale;
  il quarto  anno e'  finalizzato al  lavoro di  tesi. L'insegnamento
avra' una struttura  seminariale e tematica. E'  in quest'ultimo anno
che sara' piu' accentuata la presenza di espertistudiosi accademici e
non,  e  parte  della  didattica  si svolgera'  nella  forma  di  una
tutorship individuale e di gruppo a sostegno del lavoro di tesi;
   l'introduzione di due momenti di valutazione collegiale:
  alla fine  del primo  anno per  verificare l'apprendimento  di tipo
multidisciplinare;
  alla fine del biennio di specializzazione secondo e terzo anno) per
valutare    l'efficacia     dell'insegnamento    e     la    qualita'
dell'apprendimento,  e  per orientare  e  incentivare  lo studente  a
individuare l'ambito in cui svolgere  il lavoro di testi. Ad esempio,
allo  studente   potrebbe  essere   richiesto  un  piano   di  studio
individualizzato per l'ultimo anno di corso in vista della tesi, o un
progetto di testi;
  un  impegno  didattico   specifico  finalizzato  all'obiettivo  del
conseguimento della  laurea secondo uno standard  internazionale che,
come  e' noto,  consente a  un giovane  di iniziare  il suo  percorso
lavorativo all'eta' di circa 22 anni.  Ad esempio, nella forma di una
tutorship garantita da docenti impegnati in questo specifico compito.
In realta', sia  la complessiva scansione dell'iter  formativo, sia i
momenti di valutazione  collegiale, sia la didattica  del quarto anno
mirano al raggiungimento di tale obiettivo;
   l'introduzione, tra gli esami, anche di prove scritte;
  infine l'introduzione del sistema dei  moduli e dei criteri ai fini
di garantire la massima flessibilita'  dei piani studi e dei relativi
percorsi  affinche'   il  nuovo   corso  sperimenti   questo  sistema
allineandosi cosi' ai sistemi europei di istruzione universitaria.
  Si  prevede  la  possibilita'   di  revisione  delle  denominazioni
tabellari sopra indicate ai fini di una maggiore liberalizzazione.
                              Art. 153.
             Raccordo con il diploma in servizio sociale
  Lo  studente del  corso di  laurea  in servizio  sociale che  abbia
concluso i primi due anni di corso e' ammesso al terzo anno del corso
di  diploma in  servizio sociale  con il  riconoscimento degli  esami
sostenuti  e con  l'obbligo  di integrazioni  indicate dal  consiglio
didattico competente.
  Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
   Trieste, 17 dicembre 1998
                                                  Il rettore: Delcaro