N. 33 RICORSO PER CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE 20 ottobre 1999
N. 33 Ricorso per conflitto di attribuzioni depositato in cancelleria il 20 ottobre 1999 (del tribunale di Reggio Calabria) Parlamento - Immunita' parlamentari - Procedimento penale in corso presso il tribunale di Reggio Calabria, a carico dell'on. Amedeo Matacena, imputato del reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del dott. Vincenzo Macri', per aver fornito notizia, poi riportata nel contesto di un articolo, pubblicato su un quotidiano locale, in ordine ad una interrogazione parlamentare da lui presentata, concernente il diritto dello stesso dott. Macri' alla percezione dell'indennita' di missione - Deliberazione della Camera dei deputati in data 9 dicembre 1998, con la quale si era stabilita, a favore dell'on. Matacena, l'applicabilita', ai sensi dell'art. 68, primo comma, Cost., dell'immunita' parlamentare, in relazione ai fatti oggetto del detto procedimento - Ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promosso dal tribunale di Reggio Calabria perche' venga dichiarato che non spettava alla Camera dei deputati deliberare l'insindacabilita' del reato ascritto all'on. Matacena. - Delibera del 9 dicembre 1998 della Camera dei deputati di Roma.(GU n.45 del 10-11-1999 )
Il giudice, dott. Giampaolo Boninsegna, a scioglimento della riserva adottata all'udienza preliminare del 22 gennaio 1999, nella quale il p.m. e la prte civile - opponendovisi le difese degli imputati - hanno sollecitato la promozione del conflitto di attribuzione tra l'ufficio del giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Reggio Calabria e la Camera dei Deputati della Repubblica, intorno alla delibera 9 dicembre 1998 della Camera dei Deputati; Osserva in fatto Il 26 marzo 1997 veniva pubblicato, sul giornale quotidiano "Il Quotidiano della Calabria", un articolo non firmato, che dava conto della presentazone di una denuncia presentata da Amedeo Matacena senior, cl. 1919, contro il dott. Vincenzo Macri' "volto ad accertare se il p.m. nazionale Vincenzo Macri' avesse avuto o no titolo a percepire la diaria che normalmente compete ai funzionari dello Stato che vengono distaccati in luoghi dove non hanno alcuna dimora. Matacena senior fa riferimento al fatto che il magistrato alla data del 17 aprile 1993 era residente a Reggio Calabria. E per dimostrare che la residenza in citta' dura tuttora, tocca il tasto del servizio di vigilanza attorno all'abitazione del magistrato, argomento che per le forti critiche fatte in passato e' costato all'anziano armatore una condanna per diffamazione del giudice Macri'". L'articolo proseguiva rappresentando che la denuncia del Matacena riportava la risposta del Ministro di grazia e giustizia ad un'interrogazione parlamentare del figlio, Amedeo Matacena jr, Deputato della Repubblica, con cui si chiariva che "i magistrati di quell'ufficio dimorano di fatto a Roma e percepiscono l'indennita' di missione allorche' svolgano attivita' fuori dall'ordinaria sede di servizio e del luogo di abituale dimora". Il Macri', in data 12 aprile 1997, presentava querela nei confronti dei due Matacena, denunciando la calunnia contenuta nell'esposto del Matacena padre e la diffamazione subita ad opera del Matacena figlio, a seguito della pubblicazione sopra riportata. A seguito della notizia di reato inoltrata, prendevano avvio le indagini, che determinavano il p.m. a chiedere il rinvio a giudizio degli imputati, identificati nei due Matacena, nel responsabile redazionale del giornale su cui era apparsa la pubblicazione e nel direttore responsabile del giornale medesimo, Pratico' Filippo e Gallina Francesco, per i delitti di calunnia (Matacena senior), diffamazione a mezzo stampa (Matacena jr e Pratico'), per omessa vigilanza onde evitare la commissione del delitto di diffamazione (il direttore). In data 15 dicembre 1998, il Presidente della Camera dei Deputati inviava al Presidente del tribunale di Reggio Calabria una nota di trasmissione della delibera 9 dicembre 1998 della Camera, che aveva concluso per l'applicabilita' dell'immunita' prevista dall'art. 68 della Costituzione al Matacena jr in relazione al reato di diffamazione contestatogli. In particolare, la Camera aveva approvato la relazione della giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio, che aveva stimato essere "evidente che l'antecedente logico di tutta la vicenda e' costituito da un atto di sindacato ispettivo presentato dall'onorevole Matacena. Tutto il resto, dall'iniziativa del padre all'articolo di giornale, si connette inscindibilmente con tale atto parlamentare. Da cio' deriva, ha ritenuto la giunta, che anche la successiva pubblicazione dell'articolo sul giornale costituisce una divulgazione di un'attivita' parlamentare e, per cio' stesso, un comportamento scriminato ai sensi dell'art. 68 della Costituzione. Per tali motivi, la giunta, nella sopra citata seduta, ha deliberato di riferire all'assemblea nel senso che i fatti per i quali e' in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni". La proposta della giunta veniva quindi approvata dall'assemblea. All'udienza preliminare del 22 gennaio 1999, il p.m. e la parte civile sollecitavano la promozione del conflitto di attribuzione, per riafferrnare la sussistenza della giurisdizione in un caso che doveva essere inquadrato come riferibile a fatti esulanti le funzioni parlamentari immuni da sindacato giurisdizionale a norma dell'art. 68/1 della Costituzione. D i r i t t o Va preliminarmente osservato che non sussistono dubbi circa la attribuibilita' della fonte delle notizie pubblicate sul quotidiano all'on. Matacena. Infatti, la stessa pubblicazione esordisce enunciando che "Il deputato di Forza Italia on. Amedeo Matacena ha reso noto che il padre (...)"; Pratico' Filippo, giornalista che si e' assunto la responsabilita' della scelta di pubblicare la notizia trasmessagli, ha confermato di averla ricevuta dal Matacena, nel suo interrogatorio dell'8 giugno 1998; il Matacena stesso, durante il suo interrogatorio al p.m., in data 9 maggio 1998, non ha smentito la circostanza. Sicche', si trarta di verificare se la condotta tenuta dal Matacena - rispetto alla quale, allo stato, non sussistono elementi per dubitare circa la sua attribuibilita' all'imputato -, consistita nell'aver promosso la pubblicazione di quelle notizie presso il Pratico', poi effettivamente seguita, sia coperta e garantita dall'immunita' costituzionale di cui si discute o non. Al fine di risolvere il problema occorre valutare se tra la condotta tenuta dal Matacena, oggetto di imputazione, e la sua condizione di parlamentare della Repubblica, sia riconoscibile il nesso funzionale che giustifichi l'estensione della garanzia costituzionale anche a quanto viene in concreto attribuito al parlamentare. Se, cioe', si tratti di attivita' qualificabile come consequenziale a quegli atti tipici che sono espressione della funzione parlamentare - nella specie, la interrogazione parlamentare presentata dal Matacena al Ministro di grazia e giustizia -, quindi in questi ricompresa. A ben vedere, la disamina della pubblicazione contestata consente di cogliervi due aspetti. Il primo, espresso dal primo capoverso della nota pubblicata, rappresenta il fatto storico della denuncia presentata dal padre dell'on. Matacena nei contronti del giudice Macri', con la quale si prospertava l'indebita percezione da parte di questi di diarie connesse alla sua attivita' di magistrato. Emolumenti che spetterebbero a funzionari statali distaccati in luoghi ove siano privi di dimora, mentre il Macri' sarebbe residente in Reggio Calabria, ove era stato per l'appunto distaccato. Il secondo profilo della nota pubblicata sul quotidiano, e' sempre relativo alla denuncia presentata dal padre del deputato Matacena, ma riporta il contenuto della risposta del Ministro ad una interrogazione da questi proposta sullo stesso tema. Atteso il taglio dato alla nota pubblicata, evidentemente su indicazioni del deputato Matacena, non puo' essere condivisa la valutazione espressa dalla giunta per le autorizzazioni prima e dall'assemblea poi, secondo cui "risulta evidente che l'antecendente logico di tutta la vicenda e' costituito da un atto di sindacato ispettivo presentato dall'on. Matacena. Tutto il resto, dall'iniziativa del padre all'articolo del giornale, si connette inscindibilmente con tale atto parlamentare". Intatti, la nota pubblicata esordisce annunciando un'iniziativa giudiziaria assunta autonomamente da chi parlamentare non e', il padre dell'on. Matacena. Prosegue rammentando la esistenza di precedenti controversie giudiziarie tra il denunciante ed il denunciato, risoltesi peraltro a favore del secondo. Solo successivamente conclude riportando brani della risposta del Ministro all'interrogazione del Matacena deputato. Complessivamente considerata, dopo attenta dissezione, la nota in contesa non puo' quindi definirsi opera di "divulgazione di un'attivita' parlamentare e, per cio' stesso, un comportamento scriminato ai sensi dell'art. 68 della Costituzione", come invece ritenuto dalla giunta e dalla Camera. La divulgazione dell'attivita' parlamentare dell'on. Matacena sarebbe piu' congruamente dovuta consistere nella pubblicazione di una nota con cui si rappresentava all'opinione pubblica il contenuto dell'interrogazione, la risposta ottenuta dal Ministro, eventualmente il commento del parlamentare, inteso a comunicare la propria eventuale insoddisfazione. Non si comprende come la divulgazione di una personale iniziativa del genitore del deputato, consistita in una denuncia penale nei contronti di un magistrato col quale il denunciante coltiva una risalente conflittualita', possa essere ricompresa, sia pure tra le attivita' che ne sono espressione consequenziale, nella funzione parlamentare del deputato Matacena, la quale non puo' che avere natura personalissima e non estensibile a terzi. Sicche', si ritiene che la nota del deputato Matacena oggetto di quella pubblicazione sia estranea al concetto di funzione parlamentare, risolvendosi piu' semplicemente nello sfogo pubblico ad un'iniziativa giudiziaria privata del proprio genitore. La divulgazione anche del contenuto della risposta ministeriale ad una precedente interrogazione parlamentare, quindi, appare mero pretesto ed espediente strumentale alla cattura dell'interesse del pubblico su di una vicenda dai contorni marcatamente privati, in cui l'unica giustificazione della sua pubblicizzazione appare essere quella di ottenere la pubblicazione facendo aggio sulla posizione di parlamentare del Matacena, quindi di autorevole esponente della societa' civile locale. Inoltre, la divulgazione del contenuto di una notizia di reato viola di per se' il divieto di pubblicazione, anche parziale o per sunto, degli atti del procedimento, che devono rimanere segreti proprio anche in funzione di tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti nelle vicende giudiziarie (si allude agli artt. 114 e 329 c.p.p.). Violazione, a sua volta, non giustificabile mediante il rinvio all'esercizio delle funzioni parlamentari immuni, per le ragioni appena esposte. Si ritiene pertanto che la Camera abbia incongruamente e non plausibilinente ritenuto espressione della funzione parlamentare la condotta dell'on. Matacena, facendo invece a questa difetto ogni nesso funzionale con la attivita' parlamentare, quindi, ogni presupposto al fine di ritenere applicabile l'art. 68 della Costituzione. L'uso arbitrario del potere di delibazione esercitato dalla Camera, dovra' comportare l'annullamento della delibera impugnata ed il pieno riespandersi della giurisdizione nel caso di specie, col riconoscimento che la condotta del Matacena va ricompresa sotto il dominio delle regole di diritto comune, siccome comportamento estraneo alla ratio giustiticativa dell'autonomia costituzionale del Parlamento, giacche' piu' semplicemente diretto a dare risonanza all'iniziativa giudiziaria del padre e totalmente avulsa dalle funzioni parlamentari del deputato.
P. Q. M. Visti gli artt. 68 della Costituzione e l'art. 37 della legge n. 87/1953, solleva conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato, nei termini di cui in motivazione; Chiede alla Corte costituzionale di dichiarare ammissibile il conflitto di attribuzione promosso con il presente provvedimento, sussistendo contrasto, su materia idonea a sollevarlo e nei termini sopra esposti, tra l'ufficio del giudice per le indaginii preliminari presso il tribunale di Reggio Calabria e la Camera dei Deputati della Repubblica; Chiede, consequenzialmente, che la Corte costituzionale annulli la delibera 9 dicembre 1998, con cui la Camera dei Deputati della Repubblica ha ritenuto che il fatto attribuito all'on. Amedeo Matacena nel procedimento penale n. 662/1997 Rgnr e 1925/1997 Rgip, attualmente pendente in fase di udienza preliminare, sia immune da giurisdizione, in applicazione dell'art. 68/1 della Costituzione; Dispone la trasmissione del presente provvedimento, a cura della cancelleria, alla cancelleria della Corte costituzionale, in Roma; Rinvia l'udienza al 23 giugno 1999, ore 11, in attesa della decisione della Corte costituzionale, per la prosecuzione dell'udienza preliminare. Reggio Calabria, addi' 19 febbraio 1999: Il giudice: Boninsegna 99C1089