MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

PROVVEDIMENTO 20 marzo 2002 

Pronuncia  di  compatibilita'  ambientale DEC/VIA/7014 concernente il
progetto  relativo  ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo
1/A  delle norme C.N.R./80 della autostrada Salerno-Reggio Calabria -
tratto  compreso  tra  il  km  411+400  (svincolo  di Bagnara Calabra
escluso)  al  km  442+920  (svincolo  di  Reggio Calabria incluso) da
realizzarsi nei comuni di Bagnara Calabra, Scilla, Villa S. Giovanni,
Campo  Calabro e Reggio Calabria, presentato dall'ANAS Ente nazionale
per le strade - Ufficio speciale infrastrutture.
(GU n.102 del 3-5-2002)

                      IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
                    E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
                           di concerto con
           IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri del
10 agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri del
27 dicembre  1988, concernente "Norme tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 1989
costitutivo   della   Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro     dell'ambiente    del    13 aprile    1989    concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta Commissione; il
decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2001
per   il   rinnovo   della  composizione  della  Commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente il progetto dei lavori di ammodernamento e di adeguamento
al  tipo  1a  delle  norme  C.N.R./80  del  tratto compreso tra il km
411+400   ed   il   km   442+920  dell'autostrada  Salerno-Reggio  da
realizzarsi nei comuni di Bagnara Calabra, Scilla, Villa S. Giovanni,
Campo   Calabro  e  Reggio  Calabria,  presentata  dall'ANAS  Ufficio
speciale  infrastrutture,  con  sede  in via Monzambano n. 10 - 00185
Roma, in data 30 giugno 2000;
  Vista  la  documentazione  integrativa  trasmessa dalla stessa ANAS
Ufficio speciale infrastrutture in data 7 maggio e 29 ottobre 2001;
  Visto  che la regione Calabria, pur sollecitata, non ha espresso il
proprio parere sul progetto;
  Vista  la  nota  n. ST/407/18289/2001 del Ministero per i beni e le
attivita' culturali del 19 ottobre 2001, pervenuta in data 30 ottobre
2001, con cui si esprime parere favorevole;
  Visto  il  parere  n. 449 formulato in data 15 novembre 2001, dalla
Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto ambientale, a seguito
dell'istruttoria  sul  progetto presentato dalla stessa ANAS, Ufficio
speciale infrastrutture;
  Considerato che in detto parere la Commissione ha preso atto che la
documentazione  tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante
i  lavori  di  ammodernamento e di adeguamento al tipo 1a delle norme
C.N.R./80   del   tratto   tra   il   km  411+400  ed  il  km 442+920
dell'autostrada Salerno-Reggio;
  Considerato che:   gli aspetti programmatici:
    il  Quadro  comunitario di sostegno (QCS 1994-1999) relativo allo
sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni ricadenti nelle aree
dell'obiettivo  1,  ha  previsto  un  finanziamento  per  i lavori di
adeguamento  della  Salerno-Reggio Calabria per complessivi 155 Mecu,
di  cui  il  50%  a carico dell'ANAS. Il QCS 94-99, tra gli itinerari
europei,  ha attribuito il secondo posto di priorita' all'adeguamento
dell'autostrada  Salerno-Reggio Calabria, fissando, per l'adeguamento
stesso, una cifra superiore alla media delle altre contribuzioni;
    il piano generale dei trasporti ha stabilito le linee di sviluppo
della  rete  stradale  e  autostradale  ritenendo  indispensabili gli
interventi di potenziamento della autostrada Salerno-Reggio Calabria;
    il  piano  decennale  ANAS,  in  accordo  alla  legge n. 531/1982
prevede  che una quota non inferiore al 40% dei fondi disponibili sia
destinata  alla  viabilita'  nei  territori  della  ex  Cassa  per il
Mezzogiorno;
    il   piano   regionale   dei  trasporti  della  regione  Calabria
stabilisce  una  prima  configurazione  di  breve  periodo (1999) che
comprende  l'insieme  delle  opere  gia' in fase di realizzazione per
l'adeguamento  del  sistema  infrastrutturale e una configurazione di
lungo   periodo   (2015)  che  prevede  un  articolato  complesso  di
interventi  quali  la  realizzazione  della  rete ferroviaria ad alta
velocita'  fino  a  Reggio Calabria, la realizzazione dell'autostrada
Sibari-Taranto, il potenziamento del sistema di trasporto delle merci
ed il completamento della rete viaria di primo e secondo livello.
  Entrambe  le  configurazioni,  sia  di  breve che di medio periodo,
individuano   come   esigenza   prioritaria  quella  dell'adeguamento
qualitativo   e   prestazionale   dell'autostrada  Salerno  -  Reggio
Calabria;
    nel  Piano  territoriale  di  coordinamento regionale con valenza
paesistica (P.T.C.R.) della regione Calabria l'area in esame fa parte
del  Sistema  portante  "SP1 Sistema urbano reggino" che comprende la
Conurbazione   Reggio  Calabria-Villa  San  Giovanni,  l'insediamento
aggregato  da  Scilla  a  Melito Porto Salvo e l'insediamento diffuso
della Piana di Gioia Tauro-Rosarno.
  Tra  i  centri ordinatori la conurbazione Reggio Calabria-Villa San
Giovanni  assume  il  ruolo di "Citta' regionale", dove concentrare e
potenziare le funzioni urbane di livello piu' elevato.
  Per  la dotazione infrastrutturale tale conurbazione e' considerata
un  nodo  di  scambio  portante  della rete infrastrutturale, formata
dalle  direttrici  viarie  (A3 Salerno-Reggio Calabria) e ferroviarie
(linea  Battipaglia-Reggio  Calabria),  cui e' affidato il compito di
assicurare   i   collegamenti   con  l'esterno  della  regione  e  di
strutturare quelli interni alla regione. Nel Piano e' chiaro il ruolo
di  collegamento  tra  i  sistemi  di  rango  diverso attribuito alla
autostrada Salerno-Reggio Calabria;
    nell'area  interessata  dall'intervento,  il  piano,  nel settore
"Sistema  delle  risorse  naturali"  ha  classificato tre comprensori
paesistici  sulla  base  delle  perimetrazioni  oggi vigenti ai sensi
della  legge  n.  1497/1939:  "Area  costiera tirrenica da Seminara a
Villa  San  Giovanni",  "Area  interna  da Campo Calabro a S. Eufemia
d'Aspromonte"  e  "Area interna di Reggio Calabria" che costituiscono
una parte rilevante del patrimonio ambientale regionale.
  Il  sistema insediativo storico dell'area presenta un patrimonio di
rilievo  regionale e sovraregionale. Tra gli ambiti costieri e marini
di  particolare  pregio per la compresenza di aspetti naturalistici e
paesaggistici  il  PTCR  comprende  anche  la "Costa Viola", litorale
formato  da rupi costiere e spiagge localizzato tra Bagnara e Scilla.
Tale  ambito  e'  inoltre  tutelato  in  quanto  sito  di  importanza
comunitaria,  denominato  "Costa  Viola  e  Monte S. Elia" secondo la
direttiva europea 43/92;
  condizioni di sicurezza:
    le  analisi  delle  condizioni  di  incidentalita'  per la tratta
esaminata   evidenziano   mediamente   un  significativo  rischio  di
incidente.  In  particolare,  in  prossimita'  di Reggio Calabria, la
commistione   dei  traffici  urbani  con  i  flussi  turistici  e  le
comunicazioni   per   la   Sicilia,  associati  alle  caratteristiche
dell'attuale   tracciato   autostradale,   determinano   livelli   di
incidentalita' elevata.
  Lo  studio  sottolinea che le attuali condizioni di criticita' sono
dovute anche a:
    assolvimento della autostrada a funzioni di viabilita' urbana nel
tratto di Reggio Calabria;
    funzioni  di  raccordo con la viabilita' locale in gran parte del
tratto esaminato;
    punte di traffico stagionali.
  Inoltre,  in  corrispondenza  di  alcuni  tratti,  le significative
pendenze  massime  in  direzione  nord  producono  forti riduzioni di
capacita' e conseguenti livelli di servizio descrittivi di condizioni
di elevata congestione.
  E' necessario pertanto procedere all'adeguamento dell'autostrada in
quanto  l'opzione  zero  (ipotesi  di  non intervento) mostra elevate
criticita'  in  relazione  sia  allo scenario dell'incidentalita' sia
rispetto  ai  livelli di servizio. I previsti standards geometrici di
tracciamento,   piu'   elevati,   abbattono   significativamente   le
condizioni  di rischio, soprattutto nei tratti in cui sono introdotte
varianti   planoaltimetriche   rispetto   all'attuale  tracciato;  il
miglioramento       delle      caratteristiche      planoaltimetriche
dell'infrastruttura comporta, inoltre, il generale innalzamento della
velocita'  media  di  base  e,  conseguentemente,  delle  portate  di
servizio.   La   stessa   realizzazione   della   terza   corsia   di
arrampicamento,   in   direzione   nord,   risolve  il  problema  del
rallentamento  dei  veicoli  pesanti  che  condiziona  il  regime  di
velocita' della corrente veicolare.
  Nella  nuova configurazione progettuale sara' assicurato il livello
di servizio B nel tratto compreso tra il lotto DG 35 e il lotto DG 41
e un livello di servizio C tra il lotto DG 42 e il lotto DG 43;
  gli aspetti progettuali:
    per  ognuno  dei tratti sono state valutate possibili alternative
di   tracciato,   privilegiando,  in  un  primo  momento,  la  scelta
dell'adeguamento in sede. Ulteriori approfondimenti progettuali hanno
pero'  dimostrato la necessita' di ricorrere a varianti di tracciato,
anche  significative,  necessarie  per  riportare  l'infrastruttura a
standard  di  funzionalita'  e  sicurezza conformi a quanto stabilito
dalla   attuale   normativa.  In  generale,  l'adozione  di  varianti
planimetriche  nelle  parti  piu' tortuose del tracciato, consentira'
una  migliore  gestione  dell'infrastruttura durante la realizzazione
dei lavori, evitando fenomeni di crisi lungo l'intera arteria, dovute
a punte di traffico legate a eventi stagionali;
  gli aspetti ambientali:
    la  tratta  autostradale si sviluppa a partire dall'ultimo tratto
del  litorale tirrenico denominato Costa Viola, compreso tra la Piana
di  Gioia  e  la  Punta di Scilla, caratterizzato da una costa alta a
pareti  scoscese, interrotte da ripidi impluvi e intercalate da brevi
spiagge  che  risalgono  attraverso un sistema di terrazzamenti verso
pianori  sommitali  posti  a  circa 700 metri di quota. Il territorio
presenta caratteristiche di pregio naturalistiche e paesaggistiche; i
comuni  di  Bagnata  e  Scilla  presenti in questa tratta sono centri
turistici con valenze urbanistiche e morfologiche.
  Il  percorso  prosegue  quindi  oltre  la Punta di Scilla fino alla
citta'  di Reggio Calabria, capoluogo regionale, nell'ambito costiero
dello   Stretto   di   Messina  caratterizzata  da  un'ampia  pianura
alluvionale    formata   dall'apporta   delle   fiumare   provenienti
dall'Aspromonte. Lungo la pianura costiera sono presenti una serie di
frazioni che individuano un'unica grande conurbazione dalla citta' di
Villa S. Giovanni a nord, fino a Reggio Calabria;
    nel  primo tratto l'idrografia e' costituita da numerosi torrenti
che  hanno  per  lo  piu'  un breve percorso e presentano, nei tratti
montani,  una  pendenza  molto  elevata  che si riduce bruscamente in
prossimita'  della  costa. I principali corsi d'acqua sono la Fiumara
Sfalassa' e la Fiumara Favazzina. Successivamente nei pressi di Villa
San  Giovanni,  superata  Punta  Pezzo,  ha inizio il versante Ionico
calabrese  dove l'idrografia e' rappresentata da fiumare i cui bacini
sono  compresi tra le fiumare di Gallico e di Melito. I corsi d'acqua
principali  attraversati  dall'opera  sono  la  fiumara  di Gallico e
quella di Catona;
  I  corsi d'acqua dell'area sono caratterizzati da un marcato regime
torrentizio  con  portate che possono assumere talora anche una certa
importanza,   in  concomitanza  degli  eventi  meteorici  di maggiore
intensita';
    la   qualita'   delle   acque,  secondo  i  dati  di  un'indagine
conoscitiva  della regione Calabria, mostra valori critici nel tratto
tirrenico  in  prossimita'  degli abitati di Bagnara Calabra e Scilla
dove  gli scarichi versano i liquami direttamente nei corpi ricettori
senza alcun processo depurativo; gli altri corsi d'acqua del versante
tirrenico presentano uno stato di qualita' ambientale sufficiente con
presenza tuttavia di situazioni a rischio. Nell'area dello Stretto di
Messina  le  acque  superficiali presentano uno stato di qualita' del
tutto  insufficiente in quanto gli scarichi di liquami non soggetti a
trattamento  depurativo  recapitano  direttamente nei corpi ricettori
costituiti  da  tutte  le  principali  fiumare,  per  una parte degli
scarichi il recapito e' direttamente sul terreno.
  L'area   interna   reggina   e'  considerata  a  probabile  rischio
igienico-sanitario;
    gli   impatti   ipotizzabili  sulla  qualita'  delle  acque  sono
principalmente  quelli  connessi  al  rischio di diffusione di agenti
inquinanti,  per  sversamento  accidentale in presenza di particolari
condizioni  di vulnerabilita' del sistema idrogeomorfologico. Le aree
critiche  che presentano simili problematiche risultano piu' numerose
nel  tratto  compreso  tra  S.  Trada  e  Reggio  Calabria per quanto
concerne  le  acque  sotterranee,  mentre nel tratto Bagnara S. Trada
l'impatto   potenziale  riguarda  i  corsi  d'acqua  attraversati  in
viadotto e gli imbocchi delle gallerie;
    lo  studio  di  impatto  ambientale  prevede  la realizzazione di
interventi  di  protezione  posizionati  in  funzione della specifica
vulnerabilita'  del  territorio  attraversato  e  in  relazione  alla
potenziale  incidentalita'  della strada. I presidi consistono in una
rete  di  raccolta  delle acque di piattaforma e il convogliamento in
vasche  di  sicurezza.  Le  vasche sono dimensionate con un volume di
invaso  minimo di 60 m3 che e' localmente aumentato in relazione alla
piovosita'  del  luogo,  e  sono  ubicate  in modo da inserirsi nelle
morfologie  esistenti  per  ridurre  l'impatto  sul  paesaggio.  Sono
distribuite con maggiore frequenza nelle aree critiche;
    nel  tratto  tra  Bagnara  e  S.  Trada  la  distanza e l'elevata
differenza  di  quota  tra  l'autostrada  e  il  reticolo idrografico
esclude  importanti  interferenze  in relazione ai fenomeni evolutivi
fluviali.  E'  tuttavia  possibile  una  interferenza  delle pile dei
viadotti quando sono ubicate negli alvei.
  Nel tratto S. Trada-Reggio le interferenze interessano le fiumare e
il  reticolo  di scolo superficiale, e sono dovute alla realizzazione
delle  pile in alveo e dei tombini di attraversamento del reticolo di
scolo, tuttavia il nuovo tracciato in questo tratto e' un adeguamento
in sede dell'esistente;
    il   territorio   in   esame,   per   la   tratta  tirrenica,  e'
caratterizzato  geomorfologicamente  dalla  presenza  di  rilievi con
versanti decisamente acclivi, interrotti da superfici subpianeggianti
variamente  estese,  degradanti  dall'entroterra  verso  la costa. La
continuita'  areale  di tali spianate e' spesso interrotta da brevi e
marcate  incisioni  vallive che convogliano le acque di ruscellamento
nel Mar Tirreno;
    nel  segmento da Villa S. Giovanni a Reggio Calabria il tracciato
dapprima  interessa  i rilievi del margine periionico dell'Aspromonte
caratterizzati  da  versanti  piu' blandi, che culminano con spianate
sommatali e quindi l'ampia pianura costiera dell'area ionica reggina;
    sotto  il  profilo  geologico  e  strutturale la zona in esame si
inquadra  nell'ambito dell'Arco Calabro Peloritano in cui predominano
i  terreni metamorfici ed intrusivi (plutoniti) coperti in disordanza
per  trasgressione  dai  sedimenti  terziari  relativi  al "Bacino di
Reggio Calabria". La successione stratigrafica e' costituita da:
      scisti biotitici bruno rossastri con bande di gneiss;
      leucograniti e graniti biotitici;
      calcareniti organagene;
      terrazzi continentali bruno rossastri;
      alluvioni fluviali;
      accumuli detritici di versante;
    riguardo l'idrogeologia le formazioni presenti sono raggruppabili
in tre litotipi principali:
      un  acquifero  con  falda libera (falda freatica), senza alcuna
protezione       superficiale,      costituito      dai      depositi
ghiaioso-sabbioso-limosi presenti sui terrazzi di abrasione marina;
      un  acquifero  in  falda  libera  (o in pressione in partimenti
confinati)  contenuto  nelle formazioni metamorfiche (gneiss, scisti,
leucograniti e graniti);
      un  acquifero a falda libera, privo di protezione superficiale,
costituito      dai     depositi     alluvionali     di     materiale
ghiaioso-sabbioso-limoso   e   drenante   le  acque  provenienti  dal
massiccio cristallino;
    le   sorgenti   raggiungono  nel  complesso  un  numero  elevato;
nella maggior  parte  dei  casi  si  tratta  pero'  di manifestazioni
caratterizzate   da   portate   basse   e   fortemente   legate  alle
precipitazioni;
    in   relazione   alle  condizioni  di  stabilita'  del  suolo  le
criticita',  anche  se  localizzate,  sono  individuabili nella parte
iniziale   del  tracciato,  nei  terreni  metamorfici  del  complesso
Calabride  costituito  da  lucograniti  e  graniti  biotici  e scisti
gneissici  bruni, interessati in sotterraneo. Alcune forme attive dei
processi  di  versante  dovute  alla  gravita'  con  frane di piccola
dimensione  sono  ubicate  lungo il vallone Oliveto e una nel vallone
Scico.  Inoltre  un'area  di  instabilita'  potenziale e' presente in
corrispondenza dello svincolo di S. Trada;
    il carattere locale dei dissesti e' anche provato dall'assenza in
corrispondenza del tracciato di aree vulnerabili perimetrate ai sensi
del decreto-legge n. 180/1999;
    in  base  alle  caratteristiche  idrogeologiche  e  del  reticolo
idrografico  sono  individuabili  nel  territorio  in  esame  le aree
a maggior  vulnerabilita' idrogeologica nei confronti di un ipotetico
sversamento  sul suolo, o direttamente nei corsi d'acqua, delle acque
di   dilavamento   provenienti   dalla   piattaforma  stradale.  Tali
criticita'  sono  localizzate  nel versante tirrenico-jonico compreso
tra  Villa  S.  Giovanni  e Reggio Calabria (km 427+000 - km 442+920)
dove  le  condizioni  di  elevata  vulnerabilita'  sono  dovute  alla
permeabilita'  primaria di grado medio-alto, tipica del complesso dei
terreni  della piana costiera e delle coltri detritiche e di conoide,
con  falda situata a breve profondita' e sorgenti e pozzi prossimi al
tracciato autostradale;
    la  realizzazione delle opere in sotterraneo potrebbe alterare la
circolazione  sotterranea  delle  acque provocando un drenaggio della
falda  o  occludendo  meccanicamente  i  passaggi  dell'acquifero. Il
progetto  prevede nei confronti di questa criticita', ove necessario,
in    primo    luogo   l'adozione   di   preventivi   interventi   di
impermeabilizzazione dei fronti di scavo o, eventualmente, il ricorso
ad  interventi  di  drenaggio,  raccolta e canalizzazione delle acque
incontrate  lungo  gli  scavi,  in  modo  da ricostruire l'originario
percorso e consentire l'alimentazione delle utenze preesistenti;
    la   vegetazione   potenziale   e'  rappresentata  dal  bosco  di
sclerofille  sempreverdi  dominato  dal  Leccio, che trova condizioni
ottimali  sulle  superfici  inclinate  e  povere  di  suoli, favorite
dall'apporto di aria umida proveniente dal mare.
  Generalmente  i versanti esposti a nord sembrano essere in una fase
leggermente piu' progredita verso la vegetazione naturale.
  Le  falesie  sub-verticali  in  prossimita'  del  mare ospitano una
vegetazione  rupicola di alto valore naturalistico per la presenza di
specie  particolarmente rare e vulnerabili e rappresentano una unita'
ecosistemica di indubbio valore naturalistico e paesistico.
  Le  superfici  pianeggianti  che  caratterizzano il versante jonico
ospitano  invece  una  vegetazione  potenziale  a querce caducifoglie
termofile. Attualmente, l'area e' dominata dai coltivi agrari e vi si
rintracciano  solo  sporadicamente  frammenti  molto  degradati della
vegetazione  originaria.  Le aree collinari o sub-montane, ampiamente
distribuite  all'interno  del  corridoio  di progetto, presentano una
elevata  eterogeneita'  vegetale  che  ha permesso il mantenimento di
comunita'  animali  ad  elevata  diversita'  con  specie. Le aree con
prevalenza  di  incolti,  praterie  xerofile mediterranee, arbusteti,
cespuglieti   e   boscaglie   termofile  e  xerofile,  presentano  un
popolamento   faunistico   con   specie   caratteristiche,  piuttosto
esigenti,   associate   a   specie  dotate  di  una maggiore  valenza
ecologica.  Le  comunita'  faunistiche maggiormente rappresentate nel
corridoio  di  progetto  sono quelle degli ambienti boschivi che sono
aree a maggiore naturalita', isole dove e' possibile la sopravvivenza
di  specie  animali piu' elusive ed esigenti. La fauna degli ambienti
fluviali  (boschi  e  boscaglie ripariali, rive e greti di torrenti e
fiumi)  presenta  comunita'  ricche  di  specie  e  eterogenee  nella
composizione  per  la  variabilita' degli habitat che vanno dai greti
sassosi  poveri  di vegetazione alle fasce boscate ripariali di corsi
d'acqua  (fiumare) piuttosto irregolari nel regime con lunghi periodi
di siccita';
    nel  tratto  compreso tra Bagnara e S. Trada lo studio di impatto
ambientale  si  individua  frequenti  interferenze  con le componenti
naturalistiche  connesse  con  la  realizzazione dei nuovi viadotti e
degli  imbocchi delle gallerie che indurranno impatti per sottrazione
della  vegetazione  naturale,  forestale  sui versanti e ripariale in
alveo,  e  per  le trasformazioni imposte all'ambiente ripario per la
sistemazione  a  protezione  delle  pile. Nel successivo tratto dallo
svincolo di S. Trada fino a Reggio Calabria le modifiche al tracciato
sono  ridotte  e  meno estese sono le coperture a bosco e macchia. Le
interferenze  sono piu' limitate e si avranno in corrispondenza delle
opere  di adeguamento dei ponti e viadotti S. Trada, Prestami, Gibia,
Leticogna,  Prestianni, Piria e Zagarella con le formazioni forestali
disposti lungo le incisioni torrentizie;
    si  prevedono  interventi  di maturazione in corrispondenza delle
aree  di  cantiere  per  la  realizzazione  delle  opere d'arte delle
sponde,  degli  alvei  e  delle  aree  di fondazione delle pile. Sono
inoltre   previsti  ripristini  vegetazionali  degli  imbocchi  delle
gallerie;
    i  valloni umidi, pur presentando una buona capacita' di recupero
rispetto   alle  trasformazioni  indotte  dalle  opere  in  progetto,
subirebbero,   tuttavia,   una  profonda  alterazione  dei  caratteri
naturali  per  effetto  delle  previste  regimazioni  dell'alveo  che
consentirebbero  solo  parzialmente  il  ripristino della continuita'
ecologica  degli  alvei,  pertanto,  si ritiene che sia da evitare il
posizionamento delle pile in alveo, in modo da non rendere necessario
il  ricorso  alla  stabilizzazione dell'alveo per la protezione della
pila stessa;
    un  paesaggio  prevalentemente  naturale  caratterizza i versanti
acclivi  di  Bagnara  e Scilla, dove sono presenti boschi di leccio e
macchia  mediterranea  incisi  da  profondi e stretti valloni, che si
estende  fino  in  prossimita'  della  linea  di costa. Confinato sui
versanti  acclivi di Bagnara e Scilla vi e' un paesaggio agricolo dei
terrazzamenti,   rappresentativo  di  un'antica  cultura  produttiva.
L'autostrada  ne  traccia  una  linea  di discontinuita' ad una quota
intermedia  compresa tra i 450 m e i 250 m. Nei pianori posti a monte
del   tratto  autostradale  prevalgono  gli  uliveti  ed  i  campi  a
seminativo.  Una  limitata fascia litoranea definisce un paesaggio di
grande pregio ed interesse naturalistico, formato in prevalenza dalle
rupi  costiere  e  brevi  tratti  di litorale sabbioso, fra Bagnara e
Villa  S.  Giovanni.  Il  paesaggio agricolo di pianura, dei giardini
arborati,  formati  soprattutto  da agrumeti e' diffuso nelle zone di
pianura limitrofe agli abitati periferici di Reggio Calabria;
    l'autostrada  attuale e' significativamente visibile dal contesto
territoriale  della costa tirrenica. I corridoi visuali che si aprono
in corrispondenza dei valloni verso l'interno consentono di percepire
l'andamento  del  percorso autostradale a mezza costa, evidenziandone
soprattutto  le  opere  d'arte in viadotto. La visuale diviene ancora
piu'  aperta  in localita' Casallo a Scilla sui viadotti Costa Viola,
piu' prossimi alla costa rispetto al resto del percorso;
    l'impatto   sul   paesaggio   delle  nuove  opere  e'  definibile
dall'alterazione delle visuali panoramiche e dalla trasformazione dei
luoghi.  In  particolare  i  tratti  in viadotto con pile di notevole
altezza risultano piu' evidenti nella tratta da Bagnara a S. Trada;
    lo  spostamento  verso  monte del tracciato ridurra' l'estensione
dei  viadotti  a  favore  delle tratte in galleria e pertanto saranno
ridotti  nel  complesso  anche  i  relativi impatti sul paesaggio. Le
gallerie  da adeguare e le nuove gallerie avranno imbocchi a becco di
flauto  e  saranno  quindi  rimosse  le  attuali  pareti verticali in
cemento a protezione degli imbocchi;
    gli interventi di mitigazione si sono conformati all'obiettivo di
massima   integrazione  con  il  contesto  tendendo  ad  adattare  il
manufatto alla struttura morfologica delle componenti naturali.
  Osservato che:
    il  progetto, sebbene migliorativo rispetto alle interferenze con
i tratti caratterizzanti la morfologia paesistica, presentava ancora,
in  diversi brani della sequenza visuale, dissonanze sostanziali. Nel
viadotto  Gazziano la divaricazione delle due carreggiate stradali si
traduceva in un'ingombrante displanarieta' percepita dalla piu' parte
delle  visuali,  il successivo viadotto Livorno riproponeva lo stesso
effetto  invasivo.  La  soluzione  adottata  nel viadotto Costa Viola
sebbene limitasse parzialmente l'impatto attuale, non poteva tuttavia
considerarsi tra le possibili quella piu' soddisfacente. Permaneva un
lungo   viadotto  che  sarebbe  stato  ancora  piu'  impattante  date
le maggiori  dimensioni.  L'attuale  viadotto  Costa Viola risulta di
grande   impatto   sotto   piu'   profili  ambientali  e  paesistici,
collocandosi  in posizione centrale e molto evidente nella fronte dei
versanti  acclivi sulla costa, con una tipologia intrusiva e estranea
al  contesto  paesistico  per  cui  ne  deriva  un quadro di notevole
impatto   che  compromette  una  delle  aree  di  migliore  stato  di
conservazione  della costa, interessata da emergenze sia naturali che
di  storia  del  territorio.  E'  stata pertanto richiesta, nel corso
dell'istruttoria,  a  questo proposito una revisione del progetto con
lo scopo di studiare soluzioni mitigative delle criticita' rilevate;
    l'analisi   della   componente   atmosfera   e'   stata  condotta
all'interno  di  un  corridoio di ampiezza massima 200 m dai due lati
del tracciato.
  Sono    stati    analizzati    i   parametri   microclimatici   che
influiscono maggiormente sulla diffusione degli inquinanti (velocita'
e   direzione   del   vento,   classi   di   stabilita'  atmosferica,
irraggiamento solare, temperatura, precipitazioni, umidita' relativa,
altezza   dello   strato   di   rimescolamento)  e  le  frequenze  di
manifestazione  dei fenomeni meteorologici (condizioni meteorologiche
prevalenti e peggiori).
  Sono  state  inoltre  analizzate  le  caratteristiche  fisiche  del
sistema    insediativo,    la   sensibilita'   ambientale   dell'area
attraversata  dal tracciato dell'autostrada, le caratteristiche delle
sorgenti  di  emissione  e le informazioni disponibili sulla qualita'
dell'aria.
  Le   simulazioni   numeriche   dei  processi  di  diffusione  degli
inquinanti  emessi dai veicoli in transito sull'autostrada sono state
svolte  con il modello Caline4 considerando le previsioni di traffico
all'orizzonte   temporale   2010.   Alla   valutazione   previsionale
dell'impatto  sulla  qualita'  dell'aria  derivante  dalle  opere  in
progetto,   e'  seguita  la  verifica  del  rispetto  degli  standard
stabiliti  in  sede  nazionale.  La  previsione  delle concentrazioni
future  degli  inquinanti  e' stata affrontata con modelli gaussiani,
considerando  come  indicatori  prioritari  il  monossido di carbonio
(CO),  il  biossido  di  azoto  (NO2)  e il benzene (C6H6). I calcoli
previsionali   si  riferiscono  ad  un  insieme  di  punti  ricettori
localizzati  a  1.5 m di altezza dal piano campagna davanti a edifici
campione   rappresentativi  delle  condizioni  di  esposizione  della
popolazione e degli addetti alle attivita' lavorative;
    i risultati delle simulazioni mostrano che le concentrazioni post
operam in condizioni prevalenti sono sempre conformi agli standard di
qualita'  dell'aria, mentre in condizioni sfavorevoli in un ricettore
possono  verificarsi  superamenti dei valori limite per gli ossidi di
azoto;
    secondo  quanto  disposto  dalla direttiva europea 1999/30/CE del
22 aprile  1999,  tra gli obiettivi di qualita' dell'aria deve essere
presa in considerazione la "protezione degli ecosistemi dagli effetti
negativi  del  biossido  di zolfo" e la "protezione della vegetazione
dagli  effetti  negativi  degli  ossidi  di azoto". In considerazione
della  qualita'  degli  ecosistemi, in particolare forestali, di gran
parte  delle aree attraversate dalla strada, si ritiene necessaria la
verifica   del   rispetto   dei   valori   limite   citati,  indicati
rispettivamente negli allegati I e II della direttiva;
    per  quanto  riguarda  la componente rumore e' stata condotta una
campagna  di  monitoraggio  fonometrico  al fine di caratterizzare la
rumorosita'    attuale    nell'area,   selezionando   postazioni   di
monitoraggio "fisse" e postazioni "mobili".
  Presso  la  postazione  fissa  il monitoraggio e' stato condotto in
continuo  per  24  ore  con restituzione dello spettro del livello di
pressione  sonora  in  bande  di  1/3 ottava nel dominio di frequenza
20\div 20.000 Hz ad intervalli di un minuto.
  Presso  le  postazioni  mobili  e'  stato  condotto un monitoraggio
discontinuo, costituito da campionamenti di 10 minuti, almeno uno nel
periodo  diurno  ed  uno  nel  periodo notturno, con restituzione dei
principali indicatori acustici ponderati.
  Tali  postazioni  hanno  consentito  di ottimizzare la taratura del
modello  previsionale,  di documentare puntualmente lo stato acustico
attuale  dei  luoghi  e evidenziare eventuali criticita' acustiche. I
risultati delle indagini mostrano valori previsti di pressione sonora
entro  i limiti di riferimento ad eccezione di alcune aree nel comune
di  Scilla a ridosso dell'autostrada dove nonostante l'utilizzo delle
tecniche  di abbattimento, rimangono critiche le condizioni di alcuni
ricettori   per  i  quali  sono  necessari  ulteriori  interventi  di
bonifica.  Le incompatibilita' di tipo acustico rimangono anche nelle
due zone abitate di Gallico superiore e di Archi contrada Carmine. Le
abitazioni  sono ubicate a ridosso dell'autostrada e anche l'utilizzo
di tecniche di abbattimento non riesce a compensare il valore elevato
di  livello sonoro equivalente. Sebbene alcune modifiche del progetto
contribuiscono  alla  diminuzione  del rumore, quali le variazioni di
quota  di  alcuni  viadotti lungo il tratto e il nuovo progetto delle
gallerie,   nonche'   l'introduzione   di   asfalto   fonoassorbente,
permangano  incompatibilita'  di  tipo  acustico.  E'  stata pertanto
valutata   la   sensibilita'  dei  ricettori,  civili  abitazioni,  e
verificata   la   fattibilita'   tecnica   di  ulteriori  mitigazioni
dell'impatto  con  opere piu' consistenti, per i limitati scostamenti
dalla norma.
  Valutato che:
    l'intervento  e'  coerente  con  la pianificazione di settore. Il
progetto   risulta,   infatti,   coerente   con   gli   strumenti  di
pianificazione territoriale e paesistica di riferimento.
  I  piani  esaminati  contengono spesso un'esplicita raccomandazione
che  tale  adeguamento  sia  posto  come  una  priorita'  per  recare
riequilibrio  e  sviluppo  sul  territorio  confermando totalmente la
direzione  delle  azioni  intraprese.  Il progetto di adeguamento non
muta  la relazione ormai consolidata tra l'autostrada e gli ambiti di
tutela. Nelle zone interessate dal vincolo paesistico il tracciato si
sviluppa  quasi  interamente  in galleria e in viadotto; la riduzione
notevole  dei  viadotti  e  la  sostituzione  di quelli esistenti non
introduce   conflitti  col  vincolo  poiche'  modifica  positivamente
l'assetto  esistente.  Il  tracciato  non  interessa  direttamente il
perimetro  del  SIC "Costa Viola e Monte S. Elia", sebbene attraversi
l'area vasta dei versanti costieri della Costa Viola;
    nei   confronti   delle  previsioni  dei  piani  urbanistici  non
risultano  conflitti  emergenti, talvolta nemmeno contatti, posto che
il  tracciato  dei  lotti e' largamente periferico ai nuclei abitati.
Nel  caso  che  la  relazione  sia  di  contiguita' non si presentano
interferenze  significative  poiche'  le  previsioni di tracciato non
contemplano varianti di rilievo;
    l'adozione di varianti planimetriche in galleria ha consentito di
evitare notevoli incisioni sui versanti che inevitabilmente avrebbero
prodotto impatti rilevanti. Inoltre le soluzioni progettuali adottate
hanno  consentito di ridurre l'ingombro dei viadotti previsti, sia in
altezza che in lunghezza.
  Ulteriori  possibilita'  di  miglioramento  del  tracciato, sia con
riferimento  agli  aspetti funzionali sia ambientali, sono emersi nel
corso   dell'istruttoria.   Valga   come   esempio   il   tratto   in
corrispondenza  di  Scilla,  dove  si  riduce  alle minime dimensioni
possibili il viadotto Costaviola, ricorrendo, appunto ad una variante
planimetrica in galleria;
    nella   individuazione   delle   aree   di  cantiere  sono  stati
minimizzati   gli  impatti  sul  territorio  e,  ad  eccezione  delle
inevitabili  installazioni  agli  imbocchi  delle  gallerie, e' stata
privilegiata la scelta di aree facilmente raggiungibili attraverso la
viabilita'  locale,  riducendo  al  minimo  la realizzazione di nuova
viabilita'.  All'interno  di  ciascuno dei lotti funzionali in cui e'
stata  suddivisa la tratta e' stata individuata la localizzazione dei
cantieri  sia  principali,  ove  sono  ubicate le funzioni direttive,
tecniche   e   funzionali,   sia   secondari,  ovvero  dedicati  alla
realizzazione di opere specifiche (gallerie, viadotti, etc.).
  Nelle  aree  di  cantiere e' prevista l'installazione dei necessari
impianti  per  la  protezione  dei  corsi d'acqua e delle falde dagli
scarichi  provenienti  dalle  attivita'  legate  alle  varie  fasi di
lavorazione  o  da  reflui  urbani. In particolare saranno adottati i
necessari  accorgimenti  per il contenimento dell'inquinamento dovuto
ai getti di calcestruzzo; idonee misure sono state anche indicate per
minimizzare  l'inquinamento  acustico  ed  atmosferico.  Il  progetto
prevede,  infine,  il  ripristino  delle  aree di cantiere al termine
delle lavorazioni.
  I  criteri  di  localizzazione,  gestione, mitigazione e ripristino
previsti  rispondono  alle  necessita'  di salvaguardia dell'ambiente
naturale presente nell'area di influenza del progetto;
    per  tutto  il  tracciato in esame e' stato effettuato un computo
della  movimentazione  di materiale, tenendo conto del bilancio delle
terre,  del  fabbisogno  di  inerti e della demolizione di murature e
conglomerati   bituminosi.  Dall'analisi  sul  bilancio  delle  terre
risulta  che,  nonostante parte del materiale proveniente dagli scavi
possa   essere  riutilizzato,  circa  4.940.000  m3  dovranno  essere
collocati  in discarica. Di questi, il volume di materiali idonei per
lavorazioni  edili  e'  pari  a  2.208.733 m3  mentre  il  volume dei
materiali scadenti e' di 2.731.452 m3.
  Risulta  inoltre  che  potranno  essere  allocati nelle gallerie da
dismettere,  e  quindi  in  discarica,  circa 437.000 m3 di materiale
proveniente dalle demolizioni di calcestruzzi e murature.
  Circa 1.866.000 m3 di inerti pregiati, non recuperabili dagli scavi
dei  lavori relativi ai singoli lotti, dovranno essere reperiti nelle
cave   di   prestito.  La  meta'  del  materiale  necessario  per  la
realizzazione  delle  pavimentazioni  stradali sara' recuperato dalle
demolizioni  di  quelle  esistenti;  la quota rimanente, pari a circa
111.000 m3 dovra' essere reperito nelle cave di prestito;
    lo   studio   di   impatto  ambientale  ha  individuato  10 cave,
descrivendone  le  caratteristiche  e  l'ubicazione,  senza  comunque
indicarne le capacita' estrattive.
  Sono  state  individuate  anche  15 possibili  aree  di  discarica,
descrivendone  l'ubicazione,  le  caratteristiche,  l'attuale uso del
suolo,  la  distanza  dai  lotti  da  realizzare,  la superficie e la
capacita'  di  deposito  stimata,  di ognuna inoltre e' stata fornita
documentazione fotografica.
  La  regione  Calabria  non  si e' dotata di una legge espressamente
dedicata   alla   pianificazione  e  regolamentazione  dell'attivita'
estrattiva.  Le  cave  vengono  autorizzate ai sensi dell'art. 24 del
decreto  del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, cosi'
come  modificato  dall'art.  20 del decreto-legge n. 624/1996, previo
ottenimento  dei  nulla  osta  a  fini  paesaggistici,  ambientali ed
urbanistici  ottenuti  sulla  base  del  progetto  di  coltivazione e
recupero  ambientale  presentato. Il piano di coltivazione, che nella
regione  Calabria  si  allega  alla  richiesta di autorizzazione alla
apertura  di nuovi siti di cave, non contiene alcuna informazione sui
quantitativi  di  materiale  estraibile  da un sito ma si limita alla
definizione  delle  modalita'  di  lavorazione  della cava e fornisce
delle  indicazioni sulle tipologie di ripristino. Non e' pievista una
misurazione  periodica dei fronti di cava e quindi non e' dato sapere
quale  e'  l'effettiva  capacita' di produzione e quali sono i volumi
estratti.
  Pertanto, ove il materiale dovesse essere reperito ampliando i siti
di  cava  attualmente  autorizzati  o  prevedendo l'apertura di nuove
cave, si ritiene necessaria una valutazione delle eventuali richieste
che  prenda  in  esame,  oltre  alle  modalita'  di coltivazione e di
ripristino,    le    caratteristiche   geologiche,   geomorfologiche,
geotecniche, idrogeologiche, vegetazionali e paesaggistiche del luogo
di   intervento  ed  un  progetto  dettagliato  di  coltivazione  che
stabilisca le volumetrie estraibili;
    i  presidi e le misure di prevenzione individuate nello studio di
impatto  ambientale  per ridurre l'impatto sulla qualita' delle acque
superficiali sono sufficientemente dimensionati e distribuiti in modo
adeguato   per   garantire   i   ricettori   idrici  dal  rischio  di
inquinamento.  L'introduzione  di  tale  misura  costituisce anche un
sostanziale  miglioramento  rispetto  alla  situazione  presente, per
quanto  riguarda  il  rischio  di  inquinamento  delle acque, data la
mancanza attualmente di qualsiasi opera di prevenzione;
    la  riduzione  dei  viadotti  e l'introduzione di una tipologia a
arco  ridurranno notevolmente il numero delle pile in alveo, tuttavia
e'  opportuno,  anche  per  evitare  la  realizzazione  di  opere  di
protezione  che  stravolgerebbero l'assetto dell'alveo, che non siano
posizionate  le  pile  dei  viadotti  negli alvei attivi dei torrenti
attraversati.  Nel caso di attraversamento delle fiumare l'impatto e'
invece da considerarsi limitato in quanto, trattandosi di allagamenti
in  sede  dei  ponti  attuali,  le  nuove  pile  saranno affiancate e
allineate con le esistenti;
    le  criticita'  del  tracciato  in  relazione  alla  franosita' o
erodobilita'   dei   litotipi   attraversati   appaiono   limitate  e
circoscritte   ad   ambiti   localizzati.   Sono  pertanto  fattibili
interventi  di  consolidamento  e  protezione  con caratteristiche in
grado  di  contenere  i  fenomeni  messi  in evidenza. Gli interventi
previsti,   consistenti   nella   stabilizzazione  dei  versanti  con
ripristino   morfologico   e   vegetazionale   e   nella   protezione
dall'erosione   sono   da   considerarsi  adeguati.  L'impatto  sulla
componente non risulta pertanto significativo;
    le  previste  opere  di raccolta per lo sversamento accidentale a
protezione  del  reticolo  superficiale,  cosi'  come  dimensionate e
distribuite, costituiscono un presidio di sicurezza sufficiente anche
nel caso degli acquiferi sotterranei;
    le  previste  opere  di  impermeabilizzazione  delle gallerie per
contenere     fenomeni     di     drenaggio     in     corrispondenza
dell'attraversamento  di  acquiferi, sebbene di modesta entita', sono
da considerarsi presidi efficaci a contenere l'impatto potenziale;
    le   opere   di  rinaturazione  sono  sufficientemente  estese  e
appropriate  sia  per  le  tecniche  che nella scelta delle specie da
impiegare,  appartenenti  all'ambito  fitoclimatico  interessato.  Si
avra'   pertanto   il  recupero  e  la  riqualificazione  delle  aree
interessate  dai  lavori  di  ampliamento,  a  meno  delle  superfici
direttamente  impegnate;  l'impatto di conseguenza sara' temporaneo e
reversibile.
  Le  opere saranno estese anche al recupero dei tratti e delle opere
d'arte dismesse si avra' quindi un bilancio complessivamente positivo
rispetto alle componenti naturalistiche. Anche per quanto riguarda la
fauna,  una  volta  recuperate le aree, non sono ipotizzabili impatti
rilevanti  sia  per  la  modesta riduzione di habitat disponibili che
l'opera  determina,  sia  in  quanto  la  strada risulta estremamente
permeabile  dal  punto  di vista faunistico per la presenza di lunghi
tratti in opera d'arte, non provocando effetti di barriera ecologica;
    le  varianti  progettuali  apportate  nel  corso dell'istruttoria
risolvono  sostanzialmente  alcuni  degli  impatti  sulle  componenti
naturalistiche;  saranno, infatti, ulteriormente ridotte le lunghezze
dei  viadotti  e  quindi  il  numero  delle pile, e in alcuni casi la
scelta  della  tipologia  ad  arco  consentira'  l'eliminazione degli
impatti  con gli alvei torrentizi. Il recupero e la rinaturazione dei
tratti  dismessi, prevista nel progetto assume particolare importanza
nel  garantire  gli  effetti di recupero della continuita' della rete
ecologica,   in   considerazione  dell'elevato  valore  naturalistico
dell'area,  compresa  tra il Parco nazionale dell'Aspromonte e i siti
di importanza comunitaria della Costa Viola;
    il  nuovo  progetto  integrato  e  emendato  risulta  decisamente
migliorativo   e   in   alcuni  casi  con  soluzioni  di  sostanziale
innovazione,  costituisce un deciso miglioramento anche rispetto alla
situazione attuale e pertanto si caratterizza per un'impatto positivo
sulla  specifica  componente.  In  particolare  i viadotti Gazziano e
Livorno   avranno   entrambe  le  carreggiate  affiancate,  riducendo
decisamente l'area interclusa; conseguenza della nuova configurazione
parallela  e'  anche  la  concorrenza  in  un  unico  punto  di  fuga
prospettico  delle  due  vie,  da  cui risulta una migliore relazione
spaziale  e  una invasivita' da parte delle opere decisamente minore.
Il  Viadotto  Costa Viola, il cui ingombrante sviluppo rappresenta un
marcato detrattore della qualita' del paesaggio dell'intero tratto di
costa,   e'  notevolmente  ridotto  e  consegue  anche  una  migliore
collocazione  rispetto  ai diversi piani che scandiscono il paesaggio
quali  la  linea  di  riva,  il primo sistema terrazzato, il terrazzo
superiore.  La configurazione della strada e dei manufatti esprime, a
valle  delle  modifiche  apportate, un'ottimizzazione delle relazioni
spaziali   e   pertanto   visuali   con  la  morfologia  dei  luoghi,
rispettandone i caratteri e le specificita' dei tipi.
  L'introduzione  di  nuove  tipologie  e  allineamenti  delle  opere
d'arte,  seppure  visibili, ricercando una relazione mai incombente o
dimensionalmente  preponderante  con la scala del paesaggio, consegue
una  consona  proporzione  delle  opere.  Ponti  e  viadotti pertanto
sottolineano   la   variabilita'  morfologica  dei  valloni  e  delle
incisioni,  limitandosi  alle  dimensioni  strettamente necessarie al
superamento,   senza   ignorare  l'andamento  morfologico  con  opere
regolarizzate,   efficaci   ai   soli   fini   stradali,  ma  che  si
sovrapporrebbero,  annullandola,  alla  variabilita'  dei  tratti del
quadro paesistico.
  La  progettazione  dei  manufatti  stradali,  quale  la  scelta  di
tipologie ad arco che ripropongono, con valenza anche di salvaguardia
naturalistica,  un  motivo  di  architettura  stradale  presente  nel
paesaggio,   costituisce  un  ulteriore  elemento  di  qualificazione
dell'opera  nei confronti di un paesaggio, che in questa area esprime
significativi valori;
    la  metodologia utilizzata dallo studio di impatto ambientale per
le  modellazioni  dell'inquinamento  atmosferico  e' appropriata e le
simulazioni  sono  state effettuate correttamente per quanto riguarda
la  scelta dei dati di ingresso e degli scenari di calcolo. L'impatto
sulla  qualita'  dell'aria  dell'infrastruttura, ai fini della tutela
della  salute  umana, e' pertanto da considerarsi contenuto e tale da
non richiedere interventi di mitigazione;
    gli  scenari  e  le  metodologie adottate nello studio di impatto
ambientale appaiono coerenti con le esigenze di tutela della salute e
con l'inserimento delle opere nel contesto territoriale;
    la   necessita'   di   prescrivere  l'adozione  di  sistemi  piu'
articolati di schermatura (strutture a sbalzo, diffrattore sommitale,
strutture  a  buffles) che consentano il contenimento del rumore alla
sorgente  stradale, rendendo nelle aree di pertinenza residenziale il
clima acustico rispondente ai limiti di riferimento.
  Considerato  che  in  conclusione la commissione per le valutazioni
dell'impatto  ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni
in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta.
  Considerato  che  la  regione  Calabria,  pur  sollecitata,  non ha
espresso il proprio parere sul progetto.
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali   protocollo  n.  ST/407/18289/2001  del  19 ottobre  2001,
pervenuta  in  data  30 ottobre  2001,  con  cui  si  esprime  parere
favorevole  alla  richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a
condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    con  apposita  istanza  inoltrata  con nota n. 1490 del 28 giugno
2000,  qui  pervenuta in data 6 luglio 2000, protocollo ST/407/15225,
l'Ente  nazionale per le strade - Direzione generale, ha richiesto la
pronuncia  di  compatibilita'  ambientale  ex  art. 6, legge 8 luglio
1986, n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A
delle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km 411+400 (svincolo di
Bagnara escluso) ed il km 442+920 (svincolo di Reggio Calabria).
  Al riguardo, con nota protocollo n. 26214 del 22 novembre 2000, qui
pervenuta in data 13 dicembre 2000 con protocollo n. ST/407/27696, la
soprintendenza  per  i  beni archeologici della Calabria ha espresso,
per  quanto  di  propria  competenza,  parere  favorevole di massima,
comunicando  che  i lavori previsti non interessano aree sottoposte a
vincolo  archeologico ma attraversano un territorio poco esplorato ma
non  privo  di  possibili preesistenze antiche: di conseguenza, per i
tratti  in  variante  che  si sviluppano in superficie dei pianori, i
lavori  di  sbancamento  e  movimento di terra saranno effettuati con
cautela  e  alla presenza del personale della medesima soprintendenza
che dovra' preventivamente essere avvisato.
  Con  nota  n.  574/P  del  9 febbraio 2001 qui pervenuta in data 23
febbraio  2001  ed  assunta  al  protocollo  con  n.  ST/407/5168, la
soprintendenza  per  i beni architettonici e per il paesaggio, per il
patrimonio  storico, artistico e demoetnoantropologico della Calabria
a  seguito  di sopralluogo del giorno 24 gennaio 2001 nel relazionare
sull'esito   dello  stesso,  esprime  parere  di  massima  favorevole
segnalando, tuttavia, in primo luogo la necessita' di individuare dei
siti idonei allo smaltimento dei materiali di risulta derivante dalla
demolizione  dei manufatti stradali dismessi, delle strutture in c.a.
nonche'   dell'imponente   quantita'  di  materiale  derivante  dalle
trivellazioni per la formazione delle nuove gallerie (circa 5.000.000
mc.);   la  Soprintendenza  prescrive,  pertanto,  che  i  materiali,
opportunamente  differenziati,  dovranno  trovare idonea collocazione
tale  da  non  creare  alterazione  alla  conformazione naturale, non
dovranno  creare  intralcio  visivo  ne'  interrompere la continuita'
vegetazionale  e  faunistica  dei luoghi ne' tantomeno intralciare il
normale  smaltimento  delle acque piovane. La medesima Soprintendenza
fa presente inoltre:
    la riduzione dell'impatto determinata dalla soluzione progettuale
adottata  per  il  viadotto  Costaviola  che  corre lungo la scarpata
prospiciente   il  mare,  consentira'  la  ricostruzione  dell'intera
scarpata   fino  a  mare  provvedendo  ad  opportune  rimodellazioni,
inerbimenti e ripiantumazioni.
    Una  volta  ridotto  l'impatto  del  succitato  viadotto, risulta
ancora   piu'   stridente  lo  svincolo  ad  anello  per  Scilla  che
costituisce   nota  dissonante  per  l'intera  pianura.  Si  richiede
pertanto di vericare opportune soluzioni progettuali per ridurre tale
impatto.
    Le  aree  ubicate  presso la corsia sud, nel tratto terminale del
percorso,  residuali  del  vecchio  tracciato autostradale potrebbero
essere rimodellate e progettate come "piazzali belvedere".
  Dall'analisi  della  documentazione  presentata  ed  a  seguito dei
sopralluoghi  e  delle  riunioni  tenutesi  con  l'Ente  proponente e
componenti del Gruppo istruttore sono emersi, nello studio di impatto
ambientale  elementi  che  necessitano  di  ulteriori approfondimenti
relativamente  alla  soluzione  progettuale  adottata per il viadotto
"Costaviola"  considerata  poco  soddisfacente  sia  sotto il profilo
ambientale  che  paesaggistico,  alla  soluzione  ipotizzata  per  lo
svincolo  "Gallico",  per l'effetto che determinera' sulla viabilita'
locale   con   conseguente   sottrazione   e   iterclusione  di  aree
significative;  per  lo  svincolo  autostradale di Scilla e in merito
alla  connessione  con  la  S.S. 18. Si richiede, inoltre, uno studio
piu' approfondito dei ripristini ambientali.
  Con nota n. 960 del 27 aprile 2001, qui pervenuta il 24 maggio 2001
con protocollo n. 1173/2001 407 B.A.P. l'Ente nazionale per le strade
trasmetteva  le  opportune integrazioni al SIA con le modifiche e gli
approfondimenti progettuali richiesti.
  La  soprintendenza  per i beni archeologici della Calabria con nota
n.  9796  del  15 maggio  2001,  pervenuta  a  questo ufficio in data
29 maggio  2001  con protocollo n. 1741/2001/ST/407/BAP, ribadisce il
parere favorevole gia' precedentemente espresso.
  La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per
il   patrimonio  storico,  artistico  e  demoetnoantropologico  della
Calabria,  con  nota  n.  5087/P del 20 giugno 2001, qui pervenuta il
9 luglio 2001 con protocollo n. ST/407/6668/2001 trasmette definitivo
parere  favorevole  ribadendo  le  considerazioni  e  le  valutazioni
espresse con precedente nota.
                          Questo Ministero:
  Esaminati gli atti e gli elaborati progettuali;
  Viste le varie disposizioni di legge indicate in oggetto;
  Visto  il  parere  della soprintendenza per i beni architettonici e
per   il   paesaggio,   per   il   patrimonio  storico,  artistico  e
demoetnoantropologico  della  Calabria  e  della soprintendenza per i
beni   archeologici  della  Calabria  esprime  parere  favorevole  al
progetto  di  ammodernamento  ed  adeguamento  alle  norme CNR/80 nel
tratto  compreso tra il km 411+400 ed il km 442+000, a condizione che
vengano rispettate le seguenti prescrizioni:
    che sia previsto il ripristino dello status quo ante per le parti
di tracciato dimesso;
    che  i  materiali  di  risulta  e  provenienti  da  demolizioni e
sbancamenti   non  dovranno  creare  alterazione  alla  conformazione
naturale  del  sito,  non  dovranno  in  nessun caso creare intralcio
visivo,  non  dovranno  interrompere  la  continuita' vegetazionale e
faunistica dei luoghi;
    sia   tenuto   in   debito   conto,   nell'organizzazione   della
cantieristica   di   progetto,   il   concerto   con   la  competente
soprintendenza  per  i  beni  archeologici  di  cui  si richiamano le
osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa;
  preso atto che non sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, ger
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata;
  Ritenuto  di  dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma
quarto  dell'art.  6  della  legge  n.  349/1986,  alla  pronuncia di
compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;
                               Esprime
giudizio  positivo  circa  la  compatibilita' ambientale del progetto
relativo  ai  lavori  di  ammodernamento  e di adeguamento al tipo 1a
delle  norme  C.N.R./80  del  tratto compreso tra il km 411+400 ed il
km 442+920  dell'autostrada  Salerno-Reggio da realizzarsi nei comuni
di Bagnara Calabra, Scilla, Villa S. Giovanni, Campo Calabro e Reggio
Calabria  (Reggio  Calabria),  presentata  dall'ANAS ufficio speciale
infrastrutture,   a   condizione   che  si  ottemperi  alle  seguenti
prescrizioni:
    a) le  misure e i presidi di tutela e mitigazione degli impatti e
gli  interventi  di  rinaturazione  previsti  nello studio di impatto
ambientale   e  nelle  successive  integrazioni  costituiscono  parte
integrante  del  progetto. Il progetto esecutivo delle opere previste
dovra'  essere  redatto  prima  dell'avvio dei lavori e dovra' essere
inserito nei capitolati d'appalto;
    b) gli  interventi  di  rinaturazione  e ingegneria naturalistica
dovranno  essere  realizzati  secondo  le  modalita'  previste  dalle
specifiche "Linee guida" predisposte dal Ministero dell'ambiente;
    c) per  i  tratti  critici  individuati  in  istruttoria dovranno
adottarsi  le  varianti  definite  nel  documento  "Integrazioni allo
studio di impatto ambientale", presentato nel maggio 2001;
    d) negli  attraversamenti  dei  torrenti  deve  essere evitato il
posizionamento  delle  pile dei viadotti all'interno degli alvei, nel
caso  dell'attraversamento  delle  fiumare  le  nuove  pile  dovranno
allinearsi con quelle dei viadotti esistenti;
    e) per  l'attraversamento  dei  torrenti  Monacena,  Canalello  e
Gazziano,  in  corsia  nord, non dovra' essere adottata una tipologia
scatolare,   ma   un'opera   tipo   ponte,  al  fine  di  evitare  la
compromissione   degli   ambienti   ripari  e  di  versante  in  aree
ecologicamente sensibili;
    f) per  le verifiche e gli interventi di mitigazione acustica, si
adotteranno,  per  le  diverse  zone acustiche considerate, valori di
qualita'  di  cui  alla  tabella D  del  decreto  del  Presidente del
Consiglio  dei  Ministri  14 novembre  1997,  o,  nel caso in cui non
fossero  conseguibili  con  i  dispositivi  di  mitigazione  acustica
ordinariamente  disponibili,  valori  quanto piu' prossimi a quelli e
comunque non superiori a quelli della tabella C dello stesso decreto;
    g) per  i  ricettori  che  presentano  dei superamenti dei valori
limite  assunti, anche a seguito delle misure di mitigazione proposte
dallo  studio,  dovranno  essere  previsti sistemi piu' articolati di
schermatura  (strutture  a sbalzo, diffrattore sommitale, strutture a
buffles)  che  consentano  il  contenimento  del rumore alla sorgente
stradale,  rendendo  nelle  aree  di pertinenza residenziale il clima
acustico rispondente ai limiti di riferimento;
    h) la   pavimentazione  stradale  drenante-fonoassorbente  dovra'
mantenere  le sue caratteristiche di assorbimento acustico nel tempo.
A  tal  fine  dovranno  essere  effettuate  misure periodiche (almeno
semestrali)  del  coefficiente  di  assorbimento acustico medio della
pavimentazione,  con conseguenti eventuali interventi di manutenzione
al fine di evitare che il coefficiente stesso scenda sotto il 60% del
valore iniziale relativo alla pavimentazione nuova;
    i) quando  la posizione e la tipologia delle opere di mitigazione
(quali  barriere acustiche, elementi diffrattivi, tunnel artificiali,
etc.)  risulti  favorevole  alla  captazione  dell'  energia solare e
quando  l'energia  prodotta  possa  essere  utilmente  impiegata  per
l'illuminazione   di   gallerie   e/o   segnalazioni   luminose   per
l'incremento  della  sicurezza  stradale,  ovvero  ceduta  alla  rete
elettrica  di  distribuzione  con appositi contratti (vettoriamento o
scambio),   le   opere  di  contenimento  dell'inquinamento  acustico
dovranno  integrare  appositi  pannelli  fotovoltaici e prevedere gli
accessori per la produzione di energia elettrica;
    l) la   progettazione   esecutiva   e  la  verifica  modellistica
dell'efficacia   dei   dispositivi   di   mitigazione   acustica  nel
conseguimento  degli  obiettivi  sopra  indicati  dovranno  precedere
l'avvio dei lavori di realizzazione della strada;
    m)  in  fase  esecutiva,  una volta stabiliti i siti di cava e di
smaltimento  degli  inerti,  si dovra' procedere con uno studio delle
prevedibili   interferenze   ambientali   da  traffico  sui  relativi
itinerari  (sicurezza,  capacita' e livelli di servizio, inquinamento
acustico,  atmosferico,  vibratorio,  da  polveri)  e  la conseguente
definizione delle misure mitigative;
    n) ove  dovessero  essere  ampliati  i  siti  di cava attualmente
autorizzati o prevedere l'apertura di nuove cave, deve essere redatto
un  progetto dettagliato di coltivazione che stabilisca le volumetrie
estraibili,   le  modalita'  di  coltivazione  e  di  ripristino,  le
caratteristiche     geologiche,     geomorfologiche,     geotecniche,
idrogeologiche,   vegetazionali   e   paesaggistiche   del  luogo  di
intervento;
    o) per  il  sistema  di illuminazione dell'intero nodo (piazzali,
piste  di  svincolo dell'autostrada, sovrappassi e viabilita' locale)
si  dovra'  perseguire un aspetto unitario curato e composto, che tra
l'altro,   nel  perseguire  gli  obiettivi  tecnici  operativi  e  di
sicurezza della circolazione, adotti tecnologie di massima efficienza
energetica  e  soluzioni  di schermatura che ne eliminino quanto piu'
possibile  le  dispersioni  verso  l'alto e verso le aree limitrofe e
l'intorno territoriale;
    p) i  vari  sovra/sottopassi  stradali previsti per la viabilita'
ordinaria  intersecata  dovranno  garantire  una  sede  protetta,  di
pendenza  adeguata,  per  la  mobilita'  confortevole  e sicura degli
"utenti  deboli" (pedoni, ciclisti). Dovranno, inoltre, essere quanto
piu'  possibile  planoaltimetricamente  ottimizzati,  in modo tale da
eliminarne  le  tortuosita'  in  maniera  che  risultino maggiormente
rispettati  gli  allineamenti  e  andamenti  naturali  dei rispettivi
itinerari  e  che  sia  conseguito  il  minimo  consumo di territorio
indiretto (interclusioni e reliquati);
    q) ai fini della protezione degli ecosistemi e della vegetazione,
dovra'  essere  effettuata la verifica del rispetto dei valori limite
per  il  biossido  di  zolfo  e  per  gli  ossidi  di azoto, indicati
rispettivamente  negli  allegati  I  e II della direttiva comunitaria
1999/30/CE  del  22 aprile 1999, sulla base dei criteri stabiliti dal
decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351;
    r) l'organizzazione  della cantieristica dovra' essere concertata
preventivamente con la soprintendenza per i beni architettonici e per
il   patrimonio  storico,  artistico  e  demoetnoantropologico  della
Calabria;
    s) dovranno  essere  ottemperate,  altresi',  ove  non ricomprese
nelle precedenti, tutte le prescrizioni e raccomandazioni individuate
dal  Ministero  per  i  beni  e  le  attivita'  culturali,  riportate
integralmente nelle premesse;

                              Dispone:
che   il  presente  provvedimento  sia  comunicato  all'ANAS  ufficio
speciale   infrastrutture,   al   Ministero  dei  trasporti  e  delle
infrastrutture DICOTER ed alla regione Calabria, la quale provvedera'
a  depositarlo  presso  l'ufficio  istituito  ai  sensi  dell'art. 5,
comma 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 377
del   10 agosto   1988   ed  a  portarlo  a  conoscenza  delle  altre
amministrazioni eventualmente interessate.
    Roma, 20 marzo 2002


                                     Il Ministro dell'ambiente
                                   e della tutela del territorio
                                              Matteoli



Il Ministro per i beni
e le attività culturali
        Urbani