N. 156 ORDINANZA (Atto di promovimento) 24 maggio 2021

Ordinanza del 24  maggio  2021  del  Giudice  di  pace  di  Fano  nel
procedimento civile promosso da S. C. c/U.T.G. Prefettura  di  Pesaro
Urbino. 
 
Sanzioni amministrative - Dichiarazione dello stato di emergenza  per
  rischio sanitario adottata con delibera del Consiglio dei  ministri
  del 31 gennaio 2020 - Misure urgenti per  fronteggiare  l'emergenza
  epidemiologica da COVID-19 disposte con decreto-legge n. 19 del  25
  marzo 2020 - Prevista limitazione della circolazione delle  persone
  e della  possibilita'  di  allontanarsi  dalla  propria  residenza,
  domicilio o dimora se non per spostamenti individuali limitati  nel
  tempo  e  nello  spazio  o  motivati  da  esigenze  lavorative,  da
  situazioni di necessita' o urgenza, da motivi di salute o da  altre
  specifiche  ragioni  -  Previste   ulteriori   limitazioni,   anche
  indirette, della liberta' personale degli individui. 
- Delibera  del  Consiglio  dei  ministri   del   31   gennaio   2020
  (Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del  rischio
  sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da  agenti
  virali trasmissibili); decreto-legge 25 marzo 2020, n.  19  (Misure
  urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica  da  COVID-19),
  art. 1, comma 2 
(GU n.42 del 20-10-2021 )
 
                     IL GIUDICE ONORARIO DI PACE 
                               DI FANO 
 
    ha pronunciato la seguente  ordinanza  di  rimessione  ex  art. 1
legge costituzionale  n. 1  del  09/02/1948  nella  causa  civile  n.
108/2021 R.G. A. C. promossa da: 
        S. C., residente a  , rappresentata e difesa dall'avv.  Diego
Dell'Anna del Foro di Pesaro, in virtu' di procura speciale conferita
in calce al ricorso introduttivo; ricorrente; 
    contro: UTG Prefettura/ PU- in persona del Prefetto  pro-tempore;
convenuto: 
    oggetto: OPPOSIZIONE EX ART. 6-7 D.L. 150/2011. 
 
                    Motivi di fatto e di diritto 
 
    La ricorrente propone opposizione avverso  ordinanza  ingiunzione
fascicolo n.  (n. prog. COVID) redatta  dalla  Prefettura  di  Pesaro
Urbino e notificata in data , con cui si intimava il pagamento  della
somma complessiva di euro 421,65=, compresa  di  spese  di  notifica,
ritenuta la fondatezza del verbale n.  redatto  dalla  Prefettura  di
Pesaro Urbino il con cui si contestava la violazione dell'art. 1 D.L.
6.2.2020 n. 6 convertito in L. 13/2020  in  quanto  si  spostava  nel
territorio in mancanza di comprovate esigenze lavorative,  di  motivi
di salute o di situazione di necessiti (art.  1,  DPCM  08/03/2020  e
09/03/2020). 
    Si legge nel verbale  di  contestazione  che  originariamente  il
fatto era punito ex art.  650  c.p.  ma  che  poi  l'illecito  veniva
depenalizzato ed applicata una sanzione amministrativa  pecuniaria  e
quindi si contestava alla S.  la violazione delle disposizioni  volte
a contenere la diffusione del contagio del virus Covid-19. 
    Resisteva  l'Amm.ne  convenuta  depositando  gli  atti   relativi
all'accertamento eseguito. 
    Eccepiva la S.  che la sanzione doveva ritenersi  illegittima  in
quanto ella era uscita di casa solamente per smaltire la spazzatura e
quindi non girovagava nel  territorio  ma  semplicemente  era  uscita
dalla porta di casa  per  tale  incombente  e  pertanto  mancavano  i
presupposti per l'applicazione dell'art. l D.L. n. 6 del 06/02/2020. 
    Eccepiva il difetto dell'elemento soggettivo  non  avendo  la S. 
voluto violare la norma ma di essere eventualmente incorsa in  errore
sul fatto  non  essendo  cosciente  che  cio'  poteva  costituire  la
violazione della norma in quanto uscita  di  casa  solo  per  gettare
l'immondizia. Eccepiva che l'art. 1 D.L. n.  6/2020  non  vietava  il
fatto  di  uscire  dalla   propria   abitazione.   Eccepiva   inoltre
l'illegittimita' della dichiarazione dello  stato  di  emergenza  per
violazione degli artt. 95 e 78 della Costituzione nonche' quindi  dei
successivi DPCM; si riportava ad una sentenza del Giudice di Pace  di
Frosinone  del   15-29/07/2020   in   cui   il   Giudice   accoglieva
l'opposizione ritenendo la dichiarazione  dello  stato  di  emergenza
illegittima in quanto emanata in assenza dei presupposti  legislativi
poiche' alcuna fonte costituzionale o Legge ordinaria  attribuiva  al
Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di  emergenza
per rischio sanitario  e  che  l'unico  caso  in  cui  poteva  essere
dichiarato lo stato di emergenza con poteri straordinari al  Governo,
e' lo stato di guerra. 
    Quindi se il provvedimento circa lo stato di emergenza  risultava
illegittimo lo dovevano essere anche quelli successivi e cioe' i vari
DPCM  che  sarebbero   quindi   non   solo   illegittimi   ma   anche
incostituzionali. 
    Eccepiva inoltre la violazione dell'art.  13  della  Costituzione
che prevede come la liberta' personale sia  inviolabile  se  non  per
atto motivato dell'autorita' giudiziaria. 
    Osserva che con identico avviso anche il Tribunale  di  Roma  con
ordinanza del 16/12/2020 aveva ribadito gli stessi  concetti  di  cui
sopra ritenendo illegittimi tutti gli atti amministrativi conseguenti
alla delibera del Consiglio dei Ministri del 31/01/2020. 
    Osserva questo Giudice che le eccezioni svolte  dalla  ricorrente
nell'ambito dell'opposizione all'ordinanza di che  trattasi  meritino
il vaglio della Corte Costituzionale poiche' tali eccezioni attengono
a questioni relative al  dubbio  di  legittimita'  costituzionale  di
disposizioni normative. 
        1. La prima inerisce alla delibera dello stato  di  emergenza
del Consiglio dei Ministri del  31/01/2020  in  quanto  alcuna  norma
primaria  o  avente  efficacia  di  legge  ordinaria  attribuisce  al
Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di  emergenza
per rischio sanitario. 
    L'art. 7 co. 1 lett. c) D.Lgs. n. 1/2018 e' compreso  nel  codice
della protezione civile e riguarda i casi in cui la protezione civile
e' titolata ad intervenire in casi di calamita' od urgenza e  non  e'
quindi comparabile con la  dichiarazione  dello  stato  di  emergenza
previsto dalla Carta Costituzionale. 
    La Costituzione  italiana  non  prevede  disposizioni  in  merito
all'emergenza sanitaria: pertanto lo stato di emergenza sanitaria  e'
stato deliberato in forza della Legge n.  225/1992  sulla  Protezione
Civile dal solo Presidente  del  Consiglio  dei  Ministri,  senza  il
coinvolgimento nella decisione del Parlamento nonostante siano  state
derogate liberta' fondamentali, coperte da riserva di legge. 
    L'art. 78 della Costituzione prevede lo stato di guerra: sancisce
che il Parlamento decide lo stato di guerra conferendo al  Governo  i
poteri necessari,  cioe'  strettamente  proporzionati  all'evento  da
fronteggiare. 
    Si sarebbe potuto utilizzare questo modello uniformando lo  stato
di guerra a quello di emergenza sanitaria: di tal  guisa  il  Governo
non sarebbe stato libero di emanare atti di fonte secondaria, i DPCM,
legittimati  da  fonti  primarie,  i  decreti  -  legge  ex  art.  77
Costituzione, sono stati conferiti in tal modo poteri  di  amplissima
discrezionalita' al solo Presidente del Consiglio. 
    Per quanto riguarda le limitazioni ai  diritti  fondamentali,  si
osserva come solo la legge puo' derogare a diritti costituzionalmente
garantiti,  affinche'  la  decisione  restrittiva   sia   presa   dai
rappresentanti dei cittadini. 
    Nel caso quindi di illegittimita' della dichiarazione dello stato
di  emergenza  per  motivi  di  ordine  sanitario  debbono  ritenersi
illegittimi tutti i provvedimenti successivi adottati dal Governo che
debbono essere dichiarati privi di efficacia ex tunc. 
        2. Eccepisce poi l'illegittimita' del cosiddetto  lockdown  e
cioe' della imposizione di un obbligo di permanenza  domiciliare  che
costituisce a  tutti  gli  effetti  una  restrizione  della  liberta'
personale vietata dalla Costituzione; si assume violato quindi l'art.
13 della Carta Costituzione che  prevede  infatti  come  la  liberta'
personale  sia  inviolabile  e  quindi  non  puo'  ammettersi  alcuna
restrizione  personale  se  non  per  atto  motivato   dell'autorita'
giudiziaria. 
    Il D.L. n. 19 del 25/03/2020 all'art. 1 co.  2°  prevede  infatti
la: 
        a)  limitazione  della  circolazione  delle  persone,   anche
prevedendo  limitazioni  alla  possibilita'  di  allontanarsi   dalla
propria  residenza,  domicilio  o  dimora  se  non  per   spostamenti
individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da  esigenze
lavorative, da situazioni di  necessita'  o  urgenza,  da  motivi  di
salute o da altre specifiche ragioni; 
        b) chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco,
ville e giardini pubblici o altri spazi pubblici; 
        c) limitazioni o divieto di allontanamento e di  ingresso  in
territori comunali, provinciali  o  regionali,  nonche'  rispetto  al
territorio nazionale; 
        d) applicazione della misura della  quarantena  precauzionale
ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi  confermati  di
malattia infettiva diffusiva o che rientrano da aree, ubicate  al  di
fuori del territorio italiano; 
        e) divieto assoluto di allontanarsi dalla propria  abitazione
o dimora per le  persone  sottoposte  alla  misura  della  quarantena
perche' risultate positive al virus; 
        f) limitazione o divieto delle riunioni o degli assembramenti
in luoghi pubblici o aperti al pubblico; 
        g) limitazione o sospensione di manifestazioni  o  iniziative
di qualsiasi natura, di eventi e di ogni altra forma di  riunione  in
luogo pubblico o privato,  anche  di'  carattere  culturale,  ludico,
sportivo, ricreativo e religioso; 
        h)  sospensione   delle   cerimonie   civili   e   religiose,
limitazione dell'ingresso nei luoghi destinati al culto; 
        i) chiusura di cinema,  teatri,  sale  da  concerto  sale  da
ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale  bingo,  centri
culturali, centri sociali e centri ricreativi o altri analoghi luoghi
di aggregazione; 
        l) sospensione dei congressi, di  ogni  tipo  di  riunione  o
evento  sociale  e  di   ogni   altra   attivita'   convegnistica   o
congressuale, salva la possibilita' di svolgimento a distanza; 
        m)  limitazione  o  sospensione  di  eventi  e   competizioni
sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi  pubblici  o  privati,
ivi compresa la possibilita' di disporre la  chiusura  temporanea  di
palestre,  centri  termali,  sportivi,  piscine,  centri  natatori  e
impianti sportivi, anche  se  privati,  nonche'  di  disciplinare  le
modalita' di svolgimento degli allenamenti sportivi all'interno degli
stessi luoghi; 
        n)  limitazione  o  sospensione  delle   attivita'   ludiche,
ricreative, sportive e motorie svolte all'aperto o in  luoghi  aperti
al pubblico; 
        o) possibilita' di disporre o  di  affidare  alle  competenti
autorita' statali  e  regionali  la  limitazione,  la  riduzione,  la
sospensione o la soppressione di servizi di trasporto di persone e di
merci, automobilistico, ferroviario, aereo,  marittimo,  nelle  acque
interne, anche non di linea, nonche' di trasporto pubblico locale; 
        p) sospensione dei servizi educativi per  l'infanzia  di  cui
all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e delle
attivita' didattiche delle scuole di ogni  ordine  e  grado,  nonche'
delle istituzioni di formazione superiore, comprese le universita'  e
le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica,  di
corsi professionali, master, corsi per  le  professioni  sanitarie  e
universita' per anziani, nonche' i corsi professionali e le attivita'
formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e  locali
e da soggetti privati, o di altri analoghi corsi, attivita' formative
o prove di esame, ferma  la  possibilita'  del  loro  svolgimento  di
attivita' in modalita' a distanza; 
        q) sospensione dei viaggi d'istruzione, delle  iniziative  di
scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche
comunque denominate, programmate  dalle  istituzioni  scolastiche  di
ogni ordine e grado sia sul territorio nazionale sia all'estero; 
        r) limitazione o  sospensione  dei  servizi  di  apertura  al
pubblico o chiusura dei musei e degli altri istituti e  luoghi  della
cultura di cui all'articolo 101 del codice dei beni culturali  e  del
paesaggio, di cui ai decreto legislativo  22  gennaio  2004,  n.  42,
nonche' dell'efficacia delle disposizioni regolamentari  sull'accesso
libero o gratuito a tali istituti e luoghi; 
        s) limitazione della presenza  fisica  dei  dipendenti  negli
uffici delle  amministrazioni  pubbliche,  fatte  comunque  salve  le
attivita'  indifferibili  e l'erogazione   dei   servizi   essenziali
prioritariamente mediante il ricorso a modalita' di lavoro agile; 
        t) limitazione o sospensione delle  procedure  concorsuali  e
selettive finalizzate all'assunzione di personale  presso  datori  di
lavoro pubblici e privati, con possibilita' di esclusione dei casi in
cui la valutazione dei candidati e' effettuata esclusivamente su basi
curriculari ovvero con modalita' a distanza, fatte  salve  l'adozione
degli atti di avvio di dette procedure entro i termini fissati  dalla
legge, la conclusione delle  procedure  per  le  quali  risulti  gia'
ultimata  la  valutazione  dei  candidati  e   la   possibilita'   di
svolgimento  dei  procedimenti  per  il  conferimento  di   specifici
incarichi; 
        u) limitazione o sospensione delle attivita'  commerciali  di
vendita al dettaglio, a eccezione di quelle necessarie per assicurare
la  reperibilita'  dei  generi  agricoli,  alimentari  e   di   prima
necessita' da espletare con modalita' idonee ad evitare assembramenti
di persone, con obbligo  a  carico  del  gestore  di  predisporre  le
condizioni per garantire il rispetto di  una  distanza  di  sicurezza
interpersonale predeterminata e adeguata a  prevenire  o  ridurre  il
rischio di contagio; 
        v)   limitazione   o   sospensione   delle    attivita'    di
somministrazione al  pubblico  di  bevande  e  alimenti,  nonche'  di
consumo sul posto di alimenti e bevande, compresi bar e ristoranti; 
        z) limitazione o sospensione di altre attivita'  d'impresa  o
professionali,  anche  ove  comportanti  l'esercizio   di   pubbliche
funzioni, nonche' di lavoro autonomo, con possibilita' di  esclusione
dei servizi di pubblica necessita' previa assunzione di protocolli di
sicurezza anti-contagio e, laddove non sia  possibile  rispettare  la
distanza di sicurezza  interpersonale  predeterminata  e  adeguata  a
prevenire o ridurre il rischio di contagio come principale misura  di
contenimento,  con  adozione  di  adeguati  strumenti  di  protezione
individuale; 
        aa) limitazione  allo  svolgimento  di  fiere  e  mercati,  a
eccezione di quelli necessari per  assicurare  la  reperibilita'  dei
generi agricoli, alimentari e di prima necessita'; 
        bb) specifici divieti o limitazioni  per  gli  accompagnatori
dei pazienti nelle  sale  di  attesa  dei  dipartimenti  emergenze  e
accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS); 
        cc)  limitazione  dell'accesso  di  parenti  e  visitatori  a
strutture  di  ospitalita'  e  lungo  degenza,  residenze   sanitarie
assistite  (RSA),  hospice,  strutture  riabilitative   e   strutture
residenziali  per  anziani,  autosufficienti  e  non,  nonche'   agli
istituti penitenziari ed istituti penitenziari per minorenni; 
        dd) obblighi di comunicazione al servizio sanitario nazionale
nei confronti di coloro che sono transitati e hanno sostato in zone a
rischio epidemiologico come identificate dall'Organizzazione mondiale
della sanita' o dal Ministro della salute; 
        ee) adozione di  misure  di  informazione  e  di  prevenzione
rispetto al rischio epidemiologico; 
        ff) predisposizione di modalita' di lavoro  agile,  anche  in
deroga alla disciplina vigente; 
        gg) previsione che le attivita' consentite si svolgano previa
assunzione da parte del titolare o del gestore  di  misure  idonee  a
evitare assembramenti di  persone,  con  obbligo  di  predisporre  le
condizioni per garantire il  rispetto  della  distanza  di  sicurezza
interpersonale predeterminata e adeguata a  prevenire  o  ridurre  il
rischio di contagio; per i servizi di  pubblica  necessita',  laddove
non sia possibile rispettare tale distanza interpersonale, previsione
di protocolli di sicurezza anti-contagio, con adozione  di  strumenti
di protezione individuale; 
        hh) eventuale previsione di esclusioni dalle limitazioni alle
attivita' economiche di cui al presente comma, con verifica caso  per
caso affidata a autorita' pubbliche specificamente individuate. 
        3. Eccepisce inoltre il mancato rispetto dell'art.  16  della
Costituzione in quanto le  limitazioni  previste  dallo  stesso,  pur
riguardando motivi di sanita' o di sicurezza, non possono  consentire
il divieto di libera circolazione e soggiorno in tutto il  territorio
nazionale, ma solamente in luoghi particolari in cui  vi  e'  rischio
per Ia sanita' pubblica. 
        4. Deve inoltre ravvisarsi  nella  fattispecie  in  esame  la
violazione dell'art. 2 della Costituzione essendo violato il  diritto
alla liberta'  dell'uomo  sia  corno  singolo  che  nelle  formazioni
sociali ove svolge la sua personalita'. 
        5.  Deve  ravvisarsi  la   violazione   dell'art.   4   della
Costituzione in quanto le norme adottate violano il diritto al lavoro
impedendo di fatto al soggetto  di  espletare  la  propria  attivita'
lavorativa costringendolo nelle proprie abitazioni. 
    Tutte queste questioni appaiono rilevanti ai fini della decisione
del presente Giudizio e non manifestamente infondate;  appare  quindi
che per le disposizioni normative sopra indicate  vi  sia  dubbio  di
legittimita' costituzionale in quanto violate le  disposizioni  della
Costituzione sopra indicate; art. 2, 4, 13, 16, 77 e 78. 
 
                                P.T.M. 
 
    Dispone in via incidentale la sospensione del presente processo e
chiede  che  la  Corte  Costituzionale  voglia  decidere   circa   la
conformita' alla Carta Costituzionale  delle  norme  di  legge  sopra
indicate;   in   particolare   voglia   dichiarare   l'illegittimita'
costituzionale della delibera del 31/01/2020 adottata  dal  Consiglio
dei Ministri  nella  parte  in  cui  viene  dichiarato  lo  stato  di
emergenza   per   rischio    sanitario    nonche'    l'illegittimita'
costituzionale del D.L. n. 19 del 25/03/2020 nella parte  in  cui  al
co. 2° dell'art. 1 prevede la limitazione  della  circolazione  delle
persone ed alla possibilita' di allontanarsi dalla propria residenza,
domicilio o dimora se non per spostamenti  individuali  limitati  del
tempo e nello spazio motivati da esigenze lavorative,  da  situazioni
di necessita' od urgenza, motivi di  salute  o  da  altre  specifiche
ragioni oltre a tutte le restanti parti di tale  comma  che  comunque
limitino   anche   indirettamente   Ia   liberta'   personale   degli
individui... 
    Dispone  l'immediata   trasmissione   degli   atti   alla   Corte
Costituzionale. 
    Ordina che a cura della Cancelleria  l'ordinanza  sia  notificata
alle parti, al Presidente del Consiglio dei Ministri,  ai  Presidenti
delle due Camere del Parlamento con trasmissione dell'ordinanza  alla
Corte insieme agli atti e con la prova delle notifiche di cui sopra. 
    L'ordinanza dovra' essere rimessa alla  Corte  con  gli  atti  di
causa  dopo  che  la  Cancelleria  abbia  notificato   e   comunicato
l'ordinanza a tutti i soggetti di cui  all'art.  23  della  L.  87/53
sopra indicati. 
    Ordina  che  una  volta  effettuate   le   notificazioni   e   le
Comunicazioni di cui sopra la Cancelleria trasmetta l'ordinanza ed il
fascicolo processuale alla Cancelleria della Corte Costituzionale con
la prova delle avvenute notifiche e comunicazioni. 
        Fano il 24 maggio 2021 
 
                Il Giudice onorario di pace: Tajariol