PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - IL MINISTRO PER LA PROTEZIONE CIVILE E LE POLITICHE DEL MARE

COMUNICATO

Nota di presentazione del Piano del mare (23A05759) 
(GU n.248 del 23-10-2023 - Suppl. Ordinario n. 36)

 
 
    Si riporta la nota del Ministro per la  protezione  civile  e  le
politiche  del  mare,  Nello  Musumeci,   presidente   del   Comitato
interministeriale per le politiche del mare, con  cui  si  ripercorre
l'iter di approvazione del Piano del mare,  si  illustrano  le  linee
direttrici  alla  base  del  medesimo  Piano  e  si  definiscono  gli
obiettivi di interesse generale rilevanti per garantire il necessario
supporto al comparto marittimo nazionale. 
    1. Al fine di elaborare  per  l'Italia  un  indirizzo  strategico
unitario nell'ambito della politica marittima nazionale,  il  Governo
ha deciso di dotarsi, per la prima volta, di  un  «Piano  del  mare»,
strumento essenziale per garantire uno sviluppo  sostenibile  ed  una
visione  olistica  ed  omogenea  in  tutte   le   filiere   marittime
costituenti  un  elemento  fondamentale  della   crescita   economica
italiana. 
    In particolare, con il decreto-legge 11 novembre  2022,  n.  173,
convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022 n. 204,  e'
stato istituito presso la Presidenza del Consiglio  dei  Ministri  il
Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), con  il
compito di assicurare, ferme restando  le  competenze  delle  singole
amministrazioni, la definizione e il  coordinamento  degli  indirizzi
strategici delle politiche del mare. 
    Il Comitato e' presieduto dal Ministro per la Protezione civile e
le Politiche del mare,  a  tale  fine  delegato  dal  Presidente  del
Consiglio dei Ministri, ed e' composto dai Ministri: per  gli  Affari
europei, il Sud, le Politiche di coesione e  il  Pnrr;  degli  Affari
esteri   e   della   Cooperazione   internazionale;   della   Difesa;
dell'Economia e delle finanze; delle Imprese e  del  made  in  Italy;
dell'Agricoltura,  della  Sovranita'  alimentare  e  delle   Foreste;
dell'Ambiente e della Sicurezza energetica;  delle  Infrastrutture  e
dei trasporti; della Cultura; del Turismo; per gli Affari regionali e
le autonomie. 
    Il Comitato,  supportato  dalla  Struttura  di  missione  per  le
Politiche del mare - istituita presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri  e  composta,  altresi',  da  dieci  qualificati  esperti  -
provvede, con cadenza triennale, alla elaborazione e approvazione del
«Piano del mare», in tale modo  definendo  gli  indirizzi  strategici
componenti la politica marittima nazionale. 
    Il  Piano  costituisce   riferimento   per   gli   strumenti   di
pianificazione di settore, a conferma di come l'azione  istituzionale
delle singole Amministrazioni debba tenere conto ed essere  orientata
alla luce delle finalita' e degli obiettivi unitariamente definiti in
sede di pianificazione governativa. 
    Soltanto  il  massimo  impegno  profuso  da  tutti   i   soggetti
istituzionali interessati ha permesso di  pervenire  all'approvazione
del «Piano del  mare»  in  meno  di  un  anno  dall'insediamento  del
Governo, nonostante il disposto positivo - proprio in  ragione  della
vastita' e complessita' del lavoro da svolgere  -  non  prevedesse  a
tali fini un preciso termine da rispettare. 
    2. In particolare, il  29  marzo  2023  si  e'  tenuta  la  prima
riunione  del  Cipom  nella  quale  il  Presidente  ha  tra   l'altro
evidenziato l'importanza di un'azione il piu' inclusiva possibile che
desse voce a tutti i portatori  d'interessi  e  alle  Amministrazioni
facenti parte del Comitato. 
    A tal fine, la Struttura di missione per le Politiche del mare ha
organizzato  dieci   audizioni   tematiche,   per   acquisire   dagli
stakeholder in ambito marittimo gli  elementi  informativi  necessari
alla individuazione  di  eventuali  criticita'  e,  conseguentemente,
elaborare possibili soluzioni per un rilancio complessivo della  blue
economy nazionale. 
    A  tali  incontri  hanno  preso  parte  portatori  di  interessi,
rappresentanti delle Amministrazioni interessate e Centri di ricerca.
In particolare,  sono  state  svolte  ottantatre  audizioni,  con  la
partecipazione   di   oltre   190   stakeholder   e    l'acquisizione
di centotrentanove  contributi  presentati  dai   diversi   portatori
d'interesse. Se al numero delle singole audizioni si aggiungono anche
i contributi ricevuti in sola forma scritta e si conteggiano anche  i
soggetti intervenuti alle dieci audizioni tematiche come uditori,  il
totale degli intervenuti sale a trecentoquarantadue. 
    Terminate  le  audizioni  degli  stakeholder,  si  e'  provveduto
all'elaborazione della prima bozza di «Piano del mare». 
    A seguire, il 28  giugno  2023  e'  stata  convocata  la  seconda
riunione del Cipom, al fine di illustrare l'andamento dei  lavori  di
redazione del Piano e la necessita'  di  un  continuo  coinvolgimento
delle  Amministrazioni  interessate  per  eventuali  osservazioni   e
proposte emendative o  integrative.  Il  5  luglio  2023  sono  stati
convocati,  per  un  ulteriore  confronto,  i  vertici  della  Marina
Militare, del Corpo delle Capitanerie  di  porto,  della  Guardia  di
Finanza e delle Agenzie del Demanio e delle Dogane. 
    Infine, il 31 luglio 2023 il «Piano del mare» e' stato  approvato
dal Cipom all'unanimita'. 
    3. Il «Piano del Mare» si sviluppa intorno a  sedici  direttrici,
riguardanti gli spazi  marittimi,  le  rotte  commerciali,  i  porti,
l'energia   proveniente   dal   mare,   la   transizione    ecologica
dell'industria del mare, la pesca e l'acquacoltura, la cantieristica,
l'industria armatoriale, il lavoro marittimo, la conservazione  degli
ecosistemi e le aree marine protette, la dimensione  subacquea  e  le
risorse geologiche dei fondali, il  sistema  delle  isole  minori,  i
turismi e sport del mare, i cambiamenti  climatici,  la  cooperazione
europea e internazionale e la sicurezza. 
    Cio' che emerge con forza e' l'esigenza di raccordare  tali  temi
in maniera armoniosa, con una visione unitaria e onnicomprensiva tesa
alla valorizzazione della "risorsa mare". 
    Il mare rappresenta, infatti, una delle piu' importanti fonti  di
crescita economica  e  di  prosperita'  per  l'Italia  e  per  Unione
europea. La nostra Nazione, circondata da piu' di 7.500 chilometri di
coste (di cui 3.850 insulari) e da circa 155.000 chilometri  quadrati
di  acque  marittime  territoriali,  puo'   vantare   una   posizione
strategica nel Mare Mediterraneo e, piu' in generale, nell'ambito del
c.d. «Mediterraneo allargato». 
    L'Italia vanta la quinta  flotta  di  bandiera  tra  le  maggiori
economie appartenenti al G20,  la  leadership  mondiale  nel  settore
delle navi traghetto, per lo piu' impiegate nel cabotaggio marittimo,
e la quinta flotta di navi cisterna per il trasporto di  idrocarburi.
Il  57%  delle  nostre  importazioni  e  il  44%   dell'esportazioni,
corrispondenti  a  circa  480  milioni   di   tonnellate   di   merci
trasportate,  transitano  via  mare.  Un  altro  primato   rilevante,
connesso alla intrinseca  marittimita'  del  nostro  Paese,  riguarda
l'industria cantieristica, sia per il settore  crociere  che  per  il
diporto, nonche' il traffico di navi passeggeri.  Inoltre  la  pesca,
diffusa lungo tutte le coste italiane, riveste un  ruolo  sociale  ed
ambientale di primo piano e, unitamente all'acquacoltura, pesa  nelle
politiche alimentari della Nazione. 
    La rilevanza della blue economy e' stata  evidenziata  sin  dalle
pagine introduttive del «Piano del mare», in cui sono stati riportati
anche  alcuni  prospetti  sul  livello  occupazionale  e  sul  valore
aggiunto della blue economy italiana. 
    Nello specifico, un primo prospetto, avente come  fonte  Eurostat
con dati riferiti al 2020, pone l'Italia in terza posizione in ambito
europeo in termini di  occupazione  e  valore  aggiunto;  un  secondo
prospetto, avente come fonte l'«XI Rapporto  nazionale  sull'economia
del mare» elaborato dal Centro studi tagliacarne con dati riferiti al
2021 - riguardante anche le componenti indirette della  blue  economy
italiana e, quindi, con un perimetro di indagine  indubbiamente  piu'
ampio - segnala, tra l'altro, un valore  aggiunto  prodotto  di  52,4
miliardi di euro e un numero di 913.960 occupati. 
    Pur considerando eventuali varianti  derivanti  dai  noti  eventi
pandemici  e  dalle   conseguenti   forti   spinte   inflazionistiche
dell'ultimo biennio,  tali  prospetti,  contenenti  gli  ultimi  dati
disponibili in ordine  temporale  -  maggiormente  prossimi  rispetto
all'approvazione del Piano - manifestano, nell'ambito  dell'attivita'
di  analisi  condotta,  come  la  blue  economy  abbia   un'incidenza
considerevole sia nell'economia italiana sia in quella europea. 
    Una tale conclusione, del resto, e' confermata anche dalla  serie
storica desumibile dai dati statistici Eurostat, che,  pure  rilevati
sulla base di metodologia e perimetri diversi  con  definizioni  piu'
restrittive, da un lato,  mantengono  l'Italia  al  terzo  posto  nel
posizionamento dei  Paesi  UE  per  occupazione  e  valore  aggiunto,
dall'altro, per  il  periodo  2019-2020,  riportano  dati  di  valore
aggiunto e di occupazione di assoluto rilievo (cfr.  valore  aggiunto
di 24,8 miliardi di euro per il 2019 e di 14,8 miliardi di  euro  per
il 2020, nonche' numero di occupati di  541.490  per  il  2019  e  di
429.174 per il 2020). 
    4. Una volta definite attraverso il «Piano  del  Mare»  le  linee
direttrici   della   politica   governativa   nazionale,   occorrera'
sviluppare azioni con esse coerenti volte a: 
      snellire la burocrazia, semplificando i rapporti  tra  imprese,
territori e P.a., riducendo il numero  di  passaggi  e  i  tempi  per
compierli,  attraverso  la  messa  a  sistema   degli   interlocutori
istituzionali; 
      adottare normative chiare e politiche fiscali certe, al fine di
rendere piu' competitive le filiere del mare; 
      internazionalizzare, promuovere  e  comunicare  l'economia  del
mare made in Italy; 
      digitalizzare  l'intero  settore   marittimo,   cui   conferire
maggiore competitivita' e  appetibilita'  a  livello  internazionale,
colmando il gap di interconnessione nazionale  attraverso  l'adozione
di un'unica banca dati per semplificare e  velocizzare  le  procedure
autorizzative; 
      rafforzare    quantitativamente    e    qualitativamente     la
rappresentanza della  marittimita'  italiana  nell'Unione  Europea  e
nelle sedi internazionali preposte; 
      allineare  la  normativa  del  settore   marittimo   a   quella
dell'Unione Europea, evitando  di  adottare  norme  piu'  restrittive
soltanto per l'Italia; 
      inquadrare in maniera trasversale il tema della formazione  del
personale marittimo e del  mantenimento  delle  relative  qualifiche,
realizzando le esigenze di semplificazione e di competitivita'; 
      attuare politiche  ambientali  orientate  alla  sostenibilita',
nelle dimensioni  ecologica,  economica,  sociale  e  giuridica,  che
coinvolgano nel processo le attivita' produttive; 
      favorire e sostenere network e cluster nazionali di  tutti  gli
utenti del mare, partendo da quelli istituzionalmente riconosciuti  a
livello  nazionale  ed  europeo,  anche  attraverso   nuovi   sistemi
tecnologici  innovativi,  che  possano  rafforzare   e   maggiormente
qualificare l'offerta marittima italiana sia a livello nazionale  che
internazionale; 
      facilitare le sinergie  tra  istituzioni,  territori,  imprese,
associazioni, autorita' civili, autorita' militari  e  cittadini  che
operano sul e per il mare; 
      affrontare in maniera innovativa la questione del dragaggio dei
porti e dei loro accessi; 
      incentivare la  transizione  energetica,  attraverso  un'azione
dello Stato consapevole e determinata; 
      sostenere l'innovazione tecnologica, mettendo insieme il  mondo
delle  imprese  e  il  mondo   della   ricerca,   alla   base   della
competitivita' delle nostre imprese marittime; 
      migliorare l'efficienza e l'efficacia  dell'azione  complessiva
dello Stato sul mare. 
      promuovere, a  cominciare  dalla  scuola  primaria,  una  nuova
cultura del mare. 
    L'attuazione degli indirizzi strategici definiti nel Piano, oltre
a comportare investimenti  economici,  necessitera'  dell'impegno  di
tutti i soggetti interessati, sia pubblici (mediante il coordinamento
del Cipom) che privati. 
    Soltanto  attraverso  una  tale  sinergia  di  contributi   sara'
possibile garantire il  necessario  supporto  all'economia  marittima
nazionale, generando un ritorno complessivo  migliore  per  tutto  il
«Sistema Italia», nell'ottica di una  rinnovata  autonomia  marittima
strategica nazionale.