ENTE AUTONOMO DEL FLUMENDOSA '

(GU Parte Seconda n.178 del 31-7-1999)

 
      Ai sensi dell'art. 14-quater comma 2 della legge 7 agosto n. 241  
 introdotto con l'art. 17 comma 7 della legge 15 maggio 1997 n. 127,  
 si comunica che con decreto congiunto n. DEC/VIA/3734 del 18 maggio  
 1999 il Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro per i Beni  
 e le Attivita' Culturali ha espresso 'giudizio positivo circa la  
 compatibilita' ambientale del progetto relativo alla diga di Monte  
 Perdosu'. Di seguito viene riportato il testo integrale di detto  
 decreto. 'Il Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro per i  
 Beni e le attivita' culturali - visto l'art. 6, comma 2 e seguenti,  
 delle legge 8 luglio 1986 n. 349; visto il decreto del Presidente del  
 Consiglio dei ministri del 10 agosto 1988, n. 377; visto il decreto  
 del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 dicembre 1988,  
 concerne 'Norme tecniche per redazione degli studi di impatto  
 ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilita' di cui  
 all'art. 6 della legge 8 lulgio 1986, n. 349, adottate ai sensi  
 dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del  
 10 agosto 1988, n. 377'; visto l'art. 18, comma 5, della legge 11  
 marzo 1988, n. 67; il decreto del Presidente del Consiglio dei  
 ministri del 2 febbraio 1989 costitutivo della Commissione per le  
 valutazioni dell'impatto ambientale e successive modifiche ed  
 integrazioni; il decreto del Ministro dell'Ambiente del 13 aprile  
 1989 concernente l'organizzazione ed il funzionamento delle predetta  
 Commissione; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del  
 25 marzo 1997 per il rinnovo della composizione della Commissione per  
 le valutazioni dell'impatto ambientale; Vista la domanda di pronuncia  
 di compatibilita' ambientale concernente il progetto della diga di  
 Monte Perdosu, presentata da Ente Autonomo del Flumendosa con sede in  
 Cagliari via Mameli n. 88, in data 18 ottobre 1995; vista la  
 documentazione integrativa trasmessa dallo stesso Ente Autonomo del  
 Flumendosa in data 25 febbraio 1988; vista la nuova pubblicazione  
 effettuata in data 29 maggio 1998; vista la nota n. 21529 della  
 Regione Sardegna del 17 luglio 1998, pervenuta il 30 luglio 1998, con  
 cui si esprime un parere favorevole; vista la nota n. 6913 del  
 Ministro per i Beni e le attivita' Culturali del 23 marzo 1999,  
 pervenuta in data 24 marzo 1999, con cui si esprime un parere  
 favorevole; visto il parere n. 293 formulato in data 18 febbraio 1999  
 dalla Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale, a  
 seguito dell'istruttoria sul progetto presentato dall'Ente Autonomo  
 Flumendosa; considerato che in detto parere la Commissione ha preso  
 atto che la documentazione tecnica trasmessa consiste in un progetto  
 riguardante: la realizzazione di una diga a gravita' massiccia in  
 calcestruzzo con le seguenti caratteristiche: altezza massima 63,0  
 metri, quota minima di fondazione 13,0 metri sul mare, quota massima  
 al coronamento 76,0 metri sul mare, lunghezza del coronamento 270,0  
 metri, volume di 260.000 metri cubi; le opere connesse: riguardano la  
 realizzazione di una traversa di derivazione sul Rio di Quirra e la  
 condotta di collegamento a M. Perdosu, il collegamento alla Piana  
 della Foce del Fulmendosa, il collegamento alla piana di S. Priamo e  
 Castiadas, le traverse sul Rio Picocca a M. Acuto e sul Rio Corr'e  
 Pruma a Tuerra, un impianto di potabilizzazione, le infrastrutture di  
 distribuzione e utilizzazione delle risorse nel Gerrei e nel Sarrabus  
 ed una variante stradale; osservato che: lo studio del sistema  
 idraulico del Basso Flumendosa e' stato condotto analizzando dodici  
 alternative possibili, studiate a livello di massima, esaminando i  
 sistemi integrati necessari al reperimento delle risorse ed al  
 soddisfacimento dei diversi fabbisogni idrici; la soluzione prescelta  
 e' quella che, attraverso l'analisi dei singoli interventi, delle  
 risorse interessate e degli ecosistemi coinvolti, consente di  
 prevedere l'impatto minore tra tutte quelle esaminate; il progetto si  
 prefigge l'obiettivo di: assegnare delle risorse allo schema  
 idropotabile della costa sud Orientale della Sardegna che allo stato  
 attuale e' alimentato in modo inadeguato anche in relazione alla  
 vocazione turistica del territorio; alimentare tutte le utenze del  
 Sarrabus che attualmente prelevano la risorsa dalla falda, tentando  
 di risolvere il fenomeno dell'intrusione salina che rischia di  
 compromettere la sopravvivenza dell'agricoltura ed il conseguente  
 degrado del suolo; trasferire la risorsa anche alle utenze del  
 Campidano; il Nuovo Piano regolatore generale degli acquedotti,  
 adottato dalla giunta regionale con decreto interassessoriale n. 56  
 del 23 settembre 1984, e' l'unico strumento di pianificazione delle  
 risorse idriche ad uso civile ed individua gli schemi idrici per il  
 soddifacimento dei fabbisogni civili per tutti i centri abitati della  
 Sardegna con orizzonte temporale al 2031; la diga di Monte Perdosu e'  
 prevista dal Piano Regolatore Generale degli acquedotti come risorsa  
 fondamentale per gli schemi n. 46 e n. 39; con decreto del Presidente  
 del Consiglio dei ministri del 28 giugno 1995 e' stato dichiarato lo  
 stato di emergenza idrica nell'isola e sono gia' stati finanziati una  
 serie di interventi volti a fronteggiare la carenza di risorsa;  
 l'intervento in esame, e' inserito nel programma di opere ed  
 interventi per fronteggiare l'emergenza idrica in Sardegna; sono  
 stati stimati i fabbisogni e la variazione dei fabbisogni per diversi  
 orizzonti temporali (1997, 2000, 2003 e 2010); prendendo in esame il  
 programma di interventi previsti, e' stata fatta una precisa  
 valutazione delle disponibilita' e della variazione di disponibilita'  
 per gli stessi orizzonti temporali; nell'anno 2010 la disponibilita'  
 di risorsa, con la realizzazione degli interventi in programma,  
 potrebbe quasi bilanciare i fabbisogni; si avrebbe infatti un deficit  
 di solo 27 Mm3; a fronte dell'attuale deficit di 222 Mm3, -  
 relativamente al reperimento ed alla gestione della risorsa idrica;  
 l'analisi degli eventi idrologici degli ultimi decenni nell'ambito  
 dei processi meteorologici dell'intero Mediterraneo indica nella  
 Sardegna l'area geografica maggiormente interessata dalle modifiche  
 climatologiche; per l'elevato deficit idrico (negli ultimi nove anni  
 la media dei deflussi si e' ridotta del 48% rispetto alla media di  
 lungo periodo), il contributo, dell'invaso a Monte Perdosu e delle  
 traverse allacciate e' indispensabile per rendere efficace il  
 potenziamento dell'alimentazione idrica della Sardegna Meridionale,  
 cosi' come previsto dal programma per l'emergenza idrica; in alcune  
 aree il sistema di approvigionamento idrico regionale, a causa della  
 riduzione dei deflussi, e' attualmente sovradimensionato rispetto  
 alle reali potenzialita' di distribuzione; risulta pertanto  
 necessario intervenire sul reperimento di nuove risorse, sia per  
 consentire un ulteriore sviluppo della domanda sia per cercare di  
 soddisfare le domande gia' attivate con le infrastrutture di  
 utilizzazione esistenti; le risorse del Basso Flumendosa e delle  
 traverse allacciate sono le risorse piu' rilevanti e piu' prossime al  
 baricentro dei maggiori consumi idrici della Regione e possono essere  
 immediatamente utilizzate dall'utenza senza ulteriori significativi  
 interventi nel settore dell'adduzione e della distribuzione; il  
 progetto in esame consente di ridurre il deficit della Sardegna  
 meridionale incrementando l'alimentazione idropotabile, quella  
 agricola e quella industriale; considerato che: relativamente al  
 problema della intrusione salina nella falda costiera ed alla  
 laminazione delle piene, la realizzazione degli interventi previsti  
 consentirebbe un ricorso minore agli acquiferi costieri e favorirebbe  
 la riduzione del processo di intrusione saline nelle falde di  
 Muravera, S. Vito e Villaputuzu alla foce del Flumendosa; infatti  
 l'eccessivo ed incontrollato sfruttamento degli acquiferi praticato  
 dagli agricoltori per l'irrigazione nel Sarrabus e nel Gerrei e'  
 stato individuato come la causa diretta e determinante della  
 progressiva intrusione salina negli acquiferi stessi; la diga inoltre  
 potrebbe assolvere nel periodo delle piene ricorrenti piu' rilevanti  
 (mesi di ottobre e novembre) alla funzione di laminazione delle  
 portate di piena rendendo disposibile a questo scopo almeno due terzi  
 dell'intera capacita' di invaso del serbatoio; relativamente al  
 programma di monitoraggio, e' previsto un monitoraggio dei parametri  
 afferenti alla geologia, alla pedologia, alla qualita' della acque,  
 alla vegetazione, alla fauna, alle strutture insediative ed alle  
 dimensioni sociali e di comunita', articolato in tre fasi e  
 supportato da un 'Programma di conoscenza', che consentira' di  
 rappresentare le dimensioni qualitative e quantitative delle  
 dinamiche indotte dalla realizzazione degli interventi; sulla scorta  
 delle informazioni acquisite sara' possibile individuare modalita' di  
 gestione della risorsa tali da minizzare eventuali caratteristiche  
 negative delle acque e da garantire, attraverso la quantificazione  
 del rilascio, il mantenimento della qualita' ecologica dei corsi  
 d'acqua; anche lo studio del fenomeno dell'intrusione salina sara'  
 effettuato attraverso un monitoraggio della falda costiera che  
 interessera' sia le acque superficiali sia quelle profonde,  
 comprendendo anche le correnti di marea; valutato che: la  
 programmazione delle risorse idriche in Sardegna si basa sulla  
 considerazione che le acque superficiali rappresentano l'unica  
 risorsa affidabile e che per poter ridurre le carenze idriche occorre  
 creare nuovi invasi con capacita' di regolamento; tale impostazione  
 e' supportata da una pianificazione mirata di tutti gli interventi,  
 da una stima precisa dei fabbisogni, anche per il lungo periodo e,  
 soprattutto, da una loro puntuale localizzazione; l'attuale carenza  
 di risorsa, che comporta l'impossibilita' di soddisfare in modo  
 efficace le utenze idropotabili, ha determinato, soprattutto nel  
 Campidano, la perdita di colture ad alto reddito; il 'Programma di  
 conoscenza' e di monitoraggio da attivare favorira' una maggiore  
 comprensione dei fenomeni in atto e di quelli indotti dagli  
 interventi previsti; la realizzazione dello sbarramento e delle opere  
 connesse, supportata dal citato 'Programma di conoscenza', consente  
 di ipotizzare un migliore funzionamento del sistema degli stagni  
 costieri grazie alla possibilita' di studiare una regolazione nel  
 tempo degli apporti idrici; allo stesso modo, il livello elevato di  
 intrusione salina riscontrato nelle falde costiere puo' essere  
 affrontato solo attraverso un sistema di gestione della risorsa  
 idrica conseguente alla realizzazione della diga (la costruzione  
 dello sbarramento senza una mirata gestione della risorsa  
 comporterebbe la riduzione della ricarica naturale degli acquiferi di  
 valle); la realizzazione delle opere non determinera' una erosione  
 della costa a causa della diminuzione di trasporto solido in quanto  
 in Sardegna la dinamica dei litorali e' da ricondurre piu' alla  
 variazione del regime dei venti e delle piogge e dell'innalzamento  
 generale del livello del mare che alle mofidiche indotte dagli  
 apporti fluviali; la definizione del deflusso minimo vitale a valle  
 della diga e delle traverse, non risolto all'interno dello studio di  
 impatto ambientale, puo' essere rimandato ad una fase successiva,  
 quando l'acquisizione di tuti i dati relativi alla ricarica della  
 acquiferi costieri, alla regolazione degli apporti idrici ed al  
 rilevamento dei biotopi e delle biocenosi che dipendono direttamente  
 o indirettamente dal tipo e dalle dimensioni del corso d'acque,  
 consentira' di individuare per tutti i fiumi interessati  
 dall'intervento i rilasci ottimali; la realizzazione delle nuove  
 opere causera' impatti rilevanti sull'assetto del territorio e  
 sull'ecosistema fluviale, determinera' una sottrazione di suolo  
 agricolo ad elevata fertilita' e la trasformazione di un sistema  
 fluviale in un sistema lacuale con relativa modifica delle biocenosi  
 interessate; in particolare dopo la costruzione del serbatoio di  
 Monte Perdosu si verifichera' un aumento delle specie di vertebrati e  
 invertebrati legati alla presenza dell'acqua dolce e una diminuzione  
 delle specie terrestri; a valle dello sbaramento saranno favorite le  
 specie faunistiche legate agli habitat semi aridi dei greti fluviali  
 e alle acque salmastre salate, anche nell'area direttamente  
 interessata dalle traverse e' prevedibile un aumento delle specie  
 faunistiche legate all'ambiente di acque dolci mentre a valle, in  
 conseguenza della riduzione del trasporto solido e della minore  
 portata di acque continentali, e' possibile un aumento delle  
 comunita' biotiche dipendenti da suoli e acque salmastre salate; la  
 diga determinera' un impatto paesaggistico circoscritto mentre il  
 lago artificiale, estendendosi per circa 16 km e sommergendo la quota  
 di massimo invavo, 624 ha, modifichera' i caratteri dell'area;  
 l'escursione del pelo libero dell'acqua risulta tuttavia ridotta per  
 la morfologia dei luoghi e la fascia arida e' ristretta e presente in  
 un limitato periodo dell'anno; la realizzazione della diga causera'  
 la sommersione del Nuraghe Currubia che comunque sara' oggetto di  
 interventi di consolidamento finalizzati alla sua conservazione;  
 l'installazione del cantiere determina un impatto concentrato e non  
 rilevante; infatti l'area individuata e' ubicata nella zona destinata  
 ad essere invasata, al di sotto della quota minima di regolazione;  
 all'interno del programma di difesa idrogeologica sono gia' in fase  
 di realizzazione, da parte dell'Ente Flumendosa, interventi che  
 riguardano la rinaturalizzazione dell'alveo del Flumendosa mediante  
 progetti di ingegneria naturalistica, il ripristino dell'integrita'  
 dell'arginatura nei tratti erosi e la realizzazione della rete di  
 dreno complementare alla sistemazione idraulica del fiume, studi dei  
 biotopi presenti nel tratto vallivo del fiume finalizzati alla  
 realizzazione delle misure di salvaguardia, la realizzazione di  
 percosi e punti di osservazione della fauna e l'attuazione di un  
 sistema di gestione, manutenzione e salvaguardia dell'ecosistema  
 dell'estuario del Flumendosa; sono altresi' previsti interventi di  
 compensazione socio-economica connessi alla realizzazione dell'invaso  
 che sono stati oggetto di trattative e di accordi con gli enti  
 locali; vengono anche individuate le opere di compensazione,  
 considerate prioritarie nei confronti del piu' generale assetto del  
 territorio, per le quali sono gia' stati redatti i progetti di  
 massima; Considerato che in conclusione la Commissione per le  
 valutazioni dell'impatto ambiente ha espresso parere positivo con  
 prescrizioni in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera  
 proposta; Considerata la nota della Regione Sardegna del 17 luglio  
 1998, pervenuta il 30 luglio 1998, con cui si esprime un parere  
 positivo a condizione che si ottemperi alla seguente prescrizione:  
 'per quanto di competenza, ai sensi dell'art. 6, comma 4, della legge  
 349/1986, si ritiene di poter esprimere parere favorevole alla  
 realizzazione, sul fiume Flumendosa, del serbatoio di Monte Perdosu e  
 delle traverse allacciate (rio Quirra-rio Picocca-rio Corr'e Pruna)  
 nonche' delle infrastrutture di distribuzione e di utilizzazione  
 delle risorse idriche nel Gerrei, nel Sarrabus e nel basso Campidano,  
 a condizione che vengano garantire, nell'ambito complessivo  
 dell'intervento proposto, le prescrizioni previste nelle tre fasi di  
 studio costituenti lo Studio di Impatto Ambientale esaminato;  
 considerato il parere del Ministero per i Beni e le Attivita'  
 Culturali del 23 marzo 1999, pervenuto in data 24 marzo 1999, con cui  
 si esprime parere favorevole alla richiesta di valutazione di impatto  
 ambientale, a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:  
 'tutte le opere architettoniche, quali: diga, gallerie, condotte,  
 varianti stradali, viadotti, corpi di fabbrica per servizi, gia' in  
 fase di progettazione esecutiva, dovranno porsi come problema di  
 primaria importanza il loro ottimale inserimento paesaggistico.  
 Dovranno essere previste e poste all'esame delle autorita'  
 competenti, delle simulazioni su base cartografica, fotografica e per  
 le opere piu' importanti dei plastici in scale adeguata. In  
 particolare dovra' essere curato in tutti i suoi aspetti, prevedendo  
 anche varie alternative, il progetto per la realizzazione dei  
 viadotti, il tratto di strada posto fra essi ed il tratto fino al  
 raccordo con la strada esistente S.S. 387. L'alta sensibilita'  
 paesaggistico-ambientale dell'area in cui si deve operare dovra'  
 prevedere, da parte dell'ente proponente, una particolare attenzione  
 nella conduzione dei lavori da esplicarsi costantemente nell'arco  
 dell'intera durata degli stessi. Dovranno essere realizzati tutti gli  
 interventi atti ad integrare in modo corretto le opere nel contesto  
 paesaggistico-ambientale mediante un opportuno utilizzo della  
 componente vegetale gia' in fase di avvio del cantiere e si dovra'  
 procedere ad una quanto mai ponderata esecuzione dei lavori; la  
 valorizzazione del sisto del Nuraghe Corrulia e' da escludersi sia  
 per il degrado del monumento, sia perche' risulta inserito in un'area  
 gia' compromessa dai lavori agricoli e dalla presenza di un'azienda  
 di allevamento di bestiame. L'integrita' fisica del manufatto  
 andrebbe comunque tutelata con opere di consolidamento idonee a  
 garantire la conservazione una volta sommerso; per tutelare il  
 complesso monumentale di Siliqua (Ballao), in data 6 luglio 1995  
 prot. 4381, e' stata inoltrata all'Ufficio Centrale BB.A.A.A.S.  
 pratica di vincolo archeologico. L'area archeologica verra' lambita,  
 solo nella parte sud-orientale del villaggio nuragico, dalle acque  
 dell'invaso, pertanto in tale settore si ritiene opportuno procedere  
 a preliminari saggi di scavo per recupero dei dati scientifici.  
 Concludendo, il progetto potrebbe essere approvato a condizione che  
 l'E.A.F. finanzi: 1) progetto di restauro e consolidamento del  
 Nuraghe Corrulia di Villasalto; 2) scavo archeologico e successivo  
 consolidamento del villaggio nuragico Siliqua di Ballao; come opera  
 di mitigazione e compensazione degli impatti si potrebbe inoltre  
 proporre all'E.A.F. di concedere al Comune di Ballao un finanziamento  
 per l'acquisto dell'area del nuraghe Siliqua, la sistemazione della  
 viabilita' e degli accessi, lo scavo e il restauro del complesso  
 monumentale; tutti gli interventi di mitigazione e compensazione  
 previsti dovranno essere presentati agli uffici interessati per le  
 autorizzazioni di competenza gia' in fase di progetto definitivo.  
 L'esame in tale fase progettuale consentira' di impartire tutte le  
 prescrizioni che si dovessero rendere necessarie per una ottimale  
 riuscita dei lavori. A dare un ulteriore valore aggiunto al complesso  
 delle opere previste potrebbe essere quella di realizzare con una  
 forma architettonica piu' innovativa i due attraversamenti del futuro  
 invaso. Questi potrebbero essere realizzati senza piloni in acqua con  
 campata unica. Piu' precisamente sono identificati nel viadotto Serra  
 Manna che corre parallelo allo sbarramento ed il successivo  
 attraversamento in direzione NW; considerata la somma messa a  
 disposizione per gli interventi di compensazione (L. 500 milioni) si  
 ritiene opportuno dividerla nel seguente modo: 1) L. 100 milioni per  
 il consolidamento del Nuraghe Corrulia (Villasalto) comprendente  
 opere di chiodatura di alcuni blocchi fuori posto, rinzeppatura con  
 pietre con malte resistenti all'acqua. Documentazione finale dei  
 lavori; 2) L. 400 milioni per la valorizzazione del complesso  
 archeologico del nuraghe Siliqua (Ballao) che sara' avviata nel  
 frattempo, d'intesa col Comune di Ballao, mediante un finanziamento  
 regionale di L. 200 milioni (legge regionale 7/1957). I lavori  
 comprenderanno lo scavo, la documentazione, il consolidamento delle  
 strutture e la sistemazione dell'area estrema in funzione della  
 fruibilita' del monumento. In riferimento al punto 5.2 della scheda  
 n. 24 pag. 49 dell'elaborato A2, si precisa che l'area archeologica,  
 allo stato attuale, non e' stata ancora oggetto di scavo; in sede di  
 progettazione definitiva, venga approfondito lo studio dell'impatto  
 visivo e percettivo delle opere connesse alla realizzazione  
 dell'invaso, mediante confronto e comparazione dei possibili effetti  
 cromatici ottenibili sia dall'impiego di additivi di colore nel  
 confezionamento del conglomerato cementizio da impiegare per la  
 realizzazione delle opere principali, sia mediante rivestimento con  
 pietra locale per le rimanenti opere, da sottoporre all'approvazione  
 della competente Soprintendenza; per la realizzazione dei viadotti  
 'Serra Manna, Nannattu e Cea de Giosso', venga ulteriormente  
 approfondita la progettazione dell'alternativa tipologica prescelta  
 dalla S.B.A.A.A.S. di Cagliari, proponendo, anche mediante  
 simulazioni dell'impatto visivo e percettivo che tengano conto della  
 curvatura dei viadotti e degli angoli visuali preferenziali, ipotesi  
 di distribuzione delle coppie di pile e delle campate da sottoporre  
 all'approvazione della S.A.A.A.S. di Cagliari per la individuazione  
 della configuazione che garantisca il minor impatto possibile; nella  
 fase esecutiva dei lavori, si assicuri un collegamento costante con  
 la Soprintendenza Archeologica, in quanto i movimenti di terra  
 previsti, potrebbero comunque evidenziare contesti archeologici fin  
 qui non conosciuti di carattere non monumentale - necropoli, ad  
 esempio - tali da richiedere conseguenti interventi di indagine  
 archeologica'; preso atto che sono pervenute istanze, osservazioni o  
 pareri da parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge  
 349/1986, per la richiesta di pronuncia sulla compatibilita'  
 ambientale dell'opera indicata, di seguito elencate: 1) Legambiente  
 Regione Sardegna; 2) Gruppo di privati cittadini del Comune di  
 Villasalto; 3) Gruppo di privati cittadini del Comune di Armungia; 4)  
 Comune di Villasalto; 5) Comunita' Montana 'Sarrabus-Gerrei'; 6)  
 Comune di Ballao; 7) Comune di San Vito; 8) Gruppo di intervento  
 giuridico; le osservazioni presentate hanno evidenziato le  
 sottoelencate tematiche: contrarieta' alla realizzazione di nuovi  
 invasi in particolar quelli sul Rio Picocca, Ollastu, Monte Nieddu,  
 Flumineddu, Temo, Terra Mala (Illorai) e S'Arcu S'Arena; si chiede la  
 realizzazione di una fascia forestale della larghezza di alcuni  
 chilometri intorno agli specchi; il ripristino ambientale degli  
 affluenti dell'Alto Flumendosa; l'intercettazione di tutti gli  
 scarichi fognari e il risanamento ambientale del bacino imbrifero;  
 accrescimento del valore ambientale della valle del Medio Flumendosa  
 in coordinamento per la realizzazione del Parco Sette Fratelli-Monte  
 Genis; si ritiene che l'intervento possa essere realizzato  
 contemporaneamente alla realizzazione di un parco fluviale con le  
 seguenti condizioni: riduzione della capacita' di invaso del 40% e  
 abbandono del progetto della diga S'Arcu S'Arena e di quella sul Rio  
 Picocca; impegno di 50 miliardi per la realizzazione del riassetto  
 del tratto vallivo fino alla foce del Flumendosa; sia attuato un  
 intervento di forestazione ambientale negli invasi gia' esistenti; le  
 aree agricole siano spostate nell'altopiano di Villasalto con  
 superficie raddoppiata e garanzia di irrigazione; sia realizzata una  
 fascia forestale della larghezza media di 2 km; sia realizzata  
 un'opera di valorizzazione delle valli laterali incise dagli  
 affluenti; agli imbocchi delle dighe siano realizzate delle piccole  
 traverse per costituire delle aree umide di transazione; siano  
 risanati i corpi idrici; siano realizzare le opere di ripristino  
 ambientale; sia garantito il soddisfacimento delle esigenze  
 idropotabili del Sarrabus; la realizzazione della diga inonderebbe i  
 terreni piu' fertili di Villasalto che basa la sua economia sui  
 terreni che verrebbero sottratti dalla realizzazione dell'opera; la  
 realizzazione del Parco dei Sette Fratelli ridurra' ancora di piu' il  
 carico di bestiame sull'intero territorio, l'allevamento e' una delle  
 fonti di sostentamento delle comunita' locali; la zona e' disseminata  
 di presenze archeologiche di inestimabile valore gia' inserite in un  
 percorso turistico che verrebbe disperso con la realizzazione della  
 diga; la diga produrrebbe un grave danno ambientale; si chiede  
 prioritariamente la tutela dei territori del Sarrabus-Gerrei dal  
 punto di vista idrico e sotto l'aspetto economico; i finanziamenti  
 non sono sufficienti per la realizzazione delle opere di  
 distribuzione; modificazione del clima dovuta all'evapotraspirazione  
 della diga; mancato approfondimento del trasporto solido, equilibrio  
 sedimentologico; salinizzazione delle falde; qualita' delle acque e  
 aspetti limnologici; sovrastima dei fabbisogni irrigui; equilibrio  
 sedimentario della foce del Flumendosa; delle sopra elencate  
 osservazioni si e' tenuto conto nel corso dell'istruttoria e nella  
 formulazione del presente parere; ritenuto di dover provvedere ai  
 sensi e per gli effetti del comma quarto dell'art. 6 della legge  
 349/1986, alla pronuncia di compatibilita' ambientale dell'opera  
 sopraindicata;  
                               Esprime                                
                                                                      
                                                                      
      giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del  
 progetto relativo alla diga di Monte Perdosu presentata dall'Ente  
 Autonomo Flumendosa con sede in via Mameli n. 88 a Cagliari in data  
 18 ottobre 1995 a condizione che si ottemperi alle seguenti  
 prescrioni:  
       a) al fine di permettere una puntuale verifica dell'efficacia e  
 tempestiva realizzazione delle opere di compensazione e mitigazione  
 previste nello studio di impatto ambientale e quantificare  
 economicamente nella stima generale delle opere contenuta nel  
 progetto di massima, il Proponente dovra' presentare alla Regione  
 Sardegna, prima dell'inizio dei lavori, una programmazione temporale  
 di detti interventi congruente con la tempistica di realizzazione  
 delle opere in progetto;  
       b) per quanto riguarda il 'Programma di conoscenza' del sistema  
 ambientale interessato dall'invaso di Monte Perdosu e previsto nel  
 'Rapporto Conclusivo' della documentazione trasmessa ad integrazione  
 dello studio di impatto ambientale, l'Ente Flumendosa dovra'  
 sottoporre a verifica di ottemperanza presso il Ministero  
 dell'Ambiente, con tempi e modalita' da concordarsi tra il Ministero  
 stesso e l'Ente Flumendosa, il progetto riguardante la fase iniziale  
 del 'Programma Operativo' per la realizzazione del sistema di  
 monitoraggio che dovra' essere completato prima dell'inizio dei  
 lavori;  
       c) i risultati delle verifiche e dei controlli sulla qualita'  
 dell'ambiente che saranno effettuati in fase di realizzazione e di  
 esercizio dovranno essere trasmessi annualmente all'Assessorato  
 Ambiente della Regione Sardegna.  
       d) data l'importanza biogeografica dell'erpetofauna sarda  
 dovranno essere realizzati piccoli specchi d'acqua permanenti, nella  
 parte terminale dell'invaso ed in corrispondenza dei corsi d'acqua  
 tributari, al fine di creare zone umide per la conservazione e  
 l'incremento della biodiversita' indipendenti dalla oscillazione del  
 pelo libero del serbatoio;  
       e) tutti gli interventi di rivegetazione, forestazione e  
 riqualificazione ambientale vanno realizzati con impiego di specie  
 autoctone e secondo i metodi e le tecniche dell'ingegneria  
 naturalistica facendo riferimento alla 'Linee guida per capitolati  
 speciali per intevento di ingegneria naturalistica ed opere a verde'  
 del Ministero dell'Ambiente;  
       f) dovra' essere approfondita la scelta del tracciato della  
 variante alla S.S. 387 al fine di un ulteriore miglioramento  
 dell'inserimento paesaggistico che minimizzi le interferenze con  
 visuali significative;  
       g) dovranno altresi' essere ottemperate tutte le prescrizioni  
 della Regione Sardegna e del Ministero per i Beni e le Attivita'  
 Culturali, non ricomprese nelle precedenti;  
 
                               Dispone                                
                                                                      
                                                                      
      che il presente provvedimento sia comunicato all'Ente Autonomo  
 Flumendosa, al Ministero dei Lavori Pubblici direzione Difesa Suolo,  
 al Servizio Nazionale Dighe ed alla Regione Sardegna, la quale  
 provvedera' a depositarlo presso l'ufficio istituito ai sensi  
 dell'art. 5, comma terzo, del decreto del Presidente del Consiglio  
 dei ministri 377 del 10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle  
 altre amministrazioni eventualmente interessate.  
 
     Roma, 18 maggio 1999  
 
                      Il Ministro dell'Ambiente:                      
                              Edo Ronchi                              
           Il Ministro per i Beni e le attivita' Culturali:           
                          Giovanna Melandri                           
     Cagliari, 21 luglio 1999  
 
                 Il presidente dell'Ente Flumendosa:                  
                     ing. Pietro Francesco Cadoni                     
                                                                      
                               C-20076                                
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