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Errata corrige
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Ai sensi dell'art. 14-quater comma 2 della legge 7 agosto n. 241 introdotto con l'art. 17 comma 7 della legge 15 maggio 1997 n. 127, si comunica che con decreto congiunto n. DEC/VIA/3734 del 18 maggio 1999 il Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro per i Beni e le Attivita' Culturali ha espresso 'giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del progetto relativo alla diga di Monte Perdosu'. Di seguito viene riportato il testo integrale di detto decreto. 'Il Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro per i Beni e le attivita' culturali - visto l'art. 6, comma 2 e seguenti, delle legge 8 luglio 1986 n. 349; visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 1988, n. 377; visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 dicembre 1988, concerne 'Norme tecniche per redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilita' di cui all'art. 6 della legge 8 lulgio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 1988, n. 377'; visto l'art. 18, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 febbraio 1989 costitutivo della Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale e successive modifiche ed integrazioni; il decreto del Ministro dell'Ambiente del 13 aprile 1989 concernente l'organizzazione ed il funzionamento delle predetta Commissione; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 marzo 1997 per il rinnovo della composizione della Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale; Vista la domanda di pronuncia di compatibilita' ambientale concernente il progetto della diga di Monte Perdosu, presentata da Ente Autonomo del Flumendosa con sede in Cagliari via Mameli n. 88, in data 18 ottobre 1995; vista la documentazione integrativa trasmessa dallo stesso Ente Autonomo del Flumendosa in data 25 febbraio 1988; vista la nuova pubblicazione effettuata in data 29 maggio 1998; vista la nota n. 21529 della Regione Sardegna del 17 luglio 1998, pervenuta il 30 luglio 1998, con cui si esprime un parere favorevole; vista la nota n. 6913 del Ministro per i Beni e le attivita' Culturali del 23 marzo 1999, pervenuta in data 24 marzo 1999, con cui si esprime un parere favorevole; visto il parere n. 293 formulato in data 18 febbraio 1999 dalla Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale, a seguito dell'istruttoria sul progetto presentato dall'Ente Autonomo Flumendosa; considerato che in detto parere la Commissione ha preso atto che la documentazione tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante: la realizzazione di una diga a gravita' massiccia in calcestruzzo con le seguenti caratteristiche: altezza massima 63,0 metri, quota minima di fondazione 13,0 metri sul mare, quota massima al coronamento 76,0 metri sul mare, lunghezza del coronamento 270,0 metri, volume di 260.000 metri cubi; le opere connesse: riguardano la realizzazione di una traversa di derivazione sul Rio di Quirra e la condotta di collegamento a M. Perdosu, il collegamento alla Piana della Foce del Fulmendosa, il collegamento alla piana di S. Priamo e Castiadas, le traverse sul Rio Picocca a M. Acuto e sul Rio Corr'e Pruma a Tuerra, un impianto di potabilizzazione, le infrastrutture di distribuzione e utilizzazione delle risorse nel Gerrei e nel Sarrabus ed una variante stradale; osservato che: lo studio del sistema idraulico del Basso Flumendosa e' stato condotto analizzando dodici alternative possibili, studiate a livello di massima, esaminando i sistemi integrati necessari al reperimento delle risorse ed al soddisfacimento dei diversi fabbisogni idrici; la soluzione prescelta e' quella che, attraverso l'analisi dei singoli interventi, delle risorse interessate e degli ecosistemi coinvolti, consente di prevedere l'impatto minore tra tutte quelle esaminate; il progetto si prefigge l'obiettivo di: assegnare delle risorse allo schema idropotabile della costa sud Orientale della Sardegna che allo stato attuale e' alimentato in modo inadeguato anche in relazione alla vocazione turistica del territorio; alimentare tutte le utenze del Sarrabus che attualmente prelevano la risorsa dalla falda, tentando di risolvere il fenomeno dell'intrusione salina che rischia di compromettere la sopravvivenza dell'agricoltura ed il conseguente degrado del suolo; trasferire la risorsa anche alle utenze del Campidano; il Nuovo Piano regolatore generale degli acquedotti, adottato dalla giunta regionale con decreto interassessoriale n. 56 del 23 settembre 1984, e' l'unico strumento di pianificazione delle risorse idriche ad uso civile ed individua gli schemi idrici per il soddifacimento dei fabbisogni civili per tutti i centri abitati della Sardegna con orizzonte temporale al 2031; la diga di Monte Perdosu e' prevista dal Piano Regolatore Generale degli acquedotti come risorsa fondamentale per gli schemi n. 46 e n. 39; con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 giugno 1995 e' stato dichiarato lo stato di emergenza idrica nell'isola e sono gia' stati finanziati una serie di interventi volti a fronteggiare la carenza di risorsa; l'intervento in esame, e' inserito nel programma di opere ed interventi per fronteggiare l'emergenza idrica in Sardegna; sono stati stimati i fabbisogni e la variazione dei fabbisogni per diversi orizzonti temporali (1997, 2000, 2003 e 2010); prendendo in esame il programma di interventi previsti, e' stata fatta una precisa valutazione delle disponibilita' e della variazione di disponibilita' per gli stessi orizzonti temporali; nell'anno 2010 la disponibilita' di risorsa, con la realizzazione degli interventi in programma, potrebbe quasi bilanciare i fabbisogni; si avrebbe infatti un deficit di solo 27 Mm3; a fronte dell'attuale deficit di 222 Mm3, - relativamente al reperimento ed alla gestione della risorsa idrica; l'analisi degli eventi idrologici degli ultimi decenni nell'ambito dei processi meteorologici dell'intero Mediterraneo indica nella Sardegna l'area geografica maggiormente interessata dalle modifiche climatologiche; per l'elevato deficit idrico (negli ultimi nove anni la media dei deflussi si e' ridotta del 48% rispetto alla media di lungo periodo), il contributo, dell'invaso a Monte Perdosu e delle traverse allacciate e' indispensabile per rendere efficace il potenziamento dell'alimentazione idrica della Sardegna Meridionale, cosi' come previsto dal programma per l'emergenza idrica; in alcune aree il sistema di approvigionamento idrico regionale, a causa della riduzione dei deflussi, e' attualmente sovradimensionato rispetto alle reali potenzialita' di distribuzione; risulta pertanto necessario intervenire sul reperimento di nuove risorse, sia per consentire un ulteriore sviluppo della domanda sia per cercare di soddisfare le domande gia' attivate con le infrastrutture di utilizzazione esistenti; le risorse del Basso Flumendosa e delle traverse allacciate sono le risorse piu' rilevanti e piu' prossime al baricentro dei maggiori consumi idrici della Regione e possono essere immediatamente utilizzate dall'utenza senza ulteriori significativi interventi nel settore dell'adduzione e della distribuzione; il progetto in esame consente di ridurre il deficit della Sardegna meridionale incrementando l'alimentazione idropotabile, quella agricola e quella industriale; considerato che: relativamente al problema della intrusione salina nella falda costiera ed alla laminazione delle piene, la realizzazione degli interventi previsti consentirebbe un ricorso minore agli acquiferi costieri e favorirebbe la riduzione del processo di intrusione saline nelle falde di Muravera, S. Vito e Villaputuzu alla foce del Flumendosa; infatti l'eccessivo ed incontrollato sfruttamento degli acquiferi praticato dagli agricoltori per l'irrigazione nel Sarrabus e nel Gerrei e' stato individuato come la causa diretta e determinante della progressiva intrusione salina negli acquiferi stessi; la diga inoltre potrebbe assolvere nel periodo delle piene ricorrenti piu' rilevanti (mesi di ottobre e novembre) alla funzione di laminazione delle portate di piena rendendo disposibile a questo scopo almeno due terzi dell'intera capacita' di invaso del serbatoio; relativamente al programma di monitoraggio, e' previsto un monitoraggio dei parametri afferenti alla geologia, alla pedologia, alla qualita' della acque, alla vegetazione, alla fauna, alle strutture insediative ed alle dimensioni sociali e di comunita', articolato in tre fasi e supportato da un 'Programma di conoscenza', che consentira' di rappresentare le dimensioni qualitative e quantitative delle dinamiche indotte dalla realizzazione degli interventi; sulla scorta delle informazioni acquisite sara' possibile individuare modalita' di gestione della risorsa tali da minizzare eventuali caratteristiche negative delle acque e da garantire, attraverso la quantificazione del rilascio, il mantenimento della qualita' ecologica dei corsi d'acqua; anche lo studio del fenomeno dell'intrusione salina sara' effettuato attraverso un monitoraggio della falda costiera che interessera' sia le acque superficiali sia quelle profonde, comprendendo anche le correnti di marea; valutato che: la programmazione delle risorse idriche in Sardegna si basa sulla considerazione che le acque superficiali rappresentano l'unica risorsa affidabile e che per poter ridurre le carenze idriche occorre creare nuovi invasi con capacita' di regolamento; tale impostazione e' supportata da una pianificazione mirata di tutti gli interventi, da una stima precisa dei fabbisogni, anche per il lungo periodo e, soprattutto, da una loro puntuale localizzazione; l'attuale carenza di risorsa, che comporta l'impossibilita' di soddisfare in modo efficace le utenze idropotabili, ha determinato, soprattutto nel Campidano, la perdita di colture ad alto reddito; il 'Programma di conoscenza' e di monitoraggio da attivare favorira' una maggiore comprensione dei fenomeni in atto e di quelli indotti dagli interventi previsti; la realizzazione dello sbarramento e delle opere connesse, supportata dal citato 'Programma di conoscenza', consente di ipotizzare un migliore funzionamento del sistema degli stagni costieri grazie alla possibilita' di studiare una regolazione nel tempo degli apporti idrici; allo stesso modo, il livello elevato di intrusione salina riscontrato nelle falde costiere puo' essere affrontato solo attraverso un sistema di gestione della risorsa idrica conseguente alla realizzazione della diga (la costruzione dello sbarramento senza una mirata gestione della risorsa comporterebbe la riduzione della ricarica naturale degli acquiferi di valle); la realizzazione delle opere non determinera' una erosione della costa a causa della diminuzione di trasporto solido in quanto in Sardegna la dinamica dei litorali e' da ricondurre piu' alla variazione del regime dei venti e delle piogge e dell'innalzamento generale del livello del mare che alle mofidiche indotte dagli apporti fluviali; la definizione del deflusso minimo vitale a valle della diga e delle traverse, non risolto all'interno dello studio di impatto ambientale, puo' essere rimandato ad una fase successiva, quando l'acquisizione di tuti i dati relativi alla ricarica della acquiferi costieri, alla regolazione degli apporti idrici ed al rilevamento dei biotopi e delle biocenosi che dipendono direttamente o indirettamente dal tipo e dalle dimensioni del corso d'acque, consentira' di individuare per tutti i fiumi interessati dall'intervento i rilasci ottimali; la realizzazione delle nuove opere causera' impatti rilevanti sull'assetto del territorio e sull'ecosistema fluviale, determinera' una sottrazione di suolo agricolo ad elevata fertilita' e la trasformazione di un sistema fluviale in un sistema lacuale con relativa modifica delle biocenosi interessate; in particolare dopo la costruzione del serbatoio di Monte Perdosu si verifichera' un aumento delle specie di vertebrati e invertebrati legati alla presenza dell'acqua dolce e una diminuzione delle specie terrestri; a valle dello sbaramento saranno favorite le specie faunistiche legate agli habitat semi aridi dei greti fluviali e alle acque salmastre salate, anche nell'area direttamente interessata dalle traverse e' prevedibile un aumento delle specie faunistiche legate all'ambiente di acque dolci mentre a valle, in conseguenza della riduzione del trasporto solido e della minore portata di acque continentali, e' possibile un aumento delle comunita' biotiche dipendenti da suoli e acque salmastre salate; la diga determinera' un impatto paesaggistico circoscritto mentre il lago artificiale, estendendosi per circa 16 km e sommergendo la quota di massimo invavo, 624 ha, modifichera' i caratteri dell'area; l'escursione del pelo libero dell'acqua risulta tuttavia ridotta per la morfologia dei luoghi e la fascia arida e' ristretta e presente in un limitato periodo dell'anno; la realizzazione della diga causera' la sommersione del Nuraghe Currubia che comunque sara' oggetto di interventi di consolidamento finalizzati alla sua conservazione; l'installazione del cantiere determina un impatto concentrato e non rilevante; infatti l'area individuata e' ubicata nella zona destinata ad essere invasata, al di sotto della quota minima di regolazione; all'interno del programma di difesa idrogeologica sono gia' in fase di realizzazione, da parte dell'Ente Flumendosa, interventi che riguardano la rinaturalizzazione dell'alveo del Flumendosa mediante progetti di ingegneria naturalistica, il ripristino dell'integrita' dell'arginatura nei tratti erosi e la realizzazione della rete di dreno complementare alla sistemazione idraulica del fiume, studi dei biotopi presenti nel tratto vallivo del fiume finalizzati alla realizzazione delle misure di salvaguardia, la realizzazione di percosi e punti di osservazione della fauna e l'attuazione di un sistema di gestione, manutenzione e salvaguardia dell'ecosistema dell'estuario del Flumendosa; sono altresi' previsti interventi di compensazione socio-economica connessi alla realizzazione dell'invaso che sono stati oggetto di trattative e di accordi con gli enti locali; vengono anche individuate le opere di compensazione, considerate prioritarie nei confronti del piu' generale assetto del territorio, per le quali sono gia' stati redatti i progetti di massima; Considerato che in conclusione la Commissione per le valutazioni dell'impatto ambiente ha espresso parere positivo con prescrizioni in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta; Considerata la nota della Regione Sardegna del 17 luglio 1998, pervenuta il 30 luglio 1998, con cui si esprime un parere positivo a condizione che si ottemperi alla seguente prescrizione: 'per quanto di competenza, ai sensi dell'art. 6, comma 4, della legge 349/1986, si ritiene di poter esprimere parere favorevole alla realizzazione, sul fiume Flumendosa, del serbatoio di Monte Perdosu e delle traverse allacciate (rio Quirra-rio Picocca-rio Corr'e Pruna) nonche' delle infrastrutture di distribuzione e di utilizzazione delle risorse idriche nel Gerrei, nel Sarrabus e nel basso Campidano, a condizione che vengano garantire, nell'ambito complessivo dell'intervento proposto, le prescrizioni previste nelle tre fasi di studio costituenti lo Studio di Impatto Ambientale esaminato; considerato il parere del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali del 23 marzo 1999, pervenuto in data 24 marzo 1999, con cui si esprime parere favorevole alla richiesta di valutazione di impatto ambientale, a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni: 'tutte le opere architettoniche, quali: diga, gallerie, condotte, varianti stradali, viadotti, corpi di fabbrica per servizi, gia' in fase di progettazione esecutiva, dovranno porsi come problema di primaria importanza il loro ottimale inserimento paesaggistico. Dovranno essere previste e poste all'esame delle autorita' competenti, delle simulazioni su base cartografica, fotografica e per le opere piu' importanti dei plastici in scale adeguata. In particolare dovra' essere curato in tutti i suoi aspetti, prevedendo anche varie alternative, il progetto per la realizzazione dei viadotti, il tratto di strada posto fra essi ed il tratto fino al raccordo con la strada esistente S.S. 387. L'alta sensibilita' paesaggistico-ambientale dell'area in cui si deve operare dovra' prevedere, da parte dell'ente proponente, una particolare attenzione nella conduzione dei lavori da esplicarsi costantemente nell'arco dell'intera durata degli stessi. Dovranno essere realizzati tutti gli interventi atti ad integrare in modo corretto le opere nel contesto paesaggistico-ambientale mediante un opportuno utilizzo della componente vegetale gia' in fase di avvio del cantiere e si dovra' procedere ad una quanto mai ponderata esecuzione dei lavori; la valorizzazione del sisto del Nuraghe Corrulia e' da escludersi sia per il degrado del monumento, sia perche' risulta inserito in un'area gia' compromessa dai lavori agricoli e dalla presenza di un'azienda di allevamento di bestiame. L'integrita' fisica del manufatto andrebbe comunque tutelata con opere di consolidamento idonee a garantire la conservazione una volta sommerso; per tutelare il complesso monumentale di Siliqua (Ballao), in data 6 luglio 1995 prot. 4381, e' stata inoltrata all'Ufficio Centrale BB.A.A.A.S. pratica di vincolo archeologico. L'area archeologica verra' lambita, solo nella parte sud-orientale del villaggio nuragico, dalle acque dell'invaso, pertanto in tale settore si ritiene opportuno procedere a preliminari saggi di scavo per recupero dei dati scientifici. Concludendo, il progetto potrebbe essere approvato a condizione che l'E.A.F. finanzi: 1) progetto di restauro e consolidamento del Nuraghe Corrulia di Villasalto; 2) scavo archeologico e successivo consolidamento del villaggio nuragico Siliqua di Ballao; come opera di mitigazione e compensazione degli impatti si potrebbe inoltre proporre all'E.A.F. di concedere al Comune di Ballao un finanziamento per l'acquisto dell'area del nuraghe Siliqua, la sistemazione della viabilita' e degli accessi, lo scavo e il restauro del complesso monumentale; tutti gli interventi di mitigazione e compensazione previsti dovranno essere presentati agli uffici interessati per le autorizzazioni di competenza gia' in fase di progetto definitivo. L'esame in tale fase progettuale consentira' di impartire tutte le prescrizioni che si dovessero rendere necessarie per una ottimale riuscita dei lavori. A dare un ulteriore valore aggiunto al complesso delle opere previste potrebbe essere quella di realizzare con una forma architettonica piu' innovativa i due attraversamenti del futuro invaso. Questi potrebbero essere realizzati senza piloni in acqua con campata unica. Piu' precisamente sono identificati nel viadotto Serra Manna che corre parallelo allo sbarramento ed il successivo attraversamento in direzione NW; considerata la somma messa a disposizione per gli interventi di compensazione (L. 500 milioni) si ritiene opportuno dividerla nel seguente modo: 1) L. 100 milioni per il consolidamento del Nuraghe Corrulia (Villasalto) comprendente opere di chiodatura di alcuni blocchi fuori posto, rinzeppatura con pietre con malte resistenti all'acqua. Documentazione finale dei lavori; 2) L. 400 milioni per la valorizzazione del complesso archeologico del nuraghe Siliqua (Ballao) che sara' avviata nel frattempo, d'intesa col Comune di Ballao, mediante un finanziamento regionale di L. 200 milioni (legge regionale 7/1957). I lavori comprenderanno lo scavo, la documentazione, il consolidamento delle strutture e la sistemazione dell'area estrema in funzione della fruibilita' del monumento. In riferimento al punto 5.2 della scheda n. 24 pag. 49 dell'elaborato A2, si precisa che l'area archeologica, allo stato attuale, non e' stata ancora oggetto di scavo; in sede di progettazione definitiva, venga approfondito lo studio dell'impatto visivo e percettivo delle opere connesse alla realizzazione dell'invaso, mediante confronto e comparazione dei possibili effetti cromatici ottenibili sia dall'impiego di additivi di colore nel confezionamento del conglomerato cementizio da impiegare per la realizzazione delle opere principali, sia mediante rivestimento con pietra locale per le rimanenti opere, da sottoporre all'approvazione della competente Soprintendenza; per la realizzazione dei viadotti 'Serra Manna, Nannattu e Cea de Giosso', venga ulteriormente approfondita la progettazione dell'alternativa tipologica prescelta dalla S.B.A.A.A.S. di Cagliari, proponendo, anche mediante simulazioni dell'impatto visivo e percettivo che tengano conto della curvatura dei viadotti e degli angoli visuali preferenziali, ipotesi di distribuzione delle coppie di pile e delle campate da sottoporre all'approvazione della S.A.A.A.S. di Cagliari per la individuazione della configuazione che garantisca il minor impatto possibile; nella fase esecutiva dei lavori, si assicuri un collegamento costante con la Soprintendenza Archeologica, in quanto i movimenti di terra previsti, potrebbero comunque evidenziare contesti archeologici fin qui non conosciuti di carattere non monumentale - necropoli, ad esempio - tali da richiedere conseguenti interventi di indagine archeologica'; preso atto che sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge 349/1986, per la richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera indicata, di seguito elencate: 1) Legambiente Regione Sardegna; 2) Gruppo di privati cittadini del Comune di Villasalto; 3) Gruppo di privati cittadini del Comune di Armungia; 4) Comune di Villasalto; 5) Comunita' Montana 'Sarrabus-Gerrei'; 6) Comune di Ballao; 7) Comune di San Vito; 8) Gruppo di intervento giuridico; le osservazioni presentate hanno evidenziato le sottoelencate tematiche: contrarieta' alla realizzazione di nuovi invasi in particolar quelli sul Rio Picocca, Ollastu, Monte Nieddu, Flumineddu, Temo, Terra Mala (Illorai) e S'Arcu S'Arena; si chiede la realizzazione di una fascia forestale della larghezza di alcuni chilometri intorno agli specchi; il ripristino ambientale degli affluenti dell'Alto Flumendosa; l'intercettazione di tutti gli scarichi fognari e il risanamento ambientale del bacino imbrifero; accrescimento del valore ambientale della valle del Medio Flumendosa in coordinamento per la realizzazione del Parco Sette Fratelli-Monte Genis; si ritiene che l'intervento possa essere realizzato contemporaneamente alla realizzazione di un parco fluviale con le seguenti condizioni: riduzione della capacita' di invaso del 40% e abbandono del progetto della diga S'Arcu S'Arena e di quella sul Rio Picocca; impegno di 50 miliardi per la realizzazione del riassetto del tratto vallivo fino alla foce del Flumendosa; sia attuato un intervento di forestazione ambientale negli invasi gia' esistenti; le aree agricole siano spostate nell'altopiano di Villasalto con superficie raddoppiata e garanzia di irrigazione; sia realizzata una fascia forestale della larghezza media di 2 km; sia realizzata un'opera di valorizzazione delle valli laterali incise dagli affluenti; agli imbocchi delle dighe siano realizzate delle piccole traverse per costituire delle aree umide di transazione; siano risanati i corpi idrici; siano realizzare le opere di ripristino ambientale; sia garantito il soddisfacimento delle esigenze idropotabili del Sarrabus; la realizzazione della diga inonderebbe i terreni piu' fertili di Villasalto che basa la sua economia sui terreni che verrebbero sottratti dalla realizzazione dell'opera; la realizzazione del Parco dei Sette Fratelli ridurra' ancora di piu' il carico di bestiame sull'intero territorio, l'allevamento e' una delle fonti di sostentamento delle comunita' locali; la zona e' disseminata di presenze archeologiche di inestimabile valore gia' inserite in un percorso turistico che verrebbe disperso con la realizzazione della diga; la diga produrrebbe un grave danno ambientale; si chiede prioritariamente la tutela dei territori del Sarrabus-Gerrei dal punto di vista idrico e sotto l'aspetto economico; i finanziamenti non sono sufficienti per la realizzazione delle opere di distribuzione; modificazione del clima dovuta all'evapotraspirazione della diga; mancato approfondimento del trasporto solido, equilibrio sedimentologico; salinizzazione delle falde; qualita' delle acque e aspetti limnologici; sovrastima dei fabbisogni irrigui; equilibrio sedimentario della foce del Flumendosa; delle sopra elencate osservazioni si e' tenuto conto nel corso dell'istruttoria e nella formulazione del presente parere; ritenuto di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma quarto dell'art. 6 della legge 349/1986, alla pronuncia di compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata; Esprime giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del progetto relativo alla diga di Monte Perdosu presentata dall'Ente Autonomo Flumendosa con sede in via Mameli n. 88 a Cagliari in data 18 ottobre 1995 a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrioni: a) al fine di permettere una puntuale verifica dell'efficacia e tempestiva realizzazione delle opere di compensazione e mitigazione previste nello studio di impatto ambientale e quantificare economicamente nella stima generale delle opere contenuta nel progetto di massima, il Proponente dovra' presentare alla Regione Sardegna, prima dell'inizio dei lavori, una programmazione temporale di detti interventi congruente con la tempistica di realizzazione delle opere in progetto; b) per quanto riguarda il 'Programma di conoscenza' del sistema ambientale interessato dall'invaso di Monte Perdosu e previsto nel 'Rapporto Conclusivo' della documentazione trasmessa ad integrazione dello studio di impatto ambientale, l'Ente Flumendosa dovra' sottoporre a verifica di ottemperanza presso il Ministero dell'Ambiente, con tempi e modalita' da concordarsi tra il Ministero stesso e l'Ente Flumendosa, il progetto riguardante la fase iniziale del 'Programma Operativo' per la realizzazione del sistema di monitoraggio che dovra' essere completato prima dell'inizio dei lavori; c) i risultati delle verifiche e dei controlli sulla qualita' dell'ambiente che saranno effettuati in fase di realizzazione e di esercizio dovranno essere trasmessi annualmente all'Assessorato Ambiente della Regione Sardegna. d) data l'importanza biogeografica dell'erpetofauna sarda dovranno essere realizzati piccoli specchi d'acqua permanenti, nella parte terminale dell'invaso ed in corrispondenza dei corsi d'acqua tributari, al fine di creare zone umide per la conservazione e l'incremento della biodiversita' indipendenti dalla oscillazione del pelo libero del serbatoio; e) tutti gli interventi di rivegetazione, forestazione e riqualificazione ambientale vanno realizzati con impiego di specie autoctone e secondo i metodi e le tecniche dell'ingegneria naturalistica facendo riferimento alla 'Linee guida per capitolati speciali per intevento di ingegneria naturalistica ed opere a verde' del Ministero dell'Ambiente; f) dovra' essere approfondita la scelta del tracciato della variante alla S.S. 387 al fine di un ulteriore miglioramento dell'inserimento paesaggistico che minimizzi le interferenze con visuali significative; g) dovranno altresi' essere ottemperate tutte le prescrizioni della Regione Sardegna e del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, non ricomprese nelle precedenti; Dispone che il presente provvedimento sia comunicato all'Ente Autonomo Flumendosa, al Ministero dei Lavori Pubblici direzione Difesa Suolo, al Servizio Nazionale Dighe ed alla Regione Sardegna, la quale provvedera' a depositarlo presso l'ufficio istituito ai sensi dell'art. 5, comma terzo, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 377 del 10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre amministrazioni eventualmente interessate. Roma, 18 maggio 1999 Il Ministro dell'Ambiente: Edo Ronchi Il Ministro per i Beni e le attivita' Culturali: Giovanna Melandri Cagliari, 21 luglio 1999 Il presidente dell'Ente Flumendosa: ing. Pietro Francesco Cadoni C-20076