Parte di provvedimento in formato grafico 5° PIANO NAZIONALE DI AZIONE E DI INTERVENTI PER LA TUTELA DEI DIRITTI E LO SVILUPPO DEI SOGGETTI IN ETA' EVOLUTIVA 2022-2023 EDUCAZIONE, EQUITA', EMPOWERMENT Premessa Il Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, frutto del lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, e' uno strumento programmatico e di indirizzo che individua gli interventi prioritari a favore dei soggetti in eta' evolutiva, in attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva con legge 27 maggio 1991, n. 176. Si ringraziano le amministrazioni centrali, le regioni e le province autonome, i comuni, l'Istituto nazionale di statistica, le parti sociali, le istituzioni e gli organismi della societa' civile nonche' i rappresentanti del terzo settore e gli esperti della materia che con alta professionalita' e passione hanno fornito un contributo competente e articolato alla definizione dei contenuti del Piano e della futura azione del Governo nel campo delle politiche dell'infanzia e dell'adolescenza. Presentazione Educazione, equita', empowerment: verso il 5° Piano di azione per l'infanzia e l'adolescenza L'8 aprile 2020 si e' insediato, presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri, il nuovo Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, sotto la presidenza della Ministra per le pari opportunita' e la famiglia, Elena Bonetti, ricostituito con decreto del Ministro per le pari opportunita' e la famiglia 18 febbraio 2020. L'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e' stato istituito dalla legge 23 dicembre 1997, n. 451, e disciplinato, da ultimo, con decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103. L'Osservatorio e' organismo collegiale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri o dall'Autorita' politica con delega alla famiglia, e composto da un'ampia rappresentativita' di tutte le istituzioni pubbliche e delle istanze sociali coinvolte nelle politiche dell'infanzia e dell'adolescenza (54 membri fra amministrazioni di tutti i livelli di governo, enti pubblici, ordini professionali, organizzazioni della societa' civile ed esperti della comunita' scientifica) e ha tra i suoi compiti principali l'elaborazione del Piano biennale nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva. Nel corso di un anno l'Osservatorio, in continuita' con il precedente 4° Piano d'azione 2016-2017 (decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 2016), ha predisposto la bozza del 5° Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, con l'obiettivo di conferire priorita' - nelle politiche del Paese - ai programmi dedicati a bambini, bambine e adolescenti, e al fine di mantenere gli impegni assunti dall'Italia per l'applicazione e l'implementazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata a New York il 20 novembre 1989. In occasione della costituzione del rinnovato Osservatorio nazionale, e' stato ufficializzato l'avvio dei lavori di cinque gruppi tematici, che si sono occupati di contribuire alla stesura di un documento organico di misure utili a promuovere e garantire i diritti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Le attivita' dei cinque gruppi si sono svolte intorno alle seguenti tematiche: a) elementi e processi di rischio di impoverimento dell'infanzia e dell'adolescenza e ruolo dei livelli essenziali delle prestazioni; b) valorizzazione e ruolo delle comunita' educanti e delle reti di solidarieta' territoriale; c) promozione e tutela della salute intesa come benessere integrale della persona di minore eta'; d) tutela, sostegno e accompagnamento dei soggetti piu' vulnerabili; e) responsabilita' e partecipazione delle persone di minore eta': creativita' e recupero di senso. I gruppi di lavoro hanno sviluppato, autonomamente, la tematica assegnatagli attraverso una serie di incontri e seguendo gli orientamenti operativi e il cronoprogramma stabiliti dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di elaborare un documento programmatico che raccogliesse le proposte di orientamento e le azioni individuate. Tale documento si struttura nelle seguenti parti: a) un quadro di riferimento; b) l'enucleazione di obiettivi generali e specifici; c) una serie di schede descrittive delle azioni proposte. Ha rivestito una specifica funzione di raccordo, orientamento e supervisione un apposito gruppo di coordinatori che, sotto la guida del Dipartimento per le politiche della famiglia, ha garantito che il lavoro di elaborazione e proposta si svolgesse all'interno di ognuno dei cinque gruppi tematici secondo modalita' coerenti e condivise. Le attivita' si sono articolate in tre fasi: a) prima fase, dal 10 agosto 2020, la quale ha previsto la raccolta di assoluta e contributi e l'elaborazione di una prima scheda programmatica, individuando gli obiettivi generali e le priorita' inerenti alla fase emergenziale in corso; b) seconda fase, dal 30 settembre 2020, la quale ha previsto il completamento della raccolta di materiali nonche' l'elaborazione di un primo rapporto di sintesi della scheda programmatica comprensivo anche della declinazione degli obiettivi generali in azioni; c) terza fase, entro il 30 novembre 2020, la quale ha previsto il completamento del rapporto come composto da quadro di realta', obbiettivi individuati e azioni proposte. I gruppi tematici hanno realizzato in totale gli incontri e le audizioni come di seguito richiamati: a) gruppo tematico n. 1: n. 7 incontri e n. 4 audizioni; b) gruppo tematico n. 2: n. 8 incontri e n. 12 audizioni c) gruppo tematico n. 3: n. 10 incontri e n. 6 audizioni; d) gruppo tematico n. 4: n. 10 incontri e n. 13 audizioni; e) gruppo tematico n. 5: n. 10 incontri e n. 8 audizioni. Lo stesso gruppo dei coordinatori ha condiviso un piano di lavoro che si e' svolto con continuita' nel tempo, comprendendo nel complesso 7 occasioni di incontro. All'esito delle attivita' sopra descritte, il gruppo di supporto tecnico-scientifico all'Osservatorio, individuato presso l'Istituto degli Innocenti di Firenze - nel quadro delle funzioni del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza - ha integrato e armonizzato i diversi materiali disponibili nel presente Piano, il quale da' conto, in forma integrata, dei temi discussi e delle linee di indirizzo elaborate nei cinque gruppi di lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, nel periodo compreso fra aprile 2020 e aprile 2021. I lavori dell'Osservatorio si sono realizzati in un anno di grande difficolta' legata all'emergenza sanitaria mondiale causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2 che, oltre a mettere in pericolo di vita le nostre comunita', ha accentuato - aggravandole - problematiche gia' in corso e ha messo in luce profonde diseguaglianze sociali, educative ed economiche, anche tra i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze. Ma la crisi e' anche un'occasione di cambiamento, che potra' avvenire se il Paese porra' al centro del processo di rinnovamento, anche attraverso le risorse del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), proprio l'infanzia e l'adolescenza, nella convinzione che queste fasi della vita costituiscono un fondamentale serbatoio di potenzialita' per il presente e il futuro del Paese stesso. Non si tratta solamente di dare vita a idee e progetti, ma di avere la lungimiranza di trovare tra essi le giuste connessioni per creare benessere diffuso per le comunita'. E, ancora, non si tratta solamente di implementare nuovi servizi, ma innanzitutto di far funzionare quelli esistenti, riorganizzandoli intorno al nucleo centrale delle comunita' territoriali, capaci di autonomia, responsabilita', forza rigenerativa, e di investire nel capitale umano e sociale che esse producono. L'auspicio dunque e' quello di aprire una stagione fertile di politiche rivolte ad accrescere il benessere di bambini e bambine, ragazzi e ragazze e delle loro famiglie. In tale direzione si muove la proposta di legge Atto Camera n. 2561, delega al governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, 25 giugno 2020, cosiddetto Family Act, che istituisce l'assegno universale in favore delle famiglie con figli concependo questi ultimi come un valore sociale e un investimento sul futuro del Paese. Un disegno di legge organico recante deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, approvato dal Consiglio dei ministri n. 51 dell'11 giugno 2020. Il Family Act si colloca in un insieme di riforme orientato a mitigare le conseguenze economiche e sociali della crisi e a rafforzare la coesione economica e sociale del Paese. Queste riforme, se pure non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Pnrr, sono destinate ad accompagnarne l'attuazione, concorrendo a realizzare gli obiettivi di equita' sociale e miglioramento della competitivita' del sistema produttivo gia' indicati nelle raccomandazioni specifiche rivolte al nostro Paese dall'Unione europea. Il progetto fa leva su un potenziamento del sistema del welfare, tramite l'introduzione dell'assegno unico e universale; la revisione dei congedi parentali e il sostegno ai percorsi educativi dei figli; la sicurezza lavorativa; attraverso le misure di sostegno al lavoro femminile e, di nuovo, una revisione moderna dei meccanismi che consentono una conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli a carico di entrambi i genitori. Infine, affronta anche il tema della formazione e della emancipazione giovanile. Nell'ambito del Family Act, il primo intervento e' quello dell'Assegno unico e universale per ogni figlio a carico, gia' previsto dalla legge delega 1° aprile 2021, n. 46, quale strumento che riforma completamente il sistema del sostegno economico alla genitorialita' e che si rivolge con un carattere universale a tutti i figli. L'assegno parte a regime da gennaio 2022, ma e' stata prevista una prima fase di avvio gia' a luglio 2021. In questo solco, va rilanciato anche il ruolo cruciale della piena attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, intesi quale strumento capace di rendere effettive le prestazioni su tutto il territorio nazionale e garantire la presenza uniforme di servizi, oltre che una risposta in termini equitativi alle istanze territori. Il presente Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva si rivolge a tutti coloro che lavorano per la promozione dei diritti dei bambini, e in primis intende parlare proprio a loro. E' con queste premesse, e con tale consapevolezza, che il 5° Piano intende definire come garantire e dare attuazione agli impegni sanciti nella Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, pensando a politiche e interventi da realizzare nelle seguenti aree e prospettive: a) educazione formale e non formale, come strumento essenziale per garantire il benessere, psicologico e fisico, e lo sviluppo, sin dalla nascita, in sinergia fra pubblico e privato; b) equita' quale principio per contrastare la poverta' assoluta, favorire l'inclusione sociale e garantire pari accesso alla tecnologia; come strategia per coinvolgere, sviluppare e tutelare giovani cittadini consapevoli e attivi; c) empowerment per la gestione dei sistemi sociosanitari rispetto alle condizioni di vulnerabilita' e per la programmazione e la valutazione delle politiche pubbliche di settore. Sono proprio queste tre parole - educazione, equita', empowerment - la guida alla presentazione dei contenuti elaborati nei cinque diversi gruppi di lavoro dell'Osservatorio, i quali, partendo dalla descrizione del quadro di realta' - sviluppato valorizzando quanto prodotto dai gruppi stessi e integrato, laddove possibile in ragione della natura dei temi trattati, con dati di realta' - consentono di individuare gli obiettivi di intervento e le azioni prioritarie collegate a ciascuno di essi. Il Piano e' l'esito di un lavoro coordinato e ampiamente partecipato che si e' svolto nell'ambito dell'Osservatorio nazionale. La partecipazione non riguarda solo la fase della costruzione del Piano, ma impegnera' tutti i soggetti pubblici e privati che vi hanno preso parte, anche nelle fasi di applicazione del Piano, attraverso uno specifico percorso di accompagnamento nell'attuazione e nel monitoraggio dello stesso, che sono pertanto parte integrante del Piano. Tali attivita', indispensabili a garantire un controllo efficace dei progressi raggiunti, saranno svolte dall'Osservatorio nazionale, garantendo la partecipazione attiva dei bambini e delle bambine e dei ragazzi e delle ragazze. Cosi' come previsto dall'articolo 1, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, e' stato acquisito il parere dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza (articolo 3, lettera f), della legge n. 112 del 2011), e' stata sentita la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ed e' stato acquisito il parere della Conferenza unificata. La legge prevede inoltre che il Piano venga adottato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. 1 Introduzione 1.1 Le strategie per la promozione e la tutela dei diritti delle nuove generazioni 1.1.1 Il quadro internazionale: l'Agenda 2030 Onu e i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile La pianificazione delle politiche dell'infanzia e dell'adolescenza non puo' prescindere dal quadro di riferimento sovranazionale, perche' e' proprio a tale livello che, contestualizzando la situazione presente nel nostro Paese, e' possibile evidenziare nitidamente gli obiettivi che sono stati raggiunti, quelli per i quali c'e' ancora da fare uno sforzo perche' sono stati conseguiti solo parzialmente, e infine quelli che richiedono ancora un forte impegno da parte di ciascuno dei soggetti competenti perche' sono ancora lontani dall'essere conseguiti. Allo stesso modo, e' solo il livello sovranazionale che puo' far sentire i singoli Stati non isolati, ma parte di un generale processo di affermazione e di realizzazione dei diritti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze. E i piani nazionali d'azione e di intervento per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva che si sono susseguiti nel nostro Paese si inseriscono perfettamente - nel contesto sovranazionale - quali strumenti programmatici e di indirizzo aventi l'obiettivo di rispondere, in primo luogo, agli impegni presi dall'Italia per dare attuazione ai contenuti della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Crc) e, quindi, di rispondere alle Osservazioni conclusive del Comitato Onu pubblicate il 28 febbraio 20191 con cui - dopo aver valutato il Rapporto governativo dell'Italia - il Comitato ha reso noto il proprio parere sullo stato di attuazione della Convenzione e dunque sullo stato dei diritti dei minorenni in Italia sottolineando i progressi compiuti ed evidenziando i punti ancora critici, invitando il Governo ad intervenire laddove non siano stati raggiunti risultati soddisfacenti e tracciando la direzione che i programmi per le bambine e i bambini in Italia dovranno intraprendere2 . __________ 1 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del Comitato italiano per l'UNICEF Onlus: https://www.unicef.it/pubblicazioni/osservazioni-conclusive-comit ato-onu-2019/. 2 Tra i nodi critici: il diritto alla non discriminazione per tutti i bambini e le bambine che vivono in Italia, in particolare i minorenni stranieri non accompagnati, i minorenni nati in Italia da genitori stranieri e quelli appartenenti a minoranze; la necessita' di porre particolare attenzione alla promozione delle vaccinazioni e dell'allattamento al seno nei primi sei mesi di vita del neonato; l'importanza di una regia a livello centrale e di allocare risorse economiche per le politiche e programmi per i minorenni; l'importanza di far partecipare i minorenni in tutte le decisioni che li riguardano e di istituzionalizzare tale coinvolgimento; garantire una piena autonomia e indipendenza all'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza e che venga creata un'istituzione nazionale indipendente per i diritti umani. A distanza di piu' di 30 anni dalla Crc, la sfida e' stata rinnovata e, se possibile, resa piu' complessa con il programma d'azione relativo agli obiettivi di sviluppo sostenibile adottato con la Risoluzione n. 70 del 25 settembre 2015 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite: Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development3 . __________ 3 Per approfondimenti: https://sdgs.un.org/2030agenda. Per la versione in italiano, si rimanda al sito web del Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite: https://unric.org/it/agenda-2030/. Tale risoluzione chiede infatti agli Stati - seppur tenendo in considerazione i diversi livelli di sviluppo e di capacita' delle nazioni - di attuare un quadro di obiettivi che si richiamano ai diritti sanciti nella Crc e a "diritti di nuova generazione" (equita' intergenerazionale, identita' soggettiva, sostenibilita' delle politiche, ecc.). Gli obiettivi - interconnessi e indivisibili - dell'Agenda 2030, quali obiettivi volti a realizzare pienamente i diritti umani delle persone, pongono al centro alcune linee prioritarie di attenzione: a) il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e ragazze; b) il bilanciamento delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale; c) il coinvolgimento del settore pubblico, delle imprese, della societa' civile, delle universita' e dei centri di ricerca. L'approccio globale allo sviluppo sostenibile e' quindi espresso nella sua complessita' attraverso 17 obiettivi strategici e 169 traguardi specifici per ripensare le politiche e le strategie degli stati. Gli obiettivi mirano alla costruzione di paesi nei quali adulti, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, siano liberi dalla poverta' in tutte le sue forme, nel rispetto universale per i diritti dell'uomo e della sua dignita', per la giustizia, l'uguaglianza e la non discriminazione; nel rispetto altresi' delle diverse etnie e diversita' culturali. Figura 1. Rappresentazione grafica dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) promossi dall'Onu. Parte di provvedimento in formato grafico Dei target che costituiscono i 17 obiettivi, scritti per adulti e ragazzi, moltissimi possono essere ricondotti indirettamente alla promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, e in un numero considerevole il riferimento e' diretto a impegnare gli Stati a: a) assicurare ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze l'accesso ai diritti fondamentali come la vita (obiettivo n. 2), la salute (obiettivo n. 3), l'acqua (obiettivo n. 6), l'energia (obiettivo n. 7); b) costruire di citta' e comunita' sostenibili (obiettivo n. 11), di tutela dell'ambiente (obiettivi n. 13, 14, 15); c) promuovere un'istruzione di qualita' e di comunita' educanti (obiettivo n. 4), pensando che investire nei bambini significa educare cittadini e consumatori responsabili (obiettivo n. 12), che possano crescere in un Paese in cui la pace e la giustizia siano garantiti (obiettivo n. 16) senza disparita' di genere (obiettivo n. 5), lottando contro le crescenti poverta' (obiettivo n. 1) e le disuguaglianze (obiettivo n. 10). Tra i due poli della Crc e dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile si definisce - oggi - il perimetro per lo sviluppo di comunita' dove vi siano pari opportunita', si investa nelle nuove generazioni e in cui ogni minorenne possa crescere lontano da violenza e sfruttamento e in cui le donne - minorenni e adulte - possano godere di una totale uguaglianza di genere e in cui tutte le barriere all'emancipazione (legali, sociali ed economiche) vengano abbattute. Stati giusti, equi, tolleranti, socialmente inclusivi, attenti e capaci di dare un accesso equo e universale a un'educazione di qualita' a tutti i livelli, a un'assistenza sanitaria e a un sistema integrato di protezione sociale, dove il benessere fisico, mentale e sociale venga assicurato, dove si viva in armonia con la natura. Sempre a livello internazionale, ma in ambito europeo, l'impegno per rendere i diritti dei minorenni una realta' e' visibile nell'attuale Strategia del Consiglio d'Europa per i diritti dell'infanzia (2016-2021)4 , adottata nel 2016 e implementata negli anni successivi. I due rapporti di implementazione - uno pubblicato nell'ottobre 2017, l'altro nel maggio 2020 - mettono bene in evidenza che da quando la strategia e' stata adottata, il Consiglio d'Europa ha attuato le misure necessarie per sostenerne la realizzazione nelle cinque aree prioritarie nelle quali e' necessario intervenire per migliorare la condizione dei minorenni che sono volte a garantire: pari opportunita'; partecipazione per tutti i bambini; contrastare la violenza perpetrata nei confronti dei bambini; assicurare per tutti i bambini una giustizia a misura di bambino; garantire i diritti dei bambini nell'ambiente digitale. __________ 4 Consiglio d'Europa. (2016). Council of Europe Strategy for the Rights of the Child (2016-2021). Disponibile online: https://edoc.coe.int/en/children-s-rights/7207-council-of-europe-stra tegy-for-the-rights-of-the-child-2016-2021.html. Si vedano inoltre: per l'Unione europea la Comunicazione della Commissione Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale (COM(2021) 118 final) e il Piano d'azione per l'istruzione digitale 2021-2027 (COM(2020) 624 final) e per l'Onu il Commento generale del Comitato Onu del 24 marzo 2021 n. 25, On children's rights in relation to the digital environment. 1.1.2 Il quadro europeo: la Strategia 2021-2024 e il Sistema europeo di garanzia Con l'adozione della Strategia dell'Unione europea sui diritti delle persone di minore eta' per il periodo 2021-2024 (COM (2021) 142)5 , la Commissione europea ha dato un segnale inequivocabile circa la volonta' - e la necessita' - di continuare a mettere in campo politiche, norme e finanziamenti improntati a migliorare sempre di piu', e concretamente, i diritti dei bambini e degli adolescenti, lavorando al fianco degli Stati membri. La Strategia europea - legata alla Crc che continua ad ispirare l'azione unitamente alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilita6 - mira a costruire un nuovo approccio globale capace di rispondere a vecchie e nuove sfide. Adottando tale prima strategia globale, la Commissione si impegna a mettere i bambini e il loro superiore interesse al centro delle politiche della Ue e chiede agli Stati membri di fare altrettanto in linea con il principio di sussidiarieta'. __________ 5 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della Commissione europea: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:52021DC 0142. 6 Per approfondimenti, si rimanda alla versione in italiano del testo, pubblicata dal Comitato italiano per l'UNICEF Onlus: https://www.unicef.it/pubblicazioni/convenzione-sui-diritti-delle -persone-con-disabilit/. Tale strategia intende ricondurre a un quadro organico le misure legislative, le politiche e i finanziamenti nuovi ed esistenti dell'Ue. La Strategia delinea la cornice entro la quale compiere scelte concrete, capaci di costruire contesti effettivamente inclusivi e rispettosi dei diritti di bambini e bambine, di ragazzi e ragazze. Le aree d'intervento indicate dalla Commissione riguardano, in particolare: a) partecipazione alla vita politica e democratica: un'Unione europea che consente ai minori di essere cittadini e membri attivi di societa' democratiche; b) inclusione socioeconomica, salute e istruzione: un'Unione europea che lotta contro la poverta' infantile e promuove societa' e sistemi sanitari ed educativi inclusivi e a misura di minore; c) lotta contro la violenza nei confronti di minori e garanzia della tutela dei minori: un'Unione europea che aiuta i minori a crescere senza subire violenze; d) giustizia a misura di minore: un'Unione europea nella quale il sistema giudiziario sostiene i diritti e le esigenze dei minori; e) societa' digitale e dell'informazione: un'Unione europea nella quale i minori possano utilizzare in modo sicuro l'ambiente digitale e sfruttarne le opportunita'; f) la dimensione globale: un'Unione europea che sostiene, protegge e consente l'emancipazione dei minori a livello globale, anche durante crisi e conflitti. Attraverso la strategia, l'Ue mira a rafforzare la sua posizione come attore chiave sullo scenario internazionale per rafforzare l'accesso all'istruzione, ai servizi, alla salute e alla prevenzione e protezione da tutte le forme di violenza, abuso e abbandono. Agli stati si chiedono sforzi e determinazione nel progettare politiche ed orientare la propria legislazione a misura di bambine e bambini, di ragazzi e ragazze nei vari ambiti; cio', di pari passo alla richiesta di stanziare risorse adeguate e di utilizzare nel miglior modo possibile i finanziamenti europei disponibili nell'ambito dei fondi Ue (Fondo sociale europeo Plus, Fondo europeo di sviluppo regionale, REACT-EU, Invest-EU, nonche' Dispositivo di ripresa e resilienza (RRF)). Altro punto di riferimento per le iniziative nazionali e', oggi, il Sistema di garanzia europeo per i bambini vulnerabili, in inglese European Child Guarantee - COM (2021) 1377 : il sistema di garanzia europea a favore dei minorenni vulnerabili volto a garantire misure specifiche per minorenni a rischio di poverta' o esclusione sociale. Si tratta di un'azione destinata ad assumere sempre piu' rilevanza in ragione del prevedibile esito dell'impatto economico e sociale della pandemia. __________ 7 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della Commissione europea: https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1428&langId=en. Nell'ambito della garanzia europea per l'infanzia, si raccomanda agli stati membri di permettere ai minori di eta' bisognosi di accedere gratuitamente ed efficacemente a: a) educazione e cura della prima infanzia, ad esempio evitando la segregazione scolastica; b) istruzione e attivita' scolastiche, ad esempio fornendo attrezzature adeguate all'insegnamento a distanza e organizzando gite scolastiche; c) almeno un pasto sano per ogni giornata scolastica; d) assistenza sanitaria, ad esempio agevolando l'accesso a esami medici e programmi di screening sanitario. Tali servizi dovrebbero essere gratuiti e facilmente accessibili ai minori di eta' in stato di necessita'. Effettivo accesso ai bambini bisognosi: a) di un'alimentazione sana; b) di alloggi adeguati. In particolare, nel Sistema di garanzia, si prevede, specificatamente, che alcuni gruppi vulnerabili debbano avere particolari attenzioni ed essere destinatari di misure di sostegno specifiche. I minorenni con disabilita', i minorenni di origine straniera (il riferimento e' naturalmente prima di tutto a bambini e bambine, ragazzi e ragazze provenienti da un contesto migratorio, ma anche etnico o razziale minoritario), rifugiati, quelli in condizioni socioeconomiche e abitative precarie, fuori dalla propria famiglia di origine, appartenenti a minoranze (in particolare rom, sinti e caminanti). Con il presente nuovo strumento operativo, la Commissione ha invitato infatti gli stati membri ad adottare, in sede di Consiglio, una raccomandazione che li impegni a prevenire e contrastare specificatamente la poverta' infantile e a garantire a ciascun minore di eta' (in particolare a quelli che si trovano in obiettive situazioni di disagio) l'accesso ai servizi essenziali, compresa un'istruzione di qualita'. Gli stati dovranno quindi assicurarsi che bambine e bambini, ragazzi e ragazze riescano a partecipare alle attivita' supplementari alla didattica (come le gite scolastiche e le attivita' sportive extra-scolastiche) e impegnarsi a offrire gratuitamente ai minori di eta' in difficolta' almeno un pasto sano al giorno e l'accesso all'assistenza sanitaria di base. Infine, la Commissione raccomanda agli stati altre due questioni di carattere chiaramente prioritario: la necessita' di mettere a disposizione dei minori di eta' e delle loro famiglie che si trovano in una situazione di difficolta' alloggi sociali dignitosi (e a costi contenuti) e la necessita' di prodigarsi per offrire loro una sana alimentazione. La prospettiva culturale alla base del Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili si riflette nella tradizione dei piani d'azione italiani, da sempre finalizzati a ricomporre in un sistema organico le politiche rivolte all'infanzia e all'adolescenza, ma al contempo essa propone anche stimoli nuovi cui guardare per garantire l'accesso effettivo e sostenibile ai servizi, organizzare meccanismi di governance, ivi compreso di prevedere e attuare attivita' di monitoraggio e valutazione. 1.1.3 Il quadro nazionale: gli osservatori In coerenza con gli orientamenti europei e internazionali evidenziati nei paragrafi precedenti, anche nel nostro Paese si e' espressa in forma reiterata la scelta, in particolar modo quando si e' trattato di affrontare i temi complessi come quelli collegati all'infanzia e all'adolescenza, di istituire organismi collegiali, ampiamente partecipati, in grado di indirizzare e monitorare l'azione portata avanti dagli organi competenti, individuati non solo nei soggetti istituzionali chiamati per legge ad occuparsi di questi temi, ma anche nei soggetti del terzo settore che se ne occupano. Si tratta degli Osservatori per l'infanzia l'adolescenza, per la famiglia e per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile che hanno portato come ulteriore valore aggiunto una profonda sinergia tra di loro, che ne ha ulteriormente accresciuto l'utilita' rendendoli uno strumento efficace di stimolo e di verifica dell'attivita' portata avanti sia a livello nazionale che internazionale. Piu' in particolare, con il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attivita' culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonche' in materia di famiglia e disabilita', convertito in legge 9 agosto 2018, n. 97, sono state assegnate al Dipartimento per le politiche della famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri, le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per l'infanzia e l'adolescenza. Si tratta di una scelta poi confermata con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 settembre 2019, nel quale - all'articolo 4 - si indica, nel dettaglio, il contenuto della delega di funzioni, che comprende - tra l'altro - il coordinamento dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza ricostituito nel marzo 2020. Al Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero al Ministro delegato alla famiglia, sono state altresi' attribuite le funzioni di indirizzo e coordinamento relativamente all'Osservatorio nazionale sulla famiglia, di cui all'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e quelle relative al coordinamento dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, di cui all'articolo 17, comma 1-bis, della legge 3 agosto 1998, n. 269. A predisporre il Piano nazionale per la famiglia e' l'Osservatorio nazionale sulla famiglia, nel quale sono presenti tutte le amministrazioni competenti per i settori che interessano la famiglia, nonche' rappresentanti degli altri livelli di governo e dell'associazionismo familiare nonche' delle forze sociali. La sua struttura assicura un collegamento interno che integra e rende coerente la programmazione centrale a sostegno dei bambini e degli adolescenti e delle famiglie. Compito dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile e' principalmente quello di acquisire e monitorare i dati e le informazioni relativi alle attivita' svolte da tutte le pubbliche amministrazioni per la prevenzione e la repressione dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minorenni, nonche' di predisporre il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, ai sensi del regolamento istitutivo dello stesso organismo (articolo 1, punto 3, lettera f), del decreto ministeriale 30 ottobre 2007, n. 240, cosi' come modificato dal decreto ministeriale 21 dicembre 2010, n. 254, e dal recente decreto del Ministro per le pari opportunita' e la famiglia 15 aprile 2020). Il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori costituisce uno strumento programmatico specifico che e' parte integrante del Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, predisposto dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Rispetto all'iter di approvazione, i due documenti programmatori, ossia il Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva e il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, seguono differenti modalita' e tempistiche e, proprio lo sfasamento temporale tra i lavori dei due osservatori, consente di valorizzare lo stretto legame che intercorre tra "Piano Infanzia" e "Piano Pedofilia", garantendo la piena armonia e integrazione tra gli obiettivi e gli interventi previsti. Pertanto, i contenuti specifici del Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, si baseranno sulle azioni e gli indirizzi contenuti nel Piano d'azione per l'infanzia e l'adolescenza o comunque condivisi in sede di lavoro e discussione dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Infine, e' opportuno ricordare in ragione della naturale interazione con gli ambiti di competenza dei suddetti osservatori, che con l'articolo 3 della legge 3 marzo 2009, n. 18, di ratifica della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilita', e' stato istituito l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita', e con il decreto del Presidente della Repubblica 4 ottobre 2013 e' stato adottato il Programma d'azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilita' - in ultimo aggiornato con il decreto del Presidente della Repubblica 12 ottobre 2017. Per la loro natura di organismi rappresentativi dei diversi protagonisti - istituzionali e non - coinvolti nello sviluppo delle politiche e nell'attuazione degli interventi, gli osservatori rappresentano ovviamente un contesto privilegiato per coordinare le azioni di governo nella prospettiva del loro piu' alto livello di efficacia nel dare una risposta integrata ai bisogni e ai diritti dei bambini e delle famiglie. 1.1.4 La partecipazione nella definizione della strategia L'elaborazione partecipata del Piano ha coinvolto anche le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi. In particolare, la loro partecipazione si e' realizzata su due livelli: il primo, attraverso un'indagine, promossa dall'Osservatorio e realizzata dall'Istituto degli Innocenti, che li ha visti coinvolti nella valutazione dei contenuti del presente Piano; il secondo, attraverso la previsione della definizione di un modello di partecipazione, con l'elaborazione di linee di indirizzo nazionali, la cui applicazione consentira' il coinvolgimento attivo dei minorenni sia nella fase di stesura dei futuri piani, che nella fase di monitoraggio del presente Piano, costituendo ingrediente naturale e insieme garantito per misurare e verificare l'efficacia delle azioni poste in essere e la loro effettiva rilevanza dal punto di vista dei soggetti che ne sono individuati come principali destinatari. Il tema della partecipazione, inoltre, e' stato oggetto di riflessione ed elaborazione da parte di uno dei cinque gruppi tematici dell'Osservatorio (gruppo di lavoro n. 5), e ha portato all'individuazione, nell'area delle politiche per l'empowerment, di n. 3 specifiche azioni che mirano a far acquisire al tema una maggiore diffusione pratica con la determinazione di un livello essenziale di prestazione e con azioni di impulso, formazione e di diffusione della cultura della partecipazione: l'azione n. 25, volta ad animare e sostenere esperienze e buone pratiche di partecipazione; l'azione n. 26, volta a formare sul tema della partecipazione; e l'azione n. 27, volta a normare e monitorare il tema della partecipazione azioni. Infine, il tema della partecipazione ha assunto una rilevanza trasversale per l'Osservatorio nel suo complesso, fino a motivare la costituzione di un intergruppo sulla partecipazione, il quale ha raccolto l'adesione di n. 24 componenti provenienti da tutti i diversi gruppi tematici. Il gruppo sulla partecipazione ha accompagnato l'elaborazione e lo svolgimento dell'indagine realizzata per ascoltare la voce di adolescenti di eta' tra i 12 e i 17 anni, rispetto alla conoscenza dei loro diritti, ai contenuti del nuovo Piano e - data la contingenza con l'emergenza Covid-19 - all'impatto della pandemia sulla loro vita. Inoltre, il gruppo e' stato impegnato nella definizione dei contenuti delle citate linee di indirizzo nazionali sulla partecipazione, presentate il 19 novembre 2021 a Roma, in occasione dell'evento celebrativo della Giornata italiana per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Nella redazione del Piano e' stato quindi scelto di valorizzare concretamente il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi, orientando le azioni del Piano in ragione degli esiti emersi dalle loro riflessioni in relazione alle priorita' e alle strategie di intervento individuate dai gruppi di lavoro dell'Osservatorio. E' stata una scelta coerente con i principi fondamentali della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che ha inteso favorire processi di cittadinanza attiva attraverso l'ascolto dell'opinione delle ragazze e dei ragazzi su questioni che li riguardano in modo diretto o indiretto. Tale decisione risponde anche alle sollecitazioni del Comitato Onu sullo stato di attuazione della Crc, che nelle osservazioni conclusive del 2019 al 5° e 6° rapporto periodico dell'Italia, ha raccomandato di garantire la partecipazione attiva delle persone di minore eta' nell'ideazione e nell'attuazione di politiche e programmi volti a raggiungere gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile che li riguardino e, piu' in generale, di promuovere la significativa e rafforzata partecipazione di tutti i minorenni all'interno della famiglia, delle comunita', delle scuole e nel processo decisionale relativo a tutte le questioni che li riguardano, anche in materia ambientale. L'indagine - che pone i temi e le priorita' sviluppati dai gruppi di lavoro dell'Osservatorio all'attenzione dei piu' giovani, sollecitandoli a esprimere la loro opinione, e' stata realizzata nei primi mesi del 2021 tramite: a) una consultazione compiuta con un questionario online, proposto a gruppi classe dislocati nelle principali aree metropolitane e in alcuni contesti minori, al fine di intercettare tutte le differenti esperienze; b) un approfondimento qualitativo, attraverso focus group con alcuni gruppi vulnerabili. Con riferimento a quest'ultimo approfondimento, che ha visto la partecipazione di n. 57 minorenni, di cui n. 33 ragazzi e n. 24 ragazze di eta' compresa tra i 12 e i 17 anni, sono stati realizzati n. 9 focus group che hanno coinvolto i seguenti target: minorenni allontanati dalla famiglia di origine; minorenni rom e sinti; minorenni in istituti penali; minorenni attivi in centri territoriali di socializzazione. Il questionario, invece, e' stato compilato da n. 1.673 studenti appartenenti a n. 19 scuole di n. 11 regioni, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Sud e Isole (46 per cento) rispetto a quelle del Nord (29 per cento) e del Centro (25 per cento). Hanno aderito alla ricerca n. 19 scuole secondarie di primo e di secondo grado e n. 4 centri di formazione professionale con le loro sedi territoriali. Dall'esito della rilevazione emerge che: a) i temi individuati dall'Osservatorio soddisfano le ragazze e i ragazzi; b) il 42 per cento delle ragazze e dei ragazzi rispondenti dichiara di conoscere la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, senza particolari distinzioni di eta' e di genere, evidenziando d'altro canto come una significativa maggioranza (58 per cento) non ha una reale consapevolezza del documento internazionalmente riconosciuto quale guida e riferimento in materia di diritti bambine e bambini, ragazze e ragazzi; c) la preoccupazione verso il futuro e la consapevolezza delle difficolta' familiari: elementi che le ragazze e i ragazzi non possono ignorare, perche' destinati a diventare un'ipoteca sulle loro possibilita' di scelta; d) gli adolescenti sono osservatori attenti della realta' che li circonda e denunciano la presenza di comportamenti razzisti e discriminatori ai danni di specifici soggetti. Al riguardo, cio' che colpisce e' la testimonianza di esperienze dirette o subite da pari prossimi. I gruppi percepiti come piu' vulnerabili sono le compagne e i compagni immigrati, quelli con diverso orientamento sessuale o appartenenti a minoranze etniche, e il focus group con il gruppo di ragazze e ragazzi rom e sinti e' stato chiaro nel rappresentare la dignita', ma anche la sofferenza di chi e' costantemente esposto al rischio di sentirsi negativamente riconosciuto e discriminato; e) il virtuale e' per le ragazze e i ragazzi solo un'altra dimensione dell'esperienza positiva o negativa che vivono nel mondo reale. Le tecnologie fanno parte della loro vita per la socializzazione, lo studio e il gioco. Nella rete i ragazzi sanno di poter sperimentare situazioni di rischio e chiedono attenzione e mezzi per poter sperimentare tutte le potenzialita' dell'innovazione tecnologica; f) il tema del diritto allo studio richiede maggiore capacita' del sistema pubblico di agire con adeguati interventi, in grado di alleviare le diseguaglianze che le ragazze e i ragazzi subiscono. La didattica a distanza e' stata spesso percepita come un problema di accessibilita' alla rete; rispetto alla capacita' degli insegnanti di riconvertire la didattica tradizionale in modalita' a distanza; fonte dell'isolamento dai compagni e dalle compagne; g) la scuola si conferma come luogo di apprendimento e che le ragazze e i ragazzi vorrebbero che fosse anche luogo di benessere. Viene chiesto che di cio' gli adulti siano consapevoli, attrezzando la scuola a offrire risposte adeguate, anche alla necessita' di prevenire il bullismo e le discriminazioni, educare alla sessualita'; h) gli intervistati colgono la dimensione della comunita' educante, immaginando connessioni ricche di senso e di opportunita' tra scuola e servizi ricreativi e culturali del territorio. Quest'ultimi capaci di integrare, forse compensare, il desiderio di essere accompagnati nel percorso di crescita anche attraverso la valorizzazione delle loro competenze trasversali, della loro creativita'; i) il background migratorio non produce differenze significative nei riscontri ottenuti attraverso il questionario, eccetto che sul rapporto con il mondo adulto, specie quello istituzionale: cio' non e' percepito come punto di riferimento capace di garantire i diritti. Gli adolescenti notano la fatica che i loro genitori soffrono quando si devono rapportare con le istituzioni: si pensi al tema delle residenze o dei permessi di soggiorno. Alla domanda rispetto a chi dovrebbe far rispettare i diritti delle ragazze e dei ragazzi, solo il 9 per cento delle ragazze e dei ragazzi con background migratorio si affida alle istituzioni, a fronte del 21 per cento degli italiani. Tuttavia, nei focus group e' stato possibile cogliere qualche ulteriore specificita': con piu' frequenza torna il tema dell'uguaglianza («tutti devono essere trattati nello stesso modo, tutti senza ma e senza se», «dividere tutto il denaro in modo uguale, star tutti bene, distribuire tra chi ha piu' ricchezza a chi non ne ha. Il governo dovrebbe distribuire le risorse»). Importanti anche i temi del riscatto e del benessere da conquistare come superamento della poverta' educativa e non solo economica. Tale definizione diviene un tassello richiamato piu' volte durante i focus group: loro sono i giovani che desiderano un cambiamento come un riscatto della propria esistenza e non vogliono restare ancorati alle tradizioni e a una «cultura retrograda e infruttuosa», forse anche in dissonanza con la loro famiglia di origine; j) la ricerca ha reso evidente che per partecipare ai processi decisionali e all'elaborazione delle politiche occorre che ai giovani sia restituita la giusta consapevolezza di essere portatori di diritti e di poter disporre di mezzi, spazi, luoghi, strumenti e opportunita', affinche' riescano ad autodeterminarsi attraverso una partecipazione democratica e attiva. Gli esiti dell'ascolto delle ragazze e dei ragazzi sulle tematiche del presente Piano sono riportati integralmente in appendice8 . __________ 8 Dipofam e Istituto degli Innocenti. (2021). Diritti, priorita' d'azione e pandemia: le opinioni delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi. Disponibile anche online: https://famiglia.governo.it/media/2349/rapporto-partecipazione-on ia.pdf. 2 Il quadro di realta' 2.1 L'area dell'educazione La presente sezione del Piano e' dedicata all'area dell'educazione e alla ricognizione degli interventi esistenti per garantire opportunita', in sinergia fra pubblico e privato, di educazione formale e non formale e di sviluppo, sin dalla nascita, nonche' di benessere psicologico e fisico. Una particolare attenzione e' dedicata alle azioni da migliorare. 2.1.1 Garantire il diritto all'educazione ai bambini e alle bambine dalla nascita Gia' all'inizio degli anni '70, la legge 6 dicembre 1971, n. 1044, recante piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato, aveva definito un programma per realizzare n. 3.800 nidi in un quinquennio. Nel 2000, il censimento del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza ne ha registrati n. 3.008, mentre nel 2005 ha rilevato la presenza di n. 4.885 nidi distribuiti in modo disomogeneo nel Paese. Un significativo cambio di passo nel settore si e' determinato solo a partire dai provvedimenti assunti con il cosiddetto "Piano nidi" del triennio 2007-2009 (articolo 1, comma 1259, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007), e con gli ulteriori incentivi rivolti alle regioni e alle province autonome dalle successive intese definite in Conferenza unificata, fino agli anni piu' recenti. Tale complesso di azioni incentivanti ha condotto a registrare un incremento del sistema dell'offerta che, nell'ultimo decennio, ha raggiunto 11 mila nidi, con un aumento sia dei posti disponibili, che sono passati da poco piu' di 210.000 a oltre 320.000, sia del tasso di copertura che e' passato da meno del 16 per cento a oltre il 23 per cento9 . __________ 9 Per approfondimenti sul Piano nidi del 2007, si rimanda alla sezione dedicata sul sito web del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: https://www.minori.gov.it/it/ricerca-guidata?f%5B0%5D=taxonomy_vo cabulary_22%3A1268. Figura 2. Posti nei nidi per 100 bambini di 0-2 anni, per regione e macroarea - Anno educativo 2018/19 Parte di provvedimento in formato grafico Non sono scomparse, tuttavia, le principali criticita' della situazione italiana che misura tuttora uno scarto di 10 punti rispetto all'obiettivo del 33 per cento definito dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002, per il 2010. Ad oggi, in alcune regioni e province (ad esempio, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e Provincia autonoma di Trento) piu' di un bambino su tre frequenta un nido, nel Centro-Nord piu' di uno su quattro (29 per cento), mentre nel Sud del Paese solo uno su otto (12 per cento). Oltre all'insufficienza complessiva e alla diseguale distribuzione dell'offerta, il nido continua anche a essere un servizio non sempre facilmente accessibile, causa del costo delle rette, a carico delle famiglie. Nel quadro dei servizi educativi per l'infanzia, oltre ai nidi, alle sezioni primavera e ai micronidi, i servizi integrativi quali spazi bambino, centri per bambini e genitori, servizi in contesto domiciliari e agrinido completano l'offerta a disposizione delle famiglie, seppur sempre in misura marginale. Al riguardo, si ricordano le esperienze virtuose a livello normativo regionale10 . Se tale e' il quadro dell'offerta educativa per lo 0-3, diverso e' il quadro nel caso del 3-6 poiche', dalla fine del secolo scorso, il sistema garantisce accessibilita' alla scuola dell'infanzia alla generalita' dei minorenni. __________ 10 Per approfondimenti, si rimanda all'allegato "Approfondimenti" al rapporto sui servizi per l'infanzia pubblicato da Dipofam, Istat e Universita' Ca' Foscari di Venezia a maggio 2020, disponibile online: https://www.istat.it/it/archivio/244116. Peraltro, considerando il persistente decremento demografico, le scuole dell'infanzia hanno perso negli ultimi cinque anni oltre n. 3.100 sezioni e perderanno, nel prossimo quinquennio, oltre n. 130.000 utenti11 . Dunque, mentre i servizi 0-3 devono ancora essere implementati per soddisfare la totalita' della domanda, il segmento 3-6 e' ormai prossimo al traguardo della piena generalizzazione. Nel contempo, la progressiva diminuzione della popolazione in eta' 3-5 anni determina la possibilita' di poter riutilizzare alcuni spazi delle scuole non piu' utilizzati. __________ 11 Ibidem. Infine, accanto a tali interventi di potenziamento, e' opportuno ricordare le misure di sostegno alla genitorialita' e che favoriscono la conciliazione famiglia-lavoro. In particolare, gia' con il sopracitato disegno di legge conosciuto come Family Act, e' prevista la delega al Governo, all'articolo 4, per la disciplina dei congedi parentali e di paternita', prevedendo un'estensione del diritto anche per i dipendenti della pubblica amministrazione. Inoltre, la legge di bilancio per il 2021 (articolo 1, comma 363, della legge n. 178 del 2020) ha prorogato anche per il 2021 il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente (di cui all'articolo 4, comma 24, lettera a), della legge n. 92 del 2012, come prorogato da successivi provvedimenti), elevandone la durata a 10 giorni. Infine, la legge ha disposto che anche per il 2021, cosi' come previsto per il 2020, il padre possa astenersi per un ulteriore giorno, in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima. Con la legge di bilancio per il 2022, il congedo di paternita' di 10 giorni e' stato reso strutturale. 2.1.2 Rilanciare la corresponsabilita' fra scuole, studenti e famiglie La legge 20 agosto 2019, n. 92, recante introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica, sostiene che: «al fine di valorizzare l'insegnamento trasversale dell'educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilita' di cui all'articolo 5-bis del regolamento di cui al DPR 24 giugno 1998, n. 249, estendendolo alla scuola primaria». In questo modo, e' rafforzato il concetto che la scuola, a cominciare da quella per i cittadini piu' piccoli, si assume l'impegno della crescita e del benessere delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, condividendone la responsabilita' con le famiglie, ma anche con la rete dei servizi territoriali e, in generale, con la potenzialita' offerta dai presidi di ambito educativo formale e non formale, nel contesto locale di appartenenza rappresentato dal terzo settore e dal volontariato. I patti di corresponsabilita', al pari di altre esperienze di progetti delle comunita' amiche delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, sono da considerarsi strumenti utili per: a) favorire il principio di sussidiarieta', che risponda a esigenze specifiche dei territori; b) assicurare la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti (enti locali, soggetti, pubblici e privati, realta' del terzo settore e scuole), comprese le rappresentanze degli studenti; c) dare sostenibilita' nel tempo a processi che possano produrre cambiamenti positivi, e non solo rispondere a bisogni contingenti. Con riferimento al tema della partecipazione, al fine di promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, occorre valorizzare l'approccio partecipativo, cooperativo e solidale di tutti gli attori in campo che, con pari dignita', si impegnano a valorizzare e a mettere a sistema tutte le esperienze e le risorse del territorio. Un processo che dovrebbe attivarsi con la partecipazione delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. 2.1.3 Prevenire condizioni di rischio, ma anche promuovere il benessere psicologico e fisico La scuola rappresenta un luogo di confronto privilegiato per il mondo sanitario, in quanto puo' istruire e formare a vivere in modo piu' sano, rendendo possibile un'efficace promozione della salute. Pertanto, nel contesto scolastico, la promozione della salute ha una valenza piu' ampia, comprendendo anche le politiche per una scuola sana, in relazione all'ambiente fisico e sociale degli istituti scolastici e ai legami con i presidi di ambito educativo formale e non formale (servizi offerti dai comuni, servizi sanitari, terzo settore e volontariato) e per migliorare e proteggere la salute e il benessere di tutta la comunita' scolastica. Al riguardo, il 17 gennaio 2019, la Conferenza unificata ha approvato il documento Indirizzi di policy integrate per la Scuola che Promuove Salute12 . Il documento mira a favorire l'inserimento della promozione della salute come una proposta educativa, continuativa e integrata lungo tutto il percorso scolastico, nel curriculum formativo degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il 20 febbraio 2019, i Ministri della salute e dell'istruzione hanno anche rinnovato il protocollo d'intesa concernente la tutela del diritto alla salute, allo studio e all'inclusione13 della durata di tre anni, con l'obiettivo di: «rendere stabile la programmazione condivisa e partecipata tra le Istituzioni centrali, regionali e locali, sanitarie e scolastiche, attraverso la condivisione di obiettivi educativi e di salute, al fine di garantire un impegno attivo in favore della implementazione, del monitoraggio e della valutazione di efficaci strategie di promozione della salute e del benessere psico-fisico». __________ 12 Per approfondimenti, si rimanda al testo pubblicato sul sito web del Ministero della salute: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_3607_listaFile_itemNa me_0_file.pdf. 13 Per approfondimenti, si veda il testo pubblicato sul sito web del Ministero dell'istruzione: https://www.salute.gov.it/portale/news/documenti/newsletter/Proto collo_intesa_MIUR_MS_rev_27032015.pdf. Anche il nuovo Piano nazionale della prevenzione 2020-202514 , adottato con intesa intervenuta nella seduta della Conferenza unificata del 6 agosto 2020, prevede un rinnovato impegno nel campo della promozione della salute e mira a migliorare l'approccio per setting: contesto nel quale e' piu' facile raggiungere individui e gruppi prioritari per promuovere salute e benessere. __________ 14 Il testo e' disponibile sul sito web del Ministero della salute: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5029_0_file.pdf. Il setting "scuola" assume un ruolo fondamentale, tanto da prevedere un programma predefinito, vincolante e uguale per tutte le regioni dedicato alle "scuole che promuovono salute", per strutturare tra "scuola" e "salute" un percorso congiunto e continuativo che includa formalmente la promozione della salute, il benessere e la cultura della sicurezza e della legalita' all'interno del sistema educativo di istruzione e formazione, secondo i principi dell'azione intersettoriale e della pianificazione partecipata, in coerenza con le norme e i programmi nazionali. Da ultimo, occorre evidenziare che la letteratura richiama rispetto alle politiche di prevenzione e di intervento nell'area della salute mentale, come sottolineato dal Comitato Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nelle Osservazioni conclusive rivolte all'Italia nel 2019. Sul tema, e' importante considerare l'eccezione estesa a tutto il benessere psicologico. Assumono rilevanza il tema della violenza (subita, assistita e agita), dell'educazione alla sessualita', all'affettivita' e alla parita' di genere, gli sviluppi atipici e i comportamenti dei minorenni che accedono alla rete e ai social network nei risvolti della "personalita' digitale" e del "ritiro sociale", per arrivare fino ai fenomeni di cyberbullismo, sexting, adescamento e pornografia minorile, ai comportamenti alimentari e ai disturbi connessi, e alle dipendenze. L'ultimo rapporto internazionale Spotlight on Adolescent Health and Well-Being15 , pubblicato il 19 maggio 2020 dall'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanita' (OMS), fornisce, a sua volta, un'interessante panoramica su salute fisica, relazioni sociali e benessere psicologico di 227.441 ragazzi in eta' scolare. I risultati del rapporto mostrano che: all'eta' di 15 anni, il 24 per cento dei ragazzi e il 14 per cento delle ragazze dichiarano di aver avuto rapporti sessuali, la maggioranza dei quali non protetti; il 20 per cento dei 15enni ha gia' avuto un paio di esperienze drammatiche con l'alcol; oltre il 10 per cento dei giovani dichiara di parlare piu' facilmente dei propri sentimenti o preoccupazioni su internet, piuttosto che in un incontro faccia a faccia. Si registra anche «un'amplificazione delle vulnerabilita'» unitamente a nuove minacce, a partire dal cyberbullismo che colpisce in modo esponenziale le ragazze. __________ 15 Per approfondimenti, si rimanda al sito web dell'OMS - Ufficio regionale per l'Europa: https://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/child-and-a dolescent-health/health-behaviour-in-school-aged-children-hbsc/hbsc-2 020. Sul medesimo tema e' importante ricordare l'impatto negativo ulteriore generato dall'emergenza Covid-19 su bambini e adolescenti, oggetto di uno specifico approfondimento a cura del gruppo di esperti su infanzia, adolescenza e Covid-1916 . __________ 16 Per approfondimenti, si rimanda alla sezione dedicata al gruppo di esperti sul sito web del Dipartimento per le politiche della famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri: https://famiglia.governo.it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-val utazione/politiche-interventi-progetti/emergenza-covid-19/gruppo-di-e sperti-su-infanzia-adolescenza-e-covid-19/pubblicazioni/. Figura 3. In questa nuova fase di emergenza sanitaria, quale sentimento provi piu' spesso? Parte di provvedimento in formato grafico 2.1.4 Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i percorsi di studio Il tema della qualificazione del personale e, in particolare, delle competenze di base per formare i futuri operatori che si prenderanno cura dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze in situazione di vulnerabilita', attraversa varie discipline di ambito sociale, educativo, sanitario e giuridico. Infatti, investire nella formazione di base di coloro i quali si occupano in prima persona delle famiglie rappresenta un elemento di garanzia di qualita' nella prestazione dei servizi alla persona. Attualmente, i corsi di studio in servizio sociale, scienze dell'educazione, scienze della formazione primaria, educazione professionale, psicologia, giurisprudenza e medicina (specializzazioni post-laurea in pediatria e neuropsichiatria infantile) mancano di una formazione specifica nella gestione di situazione complesse, con un approccio interdisciplinare ai temi della tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, cosi' come della promozione della genitorialita' positiva. Nei programmi di studio dei futuri medici, infermieri, psicologici e tecnici sanitari, non sono inseriti corsi relativi all'abuso e al maltrattamento. Prevederli, invece, consentirebbe ai futuri professionisti di riconoscere precocemente i casi di bambini e bambine o di ragazzi e ragazze che hanno subito violenza, gia' al momento dell'accoglienza. In particolare, si evidenzia la carenza di competenze relative a: documentazione, monitoraggio e valutazione, in relazione alle specificita' di ciascuna disciplina e ruolo; valutazione multidisciplinare (anche ai fini di verificare l'impatto delle politiche sulla condizione di bambini e ragazzi al centro di procedure di tutela, protezione, cura, giudiziarie), progettazione, presa in carico integrata secondo l'approccio dei bisogni dei bambini complementare a quello dei diritti, lavoro di rete, lavoro in equipe, ascolto e partecipazione delle famiglie. Risulta inoltre carente la formazione specifica per l'aggiornamento professionale dei professionisti gia' in servizio. 2.2 L'area dell'equita' La presente sezione del Piano e' dedicata all'area dell'equita' e alla ricognizione degli interventi esistenti per contrastare la poverta' assoluta, favorire l'inclusione sociale e garantire pari accesso alla tecnologia. Una particolare attenzione e' dedicata alle azioni da migliorare. 2.2.1 Contrastare la poverta' assoluta delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi Come riportato nel rapporto annuale 2020 dell'Istat17 : «A partire dalla crisi economica e finanziaria del 2008-2009, nonostante il complessivo peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie, l'esposizione alla poverta' e' stata inizialmente contenuta inizialmente grazie al sistema di ammortizzatori sociali. Al contempo, in assenza di un sistema di tutela sufficientemente esteso e di uno strumento specifico contro la poverta', la famiglia ha avuto un ruolo di sostegno importante, soprattutto per i piu' giovani. Si e' fatto fronte alle situazioni di difficolta' grazie ai redditi da lavoro di chi era rimasto occupato e ai redditi da pensione, ma anche ricorrendo agli eventuali risparmi accumulati. Come conseguenza, la poverta' assoluta e' prima salita in misura contenuta (dal 4,0 del 2008 al 4,4 del 2011 l'incidenza familiare, dal 3,6 per cento al 4,4 per cento quella individuale), ma nel biennio 2012-2013, anche in corrispondenza degli effetti della nuova crisi, e' aumentata in maniera considerevole (6,3 per cento l'incidenza familiare e 7,3 per cento quella individuale nel 2013). Da quel momento non si e' piu' ridotta fino allo scorso anno, quando l'incidenza della poverta' assoluta tra le famiglie e' passata dal 7,0 per cento del 2018 al 6,4 per cento del 2019, e quella individuale dall'8,4 al 7,7 per cento». __________ 17 Istat. (2020). Rapporto annuale 2020. Tratto da: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannual e2020.pdf. Figura 4. Incidenza di poverta' assoluta dei bambini e ragazzi di 0-17 anni. Italia - Anni 2016-2020 Parte di provvedimento in formato grafico Questi fenomeni determinano nel presente e nella vita futura una catena di svantaggi a livello individuale in termini di piu' alto rischio di abbandono scolastico, piu' basso accesso agli studi superiori e al mondo lavorativo, e piu' in generale di una bassa qualita' della vita e di riduzione delle opportunita' di realizzazione personale. Per dimensione e gravita', i fenomeni della poverta' minorile e dell'esclusione sociale impongono una riflessione e un'azione di governo articolata che ponga l'accento sulla multidimensionalita' degli stessi, promuovendo l'intervento precoce e la prevenzione attraverso strategie integrate capaci di affrontare il disagio sociale sin dalla prima infanzia, con particolare attenzione ai gruppi piu' vulnerabili. D'altro canto, le importanti misure messe in campo negli ultimi anni per il contrasto della poverta' assoluta nel nostro Paese - il Reddito di inclusione prima e il Reddito di cittadinanza poi - stante alle prime evidenze di analisi sulla loro applicazione, evidenziano la relativa minore capacita' di incidere a favore delle famiglie numerose in cui sono presenti figli minorenni e la difficolta' di accesso per le famiglie composte da cittadini stranieri extra-Ue. In tal senso l'opportunita' di studiare quali sono gli strumenti maggiormente efficaci nel contrastare la poverta' assoluta dei nuclei familiari con figli minori di eta' a carico, e' resa ancora piu' attuale anche dall'evidenza che la positiva inversione di tendenza nei dati di poverta' testimoniato dalla rilevazione Istat relativa all'anno 201918 non potra' trovare continuita' a causa degli enormi sconvolgimenti che la pandemia da Covid-19, e la successiva crisi economica, ha determinato con la chiusura di molte attivita' economiche per lunghi mesi, con effetti sulla ricchezza nazionale ancora da calcolare e che porteranno il prodotto interno lordo a calare di molti punti percentuali. __________ 18 Per approfondimenti, si rimanda al comunicato pubblicato sul sito web Istat: https://www.istat.it/it/archivio/244415. Vi e' dunque bisogno di una rinnovata attenzione per il contrasto della poverta' minorile e dell'esclusione sociale che si rifletta nel rafforzamento della governance intersettoriale territoriale al fine di adottare con un approccio multidisciplinare - anche attraverso la costituzione di apposite equipe - provvedimenti che siano commisurati alla portata del problema, mettendo la questione al centro delle priorita' della azione pubblica, ad ogni livello di responsabilita', e con la mobilitazione di tutti i settori strategici nell'ambito del sociale, della scuola, del mondo del lavoro, e della promozione e tutela della salute. In tal senso si inserisce anche la riforma delle politiche della famiglia, Family Act, nonche' l'intervento relativo all'Assegno unico e universale per ogni figlio a carico, gia' citato in premessa. 2.2.2 Rafforzare le opportunita' educative per favorire l'inclusione sociale La poverta' educativa indica l'impossibilita' per i minori di eta' di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacita' e aspirazioni, coltivare inclinazioni e talenti. In Italia, di anno in anno, la poverta' educativa toglie a moltissimi bambini e bambine, ragazzi e ragazze il diritto di crescere inseguendo i propri sogni, come conseguenza delle difficili condizioni economiche e sociali, privandoli di fatto delle stesse opportunita' dei loro coetanei in situazioni economiche piu' favorevoli. Le principali ripercussioni sull'apprendimento rischiano di compromettere non solo la vita presente ma anche quella futura, con l'ingresso permanente dei soggetti nel circolo vizioso della poverta'. E' opportuno considerare che la poverta' economica e la poverta' educativa sono fattori interconnessi, che possono influenzarsi a vicenda. Cio' rende possibile quindi anche il caso in cui la poverta' educativa porti a minori opportunita' lavorative e di investimento, e quindi a una minore ricchezza economica. L'educazione, come dimostrato anche dalla nota equazione di Heckman19 , la quale mostra che maggiori investimenti nei primi anni di vita hanno conseguenze significative sullo sviluppo e sulle opportunita' future. Moltissimi bambini in situazioni economiche difficili non possono permettersi i libri scolastici, di partecipare a un evento, di visitare una mostra, cosicche' in Italia un minorenne su sette lascia prematuramente gli studi, quasi la meta' dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze non ha mai letto un libro, quasi uno su cinque non fa sport20 . Bambini e bambine, ragazzi e ragazze privati, dunque, delle opportunita' educative e dei luoghi dove svolgere attivita' artistiche, culturali e ricreative che potrebbero, di fatto, migliorare le loro competenze e garantire agli stessi un futuro migliore. __________ 19 Per approfondimenti, si rimanda al sito web dedicato all'equazione: https://heckmanequation.org/. 20 Save the Children. (2020). Riscriviamo il futuro. L'impatto del coronavirus sulla poverta' educativa. Tratto da: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/impatt o-del-coronavirus-sulla-poverta-educativa. In tal senso, contrastare la poverta' educativa puntando sul sistema educativo per favorire l'inclusione, significa investire sull'ampliamento della gamma di fruizioni a disposizione dei minorenni (in particolare di quelli vulnerabili), con uno sguardo aperto e ampio. Cio' significa intervenire su piu' fronti e con carattere di urgenza per dare risposta concreta ai soggetti di minore eta', non trascurando temi centrali della poverta' educativa quali: il processo di digitalizzazione e di acquisizione delle competenze necessarie (nel 2019, nel nostro Paese, la percentuale di minorenni di 16-19 anni con competenze digitali base o superiori si e' attestata appena al 64 per cento, sopravanzando nell'Unione europea solo Bulgaria e Romania, entrambe con una incidenza del 57 per cento)21 ; la messa a disposizione, per i minorenni vulnerabili in condizione di poverta' certificata, di un pacchetto di servizi per il contrasto della poverta' educativa, del digital divide e della dispersione scolastica, attraverso un piano educativo di sostegno personalizzato con azioni di presa in carico che contemplino la messa a disposizione di un pacchetto di beni e servizi. __________ 21 Con i bambini-Impresa sociale e Fondazione Openpolis. (2020). Disuguaglianze digitali. Tratto da: https://www.openpolis.it/esercizi/la-poverta-educativa-nellemerge nza-covid/. Figura 5. Percentuale di giovani di 16-19 anni con competenze digitali base o superiori - Anno 2019 Parte di provvedimento in formato grafico 2.2.3 Per un sistema pubblico e integrato di servizi per la cura, tutela e protezione Se la vulnerabilita' ci accomuna come esseri umani, l'esposizione alla vulnerabilita' ci differenzia, come dimostra il fatto che il 12,6 per cento dei minorenni italiani vive in poverta' assoluta, il 5 per cento ogni anno affronta una storia di dispersione scolastica, il 12,3 per cento non ha sufficiente accesso a internet, l'Italia si afferma come il Paese dell'Occidente europeo con le maggiori percentuali di neet e i minori tassi di laureati22 . Aumentano i ricoveri e le segnalazioni nell'area della salute mentale infantile e adolescenziale, nonche' le malattie croniche e le disabilita', fra cui si osserva un rilevante aumento dei cosiddetti disturbi del neuro sviluppo, le segnalazioni di Dsa e Bes a scuola, delle violenze sui bambini e addirittura dei figlicidi in particolare da parte dei padri23 , dei suicidi adolescenziali, dell'utilizzo di psicofarmaci in eta' evolutiva, ecc. __________ 22 Per approfondimenti, si rimanda alla banca dati pubblicata sul sito web Istat: http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_NEET1. 23 EURES. (2019). Gli ultimi dati EURES sul figlicidio. Tratto da: https://www.eures.it/gli-ultimi-dati-eures-sul-figlicidio/. Figura 6. Incidenza di neet (giovani di 15-29 anni che non sono ne' occupati, ne' inseriti in un percorso di istruzione o formazione per 100 residenti stessa eta'). Italia - Anni 2016-2020 Parte di provvedimento in formato grafico A fronte di tutto cio' i servizi territoriali non hanno organici numericamente uniformi, i posti letti ospedalieri per le patologie neuropsichiatriche infantili sono sottodimensionati, come lo sono le diverse tipologie di comunita' per minori (da quelle psichiatriche, anche con posti dedicati ad esempio a minori adottati, a quelle educative, ecc.) e la disponibilita' delle famiglie affidatarie. Da cio' «derivano differenze drammatiche in termini di opportunita' di salute, educazione e inclusione, che segnano irrimediabilmente gli itinerari di vita individuali cosi' come le possibilita' di sviluppo di intere comunita»24 . __________ 24 Centro per la salute del bambino e Associazione culturale pediatri. (2020). Senza confini. Come ridisegnare le cure per l'infanzia e l'adolescenza, integrando i servizi, promuovendo l'equita', diffondendo le eccellenze. Tratto da: https://csbonlus.org/news/senza-confini-un-documento-per-ridisegn are-un-sistema-integrato-di-cure-per-linfanzia-in-italia Dopo 20 anni dalla legge n. 328 del 2000, e in un frangente di crisi cosi' generalizzata, al fine di superare le criticita' formulate dal Comitato Onu all'Italia nel 2019, in ossequio ad alcuni degli impegni assunti dall'Italia nel contesto del III ciclo della Revisione periodica universale (Upr), alle raccomandazioni dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza sul sistema della tutela minorile25 , agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2015-2030, e' questo il tempo di un'ampia e non procrastinabile azione di sistema, volta a disegnare un sistema pubblico e integrato di servizi, titolare delle funzioni di accompagnamento, cura, tutela e protezione dell'infanzia in cui sia effettiva la logica dei diritti della Crc, in particolare quelli della non discriminazione e della partecipazione, e in cui il "supporto" alla genitorialita', anche in contesti di accoglienza fuori della famiglia, ne sia parte costitutiva. __________ 25 Per approfondimenti, si rimanda al sito web dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza: https://www.garanteinfanzia.org/news/sistema-della-tutela-minoril e-online-la-pubblicazione-con-le-raccomandazioni. Le diverse forme di prevenzione realizzabili in famiglia e nei servizi educativi, sociali e della salute, nella scuola, integrate a un efficace sistema di protezione e tutela, e nel contesto di comunita' sempre piu' educanti, rappresentano l'infrastruttura necessaria al Paese, anche per affrontare le sfide future. Un'attenzione specifica dovra' essere rivolta all'appropriatezza delle diverse funzioni di recepimento delle segnalazioni, di prima valutazione, di presa in carico multidimensionale e integrata nell'area sociosanitaria, socioeducativa e della giustizia, di uniformita' della governance dei servizi, e di promozione della coesione sociale anche tramite la piena inclusione di tutti i bambini e i ragazzi vulnerabili. Nel contempo, e' necessario garantire contesti di partecipazione per i soggetti coinvolti, quale condizione fondante per sviluppare un processo virtuoso di attribuzione condivisa di significato alle osservazioni e ai comportamenti di interesse. 2.2.4 Proteggere bambini e bambine e ragazzi e ragazze dal rischio di abusi e maltrattamenti Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi sono esposti a varie forme di abusi e maltrattamenti: a) agita dagli stessi minorenni sui coetanei; b) agita dagli adulti di riferimento; c) assistita. Inoltre, e' necessario identificare indicatori comuni per l'individuazione precoce dei fattori di rischio. Nel 2014, nell'ambito dei fondi del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), il Ministero della salute ha finanziato il progetto "REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) - Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea"26 , con il quale e' stato predisposto uno strumento di screening a due livelli definito, per l'ambito pediatrico, in collaborazione con l'Ospedale Bambino Gesu', ed e' stata realizzata una capillare formazione agli operatori sanitari per il riconoscimento delle vittime di violenza. __________ 26 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del Ministero della salute: https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=ital iano&menu=notizie&p=null&id=3170. Esistono, in Italia, esperienze virtuose sull'intercettazione precoce delle forme di violenza sui bambini, nonche' sulla cura e sulla protezione degli stessi, quali quelle riunite nella prima Rete nazionale ospedaliera contro il maltrattamento sui bambini. Trattasi di un gruppo di eccellenze ospedaliere che, uniche in Italia, hanno al proprio interno un'equipe multidisciplinare specializzata, in grado di intervenire tempestivamente e di intercettare situazioni di rischio che possono sfociare in maltrattamento, e/o di riconoscerlo (nelle sue diverse forme) quando si sia gia' verificato. Tale Rete permette uno scambio di buone prassi e la realizzazione di progettazioni comuni a beneficio nazionale, quali campagne di sensibilizzazione su temi poco noti al pubblico (Shaken Baby Syndrome) e studi atti a dare una fotografia qualitativa del fenomeno. Alcune regioni si sono dotate anche di linee guida per fare fronte alla protezione e alla presa in carico precoce dei minorenni. Figura 7. Servizio emergenza infanzia 114: composizione percentuale dei casi gestiti, per regione Parte di provvedimento in formato grafico 2.3 L'area dell'empowerment La presente sezione del Piano e' dedicata all'area dell'empowerment e alla ricognizione degli interventi esistenti per coinvolgere, sviluppare e tutelare giovani cittadini consapevoli e attivi; per la gestione dei sistemi sociosanitari rispetto alle condizioni di vulnerabilita' e per la programmazione e la valutazione delle politiche pubbliche di settore. Una particolare attenzione e' dedicata alle azioni da migliorare. 2.3.1 Per una nuova forma di partecipazione delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi Le osservazioni conclusive del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, rivolte all'Italia nel 2019, ribadiscono l'opportunita' di introdurre una misura legislativa che stabilisca il diritto del minorenne a essere ascoltato, e di istituzionalizzare i consigli dei minorenni sotto forma di appuntamento stabile, al fine di facilitare il loro effettivo coinvolgimento anche nei processi legislativi nazionali rispetto alle questioni che li riguardano. Figura 8. Per te, cosa significa "diritto di partecipare"? (risposta multipla) Parte di provvedimento in formato grafico Naturalmente, il diritto all'ascolto e alla partecipazione - nella naturale complementarieta' dei due concetti - deve essere necessariamente integrato con gli altri principi fondamentali, fra i quali il superiore interesse del minore e la non discriminazione. A tale proposito, si richiamano le buone prassi di partecipazione inclusiva: tra queste, in particolare, quella relativa all'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza e alla costituzione della Consulta delle ragazze e dei ragazzi - nella sua funzione di promozione di azioni integrate volte a garantire l'ascolto dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze e la loro inclusione nei processi decisionali, in tutti gli ambiti in cui si trovano (in famiglia, a scuola, nei tribunali, cosi' come nelle comunita' che accolgono i minorenni) - ha saputo dare voce anche ai minorenni stranieri non accompagnati, ai loro bisogni e alle loro proposte. Figura 9. Pensando alla tua vita, quanto ti preoccupa? (percentuale di ragazzi/e con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10) Parte di provvedimento in formato grafico Secondo ricerche che, negli anni, hanno cercato di approfondire il tema della partecipazione27 , i ragazzi e le ragazze chiedono autonomia, nonche' maggiore valorizzazione della loro capacita' di dare un contributo alla comunita', nonostante l'attitudine (in diversi ambiti come la famiglia, la scuola o le varie realta' associazionistiche) a non tenere molto in considerazione le opinioni dei minori di eta'. Al riguardo, si ricorda anche quanto evidenziato nel commento generale n. 12 del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia, concernente il diritto del bambino e dell'adolescente ad essere ascoltato, del 2009 (CRC/C/GC/12)28 . __________ 27 Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza. (2010). Costruire senso, negoziare spazi. Ragazze e ragazzi nella vita quotidiana. Firenze: Istituto degli Innocenti. Tratto da: https://www.minori.gov.it/it/minori/quaderno-50-costruire-senso-n egoziare-spazi. 28 Comitato italiano per l'UNICEF Onlus. (2010). Il diritto del bambino e dell'adolescente di essere ascoltato. Traduzione non ufficiale del commento generale n. 12 del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia. Tratto da: https://www.unicef.it/pubblicazioni/il-diritto-del-bambino-e-adol escente-di-essere-ascoltato/. La scuola e' un luogo privilegiato in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze sperimentano la cittadinanza. Il diritto alla partecipazione e all'ascolto e' ampiamente previsto nelle Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione: un documento fondamentale per le scuole in quanto su di esso si conformano i curricoli di istituto e le progettazioni dei docenti. Tuttavia, la partecipazione e' decisa dai docenti e gli alunni vi prendono parte solo in un momento successivo e residuale. La scuola e' anche il contesto nel quale si verifica la percentuale piu' alta di casi di bullismo e cyberbullismo. Dai risultati di un recente studio dell'Istituto superiore di sanita29 , la percentuale dei ragazzi che ha dichiarato di aver subito atti di cyberbullismo almeno una volta negli ultimi due mesi, in Italia, e': a) 11 anni: femmine 11 per cento, maschi 9 per cento; b) 13 anni: femmine 11 per cento, maschi 6 per cento; c) 15 anni: femmine 8 per cento, maschi 6 per cento. __________ 29 Nardone, P., Pierannunzio, D., Ciardullo S., Spinelli, A., Donati, S., Cavallo, F., Dalmasso, P., Vieno, A., Lazzeri, G., Galeone, D. (2020). La Sorveglianza HBSC 2018-Health Behaviour in School-aged Children: risultati dello studio italiano tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni. Roma: Istituto superiore di sanita'. Tratto da: https://www.epicentro.iss.it/hbsc/pdf/HBSC-2018.pdf. La legge 29 maggio 2017, n. 71, recante disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, prevede le Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto in ambito scolastico (art. 4), nelle quali si fissa la promozione di un ruolo attivo degli studenti e, quindi, la loro partecipazione attiva nelle azioni di contrasto a tali fenomeni. I minori di eta' che frequentano associazioni o gruppi che organizzano attivita' sono ancora una minoranza, circa uno su quattro soltanto30 , mentre e' chiaro ed evidente che quella dell'associazionismo sportivo, culturale, politico, umanitario sarebbe un'opportunita' da promuovere perche', in adolescenza, rappresenta un argine concreto ed efficace al rischio di abbandono scolastico. __________ 30 Vedi nota n. 27. In tutti questi ambiti, come del resto anche in famiglia, il livello di partecipazione alle decisioni e' abbastanza simile, quasi a segnare l'esistenza di una soglia invisibile di equilibrio nell'asimmetria di potere tra le generazioni e dell'ordine generazionale che, nel nostro Paese, caratterizza attualmente i rapporti tra ragazze, ragazzi e adulti. I dati dell'Istituto superiore di sanita31 , gia' precedentemente richiamati, estendono il loro interesse anche al tema degli spazi di ascolto in famiglia. A tal proposito, la percentuale dei ragazzi che dichiara essere "facile" o "molto facile" parlare con il padre, tende a diminuire al crescere dell'eta': a) 11 anni: femmine 66 per cento, maschi 78 per cento; b) 13 anni: femmine 49 per cento, maschi 69 per cento; c) 15 anni: femmine 41 per cento, maschi 60 per cento. __________ 31 Vedi nota n. 29. Analogamente, la percentuale dei ragazzi che dichiara essere "facile" o "molto facile" parlare con il madre esprime i seguenti dati: a) 11 anni: femmine 86 per cento, maschi 88 per cento; b) 13 anni: femmine 75 per cento, maschi 79 per cento; c) 15 anni: femmine 71 per cento, maschi 73 per cento. Figura 10. Perche' e' importante che voi ragazze e i ragazzi abbiate la possibilita' di esprimere cio' che pensate e venire ascoltati? (risposta multipla) Parte di provvedimento in formato grafico 2.3.2 Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della comunita' educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunita' Gia' la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti - "La buona Scuola" - aveva individuato tra gli obiettivi educativi prioritari delle istituzioni scolastiche «la valorizzazione della Scuola intesa come comunita' attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e la comunita' locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese». Il patto educativo di comunita' e' stato individuato come il modello principale per la costruzione di una comunita' educante che, seppur valorizzando le differenze territoriali, avesse criteri di omogeneita' miranti a evitare diseguaglianze territoriali. Recentemente, a livello nazionale, i patti educativi di comunita' sono stati inseriti dal Ministero dell'istruzione nel decreto ministeriale 26 giugno 2020, n. 39, recante adozione del Documento per la pianificazione delle attivita' scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l'anno scolastico 2020/2021. In tale contesto, sono declinati come «[p]atti educativi di comunita' tra scuole, Enti locali, istituzioni pubbliche e private, realta' del Terzo settore per favorire la messa a disposizione di strutture e spazi alternativi per lo svolgimento delle attivita' didattiche e per lo svolgimento di attivita' integrative o alternative alla didattica». I patti educativi di comunita' dovrebbero prevedere, fin dalla progettazione, la partecipazione di ragazzi e ragazze anche attraverso le loro forme aggregative (con l'obiettivo di promuovere la nascita di associazioni di ragazzi), ma anche forme informali. Successivamente, il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia, convertito con modificazioni dalla legge n. 126 del 2020, ha incrementato, con l'articolo 32, il Fondo per l'emergenza epidemiologica da Covid-19 destinando quota parte delle risorse a determinate finalita', tra le quali il sostegno finanziario ai patti di comunita' per l'ampliamento della permanenza a scuola degli studenti. Ormai da decenni, anche le organizzazioni internazionali stanno promuovendo azioni concrete per coinvolgere la dimensione territoriale nell'attuazione dei diritti sanciti dai trattati internazionali, e renderli cosi' pienamente esigibili. In parallelo, a livello territoriale, sono sorte spontaneamente forme di collaborazione per la crescita e sviluppo di comunita' educanti. In particolare, sono nati patti territoriali delle comunita' educanti quali strumenti promossi in contesti extrascolastici, grazie alle sollecitazioni provenienti da qualsiasi soggetto territoriale, capace di aggregare piu' attori di un territorio intorno a processi educativi che riguardano la comunita', e in particolare le persone di minore eta' secondo una visione condivisa di bisogno, valori e azioni ritenute appropriate. A livello locale, e' particolarmente strutturata l'azione promossa dall'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Palermo32 , che fornisce una chiara indicazione operativa, capace di mettere a sintesi tante esperienze e riflessioni realizzate, negli anni, nel nostro Paese. __________ 32 Comune di Palermo. (2015). "Palermo citta' educativa" tutta la citta' educa progetto educativo integrato. Tratto da: https://www.comune.palermo.it/palermo-informa-dettaglio.php?tp=1& id=8331. 2.3.3 Programmare e valutare le politiche pubbliche Pur non essendo semplice individuare i soggetti di minore eta' in situazione di vulnerabilita' che richiedono un intervento dei servizi in termini di accompagnamento, cura, tutela e protezione, possono essere quantificati e qualificati: nell'area della protezione sociale e legale; nell'area dei servizi educativi 0-6 e della scuola; nell'area della giustizia; nell'area della salute fisica e mentale. In tutti questi campi, un intervento efficace e proporzionato allo scopo cui intende rispondere, si fonda sempre sulla qualita' dei dati di realta' di partenza, sulla possibilita' di monitoraggio nel tempo e di valutazione della sua attuazione, nonche' nell'impatto che tale intervento riesce a conseguire. Occorre migliorare l'efficienza dei sistemi informativi che contengono i dati relativi alle persone di minore eta', cosi' come richiesto dalle Nazioni Unite nelle Osservazioni conclusive all'Italia. Dagli approfondimenti svolti, anche tramite la realizzazione di cicli di audizioni, e' emersa una forte settorializzazione dei dati raccolti dai vari soggetti attivi in questo campo, piu' che una carenza di dati. Consentire la programmazione e la valutazione della politica pubblica di protezione e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, migliorando sia l'informazione sul fenomeno della violenza all'infanzia, sia la valutazione dell'efficacia della politica, sia la valutazione che il monitoraggio dei processi e degli esiti delle singole pratiche di intervento con i minori di eta' e le famiglie realizzati nei servizi di cura, protezione e tutela, anche in contesti di accoglienza fuori famiglia. Al riguardo, si rimanda anche al punto n. 9 delle osservazioni conclusive al 5° e 6° rapporto del Governo italiano all'Onu sulla Crc33 . __________ 33 Vedi nota n. 1. 2.3.4 Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle condizioni di vulnerabilita' Lo svantaggio, la trascuratezza, l'esclusione sociale dei minorenni e delle famiglie in cui essi vivono espone bambini e bambine, ragazzi e ragazze a gravi rischi per la salute, rischi che si amplificano o si smorzano sulla base dell'accessibilita' ai servizi di cura che i territori offrono, tenendo anche in considerazione le raccomandazioni relative al Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili. Il sistema sanitario nazionale in tutte le sue ramificazioni, valorizzando le connessioni con la rete dei servizi e delle agenzie che operano sul territorio, rappresenta lo strumento principale per garantire la protezione, la prevenzione e la promozione del diritto alla salute dei minorenni vulnerabili. Nei piu' recenti documenti di indirizzo di salute pubblica, tale sensibilita' si esprime negli interventi precoci di prevenzione e promozione della salute nell'infanzia e nell'adolescenza in linea con gli obiettivi del nuovo Piano nazionale della prevenzione 2020-202534 , nonche' del documento di indirizzo Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita35 , adottato con intesa intervenuta in Conferenza unificata nella seduta del 20 febbraio 2020, con una specifica attenzione ai fattori sociali e di accesso ai servizi, nell'intento di promuovere la consapevolezza nei confronti dei sotto-gruppi vulnerabili per eta', per genere, per condizione socioeconomica, per grado di istruzione, per provenienza geografica, e per condizione di immigrazione e cittadinanza. __________ 34 Vedi nota n. 14. 35 Ministero della salute. (2019). Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita. Tratto da: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3120_allegato.pdf. Figura 11. Casi gestiti per motivazione: dati del servizio 114 emergenza infanzia - Confronto periodi 15 febbraio 2019 - 14 febbraio 2020 e 15 febbraio 2020 - 14 febbraio 2021 Parte di provvedimento in formato grafico In tale prospettiva nel Pnp 2020-2025 rivestono un ruolo di primaria importanza gli interventi per ridurre i fattori di rischio e per promuovere i fattori di protezione, anche attraverso l'empowerment delle coppie, dei futuri genitori e, in generale, dei cittadini. In particolare il contrasto alle disuguaglianze consente di motivare e sostenere gli interventi di prevenzione e promozione della salute attraverso la partecipazione di tutti gli attori, istituzionali e non e delle comunita' locali. In merito alle tematiche relative alla disuguaglianza e alla poverta', il Documento 1000 giorni enfatizza in maniera trasversale, per le macroaree di rischio e per i periodi considerati, l'importanza della garanzia per la popolazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) aggiornati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, recante definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, nonche' l'aspetto cruciale dell'accesso ai servizi, all'insegna di una equita' sociale, di genere e territoriale. Infine, la promozione della salute materno infantile, ponendo particolare attenzione alle donne in condizione di disagio sociale - mediante l'attuazione a livello regionale delle Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo36 , delle Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico-adolescenziale37 , nonche' del gia' citato documento di indirizzo Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita38 , perimetra e completa il raggio d'azione dell'investimento pubblico nella salute dei cittadini di minore eta' e di quelli maggiormente vulnerabili, anche secondo quanto espresso nelle Linee di indirizzo nazionali per l'intervento con i bambini e le famiglie in situazione di vulnerabilita39 . __________ 36 Per approfondimenti, si rimanda al sito web Trova Norme Salute: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto.spring;j sessionid=h4mL6rjFbcShuv6t8cpXKg**?id=36591. 37 Ministero della salute. (2017). Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualita', della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico - adolescenziale. Tratto da: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno= 2017&codLeg=62611&parte=1%20&serie=null. 38 Vedi nota n. 35. 39 Ministero del lavoro e delle politiche sociali. (2017). Linee di indirizzo nazionali per l'intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilita'. Tratto da: https://www.minori.gov.it/sites/default/files/linee-guida-sostegn o-famiglie-vulnerabili-2017.pdf. 3 Il 5° Piano nazionale infanzia e adolescenza Le politiche per l'educazione +-----------------------------------------------------+ |Garantire il diritto all'educazione ai bambini e alle| |bambine dalla nascita | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 1. |Integrare le potenzialita' attuali | | |dello 0-6 per rafforzare l'offerta 0-3 | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4, 8, 9 e 10| | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 1 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 2. |Sviluppare accessibilita' equa e | | |sostenibile nello 0-6 | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 1 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Rilanciare la corresponsabilita' fra scuole, studenti| |e famiglie | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 3. |Le raccomandazioni sulla | | |corresponsabilita' fra scuole, studenti| | |e famiglie | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 10, 16 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 1, e 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 4. |Gli strumenti della legge n. 92 del | | |2019 sull'insegnamento dell'educazione | | |civica | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 5 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 1, 2 e 6 della| | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 5. |Il protocollo operativo per la | | |fruizione di spazi pubblici in orario | | |extrascolastico | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 5, 10 e 16 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 1, e 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Prevenire condizioni di rischio, ma anche promuovere | |il benessere psicologico e fisico | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 6. |Il servizio di psicologia scolastica | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde Obiettivi di sviluppo| | |sostenibile n. 3 dell'Organizzazione | | |delle Nazioni Unite, all'obiettivo n. 2| | |della Strategia dell'Unione europea sui| | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e agli | | |obiettivi n. 2 e 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 7. |Il rafforzamento dei consultori | | |familiari | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 8. |La valorizzazione degli strumenti di | | |contrasto al cyberbullismo (legge n. 71| | |del 2017) | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 3 e 5 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 9. |L'implementazione dei programmi sulle | | |life skills | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4 e 8 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 10. |L'educazione all'affettivita', alla | | |sessualita' e alla parita' di genere | | |(legge n. 107 del 2015) | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 2 e 5 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 1 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i | |percorsi di studio | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 11. |Il rafforzamento della qualita' degli | | |interventi | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3 e 16 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ Le politiche per l'equita' +-----------------------------------------------------+ |Contrastare la poverta' assoluta dei bambini e delle | |bambine, dei ragazzi e delle ragazze | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 12. |Revisione degli strumenti in essere per| | |il contrasto della poverta' assoluta | | |dei nuclei familiari con minori di eta'| +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 2 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e agli | | |obiettivi n. 3, 5 e 6 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 13. |L'estensione del servizio di refezione | | |scolastica | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 2 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e agli | | |obiettivi n. 3 e 5 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Rafforzare le opportunita' educative per favorire | |l'inclusione sociale | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 14. |L'incentivazione del processo di | | |digitalizzazione - Banda ultralarga | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 15. |L'incentivazione del processo di | | |digitalizzazione - Didattica a distanza| | |(Dad) | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 16. |L'incentivazione del processo di | | |digitalizzazione - Voucher | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 17. |Progetti sperimentali per il contrasto | | |della poverta' educativa minorile | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 6 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Per un sistema pubblico e integrato di servizi per la| |cura, tutela e protezione | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 18. |L'individuazione di livelli essenziali | | |per la rete di protezione e inclusione | | |sociale | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 3 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 19. |Il tavolo di lavoro permanente sul | | |sistema di protezione e inclusione | | |sociale | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 3 e 10 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, e agli obiettivi n. 1 e 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 20. |Le linee di indirizzo in tema di invio | | |e presa in carico dei minorenni | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3, 10, 16 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 3 e 4 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 21. |Il monitoraggio dell'attuazione delle | | |linee di indirizzo nazionali | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 16 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 3 e 4 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 22. |L'attuazione della normativa | | |sull'accoglienza dei minori stranieri | | |non accompagnati (legge n. 47 del 2017)| +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 10 e 16 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2, 3, 4 e 6 | | |della Strategia dell'Unione europea sui| | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e agli | | |obiettivi n. 4 e 6 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Proteggere bambini e bambine, ragazzi e ragazze dal | |rischio di abusi e maltrattamenti | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 23. |I punti di intervento multidisciplinare| | |e integrato nei contesti ospedalieri | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 3 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 24. |L'intervento in tema di maltrattamento | | |e abuso: linee guida | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3, 16 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 3 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ Le politiche per l'empowerment +-----------------------------------------------------+ |Per una nuova forma di partecipazione dei bambini e | |delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 25. |Animare e sostenere esperienze e buone | | |pratiche di partecipazione | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 1 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 26. |Formare sul tema della partecipazione | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 1 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 27. |Normare e monitorare il tema della | | |partecipazione | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 1 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della| |comunita' educante partendo dallo strumento del patto| |educativo di comunita' | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 28. |La ricognizione dei patti educativi di | | |comunita' e l'elaborazione di linee di | | |indirizzo nazionali sulla comunita' | | |educante | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 16 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 1 e 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 29. |I patti territoriali delle comunita' | | |educanti tra linee di indirizzo | | |nazionali e la diffusione di pratiche | | |partecipative | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde agli Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 4, 16 e 17 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 1 e 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 2 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Programmare e valutare le politiche pubbliche | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 30. |Sviluppare e integrare sistemi | | |informativi sull'infanzia e | | |l'adolescenza | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 16 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, agli obiettivi n. 2 e 3 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e | | |all'obiettivo n. 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ +-----------------------------------------------------+ |Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle | |condizioni di vulnerabilita' | +-------------+---------------------------------------+ |Azione 31. |La promozione della salute materno | | |infantile | +-------------+---------------------------------------+ | |L'azione risponde all'Obiettivi di | | |sviluppo sostenibile n. 3 | | |dell'Organizzazione delle Nazioni | | |Unite, all'obiettivo n. 2 della | | |Strategia dell'Unione europea sui | | |diritti delle persone di minore eta' | | |per il periodo 2021-2024, e agli | | |obiettivi n. 1 e 4 della Garanzia | | |europea per l'infanzia. | +-------------+---------------------------------------+ 3.1 Le politiche per l'educazione La presente sezione del Piano e' dedicata agli obiettivi e alle azioni che l'Osservatorio ritiene che debbano essere realizzate nei prossimi anni. L'attuazione di tali azioni sara' oggetto di monitoraggio da parte dell'Osservatorio, anche in coerenza con i seguenti indirizzi internazionali ed europei: gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, la Strategia dell'Unione europea sui diritti delle persone di minore eta' per il periodo 2021- 2024 e il Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili (European Child Guarantee). 3.1.1 Garantire il diritto all'educazione ai bambini e alle bambine dalla nascita Il riconoscimento del diritto dei bambini e delle bambine all'educazione a partire dalla nascita - sancito dalle convenzioni internazionali e ripreso dagli orientamenti dell'Unione europea per favorire il raggiungimento di obiettivi individuati come strategici per il benessere e la crescita dei suoi cittadini - deve ancora mostrare nei fatti, quanto dichiarato nelle intenzioni. Nonostante gli impegni dei diversi livelli di governo centrale, regionale e locale, gli interventi di settore non hanno ancora consentito di traguardare l'obiettivo di diffusione del 33 per cento indicato per il 201040 , sebbene sia chiaro da tempo che i servizi educativi per l'infanzia rappresentano un'opportunita' importante per i bambini e, nel contempo, sono strumenti utili: allo sviluppo economico della societa', pensando che investire sui bambini produce un ritorno in termini di redditivita' dell'investimento, con risultati di benessere economico di tutto il Paese; alla prevenzione e al contrasto delle situazioni di diseguaglianza e marginalita' sociale o di poverta', attraverso la prospettiva di promuovere politiche inclusive; al maggiore coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro e, in generale, allo sviluppo di politiche di conciliazione fra cura e lavoro. __________ 40 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della Commissione europea: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/PRES_02_930 . Le stesse riflessioni di attualita', legate alla situazione di isolamento sociale a cui siamo costretti come misura di contrasto alla diffusione del Covid-19, hanno concorso a diffondere nell'opinione pubblica la consapevolezza circa l'importanza di consentire ai bambini di crescere in un contesto sociale a loro misura, dove sviluppare competenze e relazioni. La diffusione scarsa e poco omogenea sul territorio nazionale dei servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni e, in particolare modo dei nidi d'infanzia che ad oggi rappresentano un'opportunita' solo per poco piu' di un bambino su cinque (v. Figura 1), non puo' che essere letta come un elemento di difetto. Per i motivi fin qui richiamati, occorre sempre piu' investire nell'offerta gia' disponibile di servizi educativi e scuole dell'infanzia, anche nella loro accessibilita' equa e sostenibile, andando a soddisfare anche la domanda inespressa. Devono quindi essere sviluppate iniziative tese a ridurre gradualmente, e poi a eliminare, le rette a carico delle famiglie. Inoltre, risulta evidente che il sistema integrato dei servizi di educazione dalla nascita a 6 anni, istituito nel Paese con il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, recante istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera e), della legge 13 luglio 2015, n. 107, dovra' essere stabilizzato della copertura dell'offerta 3-6 anni al 100 per cento, e dovra' essere ulteriormente potenziato: con riferimento alla fascia 0-3 anni dei servizi educativi e di cura per la prima infanzia, sara' necessario un nuovo investimento teso a superare almeno il 33 per cento dell'offerta, sino al raggiungimento dell'obiettivo del 50 per cento; mentre per il segmento 3-6 anni sara' necessario consolidare l'offerta. Nel caso dei servizi 0-3, potra' essere realizzato sia mediante investimenti orientati a costruire nuove strutture per i servizi educativi, sia attraverso la riconversione di strutture preesistenti di scuole dell'infanzia non piu' in uso, a favore del loro utilizzo pieno e ottimale finalizzato a incrementare le potenzialita' ricettive nei confronti dei bambini sotto i 3 anni di eta'. Per tale scopo, l'Osservatorio propone di definire e finanziare, nella prossima legge di bilancio, i LEP relativi alla diffusione dei servizi educativi e di cura per la prima infanzia per una percentuale di copertura di almeno il 33 per cento della popolazione 0-3 anni. Azione 1 - Integrare le potenzialita' attuali dello 0-6 per rafforzare l'offerta 0-3 Parte di provvedimento in formato grafico Azione 2 - Sviluppare accessibilita' equa e sostenibile nello 0-6 Parte di provvedimento in formato grafico 3.1.2 Rilanciare la corresponsabilita' fra scuole, studenti e famiglie Come esplicitato nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (decreto ministeriale n. 254 del 2012): «la finalita' generale della scuola e' lo sviluppo armonico e integrale della persona, all'interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversita' individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie». Cio' a indicare che la scuola, a cominciare da quella per i piu' piccoli, proprio per il suo carattere universalistico (ovvero, che si rivolge alla generalita' dei bambini e dei ragazzi), e' di per se' un contesto inclusivo, che mette in relazione studenti e famiglie che differiscono tra loro per estrazione sociale, caratteristiche psicofisiche, provenienza etnica e culturale. Al riguardo, e' possibile rilevare ancora una volta l'importanza fondamentale della corresponsabilita' educativa fra famiglie e scuola, nonche' comunita' locali. Tale pluralita' di varie individualita' che si incontrano e' un'occasione preziosa di conoscenza. Le iniziative organizzate direttamente dai docenti e/o dalle agenzie educative che collaborano con la scuola, cosi' come gli scambi spontanei tra studenti e tra famiglie, servono per abbattere quelle resistenze legate spesso ai pregiudizi che possono esistere tra persone che non si erano incontrate prima e, nel contempo, favoriscono il contrasto alle situazioni di diseguaglianza o di marginalita' sociale. Oltre alla cura nelle relazioni, la scuola offre anche contenuti specifici per l'integrazione che, piu' di recente, insiste molto sui progetti di contrasto al cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, attraverso una strategia che comprende misure di carattere preventivo ed educativo nei confronti dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze (vittime e autori del bullismo sul web) da attuare in ambito scolastico, in applicazione della legge 29 maggio 2017, n. 71, recante disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze utilizzano i dispositivi non solo per svago ma anche per frequentare la didattica a distanza. E' fondamentale che la scuola insista sull'insegnamento di un uso consapevole della tecnologia digitale, per far prendere loro coscienza delle conseguenze delle proprie azioni e parole affidate al web. Sempre in tale direzione, e' stato introdotto, con la legge 20 agosto 2019, n. 92, l'insegnamento scolastico dell'educazione civica, ritenuta una materia fondamentale per consentire agli studenti uno sviluppo culturale e valoriale, nonche' una piu' approfondita consapevolezza critica sui temi della cittadinanza, e per conoscere i loro diritti e doveri. Al fine di rafforzare l'insegnamento e la sensibilizzazione degli studenti alla cittadinanza responsabile, il decreto del Presidente della Repubblica 21 novembre 2007, n. 235, e successivamente la stessa legge, introduce il principio del "patto educativo di corresponsabilita'" tra scuola e famiglia, che rafforza la reciproca collaborazione (art. 7). Tale principio - gia' sperimentato con la ripresa delle attivita' scolastiche in presenza, per il rispetto delle regole all'ingresso dei plessi indicate dal protocollo igienicosanitario - potra' trovare applicazione in molti altri momenti pensati coinvolgendo le rappresentanze studentesche e quelle dei genitori nel percorso di programmazione, per consentire la massima partecipazione di bambini, ragazzi e attori dei patti educativi di comunita', attraverso un modello circolare bottom-up e top-down, in modo da favorire il dialogo anche con i territori. Nel quadro delle attivita' di supporto tecnico scientifico alla redazione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, e' stato deciso di valorizzare concretamente il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze attraverso una strategia di ricerca che ha permesso di raccogliere riflessioni e suggestioni interessanti in relazione alle priorita' e alle strategie di intervento individuate dai gruppi di lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. In tale contesto e' emerso che il 58 per cento dei ragazzi e delle ragazze rispondenti dichiara di non conoscere la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, senza particolari distinzioni di eta' e genere. E' dunque evidente che una significativa maggioranza della popolazione minorile non abbia una reale consapevolezza del documento internazionalmente riconosciuto quale guida e riferimento in materia di diritti di bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Il principale canale di diffusione della conoscenza della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e' la scuola. Insegnati ed educatori sono stati segnalati nel 72 per cento dei casi come i principali protagonisti di tale opera di divulgazione. Niente affatto irrilevante il ruolo dei genitori (22 per cento) che mostra d'altro canto un ampio margine di miglioramento. Azione 3 - Le raccomandazioni sulla corresponsabilita' fra scuole, studenti e famiglie Parte di provvedimento in formato grafico Azione 4 - Gli strumenti della legge n. 92 del 2019 sull'insegnamento dell'educazione civica Parte di provvedimento in formato grafico Azione 5 - Il protocollo operativo per la fruizione di spazi pubblici in orario extrascolastico Parte di provvedimento in formato grafico 3.1.3 Prevenire condizioni di rischio, ma anche promuovere il benessere psicologico e fisico Occorre un cambio di paradigma. Non basta infatti proteggere e riparare, ma occorre sviluppare la promozione, come intervento volto a far crescere competenze e risorse nella popolazione generale, assieme alla prevenzione, come intervento volto a ridurre fattori di rischio nella fase iniziale in target di popolazioni mirati. Inoltre, e' necessario che le funzioni di prevenzione e di promozione del benessere psicologico e fisico siano assolte in forma trasversale e integrata con la rete territoriale dei servizi sociali (in particolare dal sistema di servizi indicato nell'azione n. 18), dai servizi educativi e dai servizi sanitari. E' tale la ratio profonda dei piu' recenti documenti di indirizzo del Ministero della salute e, in particolare, rappresenta l'elemento strategico di innovazione del Piano nazionale di prevenzione (Pnp) 2020-2025, che sceglie di sostenere il riorientamento di tutto il sistema della prevenzione verso un approccio di promozione della salute integrale delle persone di minore eta', rendendo trasversale a tutti i macro obiettivi lo sviluppo di strategie di empowerment e capacity building, raccomandate dalla letteratura internazionale e dall'Organizzazione mondiale della sanita', coerentemente con lo sviluppo dei principi enunciati dalla Carta di Ottawa41 . __________ 41 Per approfondimenti, si rimanda alla pagina dedicata sul sito web dell'Organizzazione mondiale della sanita': https://www.who.int/publications/i/item/ottawa-charter-for-health -promotion. In linea con quanto rappresentato dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e' necessario portare avanti e sostenere l'istituzione di psicologi scolastici, che possono rappresentare uno strumento di promozione del benessere e di prevenzione della devianza e della dispersione42 . La prevenzione del disagio e la promozione del benessere integrale di bambini e bambine, ragazzi e ragazze implicano un investimento che miri a fornire sostegno e supporto attraverso l'istituzione di un servizio di psicologia scolastica presente nelle scuole di ogni ordine e grado (garantendo il collegamento tra scuola e territorio tramite i consultori familiari, quali soggetti preferenziali per l'erogazione del servizio mediante progettualita' e professionisti dedicati), nonche' la disposizione di politiche integrate per il rafforzamento e la costruzione di reti locali tra scuola, servizi sociali del territorio, servizi sanitari di base e specialistici, servizi giudiziari e terzo settore (identificando, in ogni caso, i consultori familiari quale punto nevralgico della rete), cosi' come indicato dalle Linee di indirizzo nazionale per l'intervento con i bambini e le famiglie in situazione di vulnerabilita' del Ministero del lavoro e delle politiche sociali43 . __________ 42 Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza (2020). Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva "Sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti". Tratto da: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1185380.pdf. 43 Vedi nota n. 39. La promozione del benessere psicologico e fisico delle persone di minore eta' nei servizi educativi e nelle scuole di ogni ordine e grado si persegue anche attraverso l'implementazione di programmi centrati sulle life skills, nel pieno rispetto di quanto stabilito dal Piano nazionale di prevenzione 2020-2025, dal Protocollo di intesa tra Ministero della salute e Ministero dell'istruzione del 20 febbraio 2019, e dall'Accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni del 17 gennaio 2019 sulle scuole che promuovono la salute, definendo programmi nazionali atti a prevedere regolari e stabili iniziative integrate scuola-territorio sui corretti stili di vita (quali l'educazione alimentare, lo sport, l'utilizzo della rete e dei social media), ma anche implementando competenze trasversali (life skills) di prevenzione del bullismo/cyberbullismo e delle dipendenze44 , nonche' puntando alla diffusione di una sana cultura dell'affettivita', della sessualita' e della parita' di genere. __________ 44 Per approfondimenti, si vedano anche le indagini realizzate dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, ossia l'indagine gia' richiamata alla nota n. 41, e inoltre: Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. (2019). Documento approvato dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza a conclusione dell'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo. Tratto da: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1145759.pdf. Azione 6 - Il servizio di psicologia scolastica Parte di provvedimento in formato grafico Azione 7 - Il rafforzamento dei consultori familiari Parte di provvedimento in formato grafico Azione 8 - La valorizzazione degli strumenti di contrasto al cyberbullismo (legge n. 71 del 2017) Parte di provvedimento in formato grafico Azione 9 - L'implementazione dei programmi sulle life skills Parte di provvedimento in formato grafico Azione 10 - L'educazione all'affettivita', alla sessualita' e alla parita' di genere (legge n. 107 del 2015) Parte di provvedimento in formato grafico 3.1.4 Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i percorsi di studio Prendersi cura di una bambina o di un bambino o di una ragazza o di un ragazzo in situazione di vulnerabilita' richiede una professionalita' alta, formata attraverso un percorso di laurea universitaria per il profilo di operatore in ambito socioeducativo, che sviluppi saperi e competenze nella declinazione multilivello (nazionale, europea e internazionale). Cio' a dire che e' necessario arricchire le professionalita' esistenti con un core di competenze trasversali alle diverse professioni che si occupano di prevenzione e protezione dell'infanzia, da inserire nei curricula formativi di diversi corsi di studio, e procedere verso una postura (ovvero, una modalita' di intervento) rivolto ai singoli casi nel contesto familiare o di vita dei soggetti, basata sulla capacita' di osservazione e ascolto attivo ed empatico, e sulla personalizzazione di un progetto di tutela e protezione, che tenga conto delle ecologie di relazioni che ruotano intorno al bambino o al ragazzo. A cio' si aggiunga che e' importante coltivare le occasioni di formazione congiunta e di scambio in una dimensione di relazione multidisciplinare, per riconoscere e saper trattare congiuntamente le diverse conseguenze del disagio, non solo sul piano sociale, ma anche educativo e sanitario. Gli interventi, infatti, prevedono la costituzione di equipe multidisciplinari, composte prevalentemente da: professionisti dei servizi sociali, servizi educativi e scuole, servizi socio-sanitari e sanitari, fra cui quello di pediatria di base, eventuali soggetti del terzo settore. Quella che si realizza e', dunque, una presa in carico individuale multidisciplinare che comprende prestazioni di carattere sociosanitario, educativo, ricreativo e sportivo, e orientamento alla fruizione della rete di servizi di welfare ed educativi presenti sul territorio. Pertanto, le competenze da includere nei percorsi universitari di base (quali i corsi di studio in Servizio sociale, Scienze dell'educazione, Psicologia, Medicina e Giurisprudenza), nelle lauree magistrali, es. Scienze della formazione primaria, nella formazione universitaria post laurea (master), nei percorsi di aggiornamento professionale (formazione continua) sono quelle relative a: documentazione, monitoraggio e valutazione, in relazione alle specificita' di ciascuna disciplina e ruolo; valutazione multidisciplinare (anche ai fini di verificare l'impatto delle politiche pubbliche sulla condizione di bambini e ragazzi al centro di procedure di tutela, protezione, cura, giudiziarie), progettazione, presa in carico integrata secondo l'approccio dei bisogni dei bambini e dei ragazzi complementare a quello dei diritti, lavoro di rete, lavoro in equipe, ascolto e partecipazione delle famiglie e dei minorenni. Infine, la formazione di medici, infermieri e operatori in merito al riconoscimento precoce della violenza dovrebbe avere inizio fin dal percorso degli studi universitari. A tal fine, e' utile inserire materie specifiche relative all'abuso e al maltrattamento nei programmi universitari di studio di medici, infermieri, psicologici e tecnici sanitari. Sulla linea di quanto evidenziato dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza45 , occorre altresi' prevedere una formazione sui temi della violenza e dell'abuso adeguata e continua rivolta agli insegnanti e pediatri di famiglia, alle figure professionali, nonche' al personale non specializzato che interagisce con i minorenni nei vari contesti di vita, affinche' anche questi ultimi sappiano come agire e a quale organismo rivolgersi nel caso emerga una potenziale situazione di rischio. __________ 45 Vedi nota n. 42. Azione 11 - Il rafforzamento della qualita' degli interventi Parte di provvedimento in formato grafico 3.2 Le politiche per l'equita' 3.2.1 Contrastare la poverta' assoluta dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze Le persone di minore eta' sono i soggetti maggiormente vulnerabili ai fenomeni della poverta' e dell'esclusione sociale, e risultano i piu' esposti a un peggioramento delle condizioni di vita in situazioni di crisi economica e sociale, quale quella attuale derivante dalla pandemia da Covid-19. Nel nostro Paese, l'ascensore sociale e' in panne - se non del tutto immobile - da lungo tempo, al punto che la Banca d'Italia certifica che il rallentamento dell'economia italiana, avviatosi negli anni novanta, ha pesato soprattutto sui piu' giovani, che hanno rinviato l'uscita dalla famiglia di origine e subito un calo del reddito atteso lungo l'intero ciclo di vita, rispetto alle generazioni precedenti. La minore accumulazione di ricchezza propria ha ampliato il peso di quella ereditata, concorrendo a rafforzare il ruolo della famiglia di origine nel definire lo status socioeconomico e al radicarsi di disuguaglianze indipendenti dai meriti e dalle capacita' individuali. Per molti studiosi, pur nel pieno riconoscimento della multidimensionalita' del fenomeno, la dimensione assoluta e' un concetto chiave non solo per comprendere la natura intima della poverta', ma anche per intervenire efficacemente sul tema piu' ampio della poverta' e dell'esclusione sociale. La poverta' assoluta si basa sul valore monetario di accesso a un paniere di beni e servizi ritenuti essenziali a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile nel contesto italiano e si distingue, dunque, dalla poverta' relativa perche' si riferisce all'incapacita' di accedere a determinati beni e servizi a prescindere dallo standard di vita medio della popolazione. I piu' recenti dati Istat sulla poverta' assoluta certificano che, in Italia, i minorenni che vivono in tale condizione sono piu' di un milione46 . Nel caso della poverta' assoluta, le misure poste in atto nel nostro Paese si sono concentrate nella creazione di una rete di protezione accessibile a tutti coloro i quali vivono tale condizione, che si sostanzia in primis in un adeguato contributo economico capace di innalzare significativamente il reddito familiare affiancato dai necessari servizi alla persona - si pensi al Reddito di inclusione (Rei) prima, e al Reddito di cittadinanza (RdC) poi -, colmando con queste misure un vuoto che, storicamente, nel contesto europeo apparteneva solo all'Italia e alla Grecia. __________ 46 Vedi nota n. 18. Si pone ora la necessita' di una riflessione articolata per verificare quali strumenti siano piu' adatti per contrastare la poverta' nei nuclei familiari con figli minori di eta' a carico. Revisioni che nel loro complesso devono utilmente coniugarsi al prossimo debutto della riforma piu' rilevante approvata in Italia per il sostegno alle famiglie che prevede l'introduzione dell'assegno unico e universale per le famiglie con figli - Proposta di legge A.C. 2561, delega al governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, 25 giugno 2020, cosiddetto Family Act. In ultimo e di notevole rilevanza e' la progressiva estensione del servizio di refezione scolastica nelle scuole, a tendere verso l'accesso universale, partendo dai territori dove si concentra la poverta', attraverso una norma che lo inquadri quale livello essenziale delle prestazioni sociali, superando la logica di servizio a domanda individuale, riconoscendolo quale luogo privilegiato in primis per garantire almeno un pasto di qualita' nell'arco della giornata, nonche' occasione di condivisione, di sperimentazione della socialita', di esperienza educativa. Al riguardo, gli ultimi dati a disposizione evidenziano come, nel nostro Paese, gli edifici scolastici statali dotati di mensa siano una minoranza. In media, in base ai dati raccolti dal Ministero dell'istruzione, la loro presenza e' dichiarata dagli enti proprietari per poco piu' di un edificio su quattro (26 per cento). Sono quattro le regioni che spiccano per la presenza di queste strutture: Valle d'Aosta (69,4 per cento), Toscana (63,3 per cento), Friuli-Venezia Giulia (62,0 per cento) e Piemonte (61,3 per cento). In tutti le altre regioni gli edifici scolastici con la mensa sono meno del 40 per cento47 . __________ 47 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del Portale unico dei dati della scuola: https://dati.istruzione.it/opendata/opendata/catalogo/elements1/l eaf/?area=Edilizia%20Scolastica&datasetId=DS0210EDIAMBFUNZSTA. Azione 12 - Revisione degli strumenti in essere per il contrasto della poverta' assoluta dei nuclei familiari con minori di eta' Parte di provvedimento in formato grafico Azione 13 - L'estensione del servizio di refezione scolastica Parte di provvedimento in formato grafico 3.2.2 Rafforzare le opportunita' educative per favorire l'inclusione sociale La scuola, cosi' come i luoghi di educazione non formale, rappresentano il principale veicolo di opportunita' che bambini e ragazzi hanno di partecipare pienamente alla vita sociale ed economica nei diversi contesti territoriali di appartenenza, favorendo la reale inclusione, ovvero la condizione in cui si vive una comunita' caratterizzata da stato di equita' e di pari opportunita', indipendentemente dalla presenza di poverta', disabilita' o altri limiti e impedimenti personali o propri del contesto di vita. La poverta' educativa e' la condizione in cui un bambino o un adolescente si trova privato del diritto all'apprendimento in senso lato, dalle opportunita' culturali e educative e del diritto al gioco48 . Un minorenne e' soggetto a poverta' educativa quando il suo diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacita' e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti e' privato o compromesso. Non si tratta quindi di una lesione del solo diritto allo studio, ma della mancanza di opportunita' educative a tutto campo: minori opportunita' che incidono negativamente sulla crescita del minore. Trattandosi di un fenomeno complesso, non e' semplice darne una misurazione sintetica. La poverta' educativa riguarda infatti diverse dimensioni (opportunita' culturali, scolastiche, relazioni sociali, attivita' formative) che devono essere tenute in relazione tra loro. __________ 48 Per approfondimenti, si rimanda all'articolo online di Openpolis sulle cause della poverta' educativa: https://www.openpolis.it/parole/quali-sono-le-cause-della-poverta -educativa/. Occuparsi di poverta' educativa e rafforzamento del sistema educativo per favorire l'inclusione sociale e anche scolastica, significa, dunque, ampliare la gamma di fruizioni e possibilita' a disposizione dei minorenni e, in particolare, di quelli in condizione di vulnerabilita'. Su tale terreno, la fortissima sperequazione territoriale e sociale, che caratterizza l'accesso alle opportunita', ha conosciuto un ulteriore aggravamento a causa delle conseguenze dell'epidemia da Covid-19, che ha determinato un ulteriore allargamento della forbice, lasciando indietro proprio quei soggetti maggiormente vulnerabili e che necessitavano, gia' da prima, di tangibili politiche di inclusione. Plurimi e articolati sono, quindi, i piani di intervento urgenti e necessari al fine di realizzare una piena inclusione dei soggetti di minore eta', che non possono prescindere: dall'incentivare processi virtuosi di digitalizzazione, attraverso il finanziamento a regime per la diffusione dei device e il superamento del digital divide; dall'offrire garanzia di effettiva connettivita', sancendo il diritto a essere connessi; dal supportare e guidare l'acquisizione delle positive competenze digitali; dal mettere a disposizione dei minorenni in condizione di poverta' certificata un pacchetto di servizi per il contrasto della poverta' educativa, del digital divide e della dispersione scolastica, attraverso un piano educativo di sostegno personalizzato con azioni di presa in carico che contemplino la messa a disposizione di un pacchetto di beni e servizi definito con la partecipazione dei minorenni e dei loro genitori, e attuata in rete mediante la costituzione di equipe multidisciplinari che valorizzino le competenze dei servizi sociali comunali, delle scuole, dei pediatri e dei servizi sanitari di base, dei centri per le famiglie, dei servizi di mediazione culturale, delle organizzazioni del terzo settore e del volontariato. Azione 14 - L'incentivazione del processo di digitalizzazione - Banda ultralarga Parte di provvedimento in formato grafico Azione 15 - L'incentivazione del processo di digitalizzazione - Didattica a distanza (DAD) Parte di provvedimento in formato grafico Azione 16 - L'incentivazione del processo di digitalizzazione - Voucher Parte di provvedimento in formato grafico Azione 17 - Progetti sperimentali per il contrasto della poverta' educativa minorile Parte di provvedimento in formato grafico 3.2.3 Per un sistema pubblico e integrato di servizi per la cura, tutela e protezione A partire dalla legge 8 novembre 2000, n. 328, recante legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, e' stato avviato nel Paese un percorso di superamento del concetto assistenzialistico dell'intervento sociale, passando da una prospettiva che considerava il cittadino come passivo fruitore, a una nuova idea di soggetto attivo e, in quanto tale, portatore di diritti, a cui devono essere destinati interventi e servizi mirati alla rimozione delle situazioni di disagio psicosociale e di marginalita'. Oltre alla semplice protezione del singolo, scopo principale della legge e' anche l'accompagnamento di bambini e bambine, di ragazzi e ragazze all'interno del proprio nucleo familiare. Per tale motivo, la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza prevede anche azioni di supporto alle funzioni genitoriali, quando il legame con la famiglia di nascita, o con uno o piu' dei suoi componenti, sia valutato nell'interesse superiore del minore di eta'. Cio' si realizza attraverso la progettazione e l'attuazione, all'interno del sistema pubblico e integrato di servizi (di cui all'art. 1 e art. 22, co. 1 e 2, legge n. 328 del 2000), di un'area di servizi socio-sanitari-educativi titolari delle funzioni di accompagnamento, cura, tutela e protezione dell'infanzia e dell'adolescenza, in cui sia effettiva la logica del riconoscimento dei loro diritti fondamentali (in particolare, alla non discriminazione e alla partecipazione) come sanciti nelle dichiarazioni e convenzioni internazionali, e in cui il supporto alla genitorialita' (anche in contesti di accoglienza fuori della famiglia) sia elemento costitutivo, al fine di assicurare la protezione dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze in maniera uniforme nel Paese. Speciale attenzione dovra' essere rivolta all'appropriatezza delle diverse funzioni di recepimento delle segnalazioni, di prima valutazione, di presa in carico multidimensionale e integrata nell'area sociosanitaria, socioeducativa e della giustizia, di uniformita' della gestione dei servizi, di promozione della coesione sociale anche tramite la piena inclusione di tutti i bambini e bambine, ragazzi e ragazze in situazione di vulnerabilita' per compensare le disuguaglianze. Allo stesso tempo, occorre garantire contesti di partecipazione per le famiglie, per i bambini e le bambine, per i ragazzi e le ragazze, anche all'interno delle comunita' di accoglienza, come condizione fondamentale per avviare un processo di riflessione, esplicitazione e attribuzione condivisa di significato alle osservazioni e ai comportamenti rispetto ai quali si decide di porre attenzione. Infine, le attivita' di monitoraggio e valutazione delle esperienze in corso, quale ad esempio quella relativa al Programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione (PIPPI)49 , cosi' come la piena implementazione delle linee di indirizzo gia' esistenti, potranno definire meglio le caratteristiche del sistema integrato dei servizi nell'area della prevenzione della violenza, dell'adozione, dell'affidamento familiare e dell'accoglienza residenziale. __________ 49 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: https://www.minori.gov.it/it/il-programma-pippi. Dal dibattito e' emersa, inoltre, la necessita' di dare piena attuazione alla legge 7 aprile 2017, n. 47, sulla protezione e sull'accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati, legge inserita in un quadro normativo che, seppure avanzato, spesso non si traduce in un'omogenea applicazione sul territorio, e cio' a maggior ragione per i minori di eta' migranti per i quali la recente disciplina sulla protezione e sull'accoglienza necessita di decreti attuativi, nonostante le buone pratiche sparse sul territorio. Azione 18 - L'individuazione di livelli essenziali per la rete di protezione e inclusione sociale Parte di provvedimento in formato grafico Azione 19 - Il tavolo di lavoro permanente sul sistema di protezione e inclusione sociale Parte di provvedimento in formato grafico Azione 20 - Le linee di indirizzo in tema di invio e presa in carico dei minorenni Parte di provvedimento in formato grafico Azione 21 - Il monitoraggio dell'attuazione delle linee di indirizzo nazionali Parte di provvedimento in formato grafico Azione 22 - L'attuazione della normativa sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (legge n. 47 del 2017) Parte di provvedimento in formato grafico 3.2.4 Proteggere bambini e bambine, ragazzi e ragazze dal rischio di abusi e maltrattamenti Una quota rilevante di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi, subisce maltrattamenti e abusi di frequente tra le mura domestiche: fenomeni che nella loro reale dimensione sono ancora oggi solo intuibili, ma non documentabili pienamente, in quanto per intrinseca natura sommersi o difficilmente indagabili, se non quando segnalati alle autorita' competenti. Fra l'altro, il problema degli abusi e dei maltrattamenti riguarda particolarmente i minorenni stranieri non accompagnati, spesso sopravvissuti a violenze e bisognosi di uno specifico accompagnamento. Un potenziamento della rete dei servizi che si occupa di tale tematica appare, dunque, urgente e necessario al fine di intercettare precocemente le situazioni di rischio; consentire una presa in carico tempestiva; accompagnare e sostenere le vittime nello sviluppo positivo delle proprie risorse individuali. Il riconoscimento della rilevanza del tema passa, quindi, attraverso la messa in campo di un programma specifico e strutturale che sia in grado di prevenire, proteggere e promuovere la salute dei minori di eta' attraverso la creazione di una rete operativa territoriale. Tale programma dovrebbe prevedere: l'individuazione, in ciascuna realta' regionale, di un centro specializzato con il ruolo di centro di eccellenza e con il compito di referente; la creazione o l'individuazione, presso ciascuna azienda ospedaliera, di un'equipe multidisciplinare specializzata che includa la figura dello psicologo debitamente formato, destinataria di un costante programma di formazione interdisciplinare e interistituzionale di tutti gli operatori dell'equipe, pronta a intervenire nei reparti del pronto soccorso in caso di sospetto maltrattamento, segnali di incuria, ipercura o sofferenza psicologica del minore di eta'. Auspicabile e' altresi' che lo stesso programma preveda un'azione di verifica di accessi plurimi in diverse strutture o del ricorso eccessivo al pediatra di famiglia. Tale verifica implica la definizione di un collegamento virtuoso nella rete tra pronto soccorso e pediatri di famiglia per l'accesso al fascicolo del minore di eta'. A completamento degli strumenti a disposizione della rete, e' utile riflettere sulla definizione e validazione di un modello da attivare in ciascuna regione attraverso linee guida d'intervento per le aziende sanitarie e ospedaliere, e nei servizi sociosanitari in tema di soccorso e assistenza dei minorenni vittime di violenza, corredate da indicatori validati e scientificamente fondati da utilizzare in screening e nella valutazione durante la prestazione di pronto soccorso, al fine di facilitare l'operatore sanitario nel riconoscimento precoce di casi sospetti. In tal senso, gli operatori del pronto soccorso devono essere formati nelle materie di maltrattamento e abuso dei minorenni e sugli strumenti di screening, valutazione odiagnosi. l sistema dei servizi pubblici di tutela dovrebbe anche prevedere che i pronto soccorso degliospedali sappiano individuare le situazioni di maltrattamento per poi prenderle in carico insieme ai servizi territoriali. Il potenziamento della rete dei servizi, dovrebbe anche prevedere la costituzione e l'operativita' di equipe integrate sociosanitarie di base, che vedano il raccordo fra i servizi sociali, sanitati di base e specialistici, servizi educativi, e servizi giudiziari se del caso, attraverso accordi di programma o protocolli di intesa che ne definiscano il raccordo operativo. Cio' al fine di rafforzare la rete integrata di servizi sociali e sanitari di base (servizio sociale di base, servizio sociale professionale e consultori dei comuni, singoli o associati) di presa in carico. All'interno della rete occorrerebbe, altresi', aumentare i posti letto nei reparti di neuropsichiatria, le strutture semiresidenziali terapeutiche e i centri diurni. Azione 23 - I punti di intervento multidisciplinare e integrato nei contesti ospedalieri Parte di provvedimento in formato grafico Azione 24 - L'intervento in tema di maltrattamento e abuso: linee guida Parte di provvedimento in formato grafico