(Piano) (parte 1)
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
5° PIANO NAZIONALE DI AZIONE  E  DI  INTERVENTI  PER  LA  TUTELA  DEI
   DIRITTI E LO SVILUPPO DEI SOGGETTI IN ETA' EVOLUTIVA 2022-2023 
 
                  EDUCAZIONE, EQUITA', EMPOWERMENT 
 
 
Premessa 
 
Il Piano nazionale di azione  e  di  interventi  per  la  tutela  dei
diritti e lo sviluppo dei soggetti  in  eta'  evolutiva,  frutto  del
lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, e'
uno  strumento  programmatico  e  di  indirizzo  che  individua   gli
interventi prioritari a favore dei soggetti  in  eta'  evolutiva,  in
attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta  a  New
York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva con legge 27  maggio  1991,
n. 176. 
    Si ringraziano le  amministrazioni  centrali,  le  regioni  e  le
province autonome, i comuni, l'Istituto nazionale di  statistica,  le
parti sociali, le istituzioni e gli organismi della  societa'  civile
nonche' i rappresentanti  del  terzo  settore  e  gli  esperti  della
materia che con alta professionalita' e  passione  hanno  fornito  un
contributo competente e articolato alla definizione dei contenuti del
Piano e della futura azione del Governo  nel  campo  delle  politiche
dell'infanzia e dell'adolescenza. 
 
Presentazione 
 
Educazione, equita', empowerment: verso il 5°  Piano  di  azione  per
l'infanzia e l'adolescenza 
 
L'8 aprile 2020 si  e'  insediato,  presso  il  Dipartimento  per  le
politiche  della  famiglia,  della  Presidenza  del   Consiglio   dei
ministri,  il  nuovo  Osservatorio   nazionale   per   l'infanzia   e
l'adolescenza,  sotto  la  presidenza  della  Ministra  per  le  pari
opportunita' e la famiglia, Elena Bonetti, ricostituito  con  decreto
del Ministro per le pari opportunita' e la famiglia 18 febbraio 2020. 
    L'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e'  stato
istituito dalla legge 23 dicembre 1997, n. 451,  e  disciplinato,  da
ultimo, con decreto del Presidente della Repubblica 14  maggio  2007,
n.  103.  L'Osservatorio  e'  organismo  collegiale,  presieduto  dal
Presidente del Consiglio dei ministri o dall'Autorita'  politica  con
delega alla famiglia, e composto da  un'ampia  rappresentativita'  di
tutte le istituzioni pubbliche  e  delle  istanze  sociali  coinvolte
nelle politiche  dell'infanzia  e  dell'adolescenza  (54  membri  fra
amministrazioni di tutti i livelli di governo, enti pubblici,  ordini
professionali, organizzazioni della societa' civile ed esperti  della
comunita'  scientifica)  e  ha  tra   i   suoi   compiti   principali
l'elaborazione del Piano biennale nazionale di azione e di interventi
per la tutela  dei  diritti  e  lo  sviluppo  dei  soggetti  in  eta'
evolutiva. 
    Nel corso di  un  anno  l'Osservatorio,  in  continuita'  con  il
precedente 4° Piano d'azione 2016-2017 (decreto del Presidente  della
Repubblica 31 agosto 2016), ha predisposto  la  bozza  del  5°  Piano
nazionale d'azione e di interventi per la tutela  dei  diritti  e  lo
sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, con l'obiettivo di conferire
priorita' - nelle politiche del  Paese  -  ai  programmi  dedicati  a
bambini, bambine e adolescenti, e al fine di  mantenere  gli  impegni
assunti dall'Italia  per  l'applicazione  e  l'implementazione  della
Convenzione  Onu  sui  diritti  dell'infanzia   e   dell'adolescenza,
approvata a New York il 20 novembre 1989. 
    In  occasione  della  costituzione  del  rinnovato   Osservatorio
nazionale, e' stato  ufficializzato  l'avvio  dei  lavori  di  cinque
gruppi tematici, che si sono occupati di contribuire alla stesura  di
un documento organico di misure utili  a  promuovere  e  garantire  i
diritti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. 
    Le attivita' dei  cinque  gruppi  si  sono  svolte  intorno  alle
seguenti tematiche: 
      a)  elementi   e   processi   di   rischio   di   impoverimento
dell'infanzia e dell'adolescenza e ruolo dei livelli essenziali delle
prestazioni; 
      b) valorizzazione e ruolo delle comunita' educanti e delle reti
di solidarieta' territoriale; 
      c) promozione e  tutela  della  salute  intesa  come  benessere
integrale della persona di minore eta'; 
      d)  tutela,  sostegno  e  accompagnamento  dei  soggetti   piu'
vulnerabili; 
      e) responsabilita' e partecipazione  delle  persone  di  minore
eta': creativita' e recupero di senso. 
 
    I gruppi di lavoro hanno sviluppato, autonomamente,  la  tematica
assegnatagli  attraverso  una  serie  di  incontri  e  seguendo   gli
orientamenti operativi e il cronoprogramma stabiliti dal Dipartimento
per le politiche della famiglia della Presidenza  del  Consiglio  dei
ministri,  al  fine  di  elaborare  un  documento  programmatico  che
raccogliesse le proposte di orientamento e le azioni individuate. 
    Tale documento si struttura nelle seguenti parti: 
      a) un quadro di riferimento; 
      b) l'enucleazione di obiettivi generali e specifici; 
      c) una serie di schede descrittive delle azioni proposte. 
 
    Ha rivestito una specifica funzione di raccordo,  orientamento  e
supervisione un apposito gruppo di coordinatori che, sotto  la  guida
del Dipartimento per le politiche della famiglia, ha garantito che il
lavoro di elaborazione e proposta si svolgesse all'interno di  ognuno
dei cinque gruppi tematici secondo modalita' coerenti e condivise. Le
attivita' si sono articolate in tre fasi: 
      a) prima fase, dal 10 agosto 2020,  la  quale  ha  previsto  la
raccolta di assoluta e  contributi  e  l'elaborazione  di  una  prima
scheda  programmatica,  individuando  gli  obiettivi  generali  e  le
priorita' inerenti alla fase emergenziale in corso; 
      b) seconda fase, dal 30 settembre 2020, la quale ha previsto il
completamento della raccolta di materiali nonche'  l'elaborazione  di
un primo rapporto di sintesi della scheda  programmatica  comprensivo
anche della declinazione degli obiettivi generali in azioni; 
      c) terza fase, entro il 30 novembre 2020, la quale ha  previsto
il completamento del rapporto come composto  da  quadro  di  realta',
obbiettivi individuati e azioni proposte. 
 
    I gruppi tematici hanno realizzato in totale gli  incontri  e  le
audizioni come di seguito richiamati: 
      a) gruppo tematico n. 1: n. 7 incontri e n. 4 audizioni; 
      b) gruppo tematico n. 2: n. 8 incontri e n. 12 audizioni 
      c) gruppo tematico n. 3: n. 10 incontri e n. 6 audizioni; 
      d) gruppo tematico n. 4: n. 10 incontri e n. 13 audizioni; 
      e) gruppo tematico n. 5: n. 10 incontri e n. 8 audizioni. 
    Lo stesso gruppo dei coordinatori ha condiviso un piano di lavoro
che  si  e'  svolto  con  continuita'  nel  tempo,  comprendendo  nel
complesso 7 occasioni di incontro. 
    All'esito delle attivita' sopra descritte, il gruppo di  supporto
tecnico-scientifico all'Osservatorio, individuato  presso  l'Istituto
degli Innocenti di Firenze -  nel  quadro  delle  funzioni  del  gia'
Centro  nazionale  di  documentazione  e  analisi  per  l'infanzia  e
l'adolescenza -  ha  integrato  e  armonizzato  i  diversi  materiali
disponibili  nel  presente  Piano,  il  quale  da'  conto,  in  forma
integrata, dei temi discussi e delle linee di indirizzo elaborate nei
cinque gruppi di lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia  e
l'adolescenza, nel periodo compreso fra aprile 2020 e aprile 2021. 
    I lavori dell'Osservatorio si  sono  realizzati  in  un  anno  di
grande difficolta' legata all'emergenza  sanitaria  mondiale  causata
dalla diffusione  del  virus  SARS-CoV-2  che,  oltre  a  mettere  in
pericolo di vita le nostre comunita', ha accentuato - aggravandole  -
problematiche  gia'  in  corso  e   ha   messo   in   luce   profonde
diseguaglianze sociali, educative ed economiche, anche tra i  bambini
e le bambine, i ragazzi e le ragazze. 
    Ma la crisi e' anche  un'occasione  di  cambiamento,  che  potra'
avvenire se il Paese porra' al centro del processo  di  rinnovamento,
anche attraverso le risorse del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr),
proprio l'infanzia e l'adolescenza, nella convinzione che queste fasi
della vita costituiscono un fondamentale serbatoio  di  potenzialita'
per il presente e il futuro del Paese stesso. 
    Non si tratta solamente di dare vita a idee  e  progetti,  ma  di
avere la lungimiranza di trovare tra essi le giuste  connessioni  per
creare benessere diffuso per le comunita'. E, ancora, non  si  tratta
solamente di implementare  nuovi  servizi,  ma  innanzitutto  di  far
funzionare  quelli  esistenti,  riorganizzandoli  intorno  al  nucleo
centrale  delle  comunita'   territoriali,   capaci   di   autonomia,
responsabilita', forza rigenerativa,  e  di  investire  nel  capitale
umano e sociale che esse producono. L'auspicio dunque  e'  quello  di
aprire una stagione fertile di politiche  rivolte  ad  accrescere  il
benessere di bambini e  bambine,  ragazzi  e  ragazze  e  delle  loro
famiglie. 
    In tale direzione si muove la proposta di legge  Atto  Camera  n.
2561, delega al governo per il sostegno  e  la  valorizzazione  della
famiglia, 25 giugno  2020,  cosiddetto  Family  Act,  che  istituisce
l'assegno universale in favore delle famiglie  con  figli  concependo
questi ultimi come un valore sociale e un investimento sul futuro del
Paese. 
    Un disegno di legge organico recante deleghe al  Governo  per  il
sostegno e la valorizzazione della famiglia, approvato dal  Consiglio
dei ministri n. 51 dell'11 giugno 2020. Il Family Act si  colloca  in
un insieme di riforme orientato a mitigare le conseguenze  economiche
e sociali della crisi e a rafforzare la coesione economica e  sociale
del Paese. Queste riforme, se pure non ricomprese nel perimetro delle
azioni  previste  dal   Pnrr,   sono   destinate   ad   accompagnarne
l'attuazione, concorrendo  a  realizzare  gli  obiettivi  di  equita'
sociale e miglioramento della competitivita' del  sistema  produttivo
gia' indicati nelle  raccomandazioni  specifiche  rivolte  al  nostro
Paese dall'Unione europea. 
    Il progetto fa leva su un potenziamento del sistema del  welfare,
tramite l'introduzione dell'assegno unico e universale; la  revisione
dei congedi parentali e il sostegno ai percorsi educativi dei  figli;
la sicurezza lavorativa; attraverso le misure di sostegno  al  lavoro
femminile e, di nuovo,  una  revisione  moderna  dei  meccanismi  che
consentono una conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei  figli
a carico di entrambi i genitori. Infine, affronta anche il tema della
formazione e della emancipazione giovanile. 
    Nell'ambito  del  Family  Act,  il  primo  intervento  e'  quello
dell'Assegno unico e  universale  per  ogni  figlio  a  carico,  gia'
previsto dalla legge delega 1° aprile 2021, n.  46,  quale  strumento
che riforma completamente il  sistema  del  sostegno  economico  alla
genitorialita' e che si rivolge con un carattere universale a tutti i
figli. L'assegno parte a regime da gennaio 2022, ma e' stata prevista
una prima fase di avvio gia' a luglio 2021. 
    In questo solco, va rilanciato  anche  il  ruolo  cruciale  della
piena attuazione dei livelli  essenziali  delle  prestazioni,  intesi
quale strumento capace di rendere effettive le prestazioni  su  tutto
il territorio nazionale e garantire la presenza uniforme di  servizi,
oltre che una risposta in termini equitativi alle istanze  territori.
Il presente Piano nazionale di azione e di interventi per  la  tutela
dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva si rivolge a
tutti coloro che lavorano per la promozione dei diritti dei  bambini,
e in primis intende parlare proprio a loro. 
    E' con queste premesse, e con  tale  consapevolezza,  che  il  5°
Piano intende definire come garantire e dare attuazione agli  impegni
sanciti  nella  Convenzione   Onu   sui   diritti   dell'infanzia   e
dell'adolescenza, pensando a politiche  e  interventi  da  realizzare
nelle seguenti aree e prospettive: 
      a) educazione formale e non formale, come strumento  essenziale
per garantire il benessere, psicologico e fisico, e lo sviluppo,  sin
dalla nascita, in sinergia fra pubblico e privato; 
      b)  equita'  quale  principio  per  contrastare   la   poverta'
assoluta, favorire l'inclusione sociale e garantire pari accesso alla
tecnologia; come strategia per  coinvolgere,  sviluppare  e  tutelare
giovani cittadini consapevoli e attivi; 
      c)  empowerment  per  la  gestione  dei  sistemi  sociosanitari
rispetto alle condizioni di vulnerabilita' e per la programmazione  e
la valutazione delle politiche pubbliche di settore. 
 
    Sono proprio queste tre parole - educazione, equita', empowerment
- la guida alla presentazione  dei  contenuti  elaborati  nei  cinque
diversi gruppi di lavoro dell'Osservatorio, i quali,  partendo  dalla
descrizione del quadro di realta' -  sviluppato  valorizzando  quanto
prodotto dai gruppi stessi e integrato, laddove possibile in  ragione
della natura dei temi trattati, con dati di realta' -  consentono  di
individuare gli obiettivi  di  intervento  e  le  azioni  prioritarie
collegate a ciascuno di essi.  Il  Piano  e'  l'esito  di  un  lavoro
coordinato e ampiamente partecipato  che  si  e'  svolto  nell'ambito
dell'Osservatorio nazionale. La partecipazione non riguarda  solo  la
fase della costruzione del Piano,  ma  impegnera'  tutti  i  soggetti
pubblici e privati che vi hanno preso  parte,  anche  nelle  fasi  di
applicazione  del  Piano,  attraverso  uno  specifico   percorso   di
accompagnamento nell'attuazione e nel monitoraggio dello stesso,  che
sono  pertanto  parte   integrante   del   Piano.   Tali   attivita',
indispensabili  a  garantire  un  controllo  efficace  dei  progressi
raggiunti, saranno svolte dall'Osservatorio nazionale, garantendo  la
partecipazione attiva dei bambini e delle bambine  e  dei  ragazzi  e
delle ragazze. 
    Cosi' come previsto dall'articolo 1, comma  5,  del  decreto  del
Presidente  della  Repubblica  14  maggio  2007,  n.  103,  e'  stato
acquisito  il  parere  dell'Autorita'  garante   per   l'infanzia   e
l'adolescenza (articolo 3, lettera f), della legge n. 112 del  2011),
e'  stata  sentita  la  Commissione  parlamentare  per  l'infanzia  e
l'adolescenza ed  e'  stato  acquisito  il  parere  della  Conferenza
unificata. La legge prevede inoltre che il Piano venga  adottato  con
decreto del Presidente della  Repubblica,  previa  deliberazione  del
Consiglio dei ministri. 
 
 
1 Introduzione 
 
1.1 Le strategie per la promozione e  la  tutela  dei  diritti  delle
nuove generazioni 
 
1.1.1 Il quadro internazionale: l'Agenda 2030 Onu e  i  17  Obiettivi
per lo sviluppo sostenibile 
 
La pianificazione delle politiche  dell'infanzia  e  dell'adolescenza
non  puo'  prescindere  dal  quadro  di  riferimento  sovranazionale,
perche'  e'  proprio  a  tale  livello  che,   contestualizzando   la
situazione  presente  nel  nostro  Paese,  e'  possibile  evidenziare
nitidamente gli obiettivi che sono  stati  raggiunti,  quelli  per  i
quali c'e' ancora da fare uno sforzo perche'  sono  stati  conseguiti
solo parzialmente, e infine quelli che  richiedono  ancora  un  forte
impegno da parte di ciascuno dei  soggetti  competenti  perche'  sono
ancora lontani dall'essere conseguiti. 
    Allo stesso modo, e' solo il livello sovranazionale che puo'  far
sentire i singoli Stati non isolati, ma parte di un generale processo
di affermazione e di realizzazione dei diritti dei  bambini  e  delle
bambine, dei ragazzi e delle ragazze. 
    E i piani nazionali d'azione e di intervento per  la  tutela  dei
diritti e lo sviluppo dei soggetti in  eta'  evolutiva  che  si  sono
susseguiti nel  nostro  Paese  si  inseriscono  perfettamente  -  nel
contesto  sovranazionale  -  quali  strumenti  programmatici   e   di
indirizzo aventi l'obiettivo di  rispondere,  in  primo  luogo,  agli
impegni presi dall'Italia per  dare  attuazione  ai  contenuti  della
Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Crc) e,
quindi, di rispondere alle Osservazioni conclusive del  Comitato  Onu
pubblicate il 28 febbraio 20191 con  cui  -  dopo  aver  valutato  il
Rapporto governativo dell'Italia  -  il  Comitato  ha  reso  noto  il
proprio parere sullo stato di attuazione della Convenzione  e  dunque
sullo stato dei diritti  dei  minorenni  in  Italia  sottolineando  i
progressi compiuti ed evidenziando i punti ancora critici,  invitando
il Governo ad intervenire laddove non siano stati raggiunti risultati
soddisfacenti e tracciando  la  direzione  che  i  programmi  per  le
bambine e i bambini in Italia dovranno intraprendere2 . 
 
    __________ 
     1 Per approfondimenti, si  rimanda  al  sito  web  del  Comitato
italiano per l'UNICEF Onlus: 
    https://www.unicef.it/pubblicazioni/osservazioni-conclusive-comit
ato-onu-2019/. 
     2 Tra i nodi critici: il diritto alla  non  discriminazione  per
tutti i bambini e le bambine che vivono in Italia, in  particolare  i
minorenni stranieri non accompagnati, i minorenni nati in  Italia  da
genitori stranieri e quelli appartenenti a minoranze;  la  necessita'
di porre particolare attenzione alla promozione delle vaccinazioni  e
dell'allattamento al seno nei primi sei mesi  di  vita  del  neonato;
l'importanza di una regia a livello centrale e  di  allocare  risorse
economiche per le politiche e programmi per i minorenni; l'importanza
di  far  partecipare  i  minorenni  in  tutte  le  decisioni  che  li
riguardano e di istituzionalizzare tale coinvolgimento; garantire una
piena autonomia e indipendenza all'Autorita' garante per l'infanzia e
l'adolescenza   e   che   venga   creata   un'istituzione   nazionale
indipendente per i diritti umani. 
 
    A distanza di piu' di 30  anni  dalla  Crc,  la  sfida  e'  stata
rinnovata e, se possibile,  resa  piu'  complessa  con  il  programma
d'azione relativo agli obiettivi di sviluppo sostenibile adottato con
la Risoluzione n. 70 del 25 settembre  2015  dall'Assemblea  Generale
delle Nazioni Unite: Transforming our  world:  the  2030  Agenda  for
Sustainable Development3 . 
 
    __________ 
     3 Per approfondimenti:  https://sdgs.un.org/2030agenda.  Per  la
versione in italiano, si rimanda al sito web del Centro regionale  di
informazione delle Nazioni Unite: https://unric.org/it/agenda-2030/. 
 
    Tale risoluzione chiede infatti agli Stati -  seppur  tenendo  in
considerazione i diversi livelli di sviluppo  e  di  capacita'  delle
nazioni - di attuare un quadro di  obiettivi  che  si  richiamano  ai
diritti sanciti nella Crc e a "diritti di nuova generazione" (equita'
intergenerazionale,  identita'   soggettiva,   sostenibilita'   delle
politiche, ecc.). Gli obiettivi  -  interconnessi  e  indivisibili  -
dell'Agenda 2030, quali obiettivi volti  a  realizzare  pienamente  i
diritti  umani  delle  persone,  pongono  al  centro   alcune   linee
prioritarie di attenzione: 
      a)   il   raggiungimento   dell'uguaglianza   di    genere    e
l'emancipazione di tutte le donne e ragazze; 
      b)  il  bilanciamento  delle  tre  dimensioni  dello   sviluppo
sostenibile: economica, sociale e ambientale; 
      c) il coinvolgimento del settore pubblico, delle imprese, della
societa' civile, delle universita' e dei centri di ricerca. 
 
    L'approccio globale allo sviluppo sostenibile e' quindi  espresso
nella sua complessita'  attraverso  17  obiettivi  strategici  e  169
traguardi specifici per ripensare le politiche e le  strategie  degli
stati. Gli obiettivi mirano  alla  costruzione  di  paesi  nei  quali
adulti, bambini e bambine, ragazzi  e  ragazze,  siano  liberi  dalla
poverta' in tutte le sue forme, nel rispetto universale per i diritti
dell'uomo e della sua dignita', per la giustizia, l'uguaglianza e  la
non discriminazione; nel rispetto  altresi'  delle  diverse  etnie  e
diversita' culturali. 
 
Figura 1. Rappresentazione  grafica  dei  17  Obiettivi  di  sviluppo
sostenibile (SDGs) promossi dall'Onu. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Dei target che costituiscono i 17 obiettivi, scritti per adulti e
ragazzi, moltissimi possono  essere  ricondotti  indirettamente  alla
promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e  dell'adolescenza,  e
in un numero considerevole il riferimento e' diretto a impegnare  gli
Stati a: 
      a) assicurare ai bambini e alle  bambine,  ai  ragazzi  e  alle
ragazze l'accesso ai diritti fondamentali come la vita (obiettivo  n.
2), la salute (obiettivo n. 3), l'acqua (obiettivo n.  6),  l'energia
(obiettivo n. 7); 
      b) costruire di citta' e comunita'  sostenibili  (obiettivo  n.
11), di tutela dell'ambiente (obiettivi n. 13, 14, 15); 
      c) promuovere un'istruzione di qualita' e di comunita' educanti
(obiettivo n.  4),  pensando  che  investire  nei  bambini  significa
educare cittadini e consumatori responsabili (obiettivo n.  12),  che
possano crescere in un Paese in cui la  pace  e  la  giustizia  siano
garantiti (obiettivo n. 16) senza disparita' di genere (obiettivo  n.
5), lottando contro le crescenti  poverta'  (obiettivo  n.  1)  e  le
disuguaglianze (obiettivo n. 10). 
 
    Tra i due poli della Crc e  dei  17  obiettivi  per  lo  sviluppo
sostenibile si definisce - oggi - il perimetro  per  lo  sviluppo  di
comunita' dove vi siano pari opportunita',  si  investa  nelle  nuove
generazioni e  in  cui  ogni  minorenne  possa  crescere  lontano  da
violenza e sfruttamento e in cui le donne  -  minorenni  e  adulte  -
possano godere di una totale uguaglianza di genere e in cui tutte  le
barriere all'emancipazione (legali, sociali  ed  economiche)  vengano
abbattute. Stati giusti,  equi,  tolleranti,  socialmente  inclusivi,
attenti e capaci di dare un accesso equo e universale a un'educazione
di qualita' a tutti i livelli,  a  un'assistenza  sanitaria  e  a  un
sistema integrato di protezione sociale, dove  il  benessere  fisico,
mentale e sociale venga assicurato, dove si viva in  armonia  con  la
natura. 
    Sempre a livello internazionale, ma in ambito europeo,  l'impegno
per  rendere  i  diritti  dei  minorenni  una  realta'  e'   visibile
nell'attuale  Strategia  del  Consiglio  d'Europa   per   i   diritti
dell'infanzia (2016-2021)4 , adottata nel 2016 e  implementata  negli
anni successivi. I due rapporti di implementazione -  uno  pubblicato
nell'ottobre 2017, l'altro nel maggio 2020 - mettono bene in evidenza
che da quando la strategia e' stata adottata, il  Consiglio  d'Europa
ha attuato le misure necessarie per sostenerne la realizzazione nelle
cinque aree prioritarie nelle quali  e'  necessario  intervenire  per
migliorare la condizione dei minorenni che sono  volte  a  garantire:
pari opportunita'; partecipazione per tutti i bambini; contrastare la
violenza perpetrata nei confronti dei bambini; assicurare per tutti i
bambini una giustizia a misura di bambino; garantire  i  diritti  dei
bambini nell'ambiente digitale. 
 
    __________ 
     4 Consiglio d'Europa. (2016). Council of Europe Strategy for the
Rights   of    the    Child    (2016-2021).    Disponibile    online:
https://edoc.coe.int/en/children-s-rights/7207-council-of-europe-stra
tegy-for-the-rights-of-the-child-2016-2021.html. Si  vedano  inoltre:
per l'Unione europea la Comunicazione della Commissione  Bussola  per
il digitale  2030:  il  modello  europeo  per  il  decennio  digitale
(COM(2021) 118 final) e il Piano d'azione per  l'istruzione  digitale
2021-2027 (COM(2020) 624 final) e per l'Onu il Commento generale  del
Comitato Onu del 24  marzo  2021  n.  25,  On  children's  rights  in
relation to the digital environment. 
 
1.1.2 Il quadro europeo: la Strategia 2021-2024 e il Sistema  europeo
di garanzia 
 
Con l'adozione della Strategia dell'Unione europea sui diritti  delle
persone di minore eta' per il periodo 2021-2024 (COM (2021)  142)5  ,
la Commissione europea ha dato un  segnale  inequivocabile  circa  la
volonta' - e la  necessita'  -  di  continuare  a  mettere  in  campo
politiche, norme e finanziamenti improntati a  migliorare  sempre  di
piu', e concretamente, i diritti dei  bambini  e  degli  adolescenti,
lavorando al fianco degli Stati membri. 
    La Strategia europea - legata alla Crc che continua  ad  ispirare
l'azione unitamente alla Convenzione Onu sui  diritti  delle  persone
con disabilita6 - mira a costruire un nuovo approccio globale  capace
di rispondere a vecchie e nuove sfide. Adottando tale prima strategia
globale, la Commissione si impegna a mettere  i  bambini  e  il  loro
superiore interesse al centro delle politiche della Ue e chiede  agli
Stati membri di  fare  altrettanto  in  linea  con  il  principio  di
sussidiarieta'. 
 
    __________ 
     5 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della  Commissione
europea: 
    https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:52021DC
0142. 
     6 Per approfondimenti, si rimanda alla versione in italiano  del
testo, pubblicata dal Comitato italiano per l'UNICEF Onlus: 
    https://www.unicef.it/pubblicazioni/convenzione-sui-diritti-delle
-persone-con-disabilit/. 
 
    Tale strategia intende ricondurre a un quadro organico le  misure
legislative, le  politiche  e  i  finanziamenti  nuovi  ed  esistenti
dell'Ue. La Strategia delinea la  cornice  entro  la  quale  compiere
scelte  concrete,  capaci  di   costruire   contesti   effettivamente
inclusivi e rispettosi dei diritti di bambini e bambine, di ragazzi e
ragazze. 
    Le aree d'intervento indicate dalla  Commissione  riguardano,  in
particolare: 
      a) partecipazione alla vita politica e  democratica:  un'Unione
europea che consente ai minori di essere cittadini e membri attivi di
societa' democratiche; 
      b) inclusione socioeconomica, salute  e  istruzione:  un'Unione
europea che lotta contro la poverta' infantile e promuove societa'  e
sistemi sanitari ed educativi inclusivi e a misura di minore; 
      c) lotta contro la violenza nei confronti di minori e  garanzia
della tutela dei minori: un'Unione  europea  che  aiuta  i  minori  a
crescere senza subire violenze; 
      d) giustizia a misura di minore: un'Unione europea nella  quale
il sistema giudiziario sostiene i diritti e le esigenze dei minori; 
      e) societa' digitale  e  dell'informazione:  un'Unione  europea
nella quale i minori possano utilizzare  in  modo  sicuro  l'ambiente
digitale e sfruttarne le opportunita'; 
      f) la  dimensione  globale:  un'Unione  europea  che  sostiene,
protegge e consente l'emancipazione dei  minori  a  livello  globale,
anche durante crisi e conflitti. 
 
    Attraverso la strategia, l'Ue mira a rafforzare la sua  posizione
come attore  chiave  sullo  scenario  internazionale  per  rafforzare
l'accesso all'istruzione, ai servizi, alla salute e alla  prevenzione
e protezione da tutte le forme di violenza, abuso e  abbandono.  Agli
stati si chiedono sforzi e determinazione nel progettare politiche ed
orientare la propria legislazione a misura di bambine e  bambini,  di
ragazzi e ragazze nei vari ambiti; cio', di pari passo alla richiesta
di stanziare risorse  adeguate  e  di  utilizzare  nel  miglior  modo
possibile i finanziamenti europei disponibili nell'ambito  dei  fondi
Ue (Fondo sociale europeo Plus, Fondo europeo di sviluppo  regionale,
REACT-EU, Invest-EU, nonche'  Dispositivo  di  ripresa  e  resilienza
(RRF)). 
    Altro punto di riferimento per le iniziative nazionali e',  oggi,
il Sistema di garanzia europeo per i bambini vulnerabili, in  inglese
European Child Guarantee - COM (2021) 1377 : il sistema  di  garanzia
europea a favore dei minorenni vulnerabili volto a  garantire  misure
specifiche per minorenni a rischio di poverta' o esclusione  sociale.
Si tratta di un'azione destinata ad assumere sempre piu' rilevanza in
ragione del prevedibile esito dell'impatto economico e sociale  della
pandemia. 
 
    __________ 
     7 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della  Commissione
europea: 
    https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1428&langId=en. 
 
    Nell'ambito della garanzia europea per l'infanzia, si  raccomanda
agli stati membri di  permettere  ai  minori  di  eta'  bisognosi  di
accedere gratuitamente ed efficacemente a: 
      a) educazione e cura della prima infanzia, ad esempio  evitando
la segregazione scolastica; 
      b) istruzione e  attivita'  scolastiche,  ad  esempio  fornendo
attrezzature adeguate all'insegnamento a distanza e organizzando gite
scolastiche; 
      c) almeno un pasto sano per ogni giornata scolastica; 
      d) assistenza sanitaria,  ad  esempio  agevolando  l'accesso  a
esami medici e programmi di screening sanitario. 
 
    Tali servizi dovrebbero essere gratuiti e facilmente  accessibili
ai minori di eta'  in  stato  di  necessita'.  Effettivo  accesso  ai
bambini bisognosi: 
      a) di un'alimentazione sana; 
      b) di alloggi adeguati. 
 
    In  particolare,   nel   Sistema   di   garanzia,   si   prevede,
specificatamente,  che  alcuni  gruppi  vulnerabili   debbano   avere
particolari attenzioni ed essere destinatari di  misure  di  sostegno
specifiche. I minorenni  con  disabilita',  i  minorenni  di  origine
straniera (il riferimento e' naturalmente prima di tutto a bambini  e
bambine, ragazzi e ragazze provenienti da un contesto migratorio,  ma
anche etnico o razziale minoritario), rifugiati, quelli in condizioni
socioeconomiche e abitative precarie, fuori dalla propria famiglia di
origine, appartenenti  a  minoranze  (in  particolare  rom,  sinti  e
caminanti). 
    Con il presente nuovo  strumento  operativo,  la  Commissione  ha
invitato infatti gli stati membri ad adottare, in sede di  Consiglio,
una  raccomandazione  che  li  impegni  a  prevenire  e   contrastare
specificatamente la poverta' infantile e a garantire a ciascun minore
di eta'  (in  particolare  a  quelli  che  si  trovano  in  obiettive
situazioni di disagio)  l'accesso  ai  servizi  essenziali,  compresa
un'istruzione di qualita'. 
    Gli stati dovranno quindi  assicurarsi  che  bambine  e  bambini,
ragazzi e ragazze riescano a partecipare alle attivita' supplementari
alla didattica (come le gite  scolastiche  e  le  attivita'  sportive
extra-scolastiche) e impegnarsi a offrire gratuitamente ai minori  di
eta' in difficolta' almeno  un  pasto  sano  al  giorno  e  l'accesso
all'assistenza sanitaria di base. 
    Infine, la Commissione raccomanda agli stati altre due  questioni
di carattere chiaramente prioritario:  la  necessita'  di  mettere  a
disposizione dei minori di eta' e delle loro famiglie che si  trovano
in una situazione di difficolta' alloggi sociali dignitosi (e a costi
contenuti) e la necessita' di prodigarsi per offrire  loro  una  sana
alimentazione. La prospettiva culturale alla base del Sistema europeo
di garanzia per i bambini vulnerabili si  riflette  nella  tradizione
dei piani d'azione italiani, da sempre finalizzati a ricomporre in un
sistema organico le politiche rivolte all'infanzia e all'adolescenza,
ma al contempo essa propone anche  stimoli  nuovi  cui  guardare  per
garantire l'accesso effettivo e sostenibile ai  servizi,  organizzare
meccanismi  di  governance,  ivi  compreso  di  prevedere  e  attuare
attivita' di monitoraggio e valutazione. 
 
1.1.3 Il quadro nazionale: gli osservatori 
 
In coerenza con gli orientamenti europei e internazionali evidenziati
nei paragrafi precedenti, anche nel nostro Paese si  e'  espressa  in
forma reiterata la scelta, in particolar modo quando si  e'  trattato
di affrontare i temi complessi come quelli collegati  all'infanzia  e
all'adolescenza,  di  istituire  organismi   collegiali,   ampiamente
partecipati, in grado di indirizzare e  monitorare  l'azione  portata
avanti dagli organi competenti, individuati  non  solo  nei  soggetti
istituzionali chiamati per legge ad  occuparsi  di  questi  temi,  ma
anche nei soggetti del terzo settore che se ne occupano. 
    Si tratta degli Osservatori per l'infanzia l'adolescenza, per  la
famiglia e per il  contrasto  della  pedofilia  e  della  pornografia
minorile  che  hanno  portato  come  ulteriore  valore  aggiunto  una
profonda sinergia tra di loro, che ne  ha  ulteriormente  accresciuto
l'utilita' rendendoli uno strumento efficace di stimolo e di verifica
dell'attivita'  portata  avanti   sia   a   livello   nazionale   che
internazionale. 
    Piu' in particolare, con il decreto-legge 12 luglio 2018, n.  86,
recante  disposizioni  urgenti   in   materia   di   riordino   delle
attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attivita' culturali e del
turismo,  delle  politiche  agricole   alimentari   e   forestali   e
dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare,  nonche'  in
materia di famiglia e disabilita', convertito in legge 9 agosto 2018,
n. 97, sono state assegnate al Dipartimento per  le  politiche  della
famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri, le funzioni di
indirizzo e coordinamento in materia di politiche  per  l'infanzia  e
l'adolescenza. Si tratta di una scelta poi confermata con il  decreto
del Presidente del Consiglio dei  ministri  26  settembre  2019,  nel
quale - all'articolo 4 - si indica, nel dettaglio, il contenuto della
delega di funzioni, che comprende - tra l'altro  -  il  coordinamento
dell'Osservatorio   nazionale   per   l'infanzia   e    l'adolescenza
ricostituito nel marzo 2020. 
    Al Presidente del Consiglio  dei  ministri,  ovvero  al  Ministro
delegato alla famiglia, sono state altresi' attribuite le funzioni di
indirizzo e coordinamento  relativamente  all'Osservatorio  nazionale
sulla famiglia, di cui all'articolo 1, comma  1250,  della  legge  27
dicembre  2006,  n.  296,  e   quelle   relative   al   coordinamento
dell'Osservatorio  per  il  contrasto   della   pedofilia   e   della
pornografia minorile, di cui  all'articolo  17,  comma  1-bis,  della
legge 3 agosto 1998, n. 269. 
    A  predisporre  il   Piano   nazionale   per   la   famiglia   e'
l'Osservatorio nazionale sulla  famiglia,  nel  quale  sono  presenti
tutte le amministrazioni competenti per i settori che interessano  la
famiglia, nonche' rappresentanti degli altri  livelli  di  governo  e
dell'associazionismo familiare nonche' delle forze  sociali.  La  sua
struttura assicura  un  collegamento  interno  che  integra  e  rende
coerente la programmazione centrale a sostegno dei  bambini  e  degli
adolescenti e delle famiglie. 
    Compito dell'Osservatorio per  il  contrasto  della  pedofilia  e
della pornografia minorile e' principalmente quello  di  acquisire  e
monitorare i dati e le informazioni relativi alle attivita' svolte da
tutte  le  pubbliche  amministrazioni  per  la   prevenzione   e   la
repressione dell'abuso e dello sfruttamento sessuale  dei  minorenni,
nonche' di predisporre il Piano nazionale di prevenzione e  contrasto
dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei  minori,  ai  sensi  del
regolamento istitutivo dello stesso organismo (articolo 1,  punto  3,
lettera f), del decreto ministeriale 30 ottobre 2007, n.  240,  cosi'
come modificato dal decreto ministeriale 21 dicembre 2010, n. 254,  e
dal recente decreto del  Ministro  per  le  pari  opportunita'  e  la
famiglia 15 aprile 2020). 
    Il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e  dello
sfruttamento  sessuale   dei   minori   costituisce   uno   strumento
programmatico specifico che e' parte integrante del  Piano  nazionale
d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo  dei
soggetti in eta' evolutiva, predisposto  dall'Osservatorio  nazionale
per l'infanzia e l'adolescenza. 
    Rispetto all'iter di approvazione, i due documenti programmatori,
ossia il Piano nazionale d'azione e di interventi per la  tutela  dei
diritti e lo sviluppo dei soggetti  in  eta'  evolutiva  e  il  Piano
nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello  sfruttamento
sessuale dei minori, seguono differenti modalita'  e  tempistiche  e,
proprio lo sfasamento temporale tra i  lavori  dei  due  osservatori,
consente di valorizzare lo stretto legame che intercorre  tra  "Piano
Infanzia"  e  "Piano  Pedofilia",  garantendo  la  piena  armonia   e
integrazione tra gli obiettivi e gli interventi previsti. Pertanto, i
contenuti specifici del Piano nazionale di  prevenzione  e  contrasto
dell'abuso e dello sfruttamento sessuale  dei  minori,  si  baseranno
sulle azioni  e  gli  indirizzi  contenuti  nel  Piano  d'azione  per
l'infanzia e l'adolescenza o comunque condivisi in sede di  lavoro  e
discussione   dell'Osservatorio   nazionale    per    l'infanzia    e
l'adolescenza. 
    Infine,  e'  opportuno  ricordare  in  ragione   della   naturale
interazione con gli ambiti di competenza  dei  suddetti  osservatori,
che con l'articolo 3 della legge 3 marzo 2009,  n.  18,  di  ratifica
della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilita', e'
stato  istituito  l'Osservatorio  nazionale  sulla  condizione  delle
persone con disabilita',  e  con  il  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 4 ottobre 2013 e' stato  adottato  il  Programma  d'azione
biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone
con disabilita' - in ultimo aggiornato con il decreto del  Presidente
della Repubblica 12 ottobre 2017. 
    Per la loro  natura  di  organismi  rappresentativi  dei  diversi
protagonisti - istituzionali e non - coinvolti nello  sviluppo  delle
politiche  e  nell'attuazione  degli  interventi,   gli   osservatori
rappresentano ovviamente un contesto privilegiato per  coordinare  le
azioni di governo nella prospettiva del loro  piu'  alto  livello  di
efficacia nel dare una risposta integrata ai bisogni e ai diritti dei
bambini e delle famiglie. 
 
1.1.4 La partecipazione nella definizione della strategia 
 
L'elaborazione partecipata del Piano ha coinvolto anche le bambine  e
i  bambini,  le  ragazze  e  i  ragazzi.  In  particolare,  la   loro
partecipazione si e' realizzata su due livelli: il primo,  attraverso
un'indagine, promossa dall'Osservatorio  e  realizzata  dall'Istituto
degli Innocenti, che li ha  visti  coinvolti  nella  valutazione  dei
contenuti del presente Piano; il secondo,  attraverso  la  previsione
della definizione di un modello di partecipazione, con l'elaborazione
di linee di indirizzo nazionali, la cui applicazione  consentira'  il
coinvolgimento attivo dei minorenni sia nella  fase  di  stesura  dei
futuri piani, che nella fase  di  monitoraggio  del  presente  Piano,
costituendo ingrediente naturale e insieme garantito per  misurare  e
verificare l'efficacia  delle  azioni  poste  in  essere  e  la  loro
effettiva rilevanza dal punto di  vista  dei  soggetti  che  ne  sono
individuati come principali destinatari. 
    Il tema  della  partecipazione,  inoltre,  e'  stato  oggetto  di
riflessione ed  elaborazione  da  parte  di  uno  dei  cinque  gruppi
tematici dell'Osservatorio (gruppo di lavoro  n.  5),  e  ha  portato
all'individuazione, nell'area delle politiche per  l'empowerment,  di
n. 3 specifiche azioni  che  mirano  a  far  acquisire  al  tema  una
maggiore diffusione pratica  con  la  determinazione  di  un  livello
essenziale di prestazione e con azioni di impulso,  formazione  e  di
diffusione della cultura della partecipazione: l'azione n. 25,  volta
ad animare e sostenere esperienze e buone pratiche di partecipazione;
l'azione n. 26, volta a formare  sul  tema  della  partecipazione;  e
l'azione  n.  27,  volta  a  normare  e  monitorare  il  tema   della
partecipazione azioni. 
    Infine, il tema della partecipazione  ha  assunto  una  rilevanza
trasversale per l'Osservatorio nel suo complesso, fino a motivare  la
costituzione di un intergruppo  sulla  partecipazione,  il  quale  ha
raccolto l'adesione di  n.  24  componenti  provenienti  da  tutti  i
diversi gruppi tematici. 
    Il gruppo sulla partecipazione ha accompagnato  l'elaborazione  e
lo svolgimento dell'indagine realizzata  per  ascoltare  la  voce  di
adolescenti di eta' tra i 12 e i 17 anni,  rispetto  alla  conoscenza
dei  loro  diritti,  ai  contenuti  del  nuovo  Piano  e  -  data  la
contingenza con l'emergenza Covid-19  -  all'impatto  della  pandemia
sulla  loro  vita.  Inoltre,  il  gruppo  e'  stato  impegnato  nella
definizione dei contenuti delle citate linee di  indirizzo  nazionali
sulla partecipazione, presentate il  19  novembre  2021  a  Roma,  in
occasione dell'evento  celebrativo  della  Giornata  italiana  per  i
diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. 
    Nella redazione del Piano e' stato quindi scelto  di  valorizzare
concretamente  il  punto  di  vista  delle  ragazze  e  dei  ragazzi,
orientando le azioni del Piano in ragione degli  esiti  emersi  dalle
loro riflessioni in relazione alle  priorita'  e  alle  strategie  di
intervento individuate dai gruppi di lavoro dell'Osservatorio. 
    E' stata una scelta coerente con i  principi  fondamentali  della
Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che  ha
inteso favorire processi di cittadinanza attiva attraverso  l'ascolto
dell'opinione delle  ragazze  e  dei  ragazzi  su  questioni  che  li
riguardano in modo diretto o indiretto. Tale decisione risponde anche
alle sollecitazioni del Comitato Onu sullo stato di attuazione  della
Crc, che nelle osservazioni conclusive del 2019 al 5° e  6°  rapporto
periodico dell'Italia, ha raccomandato di garantire la partecipazione
attiva delle persone di minore eta' nell'ideazione e  nell'attuazione
di politiche e programmi volti a raggiungere  gli  Obiettivi  per  lo
sviluppo sostenibile che  li  riguardino  e,  piu'  in  generale,  di
promuovere la significativa e rafforzata partecipazione  di  tutti  i
minorenni all'interno della famiglia, delle comunita', delle scuole e
nel processo  decisionale  relativo  a  tutte  le  questioni  che  li
riguardano, anche in materia ambientale. 
    L'indagine - che pone i temi e le priorita' sviluppati dai gruppi
di  lavoro  dell'Osservatorio  all'attenzione   dei   piu'   giovani,
sollecitandoli a esprimere la loro opinione, e' stata realizzata  nei
primi mesi del 2021 tramite: 
      a) una  consultazione  compiuta  con  un  questionario  online,
proposto  a   gruppi   classe   dislocati   nelle   principali   aree
metropolitane e in alcuni contesti minori, al  fine  di  intercettare
tutte le differenti esperienze; 
      b) un approfondimento qualitativo, attraverso focus  group  con
alcuni gruppi vulnerabili. 
 
    Con riferimento a quest'ultimo approfondimento, che ha  visto  la
partecipazione di n. 57 minorenni, di cui  n.  33  ragazzi  e  n.  24
ragazze di eta' compresa tra i 12 e i 17 anni, sono stati  realizzati
n. 9 focus group che hanno coinvolto  i  seguenti  target:  minorenni
allontanati  dalla  famiglia  di  origine;  minorenni  rom  e  sinti;
minorenni in istituti penali; minorenni attivi in centri territoriali
di socializzazione. 
    Il questionario, invece, e' stato compilato da n. 1.673  studenti
appartenenti a n. 19 scuole  di  n.  11  regioni,  con  una  maggiore
concentrazione nelle regioni del Sud e Isole (46 per cento)  rispetto
a quelle del Nord (29 per cento) e del Centro (25 per  cento).  Hanno
aderito alla ricerca n. 19 scuole secondarie di primo  e  di  secondo
grado e n. 4 centri di formazione  professionale  con  le  loro  sedi
territoriali. 
    Dall'esito della rilevazione emerge che: 
      a) i temi individuati dall'Osservatorio soddisfano le ragazze e
i ragazzi; 
      b) il 42 per cento delle  ragazze  e  dei  ragazzi  rispondenti
dichiara di  conoscere  la  Convenzione  internazionale  sui  diritti
dell'infanzia e dell'adolescenza, senza  particolari  distinzioni  di
eta' e di genere, evidenziando d'altro canto come  una  significativa
maggioranza (58 per  cento)  non  ha  una  reale  consapevolezza  del
documento internazionalmente riconosciuto quale guida  e  riferimento
in materia di diritti bambine e bambini, ragazze e ragazzi; 
      c) la preoccupazione verso il futuro e la consapevolezza  delle
difficolta' familiari: elementi  che  le  ragazze  e  i  ragazzi  non
possono ignorare, perche' destinati a diventare un'ipoteca sulle loro
possibilita' di scelta; 
      d) gli adolescenti sono osservatori attenti della  realta'  che
li circonda e denunciano la  presenza  di  comportamenti  razzisti  e
discriminatori ai danni di specifici soggetti. Al riguardo, cio'  che
colpisce e' la testimonianza di esperienze dirette o subite  da  pari
prossimi. I gruppi percepiti come piu' vulnerabili sono le compagne e
i compagni immigrati, quelli  con  diverso  orientamento  sessuale  o
appartenenti a minoranze etniche, e il focus group con il  gruppo  di
ragazze e ragazzi rom e sinti e' stato chiaro  nel  rappresentare  la
dignita', ma anche la sofferenza di chi e' costantemente  esposto  al
rischio di sentirsi negativamente riconosciuto e discriminato; 
      e) il virtuale e' per le ragazze  e  i  ragazzi  solo  un'altra
dimensione dell'esperienza positiva o negativa che vivono  nel  mondo
reale.  Le  tecnologie  fanno  parte   della   loro   vita   per   la
socializzazione, lo studio e il gioco. Nella rete i ragazzi sanno  di
poter sperimentare situazioni di  rischio  e  chiedono  attenzione  e
mezzi per poter sperimentare tutte le potenzialita'  dell'innovazione
tecnologica; 
      f) il tema del diritto allo studio richiede maggiore  capacita'
del sistema pubblico di agire con adeguati interventi,  in  grado  di
alleviare le diseguaglianze che le ragazze e i ragazzi subiscono.  La
didattica a distanza e' stata spesso percepita come  un  problema  di
accessibilita' alla rete; rispetto alla capacita' degli insegnanti di
riconvertire la didattica tradizionale in modalita' a distanza; fonte
dell'isolamento dai compagni e dalle compagne; 
      g) la scuola si conferma come luogo di apprendimento e  che  le
ragazze e i ragazzi vorrebbero che fosse anche  luogo  di  benessere.
Viene chiesto che di cio' gli adulti siano  consapevoli,  attrezzando
la scuola a offrire  risposte  adeguate,  anche  alla  necessita'  di
prevenire il bullismo e le discriminazioni, educare alla sessualita'; 
      h) gli  intervistati  colgono  la  dimensione  della  comunita'
educante, immaginando connessioni ricche di senso e  di  opportunita'
tra  scuola  e  servizi  ricreativi  e  culturali   del   territorio.
Quest'ultimi capaci di integrare, forse compensare, il  desiderio  di
essere accompagnati nel percorso  di  crescita  anche  attraverso  la
valorizzazione  delle  loro  competenze   trasversali,   della   loro
creativita'; 
      i)   il   background   migratorio   non   produce    differenze
significative nei  riscontri  ottenuti  attraverso  il  questionario,
eccetto  che  sul  rapporto  con  il  mondo  adulto,  specie   quello
istituzionale: cio' non e' percepito come punto di riferimento capace
di garantire i diritti. Gli adolescenti notano la fatica che  i  loro
genitori soffrono quando si devono rapportare con le istituzioni:  si
pensi al tema delle residenze  o  dei  permessi  di  soggiorno.  Alla
domanda rispetto a  chi  dovrebbe  far  rispettare  i  diritti  delle
ragazze e dei ragazzi, solo il  9  per  cento  delle  ragazze  e  dei
ragazzi con background  migratorio  si  affida  alle  istituzioni,  a
fronte del 21 per cento degli italiani. Tuttavia, nei focus group  e'
stato possibile cogliere qualche  ulteriore  specificita':  con  piu'
frequenza  torna  il  tema  dell'uguaglianza  («tutti  devono  essere
trattati nello stesso modo, tutti senza ma  e  senza  se»,  «dividere
tutto il denaro in modo uguale, star tutti bene, distribuire tra  chi
ha piu' ricchezza a chi non ne ha. Il governo dovrebbe distribuire le
risorse»). Importanti anche i temi del riscatto e  del  benessere  da
conquistare come superamento della  poverta'  educativa  e  non  solo
economica. Tale definizione diviene un tassello richiamato piu' volte
durante i  focus  group:  loro  sono  i  giovani  che  desiderano  un
cambiamento come un riscatto della propria esistenza e  non  vogliono
restare ancorati alle  tradizioni  e  a  una  «cultura  retrograda  e
infruttuosa», forse anche in  dissonanza  con  la  loro  famiglia  di
origine; 
      j) la ricerca ha reso evidente che per partecipare ai  processi
decisionali e all'elaborazione delle politiche occorre che ai giovani
sia restituita  la  giusta  consapevolezza  di  essere  portatori  di
diritti e di poter disporre di  mezzi,  spazi,  luoghi,  strumenti  e
opportunita', affinche' riescano ad autodeterminarsi  attraverso  una
partecipazione democratica e attiva. 
    Gli  esiti  dell'ascolto  delle  ragazze  e  dei  ragazzi   sulle
tematiche  del  presente  Piano  sono  riportati   integralmente   in
appendice8 . 
 
    __________ 
     8 Dipofam e Istituto degli Innocenti. (2021). Diritti, priorita'
d'azione e pandemia: le opinioni delle bambine e dei bambini e  delle
ragazze e dei ragazzi. Disponibile anche online: 
    https://famiglia.governo.it/media/2349/rapporto-partecipazione-on
ia.pdf. 
 
 
 
2 Il quadro di realta' 
 
2.1 L'area dell'educazione 
 
La presente sezione del Piano e' dedicata all'area dell'educazione  e
alla  ricognizione   degli   interventi   esistenti   per   garantire
opportunita', in sinergia  fra  pubblico  e  privato,  di  educazione
formale e non formale e di sviluppo, sin dalla  nascita,  nonche'  di
benessere  psicologico  e  fisico.  Una  particolare  attenzione   e'
dedicata alle azioni da migliorare. 
 
2.1.1 Garantire il diritto all'educazione ai bambini e  alle  bambine
dalla nascita 
 
Gia' all'inizio degli anni '70, la legge 6 dicembre  1971,  n.  1044,
recante piano quinquennale per l'istituzione di  asili-nido  comunali
con  il  concorso  dello  Stato,  aveva  definito  un  programma  per
realizzare n. 3.800 nidi in un quinquennio. Nel 2000,  il  censimento
del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per  l'infanzia
e l'adolescenza ne  ha  registrati  n.  3.008,  mentre  nel  2005  ha
rilevato la presenza di n. 4.885 nidi distribuiti in modo disomogeneo
nel Paese. 
    Un significativo cambio di passo nel settore  si  e'  determinato
solo a partire dai provvedimenti assunti  con  il  cosiddetto  "Piano
nidi" del triennio 2007-2009 (articolo 1, comma 1259, della legge  27
dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni  per  la  formazione  del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007),
e con gli ulteriori incentivi rivolti alle regioni  e  alle  province
autonome dalle successive intese definite  in  Conferenza  unificata,
fino agli anni piu' recenti. Tale complesso di azioni incentivanti ha
condotto a registrare un incremento  del  sistema  dell'offerta  che,
nell'ultimo decennio, ha raggiunto 11 mila nidi, con un  aumento  sia
dei posti disponibili, che sono passati da poco  piu'  di  210.000  a
oltre 320.000, sia del tasso di copertura che e' passato da meno  del
16 per cento a oltre il 23 per cento9 . 
 
    __________ 
     9 Per approfondimenti sul Piano nidi del 2007, si  rimanda  alla
sezione  dedicata  sul  sito  web  del  gia'  Centro   nazionale   di
documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: 
    https://www.minori.gov.it/it/ricerca-guidata?f%5B0%5D=taxonomy_vo
cabulary_22%3A1268. 
 
Figura 2. Posti nei nidi per 100 bambini di 0-2 anni, per  regione  e
macroarea - Anno educativo 2018/19 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Non sono scomparse,  tuttavia,  le  principali  criticita'  della
situazione italiana  che  misura  tuttora  uno  scarto  di  10  punti
rispetto all'obiettivo  del  33  per  cento  definito  dal  Consiglio
europeo di Barcellona del 2002, per  il  2010.  Ad  oggi,  in  alcune
regioni e province  (ad  esempio,  Emilia-Romagna,  Toscana,  Umbria,
Valle d'Aosta e Provincia autonoma di Trento) piu' di un  bambino  su
tre frequenta un nido, nel Centro-Nord piu' di uno su quattro (29 per
cento), mentre nel Sud del Paese solo uno su otto (12 per cento). 
    Oltre   all'insufficienza   complessiva    e    alla    diseguale
distribuzione dell'offerta,  il  nido  continua  anche  a  essere  un
servizio non sempre facilmente accessibile,  causa  del  costo  delle
rette, a carico delle famiglie. Nel quadro dei servizi educativi  per
l'infanzia, oltre ai nidi, alle sezioni primavera e ai  micronidi,  i
servizi  integrativi  quali  spazi  bambino,  centri  per  bambini  e
genitori, servizi  in  contesto  domiciliari  e  agrinido  completano
l'offerta a disposizione delle  famiglie,  seppur  sempre  in  misura
marginale. Al riguardo, si ricordano le esperienze virtuose a livello
normativo regionale10 . Se tale e' il quadro  dell'offerta  educativa
per lo 0-3, diverso e' il quadro nel caso del 3-6 poiche', dalla fine
del secolo scorso, il sistema garantisce accessibilita'  alla  scuola
dell'infanzia alla generalita' dei minorenni. 
 
    __________ 
     10    Per    approfondimenti,    si     rimanda     all'allegato
"Approfondimenti" al rapporto sui servizi per  l'infanzia  pubblicato
da Dipofam, Istat e Universita' Ca' Foscari di Venezia a maggio 2020,
disponibile online: 
    https://www.istat.it/it/archivio/244116. 
 
    Peraltro, considerando il persistente decremento demografico,  le
scuole dell'infanzia hanno perso negli ultimi cinque  anni  oltre  n.
3.100 sezioni  e  perderanno,  nel  prossimo  quinquennio,  oltre  n.
130.000 utenti11 . Dunque, mentre i servizi 0-3 devono ancora  essere
implementati per soddisfare la totalita' della domanda,  il  segmento
3-6 e' ormai prossimo al traguardo della piena generalizzazione.  Nel
contempo, la progressiva diminuzione della popolazione  in  eta'  3-5
anni determina la possibilita' di  poter  riutilizzare  alcuni  spazi
delle scuole non piu' utilizzati. 
 
    __________ 
     11 Ibidem. 
 
    Infine, accanto a tali interventi di potenziamento, e'  opportuno
ricordare le misure di sostegno alla genitorialita' e che favoriscono
la  conciliazione  famiglia-lavoro.  In  particolare,  gia'  con   il
sopracitato disegno di legge conosciuto come Family Act, e'  prevista
la delega al Governo, all'articolo 4, per la disciplina  dei  congedi
parentali e di paternita', prevedendo un'estensione del diritto anche
per i dipendenti della pubblica amministrazione. Inoltre, la legge di
bilancio per il 2021 (articolo 1, comma 363, della legge n.  178  del
2020) ha prorogato anche per il 2021 il congedo obbligatorio  per  il
padre lavoratore dipendente (di cui all'articolo 4, comma 24, lettera
a), della  legge  n.  92  del  2012,  come  prorogato  da  successivi
provvedimenti), elevandone la durata a 10 giorni. Infine, la legge ha
disposto che anche per il 2021, cosi' come previsto per il  2020,  il
padre possa astenersi per un ulteriore  giorno,  in  accordo  con  la
madre e in sua sostituzione in relazione  al  periodo  di  astensione
obbligatoria spettante a quest'ultima. Con la legge di  bilancio  per
il 2022, il  congedo  di  paternita'  di  10  giorni  e'  stato  reso
strutturale. 
 
2.1.2  Rilanciare  la  corresponsabilita'  fra  scuole,  studenti   e
famiglie 
 
La   legge   20   agosto   2019,   n.   92,   recante    introduzione
dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica, sostiene che: 
 
      «al   fine   di    valorizzare    l'insegnamento    trasversale
dell'educazione  civica  e  di  sensibilizzare  gli   studenti   alla
cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la  collaborazione  con
le   famiglie,   anche   integrando    il    Patto    educativo    di
corresponsabilita' di cui all'articolo 5-bis del regolamento  di  cui
al DPR 24 giugno 1998, n. 249, estendendolo alla scuola primaria». 
 
    In questo modo, e'  rafforzato  il  concetto  che  la  scuola,  a
cominciare  da  quella  per  i  cittadini  piu'  piccoli,  si  assume
l'impegno della crescita e del benessere delle bambine e dei bambini,
delle ragazze e dei ragazzi, condividendone la responsabilita' con le
famiglie, ma anche  con  la  rete  dei  servizi  territoriali  e,  in
generale,  con  la  potenzialita'  offerta  dai  presidi  di   ambito
educativo formale e non formale, nel contesto locale di  appartenenza
rappresentato dal terzo settore e dal volontariato. 
    I patti di corresponsabilita', al pari  di  altre  esperienze  di
progetti delle comunita' amiche delle bambine e  dei  bambini,  delle
ragazze e dei ragazzi, sono da considerarsi strumenti utili per: 
      a) favorire il principio  di  sussidiarieta',  che  risponda  a
esigenze specifiche dei territori; 
      b) assicurare la partecipazione di tutti i  soggetti  coinvolti
(enti locali, soggetti, pubblici e privati, realta' del terzo settore
e scuole), comprese le rappresentanze degli studenti; 
      c)  dare  sostenibilita'  nel  tempo  a  processi  che  possano
produrre cambiamenti  positivi,  e  non  solo  rispondere  a  bisogni
contingenti. 
 
    Con  riferimento  al  tema  della  partecipazione,  al  fine   di
promuovere  i  diritti  dell'infanzia  e  dell'adolescenza,   occorre
valorizzare l'approccio  partecipativo,  cooperativo  e  solidale  di
tutti gli attori in campo che, con  pari  dignita',  si  impegnano  a
valorizzare e a mettere a sistema tutte le esperienze  e  le  risorse
del  territorio.  Un  processo  che   dovrebbe   attivarsi   con   la
partecipazione delle bambine e  dei  bambini,  delle  ragazze  e  dei
ragazzi. 
 
2.1.3  Prevenire  condizioni  di  rischio,  ma  anche  promuovere  il
benessere psicologico e fisico 
 
La scuola rappresenta un luogo di confronto privilegiato per il mondo
sanitario, in quanto puo' istruire e formare a vivere  in  modo  piu'
sano,  rendendo  possibile  un'efficace  promozione   della   salute.
Pertanto, nel contesto scolastico, la promozione della salute ha  una
valenza piu' ampia, comprendendo anche le politiche  per  una  scuola
sana, in relazione  all'ambiente  fisico  e  sociale  degli  istituti
scolastici e ai legami con i presidi di ambito  educativo  formale  e
non formale (servizi offerti  dai  comuni,  servizi  sanitari,  terzo
settore e volontariato) e per migliorare e proteggere la salute e  il
benessere di tutta la comunita' scolastica. 
    Al riguardo, il 17  gennaio  2019,  la  Conferenza  unificata  ha
approvato il documento Indirizzi di policy integrate  per  la  Scuola
che Promuove Salute12 . Il documento mira  a  favorire  l'inserimento
della  promozione  della  salute   come   una   proposta   educativa,
continuativa e integrata lungo  tutto  il  percorso  scolastico,  nel
curriculum formativo degli studenti delle scuole  di  ogni  ordine  e
grado. 
    Il 20 febbraio 2019, i Ministri della  salute  e  dell'istruzione
hanno anche rinnovato il protocollo d'intesa  concernente  la  tutela
del diritto alla salute, allo studio e all'inclusione13 della  durata
di tre anni, con l'obiettivo di: 
 
      «rendere stabile la programmazione condivisa e partecipata  tra
le Istituzioni centrali, regionali e locali, sanitarie e scolastiche,
attraverso la condivisione di obiettivi educativi  e  di  salute,  al
fine di garantire un impegno attivo in favore della  implementazione,
del  monitoraggio  e  della  valutazione  di  efficaci  strategie  di
promozione della salute e del benessere psico-fisico». 
 
    __________ 
     12 Per approfondimenti, si rimanda al testo pubblicato sul  sito
web del Ministero della salute: 
    https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_3607_listaFile_itemNa
me_0_file.pdf. 
     13 Per approfondimenti, si veda il testo pubblicato sul sito web
del Ministero dell'istruzione: 
    https://www.salute.gov.it/portale/news/documenti/newsletter/Proto
collo_intesa_MIUR_MS_rev_27032015.pdf. 
 
    Anche il nuovo Piano nazionale della  prevenzione  2020-202514  ,
adottato  con  intesa  intervenuta  nella  seduta  della   Conferenza
unificata del 6 agosto 2020, prevede un rinnovato impegno  nel  campo
della promozione della salute e mira  a  migliorare  l'approccio  per
setting: contesto nel quale e' piu' facile  raggiungere  individui  e
gruppi prioritari per promuovere salute e benessere. 
 
    __________ 
     14 Il testo e' disponibile sul  sito  web  del  Ministero  della
salute: 
    https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5029_0_file.pdf. 
 
    Il setting  "scuola"  assume  un  ruolo  fondamentale,  tanto  da
prevedere un programma predefinito, vincolante e uguale per tutte  le
regioni dedicato alle "scuole che promuovono salute", per strutturare
tra "scuola" e "salute" un  percorso  congiunto  e  continuativo  che
includa formalmente la promozione della salute,  il  benessere  e  la
cultura della sicurezza e della  legalita'  all'interno  del  sistema
educativo di istruzione e formazione, secondo i principi  dell'azione
intersettoriale e della pianificazione partecipata, in  coerenza  con
le norme e i programmi nazionali. 
    Da  ultimo,  occorre  evidenziare  che  la  letteratura  richiama
rispetto alle politiche di  prevenzione  e  di  intervento  nell'area
della salute mentale, come sottolineato dal Comitato Onu sui  diritti
dell'infanzia  e  dell'adolescenza  nelle   Osservazioni   conclusive
rivolte all'Italia nel 2019.  Sul  tema,  e'  importante  considerare
l'eccezione  estesa  a  tutto  il  benessere  psicologico.   Assumono
rilevanza  il  tema  della  violenza  (subita,  assistita  e  agita),
dell'educazione alla sessualita', all'affettivita' e alla parita'  di
genere, gli sviluppi atipici e  i  comportamenti  dei  minorenni  che
accedono  alla  rete  e  ai  social  network   nei   risvolti   della
"personalita' digitale" e del "ritiro sociale", per arrivare fino  ai
fenomeni  di  cyberbullismo,  sexting,  adescamento   e   pornografia
minorile, ai comportamenti alimentari e ai disturbi connessi, e  alle
dipendenze. 
    L'ultimo rapporto internazionale Spotlight on  Adolescent  Health
and  Well-Being15  ,  pubblicato  il  19  maggio  2020   dall'Ufficio
regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della  sanita'  (OMS),
fornisce, a sua volta, un'interessante panoramica su  salute  fisica,
relazioni sociali e benessere psicologico di 227.441 ragazzi in  eta'
scolare. I risultati del rapporto mostrano che: all'eta' di 15  anni,
il 24 per  cento  dei  ragazzi  e  il  14  per  cento  delle  ragazze
dichiarano di aver avuto rapporti sessuali, la maggioranza dei  quali
non protetti; il 20 per cento dei 15enni ha gia'  avuto  un  paio  di
esperienze drammatiche con l'alcol; oltre il 10 per cento dei giovani
dichiara  di  parlare  piu'  facilmente  dei  propri   sentimenti   o
preoccupazioni su internet, piuttosto che in  un  incontro  faccia  a
faccia. Si registra anche  «un'amplificazione  delle  vulnerabilita'»
unitamente a nuove minacce, a partire dal cyberbullismo che  colpisce
in modo esponenziale le ragazze. 
 
    __________ 
     15 Per approfondimenti,  si  rimanda  al  sito  web  dell'OMS  -
Ufficio regionale per l'Europa: 
    https://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/child-and-a
dolescent-health/health-behaviour-in-school-aged-children-hbsc/hbsc-2
020. 
 
    Sul medesimo tema  e'  importante  ricordare  l'impatto  negativo
ulteriore generato dall'emergenza Covid-19 su bambini e  adolescenti,
oggetto di uno specifico approfondimento a cura del gruppo di esperti
su infanzia, adolescenza e Covid-1916 . 
 
    __________ 
     16 Per approfondimenti, si  rimanda  alla  sezione  dedicata  al
gruppo di esperti sul sito web  del  Dipartimento  per  le  politiche
della famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri: 
    https://famiglia.governo.it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-val
utazione/politiche-interventi-progetti/emergenza-covid-19/gruppo-di-e
sperti-su-infanzia-adolescenza-e-covid-19/pubblicazioni/. 
 
Figura  3.  In  questa  nuova  fase  di  emergenza  sanitaria,  quale
sentimento provi piu' spesso? 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
2.1.4 Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i percorsi  di
studio 
 
Il tema della qualificazione del personale e, in  particolare,  delle
competenze di base per formare i futuri operatori che si  prenderanno
cura dei bambini e delle bambine, dei  ragazzi  e  delle  ragazze  in
situazione di vulnerabilita', attraversa varie discipline  di  ambito
sociale, educativo, sanitario e giuridico. 
Infatti, investire nella formazione di base  di  coloro  i  quali  si
occupano in prima persona delle famiglie rappresenta un  elemento  di
garanzia di qualita' nella prestazione dei servizi alla persona. 
    Attualmente, i corsi  di  studio  in  servizio  sociale,  scienze
dell'educazione,  scienze  della  formazione   primaria,   educazione
professionale,     psicologia,     giurisprudenza     e      medicina
(specializzazioni  post-laurea  in   pediatria   e   neuropsichiatria
infantile) mancano di una  formazione  specifica  nella  gestione  di
situazione complesse, con  un  approccio  interdisciplinare  ai  temi
della tutela  dell'infanzia  e  dell'adolescenza,  cosi'  come  della
promozione della genitorialita' positiva. Nei programmi di studio dei
futuri medici, infermieri, psicologici e tecnici sanitari,  non  sono
inseriti corsi relativi all'abuso e  al  maltrattamento.  Prevederli,
invece,  consentirebbe  ai  futuri  professionisti   di   riconoscere
precocemente i casi di bambini e bambine o di ragazzi e  ragazze  che
hanno  subito  violenza,  gia'  al   momento   dell'accoglienza.   In
particolare, si  evidenzia  la  carenza  di  competenze  relative  a:
documentazione,  monitoraggio  e  valutazione,  in   relazione   alle
specificita'   di   ciascuna   disciplina   e   ruolo;    valutazione
multidisciplinare  (anche  ai  fini  di  verificare  l'impatto  delle
politiche  sulla  condizione  di  bambini  e  ragazzi  al  centro  di
procedure di tutela, protezione, cura,  giudiziarie),  progettazione,
presa in carico integrata secondo l'approccio dei bisogni dei bambini
complementare a quello dei diritti, lavoro di rete, lavoro in equipe,
ascolto e partecipazione delle famiglie. Risulta inoltre  carente  la
formazione   specifica   per   l'aggiornamento   professionale    dei
professionisti gia' in servizio. 
 
2.2 L'area dell'equita' 
 
La presente sezione del Piano e'  dedicata  all'area  dell'equita'  e
alla ricognizione  degli  interventi  esistenti  per  contrastare  la
poverta' assoluta, favorire l'inclusione  sociale  e  garantire  pari
accesso alla tecnologia. Una particolare attenzione e' dedicata  alle
azioni da migliorare. 
 
2.2.1 Contrastare la poverta' assoluta delle bambine e  dei  bambini,
delle ragazze e dei ragazzi 
 
    Come riportato nel rapporto annuale 2020 dell'Istat17 : 
 
      «A partire dalla crisi economica e finanziaria  del  2008-2009,
nonostante il complessivo peggioramento delle  condizioni  economiche
delle famiglie, l'esposizione alla  poverta'  e'  stata  inizialmente
contenuta inizialmente grazie al sistema di  ammortizzatori  sociali.
Al contempo, in assenza di  un  sistema  di  tutela  sufficientemente
esteso e di uno strumento specifico contro la poverta',  la  famiglia
ha avuto un ruolo di sostegno  importante,  soprattutto  per  i  piu'
giovani. Si e' fatto fronte alle situazioni di difficolta' grazie  ai
redditi da lavoro di  chi  era  rimasto  occupato  e  ai  redditi  da
pensione, ma anche ricorrendo  agli  eventuali  risparmi  accumulati.
Come conseguenza, la poverta' assoluta  e'  prima  salita  in  misura
contenuta (dal 4,0 del 2008 al 4,4 del  2011  l'incidenza  familiare,
dal 3,6 per cento al  4,4  per  cento  quella  individuale),  ma  nel
biennio 2012-2013, anche in corrispondenza degli effetti della  nuova
crisi,  e'  aumentata  in  maniera  considerevole  (6,3   per   cento
l'incidenza familiare e 7,3 per cento quella individuale  nel  2013).
Da quel momento non si e' piu' ridotta fino allo scorso anno,  quando
l'incidenza della poverta' assoluta tra le famiglie  e'  passata  dal
7,0 per  cento  del  2018  al  6,4  per  cento  del  2019,  e  quella
individuale dall'8,4 al 7,7 per cento». 
 
    __________ 
     17 Istat. (2020). Rapporto annuale 2020. Tratto da: 
    https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannual
e2020.pdf. 
 
Figura 4. Incidenza di poverta' assoluta dei  bambini  e  ragazzi  di
0-17 anni. Italia - Anni 2016-2020 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Questi fenomeni determinano nel presente e nella vita futura  una
catena di svantaggi a livello individuale in  termini  di  piu'  alto
rischio di  abbandono  scolastico,  piu'  basso  accesso  agli  studi
superiori e al mondo lavorativo, e piu'  in  generale  di  una  bassa
qualita'  della  vita  e   di   riduzione   delle   opportunita'   di
realizzazione personale. Per dimensione e gravita', i fenomeni  della
poverta' minorile e dell'esclusione sociale impongono una riflessione
e  un'azione  di  governo  articolata  che  ponga   l'accento   sulla
multidimensionalita' degli stessi, promuovendo l'intervento precoce e
la prevenzione attraverso strategie integrate capaci di affrontare il
disagio sociale sin dalla prima infanzia, con particolare  attenzione
ai gruppi piu' vulnerabili. 
    D'altro canto, le importanti misure messe in campo  negli  ultimi
anni per il contrasto della poverta' assoluta nel nostro Paese  -  il
Reddito di inclusione prima e il Reddito di cittadinanza poi - stante
alle prime evidenze di analisi sulla loro  applicazione,  evidenziano
la relativa minore capacita' di  incidere  a  favore  delle  famiglie
numerose in cui sono presenti figli minorenni  e  la  difficolta'  di
accesso per le famiglie composte da cittadini stranieri extra-Ue.  In
tal  senso  l'opportunita'  di  studiare  quali  sono  gli  strumenti
maggiormente efficaci nel contrastare la poverta' assoluta dei nuclei
familiari con figli minori di eta' a  carico,  e'  resa  ancora  piu'
attuale anche dall'evidenza che la positiva  inversione  di  tendenza
nei dati di poverta' testimoniato dalla  rilevazione  Istat  relativa
all'anno 201918 non potra' trovare continuita' a causa  degli  enormi
sconvolgimenti che la pandemia da Covid-19,  e  la  successiva  crisi
economica,  ha  determinato  con  la  chiusura  di  molte   attivita'
economiche per lunghi mesi, con  effetti  sulla  ricchezza  nazionale
ancora da calcolare e che porteranno  il  prodotto  interno  lordo  a
calare di molti punti percentuali. 
 
    __________ 
     18 Per approfondimenti, si rimanda al comunicato pubblicato  sul
sito web Istat: 
    https://www.istat.it/it/archivio/244415. 
 
    Vi e' dunque bisogno di una rinnovata attenzione per il contrasto
della poverta' minorile e dell'esclusione sociale che si rifletta nel
rafforzamento della governance intersettoriale territoriale  al  fine
di adottare con un approccio multidisciplinare - anche attraverso  la
costituzione di apposite equipe - provvedimenti che siano commisurati
alla portata del problema, mettendo  la  questione  al  centro  delle
priorita' della azione pubblica, ad ogni livello di  responsabilita',
e con la mobilitazione di tutti i settori strategici nell'ambito  del
sociale, della scuola, del mondo del lavoro,  e  della  promozione  e
tutela della salute. In tal senso si inserisce anche la riforma delle
politiche della famiglia, Family Act, nonche'  l'intervento  relativo
all'Assegno unico e universale per ogni figlio a carico, gia'  citato
in premessa. 
 
2.2.2 Rafforzare le opportunita' educative per favorire  l'inclusione
sociale 
 
La poverta' educativa indica l'impossibilita' per i minori di eta' di
apprendere,  sperimentare,  sviluppare  e  far  fiorire   liberamente
capacita' e aspirazioni, coltivare inclinazioni e talenti. In Italia,
di anno in anno, la poverta' educativa toglie a moltissimi bambini  e
bambine, ragazzi e ragazze il diritto di crescere inseguendo i propri
sogni, come  conseguenza  delle  difficili  condizioni  economiche  e
sociali, privandoli di  fatto  delle  stesse  opportunita'  dei  loro
coetanei in situazioni  economiche  piu'  favorevoli.  Le  principali
ripercussioni sull'apprendimento rischiano di compromettere non  solo
la vita presente ma anche quella futura,  con  l'ingresso  permanente
dei soggetti nel circolo vizioso della poverta'. 
    E' opportuno considerare che la poverta' economica e la  poverta'
educativa sono fattori  interconnessi,  che  possono  influenzarsi  a
vicenda. Cio' rende possibile quindi anche il caso in cui la poverta'
educativa porti a minori opportunita' lavorative e di investimento, e
quindi  a  una  minore  ricchezza   economica.   L'educazione,   come
dimostrato anche dalla nota equazione di Heckman19 , la quale  mostra
che maggiori investimenti nei primi anni di  vita  hanno  conseguenze
significative sullo sviluppo e sulle opportunita' future. 
    Moltissimi bambini in situazioni economiche difficili non possono
permettersi i libri  scolastici,  di  partecipare  a  un  evento,  di
visitare una mostra, cosicche' in Italia un minorenne su sette lascia
prematuramente gli studi, quasi la meta' dei bambini e delle bambine,
dei ragazzi e delle ragazze non ha mai letto un libro, quasi  uno  su
cinque non fa sport20 . Bambini e bambine, ragazzi e ragazze privati,
dunque, delle opportunita'  educative  e  dei  luoghi  dove  svolgere
attivita' artistiche,  culturali  e  ricreative  che  potrebbero,  di
fatto, migliorare le loro  competenze  e  garantire  agli  stessi  un
futuro migliore. 
 
    __________ 
     19  Per  approfondimenti,  si  rimanda  al  sito  web   dedicato
all'equazione: 
    https://heckmanequation.org/. 
     20 Save the Children. (2020). Riscriviamo il  futuro.  L'impatto
del coronavirus sulla poverta' educativa. Tratto da: 
    https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/impatt
o-del-coronavirus-sulla-poverta-educativa. 
 
    In tal senso, contrastare  la  poverta'  educativa  puntando  sul
sistema educativo  per  favorire  l'inclusione,  significa  investire
sull'ampliamento  della  gamma  di  fruizioni  a   disposizione   dei
minorenni (in particolare di quelli  vulnerabili),  con  uno  sguardo
aperto e ampio. 
    Cio' significa intervenire su piu'  fronti  e  con  carattere  di
urgenza per dare risposta concreta ai soggetti di  minore  eta',  non
trascurando temi centrali della poverta' educativa quali: il processo
di digitalizzazione e di  acquisizione  delle  competenze  necessarie
(nel 2019, nel nostro Paese, la percentuale  di  minorenni  di  16-19
anni con competenze digitali base o superiori si e' attestata  appena
al 64 per cento, sopravanzando nell'Unione europea  solo  Bulgaria  e
Romania, entrambe con una incidenza del 57 per cento)21 ; la messa  a
disposizione, per i minorenni vulnerabili in condizione  di  poverta'
certificata, di un  pacchetto  di  servizi  per  il  contrasto  della
poverta'  educativa,  del  digital   divide   e   della   dispersione
scolastica, attraverso un piano educativo di sostegno  personalizzato
con azioni di presa in carico che contemplino la messa a disposizione
di un pacchetto di beni e servizi. 
 
    __________ 
     21 Con i bambini-Impresa sociale e Fondazione Openpolis. (2020).
Disuguaglianze digitali. Tratto da: 
    https://www.openpolis.it/esercizi/la-poverta-educativa-nellemerge
nza-covid/. 
 
Figura 5.  Percentuale  di  giovani  di  16-19  anni  con  competenze
digitali base o superiori - Anno 2019 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
2.2.3 Per un sistema pubblico e integrato di  servizi  per  la  cura,
tutela e protezione 
 
Se la vulnerabilita' ci accomuna  come  esseri  umani,  l'esposizione
alla vulnerabilita' ci differenzia, come dimostra  il  fatto  che  il
12,6 per cento dei minorenni italiani vive in poverta' assoluta, il 5
per cento ogni anno affronta una storia di dispersione scolastica, il
12,3 per cento non ha sufficiente accesso  a  internet,  l'Italia  si
afferma  come  il  Paese  dell'Occidente  europeo  con  le   maggiori
percentuali di neet e i minori tassi  di  laureati22  .  Aumentano  i
ricoveri e le segnalazioni nell'area della salute mentale infantile e
adolescenziale, nonche' le malattie croniche e  le  disabilita',  fra
cui si osserva un rilevante aumento dei cosiddetti disturbi del neuro
sviluppo, le segnalazioni di Dsa e Bes a scuola, delle  violenze  sui
bambini e addirittura dei  figlicidi  in  particolare  da  parte  dei
padri23 , dei suicidi adolescenziali, dell'utilizzo  di  psicofarmaci
in eta' evolutiva, ecc. 
 
    __________ 
     22 Per approfondimenti, si rimanda alla  banca  dati  pubblicata
sul sito web Istat: 
    http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_NEET1. 
     23 EURES. (2019). Gli ultimi dati EURES sul  figlicidio.  Tratto
da: 
    https://www.eures.it/gli-ultimi-dati-eures-sul-figlicidio/. 
 
Figura 6. Incidenza di neet (giovani di 15-29 anni che non  sono  ne'
occupati, ne' inseriti in un percorso di istruzione o formazione  per
100 residenti stessa eta'). Italia - Anni 2016-2020 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    A fronte di tutto cio' i servizi territoriali non hanno  organici
numericamente uniformi, i posti letti ospedalieri  per  le  patologie
neuropsichiatriche infantili sono sottodimensionati, come lo sono  le
diverse tipologie di comunita' per minori (da  quelle  psichiatriche,
anche con posti dedicati ad  esempio  a  minori  adottati,  a  quelle
educative, ecc.) e la disponibilita' delle famiglie  affidatarie.  Da
cio' «derivano differenze drammatiche in termini di  opportunita'  di
salute, educazione e inclusione, che  segnano  irrimediabilmente  gli
itinerari di vita individuali cosi' come le possibilita' di  sviluppo
di intere comunita»24 . 
 
    __________ 
     24 Centro per la salute del  bambino  e  Associazione  culturale
pediatri.  (2020).  Senza  confini.  Come  ridisegnare  le  cure  per
l'infanzia  e  l'adolescenza,  integrando  i   servizi,   promuovendo
l'equita', diffondendo le eccellenze. Tratto da: 
    https://csbonlus.org/news/senza-confini-un-documento-per-ridisegn
are-un-sistema-integrato-di-cure-per-linfanzia-in-italia 
 
    Dopo 20 anni dalla legge n. 328 del 2000, e in  un  frangente  di
crisi  cosi'  generalizzata,  al  fine  di  superare  le   criticita'
formulate dal Comitato Onu all'Italia nel 2019, in ossequio ad alcuni
degli impegni assunti dall'Italia nel contesto del  III  ciclo  della
Revisione   periodica   universale   (Upr),   alle    raccomandazioni
dell'Autorita' garante per l'infanzia  e  l'adolescenza  sul  sistema
della tutela minorile25 ,  agli  obiettivi  di  sviluppo  sostenibile
2015-2030, e' questo il  tempo  di  un'ampia  e  non  procrastinabile
azione di sistema, volta a disegnare un sistema pubblico e  integrato
di servizi, titolare delle funzioni di accompagnamento, cura,  tutela
e protezione dell'infanzia in cui sia effettiva la logica dei diritti
della Crc, in particolare quelli della non  discriminazione  e  della
partecipazione, e in cui il "supporto" alla genitorialita', anche  in
contesti  di  accoglienza  fuori  della  famiglia,   ne   sia   parte
costitutiva. 
 
    __________ 
     25 Per approfondimenti, si rimanda al  sito  web  dell'Autorita'
garante per l'infanzia e l'adolescenza: 
    https://www.garanteinfanzia.org/news/sistema-della-tutela-minoril
e-online-la-pubblicazione-con-le-raccomandazioni. 
 
    Le diverse forme di prevenzione realizzabili in  famiglia  e  nei
servizi educativi, sociali e della salute, nella scuola, integrate  a
un efficace sistema  di  protezione  e  tutela,  e  nel  contesto  di
comunita'  sempre  piu'  educanti,   rappresentano   l'infrastruttura
necessaria al Paese, anche per affrontare le sfide future. 
    Un'attenzione specifica dovra' essere rivolta  all'appropriatezza
delle diverse funzioni di recepimento delle  segnalazioni,  di  prima
valutazione,  di  presa  in  carico  multidimensionale  e   integrata
nell'area  sociosanitaria,  socioeducativa  e  della  giustizia,   di
uniformita' della governance  dei  servizi,  e  di  promozione  della
coesione sociale anche tramite la piena inclusione di tutti i bambini
e i ragazzi vulnerabili. 
    Nel contempo, e' necessario garantire contesti di  partecipazione
per i soggetti coinvolti, quale condizione fondante per sviluppare un
processo virtuoso  di  attribuzione  condivisa  di  significato  alle
osservazioni e ai comportamenti di interesse. 
 
2.2.4 Proteggere bambini e bambine e ragazzi e ragazze dal rischio di
abusi e maltrattamenti 
 
Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi sono esposti  a  varie
forme di abusi e maltrattamenti: 
      a) agita dagli stessi minorenni sui coetanei; 
      b) agita dagli adulti di riferimento; 
      c) assistita. 
 
    Inoltre,  e'  necessario  identificare  indicatori   comuni   per
l'individuazione  precoce  dei  fattori   di   rischio.   Nel   2014,
nell'ambito dei fondi del Centro nazionale per la  prevenzione  e  il
controllo  delle  malattie  (Ccm),  il  Ministero  della  salute   ha
finanziato il progetto "REVAMP  (REpellere  Vulnera  Ad  Mulierem  et
Puerum) - Controllo e risposta alla violenza su persone  vulnerabili:
la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere  e
nei servizi socio-sanitari in una prospettiva  europea"26  ,  con  il
quale e' stato predisposto uno strumento di screening a  due  livelli
definito, per l'ambito pediatrico, in collaborazione  con  l'Ospedale
Bambino Gesu', ed e' stata realizzata una capillare  formazione  agli
operatori sanitari per il riconoscimento delle vittime di violenza. 
 
    __________ 
     26 Per approfondimenti, si rimanda al  sito  web  del  Ministero
della salute: 
    https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=ital
iano&menu=notizie&p=null&id=3170. 
 
    Esistono, in  Italia,  esperienze  virtuose  sull'intercettazione
precoce delle forme di violenza sui bambini,  nonche'  sulla  cura  e
sulla protezione degli stessi, quali quelle riunite nella prima  Rete
nazionale ospedaliera contro il maltrattamento sui bambini. 
    Trattasi di un gruppo di eccellenze ospedaliere  che,  uniche  in
Italia,  hanno  al  proprio   interno   un'equipe   multidisciplinare
specializzata,  in  grado  di  intervenire   tempestivamente   e   di
intercettare  situazioni  di  rischio   che   possono   sfociare   in
maltrattamento, e/o di riconoscerlo (nelle sue diverse forme)  quando
si sia gia' verificato. Tale  Rete  permette  uno  scambio  di  buone
prassi  e  la  realizzazione  di  progettazioni  comuni  a  beneficio
nazionale, quali campagne di sensibilizzazione su temi poco  noti  al
pubblico (Shaken Baby Syndrome) e studi atti a  dare  una  fotografia
qualitativa del fenomeno. Alcune regioni  si  sono  dotate  anche  di
linee guida per fare fronte alla protezione e alla  presa  in  carico
precoce dei minorenni. 
 
Figura 7. Servizio emergenza infanzia 114:  composizione  percentuale
dei casi gestiti, per regione 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
2.3 L'area dell'empowerment 
 
La presente sezione del Piano e' dedicata all'area dell'empowerment e
alla  ricognizione  degli  interventi  esistenti   per   coinvolgere,
sviluppare e tutelare giovani cittadini consapevoli e attivi; per  la
gestione  dei  sistemi  sociosanitari  rispetto  alle  condizioni  di
vulnerabilita'  e  per  la  programmazione  e  la  valutazione  delle
politiche  pubbliche  di  settore.  Una  particolare  attenzione   e'
dedicata alle azioni da migliorare. 
 
2.3.1 Per una nuova forma  di  partecipazione  delle  bambine  e  dei
bambini, delle ragazze e dei ragazzi 
 
Le osservazioni conclusive del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia
e  dell'adolescenza,  rivolte  all'Italia   nel   2019,   ribadiscono
l'opportunita' di introdurre una misura legislativa che stabilisca il
diritto del minorenne a essere ascoltato, e di  istituzionalizzare  i
consigli dei minorenni sotto forma di appuntamento stabile,  al  fine
di facilitare il loro effettivo  coinvolgimento  anche  nei  processi
legislativi nazionali rispetto alle questioni che li riguardano. 
 
Figura 8. Per te, cosa significa "diritto di partecipare"?  (risposta
multipla) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Naturalmente, il diritto  all'ascolto  e  alla  partecipazione  -
nella naturale complementarieta'  dei  due  concetti  -  deve  essere
necessariamente integrato con gli altri principi fondamentali, fra  i
quali il superiore interesse del minore e la non  discriminazione.  A
tale proposito, si  richiamano  le  buone  prassi  di  partecipazione
inclusiva: tra queste, in particolare, quella relativa  all'Autorita'
garante per l'infanzia e  l'adolescenza  e  alla  costituzione  della
Consulta delle  ragazze  e  dei  ragazzi  -  nella  sua  funzione  di
promozione di  azioni  integrate  volte  a  garantire  l'ascolto  dei
bambini e delle bambine, dei  ragazzi  e  delle  ragazze  e  la  loro
inclusione nei processi decisionali, in tutti gli ambiti  in  cui  si
trovano (in famiglia, a  scuola,  nei  tribunali,  cosi'  come  nelle
comunita' che accolgono i minorenni) - ha saputo dare voce  anche  ai
minorenni stranieri non accompagnati, ai loro  bisogni  e  alle  loro
proposte. 
 
Figura 9. Pensando alla tua vita, quanto ti  preoccupa?  (percentuale
di ragazzi/e con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Secondo ricerche che, negli anni, hanno cercato  di  approfondire
il tema della partecipazione27 , i  ragazzi  e  le  ragazze  chiedono
autonomia, nonche' maggiore valorizzazione della  loro  capacita'  di
dare  un  contributo  alla  comunita',  nonostante  l'attitudine  (in
diversi ambiti come  la  famiglia,  la  scuola  o  le  varie  realta'
associazionistiche) a non tenere molto in considerazione le  opinioni
dei minori di eta'. Al riguardo, si ricorda anche quanto  evidenziato
nel  commento  generale  n.  12  del   Comitato   Onu   sui   diritti
dell'infanzia, concernente il diritto del bambino e  dell'adolescente
ad essere ascoltato, del 2009 (CRC/C/GC/12)28 . 
 
    __________ 
     27 Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e
l'adolescenza. (2010). Costruire senso, negoziare  spazi.  Ragazze  e
ragazzi nella vita quotidiana.  Firenze:  Istituto  degli  Innocenti.
Tratto da: 
    https://www.minori.gov.it/it/minori/quaderno-50-costruire-senso-n
egoziare-spazi. 
     28 Comitato italiano per l'UNICEF Onlus. (2010). Il diritto  del
bambino  e  dell'adolescente  di  essere  ascoltato.  Traduzione  non
ufficiale del commento generale n. 12 del Comitato  Onu  sui  diritti
dell'infanzia. Tratto da: 
    https://www.unicef.it/pubblicazioni/il-diritto-del-bambino-e-adol
escente-di-essere-ascoltato/. 
 
    La scuola e' un luogo privilegiato  in  cui  bambini  e  bambine,
ragazzi e ragazze  sperimentano  la  cittadinanza.  Il  diritto  alla
partecipazione e all'ascolto e' ampiamente previsto nelle Indicazioni
nazionali per il curriculo della scuola  dell'infanzia  e  del  primo
ciclo d'istruzione: un documento fondamentale per le scuole in quanto
su di esso si conformano i curricoli di istituto e  le  progettazioni
dei docenti. Tuttavia, la partecipazione e' decisa dai docenti e  gli
alunni vi prendono parte solo in un momento successivo e residuale. 
    La  scuola  e'  anche  il  contesto  nel  quale  si  verifica  la
percentuale piu' alta di casi di bullismo e cyberbullismo. 
 
    Dai risultati di un recente  studio  dell'Istituto  superiore  di
sanita29 , la percentuale dei  ragazzi  che  ha  dichiarato  di  aver
subito atti di cyberbullismo almeno una volta negli ultimi due  mesi,
in Italia, e': 
      a) 11 anni: femmine 11 per cento, maschi 9 per cento; 
      b) 13 anni: femmine 11 per cento, maschi 6 per cento; 
      c) 15 anni: femmine 8 per cento, maschi 6 per cento. 
 
    __________ 
     29 Nardone, P., Pierannunzio, D., Ciardullo  S.,  Spinelli,  A.,
Donati, S., Cavallo,  F.,  Dalmasso,  P.,  Vieno,  A.,  Lazzeri,  G.,
Galeone, D. (2020). La Sorveglianza  HBSC  2018-Health  Behaviour  in
School-aged Children: risultati dello studio italiano tra  i  ragazzi
di 11, 13 e 15 anni. Roma: Istituto superiore di sanita'. Tratto da: 
    https://www.epicentro.iss.it/hbsc/pdf/HBSC-2018.pdf. 
 
    La legge 29 maggio 2017, n. 71, recante disposizioni a tutela dei
minori  per  la  prevenzione  ed  il  contrasto  del   fenomeno   del
cyberbullismo, prevede le Linee di orientamento per la prevenzione  e
il contrasto in ambito scolastico (art. 4), nelle quali si  fissa  la
promozione di un ruolo attivo  degli  studenti  e,  quindi,  la  loro
partecipazione attiva nelle azioni di contrasto a tali fenomeni. 
    I minori di  eta'  che  frequentano  associazioni  o  gruppi  che
organizzano attivita' sono ancora una minoranza, circa uno su quattro
soltanto30   ,   mentre   e'   chiaro   ed   evidente   che    quella
dell'associazionismo  sportivo,   culturale,   politico,   umanitario
sarebbe  un'opportunita'  da  promuovere  perche',  in   adolescenza,
rappresenta un argine concreto ed efficace al  rischio  di  abbandono
scolastico. 
 
    __________ 
     30 Vedi nota n. 27. 
 
    In tutti questi ambiti, come del  resto  anche  in  famiglia,  il
livello di partecipazione alle decisioni e' abbastanza simile,  quasi
a  segnare  l'esistenza  di  una  soglia  invisibile  di   equilibrio
nell'asimmetria  di  potere  tra   le   generazioni   e   dell'ordine
generazionale che,  nel  nostro  Paese,  caratterizza  attualmente  i
rapporti tra ragazze, ragazzi e adulti. 
    I dati dell'Istituto superiore di sanita31 , gia' precedentemente
richiamati, estendono il loro interesse anche al tema degli spazi  di
ascolto in famiglia. A tal proposito, la percentuale dei ragazzi  che
dichiara essere "facile" o "molto facile" parlare con il padre, tende
a diminuire al crescere dell'eta': 
      a) 11 anni: femmine 66 per cento, maschi 78 per cento; 
      b) 13 anni: femmine 49 per cento, maschi 69 per cento; 
      c) 15 anni: femmine 41 per cento, maschi 60 per cento. 
    __________ 
 
     31 Vedi nota n. 29. 
 
    Analogamente, la percentuale  dei  ragazzi  che  dichiara  essere
"facile" o "molto facile" parlare con il  madre  esprime  i  seguenti
dati: 
      a) 11 anni: femmine 86 per cento, maschi 88 per cento; 
      b) 13 anni: femmine 75 per cento, maschi 79 per cento; 
      c) 15 anni: femmine 71 per cento, maschi 73 per cento. 
 
Figura 10. Perche' e' importante che voi ragazze e i ragazzi  abbiate
la possibilita' di esprimere cio' che  pensate  e  venire  ascoltati?
(risposta multipla) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
2.3.2 Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della comunita'
educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunita' 
 
Gia' la legge 13 luglio 2015, n. 107,  recante  riforma  del  sistema
nazionale di istruzione e formazione e delega per il  riordino  delle
disposizioni  legislative  vigenti  -  "La  buona  Scuola"  -   aveva
individuato tra gli obiettivi educativi prioritari delle  istituzioni
scolastiche «la valorizzazione della  Scuola  intesa  come  comunita'
attiva, aperta al territorio e in grado  di  sviluppare  e  aumentare
l'interazione con le famiglie e  la  comunita'  locale,  comprese  le
organizzazioni del terzo settore e le imprese». 
    Il patto educativo di comunita'  e'  stato  individuato  come  il
modello principale per la costruzione di una comunita' educante  che,
seppur valorizzando le differenze  territoriali,  avesse  criteri  di
omogeneita' miranti a evitare diseguaglianze territoriali. 
    Recentemente, a livello nazionale, i patti educativi di comunita'
sono  stati  inseriti  dal  Ministero  dell'istruzione  nel   decreto
ministeriale 26 giugno 2020, n. 39, recante  adozione  del  Documento
per  la  pianificazione  delle  attivita'  scolastiche,  educative  e
formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione
per l'anno scolastico 2020/2021. In  tale  contesto,  sono  declinati
come  «[p]atti  educativi  di  comunita'  tra  scuole,  Enti  locali,
istituzioni pubbliche  e  private,  realta'  del  Terzo  settore  per
favorire la messa a disposizione di strutture e spazi alternativi per
lo svolgimento delle attivita' didattiche e  per  lo  svolgimento  di
attivita'  integrative  o  alternative  alla  didattica».   I   patti
educativi di comunita' dovrebbero prevedere, fin dalla progettazione,
la partecipazione di ragazzi e ragazze anche attraverso le loro forme
aggregative (con l'obiettivo di promuovere la nascita di associazioni
di ragazzi), ma anche forme informali. 
    Successivamente, il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante
misure  urgenti  per  il  sostegno  e  il   rilancio   dell'economia,
convertito  con  modificazioni  dalla  legge  n.  126  del  2020,  ha
incrementato,  con  l'articolo   32,   il   Fondo   per   l'emergenza
epidemiologica da Covid-19 destinando quota  parte  delle  risorse  a
determinate finalita', tra le quali il sostegno finanziario ai  patti
di comunita'  per  l'ampliamento  della  permanenza  a  scuola  degli
studenti. 
    Ormai da decenni, anche le organizzazioni  internazionali  stanno
promuovendo   azioni   concrete   per   coinvolgere   la   dimensione
territoriale  nell'attuazione  dei  diritti  sanciti   dai   trattati
internazionali, e renderli cosi' pienamente esigibili. 
    In parallelo, a livello territoriale, sono  sorte  spontaneamente
forme di collaborazione per  la  crescita  e  sviluppo  di  comunita'
educanti.  In  particolare,  sono  nati  patti   territoriali   delle
comunita'   educanti   quali   strumenti   promossi    in    contesti
extrascolastici, grazie alle sollecitazioni provenienti da  qualsiasi
soggetto  territoriale,  capace  di  aggregare  piu'  attori  di   un
territorio intorno a processi educativi che riguardano la  comunita',
e in particolare le  persone  di  minore  eta'  secondo  una  visione
condivisa di bisogno, valori e azioni ritenute appropriate. 
    A  livello  locale,  e'  particolarmente   strutturata   l'azione
promossa dall'Autorita' garante per l'infanzia  e  l'adolescenza  del
Comune di Palermo32 , che fornisce una chiara indicazione  operativa,
capace  di  mettere  a  sintesi  tante   esperienze   e   riflessioni
realizzate, negli anni, nel nostro Paese. 
 
    __________ 
     32 Comune di Palermo. (2015). "Palermo citta'  educativa"  tutta
la citta' educa progetto educativo integrato. Tratto da: 
    https://www.comune.palermo.it/palermo-informa-dettaglio.php?tp=1&
id=8331. 
 
2.3.3 Programmare e valutare le politiche pubbliche 
 
Pur non essendo semplice individuare i soggetti  di  minore  eta'  in
situazione di vulnerabilita' che richiedono un intervento dei servizi
in termini di accompagnamento, cura,  tutela  e  protezione,  possono
essere quantificati e qualificati: nell'area della protezione sociale
e legale;  nell'area  dei  servizi  educativi  0-6  e  della  scuola;
nell'area della giustizia; nell'area della salute fisica  e  mentale.
In tutti questi campi, un intervento efficace  e  proporzionato  allo
scopo cui intende rispondere, si fonda sempre sulla qualita' dei dati
di realta' di partenza, sulla possibilita' di monitoraggio nel  tempo
e di valutazione della sua attuazione, nonche' nell'impatto che  tale
intervento riesce a conseguire. 
    Occorre  migliorare  l'efficienza  dei  sistemi  informativi  che
contengono i dati relativi alle persone di minore  eta',  cosi'  come
richiesto  dalle  Nazioni   Unite   nelle   Osservazioni   conclusive
all'Italia. 
    Dagli approfondimenti svolti, anche tramite la  realizzazione  di
cicli di audizioni, e' emersa una forte settorializzazione  dei  dati
raccolti dai vari soggetti attivi  in  questo  campo,  piu'  che  una
carenza di dati. 
    Consentire la programmazione  e  la  valutazione  della  politica
pubblica di protezione e  tutela  dell'infanzia  e  dell'adolescenza,
migliorando  sia   l'informazione   sul   fenomeno   della   violenza
all'infanzia, sia la valutazione dell'efficacia della  politica,  sia
la valutazione che il monitoraggio dei processi e degli  esiti  delle
singole pratiche di intervento con i minori di  eta'  e  le  famiglie
realizzati nei  servizi  di  cura,  protezione  e  tutela,  anche  in
contesti di accoglienza fuori famiglia. Al riguardo, si rimanda anche
al punto n. 9 delle osservazioni conclusive al 5° e 6°  rapporto  del
Governo italiano all'Onu sulla Crc33 . 
 
    __________ 
     33 Vedi nota n. 1. 
 
2.3.4 Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle  condizioni
di vulnerabilita' 
 
Lo svantaggio, la trascuratezza, l'esclusione sociale dei minorenni e
delle famiglie in cui essi vivono espone bambini e bambine, ragazzi e
ragazze a gravi rischi per la salute, rischi che si amplificano o  si
smorzano sulla base dell'accessibilita' ai  servizi  di  cura  che  i
territori offrono, tenendo anche in considerazione le raccomandazioni
relative al Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili. Il
sistema  sanitario  nazionale  in   tutte   le   sue   ramificazioni,
valorizzando le connessioni con la rete dei servizi e  delle  agenzie
che operano sul territorio, rappresenta lo strumento  principale  per
garantire la protezione, la prevenzione e la promozione  del  diritto
alla salute dei minorenni vulnerabili. 
    Nei piu' recenti documenti di indirizzo di salute pubblica,  tale
sensibilita' si esprime negli interventi  precoci  di  prevenzione  e
promozione della salute nell'infanzia e nell'adolescenza in linea con
gli obiettivi del nuovo Piano nazionale della prevenzione 2020-202534
, nonche'  del  documento  di  indirizzo  Investire  precocemente  in
salute: azioni e  strategie  nei  primi  mille  giorni  di  vita35  ,
adottato con intesa intervenuta in Conferenza unificata nella  seduta
del 20 febbraio 2020, con una specifica attenzione ai fattori sociali
e di accesso ai servizi, nell'intento di promuovere la consapevolezza
nei confronti dei sotto-gruppi vulnerabili per eta', per genere,  per
condizione socioeconomica, per grado di istruzione,  per  provenienza
geografica, e per condizione di immigrazione e cittadinanza. 
 
    __________ 
     34 Vedi nota n. 14. 
     35 Ministero della salute.  (2019).  Investire  precocemente  in
salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita. Tratto da:
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3120_allegato.pdf. 
 
Figura 11. Casi  gestiti  per  motivazione:  dati  del  servizio  114
emergenza infanzia - Confronto periodi 15 febbraio 2019 - 14 febbraio
2020 e 15 febbraio 2020 - 14 febbraio 2021 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    In tale prospettiva nel  Pnp  2020-2025  rivestono  un  ruolo  di
primaria importanza gli interventi per ridurre i fattori di rischio e
per  promuovere   i   fattori   di   protezione,   anche   attraverso
l'empowerment delle coppie, dei futuri genitori e, in  generale,  dei
cittadini. In particolare il contrasto alle  disuguaglianze  consente
di motivare e sostenere gli interventi di  prevenzione  e  promozione
della salute  attraverso  la  partecipazione  di  tutti  gli  attori,
istituzionali e non e delle comunita' locali. 
    In merito alle tematiche  relative  alla  disuguaglianza  e  alla
poverta', il Documento 1000 giorni enfatizza in maniera  trasversale,
per le macroaree di rischio e per i periodi considerati, l'importanza
della  garanzia  per  la  popolazione  dei  livelli   essenziali   di
assistenza (Lea) aggiornati con decreto del Presidente del  Consiglio
dei ministri 12 gennaio 2017, recante definizione e aggiornamento dei
livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del
decreto legislativo 30  dicembre  1992,  n.  502,  nonche'  l'aspetto
cruciale dell'accesso ai servizi, all'insegna di una equita' sociale,
di genere e territoriale. 
    Infine, la promozione della  salute  materno  infantile,  ponendo
particolare attenzione alle donne in condizione di disagio sociale  -
mediante l'attuazione a livello regionale delle  Linee  di  indirizzo
per la promozione ed il miglioramento della qualita', della sicurezza
e dell'appropriatezza degli  interventi  assistenziali  nel  percorso
nascita e per la riduzione del taglio  cesareo36  ,  delle  Linee  di
indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualita',  della
sicurezza e dell'appropriatezza  degli  interventi  assistenziali  in
area pediatrico-adolescenziale37 , nonche' del gia' citato  documento
di indirizzo Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei
primi mille giorni  di  vita38  ,  perimetra  e  completa  il  raggio
d'azione dell'investimento pubblico nella  salute  dei  cittadini  di
minore eta' e  di  quelli  maggiormente  vulnerabili,  anche  secondo
quanto espresso nelle Linee di indirizzo nazionali  per  l'intervento
con i bambini e le famiglie in situazione di vulnerabilita39 . 
 
    __________ 
     36 Per approfondimenti, si  rimanda  al  sito  web  Trova  Norme
Salute: 
    https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto.spring;j
sessionid=h4mL6rjFbcShuv6t8cpXKg**?id=36591. 
     37 Ministero della salute. (2017). Linee  di  indirizzo  per  la
promozione e il  miglioramento  della  qualita',  della  sicurezza  e
dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico
- adolescenziale. Tratto da: 
    https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=
2017&codLeg=62611&parte=1%20&serie=null. 
     38 Vedi nota n. 35. 
     39 Ministero del lavoro e delle politiche sociali. (2017). Linee
di indirizzo nazionali per l'intervento con  bambini  e  famiglie  in
situazione di vulnerabilita'. Tratto da: 
    https://www.minori.gov.it/sites/default/files/linee-guida-sostegn
o-famiglie-vulnerabili-2017.pdf. 
 
 
3 Il 5° Piano nazionale infanzia e adolescenza 
 
Le politiche per l'educazione 
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Garantire il diritto all'educazione ai bambini e alle|
       |bambine dalla nascita                                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 1.    |Integrare le potenzialita' attuali     |
       |             |dello 0-6 per rafforzare l'offerta 0-3 |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4, 8, 9 e 10|
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 1 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 2.    |Sviluppare accessibilita' equa e       |
       |             |sostenibile nello 0-6                  |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 1 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Rilanciare la corresponsabilita' fra scuole, studenti|
       |e famiglie                                           |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 3.    |Le raccomandazioni sulla               |
       |             |corresponsabilita' fra scuole, studenti|
       |             |e famiglie                             |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 10, 16 e 17 |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 1, e 2 della  |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 4.    |Gli strumenti della legge n. 92 del    |
       |             |2019 sull'insegnamento dell'educazione |
       |             |civica                                 |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 5 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 1, 2 e 6 della|
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 5.    |Il protocollo operativo per la         |
       |             |fruizione di spazi pubblici in orario  |
       |             |extrascolastico                        |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 5, 10 e 16  |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 1, e 2 della  |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Prevenire condizioni di rischio, ma anche promuovere |
       |il benessere psicologico e fisico                    |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 6.    |Il servizio di psicologia scolastica   |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde Obiettivi di sviluppo|
       |             |sostenibile n. 3 dell'Organizzazione   |
       |             |delle Nazioni Unite, all'obiettivo n. 2|
       |             |della Strategia dell'Unione europea sui|
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e agli       |
       |             |obiettivi n. 2 e 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 7.    |Il rafforzamento dei consultori        |
       |             |familiari                              |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3              |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 8.    |La valorizzazione degli strumenti di   |
       |             |contrasto al cyberbullismo (legge n. 71|
       |             |del 2017)                              |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4              |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 3 e 5 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 9.    |L'implementazione dei programmi sulle  |
       |             |life skills                            |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4 e 8          |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 10.   |L'educazione all'affettivita', alla    |
       |             |sessualita' e alla parita' di genere   |
       |             |(legge n. 107 del 2015)                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 2 e 5          |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 1 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i   |
       |percorsi di studio                                   |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 11.   |Il rafforzamento della qualita' degli  |
       |             |interventi                             |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3 e 16         |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
Le politiche per l'equita' 
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Contrastare la poverta' assoluta dei bambini e delle |
       |bambine, dei ragazzi e delle ragazze                 |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 12.   |Revisione degli strumenti in essere per|
       |             |il contrasto della poverta' assoluta   |
       |             |dei nuclei familiari con minori di eta'|
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 2 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e agli       |
       |             |obiettivi n. 3, 5 e 6 della Garanzia   |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 13.   |L'estensione del servizio di refezione |
       |             |scolastica                             |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 2 e 10         |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e agli       |
       |             |obiettivi n. 3 e 5 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Rafforzare le opportunita' educative per favorire    |
       |l'inclusione sociale                                 |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 14.   |L'incentivazione del processo di       |
       |             |digitalizzazione - Banda ultralarga    |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 15.   |L'incentivazione del processo di       |
       |             |digitalizzazione - Didattica a distanza|
       |             |(Dad)                                  |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 16.   |L'incentivazione del processo di       |
       |             |digitalizzazione - Voucher             |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 9 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 5 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 17.   |Progetti sperimentali per il contrasto |
       |             |della poverta' educativa minorile      |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 6 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Per un sistema pubblico e integrato di servizi per la|
       |cura, tutela e protezione                            |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 18.   |L'individuazione di livelli essenziali |
       |             |per la rete di protezione e inclusione |
       |             |sociale                                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 3 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 19.   |Il tavolo di lavoro permanente sul     |
       |             |sistema di protezione e inclusione     |
       |             |sociale                                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 3 e 10      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, e agli obiettivi n. 1 e 2 della |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024.              |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 20.   |Le linee di indirizzo in tema di invio |
       |             |e presa in carico dei minorenni        |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3, 10, 16 e 17 |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 3 e 4 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 21.   |Il monitoraggio dell'attuazione delle  |
       |             |linee di indirizzo nazionali           |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 16             |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 3 e 4 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 22.   |L'attuazione della normativa           |
       |             |sull'accoglienza dei minori stranieri  |
       |             |non accompagnati (legge n. 47 del 2017)|
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 10 e 16        |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2, 3, 4 e 6   |
       |             |della Strategia dell'Unione europea sui|
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e agli       |
       |             |obiettivi n. 4 e 6 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Proteggere bambini e bambine, ragazzi e ragazze dal  |
       |rischio di abusi e maltrattamenti                    |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 23.   |I punti di intervento multidisciplinare|
       |             |e integrato nei contesti ospedalieri   |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3              |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 3 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 24.   |L'intervento in tema di maltrattamento |
       |             |e abuso: linee guida                   |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3, 16 e 17     |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 3 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
Le politiche per l'empowerment 
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Per una nuova forma di partecipazione dei bambini e  |
       |delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze           |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 25.   |Animare e sostenere esperienze e buone |
       |             |pratiche di partecipazione             |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 1 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 26.   |Formare sul tema della partecipazione  |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 1 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 27.   |Normare e monitorare il tema della     |
       |             |partecipazione                         |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 1, 4 e 17      |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 1 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della|
       |comunita' educante partendo dallo strumento del patto|
       |educativo di comunita'                               |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 28.   |La ricognizione dei patti educativi di |
       |             |comunita' e l'elaborazione di linee di |
       |             |indirizzo nazionali sulla comunita'    |
       |             |educante                               |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 16 e 17     |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 1 e 2 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 29.   |I patti territoriali delle comunita'   |
       |             |educanti tra linee di indirizzo        |
       |             |nazionali e la diffusione di pratiche  |
       |             |partecipative                          |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde agli Obiettivi di    |
       |             |sviluppo sostenibile n. 4, 16 e 17     |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 1 e 2 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 2 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Programmare e valutare le politiche pubbliche        |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 30.   |Sviluppare e integrare sistemi         |
       |             |informativi sull'infanzia e            |
       |             |l'adolescenza                          |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 16             |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, agli obiettivi n. 2 e 3 della   |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e            |
       |             |all'obiettivo n. 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
    
       +-----------------------------------------------------+
       |Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle  |
       |condizioni di vulnerabilita'                         |
       +-------------+---------------------------------------+
       |Azione 31.   |La promozione della salute materno     |
       |             |infantile                              |
       +-------------+---------------------------------------+
       |             |L'azione risponde all'Obiettivi di     |
       |             |sviluppo sostenibile n. 3              |
       |             |dell'Organizzazione delle Nazioni      |
       |             |Unite, all'obiettivo n. 2 della        |
       |             |Strategia dell'Unione europea sui      |
       |             |diritti delle persone di minore eta'   |
       |             |per il periodo 2021-2024, e agli       |
       |             |obiettivi n. 1 e 4 della Garanzia      |
       |             |europea per l'infanzia.                |
       +-------------+---------------------------------------+
    
3.1 Le politiche per l'educazione 
 
La presente sezione del Piano  e'  dedicata  agli  obiettivi  e  alle
azioni che l'Osservatorio ritiene che debbano essere  realizzate  nei
prossimi anni. 
    L'attuazione di tali azioni  sara'  oggetto  di  monitoraggio  da
parte dell'Osservatorio, anche in coerenza con i  seguenti  indirizzi
internazionali ed europei:  gli  Obiettivi  di  sviluppo  sostenibile
dell'Organizzazione delle Nazioni  Unite,  la  Strategia  dell'Unione
europea sui diritti delle persone di minore eta' per il periodo 2021-
2024 e il Sistema europeo  di  garanzia  per  i  bambini  vulnerabili
(European Child Guarantee). 
 
3.1.1 Garantire il diritto all'educazione ai bambini e  alle  bambine
dalla nascita 
 
Il  riconoscimento  del  diritto  dei   bambini   e   delle   bambine
all'educazione a partire dalla nascita -  sancito  dalle  convenzioni
internazionali e ripreso dagli orientamenti dell'Unione  europea  per
favorire il raggiungimento di obiettivi individuati  come  strategici
per il benessere e la crescita  dei  suoi  cittadini  -  deve  ancora
mostrare nei fatti, quanto dichiarato nelle intenzioni. 
    Nonostante gli impegni dei diversi livelli di  governo  centrale,
regionale e locale,  gli  interventi  di  settore  non  hanno  ancora
consentito di traguardare l'obiettivo di diffusione del 33 per  cento
indicato per il 201040 , sebbene sia chiaro da tempo  che  i  servizi
educativi per l'infanzia rappresentano un'opportunita' importante per
i bambini e,  nel  contempo,  sono  strumenti  utili:  allo  sviluppo
economico della societa', pensando che investire sui bambini  produce
un  ritorno  in  termini  di  redditivita'   dell'investimento,   con
risultati di benessere economico di tutto il Paese; alla  prevenzione
e al contrasto delle  situazioni  di  diseguaglianza  e  marginalita'
sociale o  di  poverta',  attraverso  la  prospettiva  di  promuovere
politiche inclusive;  al  maggiore  coinvolgimento  delle  donne  nel
mercato del lavoro e, in generale,  allo  sviluppo  di  politiche  di
conciliazione fra cura e lavoro. 
 
    __________ 
     40 Per approfondimenti, si rimanda al sito web della Commissione
europea: 
    https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/PRES_02_930
. 
 
    Le stesse riflessioni di attualita', legate  alla  situazione  di
isolamento sociale a cui siamo costretti  come  misura  di  contrasto
alla  diffusione  del   Covid-19,   hanno   concorso   a   diffondere
nell'opinione  pubblica  la  consapevolezza  circa  l'importanza   di
consentire ai bambini di crescere  in  un  contesto  sociale  a  loro
misura, dove sviluppare competenze e relazioni. 
    La diffusione scarsa e poco omogenea sul territorio nazionale dei
servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni e, in particolare  modo
dei nidi d'infanzia che ad oggi  rappresentano  un'opportunita'  solo
per poco piu' di un bambino su cinque (v. Figura  1),  non  puo'  che
essere letta come un elemento di difetto. 
    Per i motivi fin qui richiamati, occorre  sempre  piu'  investire
nell'offerta  gia'  disponibile  di  servizi   educativi   e   scuole
dell'infanzia, anche nella loro accessibilita'  equa  e  sostenibile,
andando a soddisfare anche la domanda inespressa. 
    Devono  quindi  essere  sviluppate  iniziative  tese  a   ridurre
gradualmente, e poi a eliminare, le rette a  carico  delle  famiglie.
Inoltre, risulta evidente che il sistema  integrato  dei  servizi  di
educazione dalla nascita a 6 anni, istituito nel Paese con il decreto
legislativo 13 aprile 2017, n. 65, recante  istituzione  del  sistema
integrato di educazione e di istruzione  dalla  nascita  sino  a  sei
anni, a norma dell'articolo 1, commi 180 e  181,  lettera  e),  della
legge 13 luglio  2015,  n.  107,  dovra'  essere  stabilizzato  della
copertura dell'offerta 3-6 anni al 100 per  cento,  e  dovra'  essere
ulteriormente potenziato: con riferimento alla fascia  0-3  anni  dei
servizi educativi e di cura per la prima infanzia,  sara'  necessario
un nuovo  investimento  teso  a  superare  almeno  il  33  per  cento
dell'offerta, sino al raggiungimento dell'obiettivo del 50 per cento;
mentre  per  il  segmento  3-6  anni  sara'  necessario   consolidare
l'offerta. 
    Nel caso dei servizi 0-3, potra' essere realizzato  sia  mediante
investimenti orientati a costruire  nuove  strutture  per  i  servizi
educativi, sia attraverso la riconversione di strutture  preesistenti
di scuole dell'infanzia non piu' in uso, a favore del  loro  utilizzo
pieno  e  ottimale  finalizzato  a  incrementare   le   potenzialita'
ricettive nei confronti dei bambini sotto i 3 anni di eta'. 
    Per tale scopo, l'Osservatorio propone di definire e  finanziare,
nella prossima legge di bilancio, i LEP relativi alla diffusione  dei
servizi educativi e di cura per la prima infanzia per una percentuale
di copertura di almeno il 33 per cento della popolazione 0-3 anni. 
 
    Azione 1 - Integrare  le  potenzialita'  attuali  dello  0-6  per
rafforzare l'offerta 0-3 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 2 - Sviluppare accessibilita' equa e sostenibile nello 0-6 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.1.2  Rilanciare  la  corresponsabilita'  fra  scuole,  studenti   e
famiglie 
 
Come esplicitato nelle Indicazioni nazionali per il  curricolo  della
scuola  dell'infanzia  e  del  primo  ciclo  di  istruzione  (decreto
ministeriale n. 254 del 2012): 
 
      «la finalita' generale della scuola e' lo sviluppo  armonico  e
integrale della persona, all'interno dei principi della  Costituzione
italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della
conoscenza e nel rispetto e  nella  valorizzazione  delle  diversita'
individuali, con il coinvolgimento  attivo  degli  studenti  e  delle
famiglie». 
 
    Cio' a indicare che la scuola, a cominciare da quella per i  piu'
piccoli, proprio per il suo carattere universalistico (ovvero, che si
rivolge alla generalita' dei bambini e dei ragazzi), e' di per se' un
contesto inclusivo, che mette in relazione studenti  e  famiglie  che
differiscono  tra  loro  per  estrazione   sociale,   caratteristiche
psicofisiche,  provenienza  etnica  e  culturale.  Al  riguardo,   e'
possibile rilevare ancora una volta l'importanza  fondamentale  della
corresponsabilita' educativa fra famiglie e scuola, nonche' comunita'
locali. 
    Tale pluralita' di varie  individualita'  che  si  incontrano  e'
un'occasione preziosa di conoscenza. 
    Le iniziative organizzate  direttamente  dai  docenti  e/o  dalle
agenzie educative che collaborano  con  la  scuola,  cosi'  come  gli
scambi spontanei tra studenti e tra famiglie, servono  per  abbattere
quelle resistenze legate spesso ai pregiudizi  che  possono  esistere
tra persone che non  si  erano  incontrate  prima  e,  nel  contempo,
favoriscono il contrasto  alle  situazioni  di  diseguaglianza  o  di
marginalita' sociale. 
    Oltre alla cura nelle relazioni, la scuola offre anche  contenuti
specifici per l'integrazione che, piu' di recente, insiste molto  sui
progetti  di   contrasto   al   cyberbullismo   in   tutte   le   sue
manifestazioni, attraverso una  strategia  che  comprende  misure  di
carattere preventivo ed educativo nei confronti  dei  bambini,  delle
bambine, dei ragazzi e delle ragazze (vittime e autori  del  bullismo
sul web) da attuare in ambito scolastico, in applicazione della legge
29 maggio 2017, n. 71, recante disposizioni a tutela dei  minori  per
la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. 
    I bambini e le bambine, i  ragazzi  e  le  ragazze  utilizzano  i
dispositivi non solo per svago ma anche per frequentare la  didattica
a distanza. E' fondamentale che la scuola  insista  sull'insegnamento
di un uso consapevole della tecnologia  digitale,  per  far  prendere
loro coscienza  delle  conseguenze  delle  proprie  azioni  e  parole
affidate al web. 
    Sempre in tale direzione, e' stato introdotto, con  la  legge  20
agosto 2019, n. 92, l'insegnamento scolastico dell'educazione civica,
ritenuta una materia fondamentale per consentire  agli  studenti  uno
sviluppo  culturale  e  valoriale,  nonche'  una  piu'   approfondita
consapevolezza critica sui temi della cittadinanza, e per conoscere i
loro diritti e doveri. 
    Al fine di rafforzare l'insegnamento e la sensibilizzazione degli
studenti alla cittadinanza responsabile, il  decreto  del  Presidente
della Repubblica 21 novembre  2007,  n.  235,  e  successivamente  la
stessa  legge,  introduce  il  principio  del  "patto  educativo   di
corresponsabilita'" tra scuola e famiglia, che rafforza la  reciproca
collaborazione (art. 7). Tale principio - gia'  sperimentato  con  la
ripresa delle attivita' scolastiche  in  presenza,  per  il  rispetto
delle  regole  all'ingresso  dei  plessi  indicate   dal   protocollo
igienicosanitario  -  potra'  trovare  applicazione  in  molti  altri
momenti pensati coinvolgendo le rappresentanze studentesche e  quelle
dei genitori  nel  percorso  di  programmazione,  per  consentire  la
massima  partecipazione  di  bambini,  ragazzi  e  attori  dei  patti
educativi di comunita', attraverso un modello circolare  bottom-up  e
top-down, in modo da favorire il dialogo anche con i territori. 
    Nel quadro delle attivita' di supporto tecnico  scientifico  alla
redazione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela
dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta'  evolutiva,  e'  stato
deciso di valorizzare concretamente il punto di vista dei  ragazzi  e
delle ragazze attraverso una strategia di ricerca che ha permesso  di
raccogliere riflessioni e suggestioni interessanti in relazione  alle
priorita' e alle strategie di intervento individuate  dai  gruppi  di
lavoro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. In
tale contesto e' emerso che il 58  per  cento  dei  ragazzi  e  delle
ragazze rispondenti dichiara di non conoscere la Convenzione Onu  sui
diritti   dell'infanzia   e   dell'adolescenza,   senza   particolari
distinzioni  di  eta'  e  genere.  E'   dunque   evidente   che   una
significativa maggioranza della popolazione minorile  non  abbia  una
reale consapevolezza del  documento  internazionalmente  riconosciuto
quale guida e riferimento in materia di diritti di bambini,  bambine,
ragazzi  e  ragazze.  Il  principale  canale  di   diffusione   della
conoscenza della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia
e dell'adolescenza e' la scuola. Insegnati ed  educatori  sono  stati
segnalati nel 72 per cento dei casi come i principali protagonisti di
tale opera di divulgazione. Niente affatto irrilevante il  ruolo  dei
genitori (22 per cento) che mostra d'altro canto un ampio margine  di
miglioramento. 
 
    Azione  3  -  Le  raccomandazioni  sulla  corresponsabilita'  fra
scuole, studenti e famiglie 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione  4  -  Gli  strumenti  della  legge   n.   92   del   2019
sull'insegnamento dell'educazione civica 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 5 - Il protocollo operativo  per  la  fruizione  di  spazi
pubblici in orario extrascolastico 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.1.3  Prevenire  condizioni  di  rischio,  ma  anche  promuovere  il
benessere psicologico e fisico 
 
Occorre un cambio  di  paradigma.  Non  basta  infatti  proteggere  e
riparare, ma occorre sviluppare la promozione, come intervento  volto
a far crescere  competenze  e  risorse  nella  popolazione  generale,
assieme alla prevenzione, come intervento volto a ridurre fattori  di
rischio nella fase iniziale in target di popolazioni mirati. Inoltre,
e' necessario che le funzioni di  prevenzione  e  di  promozione  del
benessere psicologico e fisico siano assolte in forma  trasversale  e
integrata  con  la  rete  territoriale  dei   servizi   sociali   (in
particolare dal sistema di servizi indicato nell'azione n.  18),  dai
servizi educativi e dai servizi sanitari. 
    E' tale la ratio profonda dei piu' recenti documenti di indirizzo
del Ministero della salute e, in particolare, rappresenta  l'elemento
strategico di innovazione del Piano nazionale  di  prevenzione  (Pnp)
2020-2025, che sceglie di sostenere il  riorientamento  di  tutto  il
sistema della prevenzione verso  un  approccio  di  promozione  della
salute integrale delle persone di minore eta', rendendo trasversale a
tutti i macro obiettivi lo sviluppo di  strategie  di  empowerment  e
capacity building, raccomandate dalla  letteratura  internazionale  e
dall'Organizzazione mondiale  della  sanita',  coerentemente  con  lo
sviluppo dei principi enunciati dalla Carta di Ottawa41 . 
 
    __________ 
     41 Per approfondimenti, si rimanda alla pagina dedicata sul sito
web dell'Organizzazione mondiale della sanita': 
    https://www.who.int/publications/i/item/ottawa-charter-for-health
-promotion. 
 
    In linea con quanto rappresentato dalla Commissione  parlamentare
per  l'infanzia  e  l'adolescenza  e'  necessario  portare  avanti  e
sostenere  l'istituzione  di  psicologi   scolastici,   che   possono
rappresentare  uno  strumento  di  promozione  del  benessere  e   di
prevenzione della devianza e della dispersione42 . La prevenzione del
disagio e la promozione del benessere integrale di bambini e bambine,
ragazzi e ragazze  implicano  un  investimento  che  miri  a  fornire
sostegno e  supporto  attraverso  l'istituzione  di  un  servizio  di
psicologia scolastica presente nelle scuole di ogni  ordine  e  grado
(garantendo  il  collegamento  tra  scuola  e  territorio  tramite  i
consultori familiari, quali soggetti preferenziali  per  l'erogazione
del servizio  mediante  progettualita'  e  professionisti  dedicati),
nonche' la disposizione di politiche integrate per il rafforzamento e
la costruzione  di  reti  locali  tra  scuola,  servizi  sociali  del
territorio,  servizi  sanitari  di  base  e  specialistici,   servizi
giudiziari e terzo settore (identificando, in ogni caso, i consultori
familiari quale punto nevralgico della  rete),  cosi'  come  indicato
dalle Linee di indirizzo nazionale per l'intervento con i  bambini  e
le famiglie in situazione di vulnerabilita' del Ministero del  lavoro
e delle politiche sociali43 . 
 
    __________ 
     42  Commissione  parlamentare  per  l'infanzia  e  l'adolescenza
(2020). Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva  "Sulle  forme
di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti". Tratto
da: 
    https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1185380.pdf. 
     43 Vedi nota n. 39. 
 
    La promozione del benessere psicologico e fisico delle persone di
minore eta' nei servizi educativi e nelle scuole  di  ogni  ordine  e
grado si persegue anche  attraverso  l'implementazione  di  programmi
centrati sulle life skills, nel pieno rispetto  di  quanto  stabilito
dal Piano nazionale  di  prevenzione  2020-2025,  dal  Protocollo  di
intesa tra Ministero della salute e Ministero dell'istruzione del  20
febbraio 2019, e dall'Accordo raggiunto in  Conferenza  Stato-Regioni
del 17 gennaio 2019 sulle scuole che promuovono la salute,  definendo
programmi nazionali atti a prevedere regolari  e  stabili  iniziative
integrate  scuola-territorio  sui  corretti  stili  di  vita   (quali
l'educazione alimentare, lo sport, l'utilizzo della rete e dei social
media), ma anche implementando competenze trasversali  (life  skills)
di prevenzione del  bullismo/cyberbullismo  e  delle  dipendenze44  ,
nonche'   puntando   alla   diffusione   di    una    sana    cultura
dell'affettivita', della sessualita' e della parita' di genere. 
 
    __________ 
     44 Per approfondimenti, si vedano anche le  indagini  realizzate
dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza,  ossia
l'indagine gia' richiamata alla nota n. 41, e inoltre: 
    Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.  (2019).
Documento approvato dalla Commissione parlamentare per  l'infanzia  e
l'adolescenza a conclusione dell'indagine conoscitiva su  bullismo  e
cyberbullismo. Tratto da: 
    https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1145759.pdf. 
 
    Azione 6 - Il servizio di psicologia scolastica 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 7 - Il rafforzamento dei consultori familiari 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 8 - La valorizzazione  degli  strumenti  di  contrasto  al
cyberbullismo (legge n. 71 del 2017) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 9 - L'implementazione dei programmi sulle life skills 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 10 - L'educazione  all'affettivita',  alla  sessualita'  e
alla parita' di genere (legge n. 107 del 2015) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.1.4 Rinforzare gli organici dei servizi e aggiornare i percorsi  di
studio 
 
Prendersi cura di una bambina o di un bambino o di una ragazza  o  di
un   ragazzo   in   situazione   di   vulnerabilita'   richiede   una
professionalita' alta,  formata  attraverso  un  percorso  di  laurea
universitaria per il profilo di operatore in  ambito  socioeducativo,
che sviluppi saperi  e  competenze  nella  declinazione  multilivello
(nazionale, europea e internazionale). 
    Cio' a dire che  e'  necessario  arricchire  le  professionalita'
esistenti  con  un  core  di  competenze  trasversali  alle   diverse
professioni   che   si   occupano   di   prevenzione   e   protezione
dell'infanzia, da inserire nei curricula formativi di  diversi  corsi
di studio, e procedere verso una postura (ovvero,  una  modalita'  di
intervento) rivolto ai singoli casi nel contesto familiare o di  vita
dei soggetti, basata sulla capacita' di osservazione e ascolto attivo
ed empatico, e sulla personalizzazione di un  progetto  di  tutela  e
protezione, che tenga conto delle ecologie di relazioni  che  ruotano
intorno al bambino o al ragazzo. 
    A cio' si aggiunga che e' importante coltivare  le  occasioni  di
formazione congiunta e di scambio  in  una  dimensione  di  relazione
multidisciplinare, per riconoscere e saper trattare congiuntamente le
diverse conseguenze del disagio, non solo sul piano sociale, ma anche
educativo e sanitario. 
    Gli interventi, infatti,  prevedono  la  costituzione  di  equipe
multidisciplinari, composte prevalentemente  da:  professionisti  dei
servizi sociali, servizi educativi e scuole, servizi socio-sanitari e
sanitari, fra cui quello di pediatria di base, eventuali soggetti del
terzo settore. 
    Quella  che  si  realizza  e',  dunque,  una  presa   in   carico
individuale multidisciplinare che comprende prestazioni di  carattere
sociosanitario, educativo, ricreativo e sportivo, e orientamento alla
fruizione della rete di servizi di welfare ed educativi presenti  sul
territorio. 
    Pertanto, le competenze da includere nei percorsi universitari di
base  (quali  i  corsi  di  studio  in  Servizio   sociale,   Scienze
dell'educazione, Psicologia, Medicina e Giurisprudenza), nelle lauree
magistrali, es. Scienze della formazione primaria,  nella  formazione
universitaria post laurea (master),  nei  percorsi  di  aggiornamento
professionale  (formazione  continua)   sono   quelle   relative   a:
documentazione,  monitoraggio  e  valutazione,  in   relazione   alle
specificita'   di   ciascuna   disciplina   e   ruolo;    valutazione
multidisciplinare  (anche  ai  fini  di  verificare  l'impatto  delle
politiche pubbliche sulla condizione di bambini e ragazzi  al  centro
di   procedure   di   tutela,   protezione,    cura,    giudiziarie),
progettazione, presa in  carico  integrata  secondo  l'approccio  dei
bisogni dei bambini e dei ragazzi complementare a quello dei diritti,
lavoro di rete, lavoro in  equipe,  ascolto  e  partecipazione  delle
famiglie e dei minorenni. Infine, la formazione di medici, infermieri
e operatori  in  merito  al  riconoscimento  precoce  della  violenza
dovrebbe avere inizio fin dal percorso degli  studi  universitari.  A
tal fine, e' utile inserire materie specifiche relative  all'abuso  e
al maltrattamento nei programmi universitari  di  studio  di  medici,
infermieri, psicologici e tecnici sanitari.  Sulla  linea  di  quanto
evidenziato  dalla  Commissione   parlamentare   per   l'infanzia   e
l'adolescenza45 , occorre altresi' prevedere una formazione sui  temi
della  violenza  e  dell'abuso  adeguata  e  continua  rivolta   agli
insegnanti e pediatri di famiglia, alle figure professionali, nonche'
al personale non specializzato che interagisce con  i  minorenni  nei
vari contesti di vita, affinche' anche questi  ultimi  sappiano  come
agire e a quale organismo rivolgersi nel caso emerga  una  potenziale
situazione di rischio. 
 
    __________ 
     45 Vedi nota n. 42. 
 
    Azione 11 - Il rafforzamento della qualita' degli interventi 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.2 Le politiche per l'equita' 
 
3.2.1 Contrastare la poverta' assoluta dei bambini e  delle  bambine,
dei ragazzi e delle ragazze 
 
Le persone di minore eta' sono i soggetti maggiormente vulnerabili ai
fenomeni della poverta' e dell'esclusione sociale, e risultano i piu'
esposti a un peggioramento delle condizioni di vita in situazioni  di
crisi economica e  sociale,  quale  quella  attuale  derivante  dalla
pandemia da Covid-19. Nel nostro Paese,  l'ascensore  sociale  e'  in
panne - se non del tutto immobile - da lungo tempo, al punto  che  la
Banca d'Italia certifica che il rallentamento dell'economia italiana,
avviatosi negli anni novanta, ha pesato soprattutto sui piu' giovani,
che hanno rinviato l'uscita dalla famiglia di  origine  e  subito  un
calo del reddito atteso lungo l'intero ciclo di vita,  rispetto  alle
generazioni precedenti. La minore accumulazione di ricchezza  propria
ha ampliato il peso di quella ereditata, concorrendo a rafforzare  il
ruolo della famiglia di origine nel definire lo status socioeconomico
e al radicarsi di disuguaglianze  indipendenti  dai  meriti  e  dalle
capacita' individuali. 
    Per  molti  studiosi,  pur   nel   pieno   riconoscimento   della
multidimensionalita' del  fenomeno,  la  dimensione  assoluta  e'  un
concetto chiave non solo  per  comprendere  la  natura  intima  della
poverta', ma anche per intervenire efficacemente sul tema piu'  ampio
della poverta' e dell'esclusione sociale.  La  poverta'  assoluta  si
basa sul valore monetario di accesso a un paniere di beni  e  servizi
ritenuti essenziali a conseguire uno  standard  di  vita  minimamente
accettabile nel contesto  italiano  e  si  distingue,  dunque,  dalla
poverta' relativa perche' si riferisce all'incapacita' di accedere  a
determinati beni e servizi a prescindere dallo standard di vita medio
della popolazione. I piu' recenti dati Istat sulla poverta'  assoluta
certificano che, in Italia, i minorenni che vivono in tale condizione
sono piu' di un milione46 . Nel  caso  della  poverta'  assoluta,  le
misure poste in atto nel  nostro  Paese  si  sono  concentrate  nella
creazione di una rete di protezione  accessibile  a  tutti  coloro  i
quali vivono tale condizione,  che  si  sostanzia  in  primis  in  un
adeguato contributo economico capace di innalzare  significativamente
il reddito familiare affiancato dai necessari servizi alla persona  -
si pensi al Reddito di  inclusione  (Rei)  prima,  e  al  Reddito  di
cittadinanza (RdC) poi -, colmando con queste misure  un  vuoto  che,
storicamente, nel contesto europeo apparteneva solo all'Italia e alla
Grecia. 
 
    __________ 
     46 Vedi nota n. 18. 
 
    Si pone ora la  necessita'  di  una  riflessione  articolata  per
verificare quali strumenti  siano  piu'  adatti  per  contrastare  la
poverta' nei nuclei familiari con figli minori di eta' a carico. 
    Revisioni che nel loro complesso devono utilmente  coniugarsi  al
prossimo debutto della riforma piu' rilevante approvata in Italia per
il sostegno alle famiglie  che  prevede  l'introduzione  dell'assegno
unico e universale per le famiglie con figli - Proposta di legge A.C.
2561, delega al governo per il sostegno  e  la  valorizzazione  della
famiglia, 25 giugno 2020, cosiddetto Family Act. 
    In ultimo e di notevole rilevanza e'  la  progressiva  estensione
del servizio di refezione scolastica nelle scuole,  a  tendere  verso
l'accesso universale, partendo dai territori  dove  si  concentra  la
poverta',  attraverso  una  norma  che  lo  inquadri  quale   livello
essenziale delle prestazioni sociali, superando la logica di servizio
a domanda individuale, riconoscendolo  quale  luogo  privilegiato  in
primis per garantire almeno un  pasto  di  qualita'  nell'arco  della
giornata, nonche' occasione di condivisione, di sperimentazione della
socialita', di esperienza educativa. Al riguardo, gli ultimi  dati  a
disposizione  evidenziano  come,  nel  nostro  Paese,   gli   edifici
scolastici statali dotati di mensa siano una minoranza. In media,  in
base ai dati raccolti dal Ministero dell'istruzione, la loro presenza
e' dichiarata dagli enti proprietari per poco piu' di un edificio  su
quattro (26 per cento). Sono quattro le regioni che spiccano  per  la
presenza di queste strutture: Valle d'Aosta (69,4 per cento), Toscana
(63,3 per cento), Friuli-Venezia Giulia (62,0 per cento)  e  Piemonte
(61,3 per cento). In tutti le altre regioni  gli  edifici  scolastici
con la mensa sono meno del 40 per cento47 . 
 
    __________ 
     47 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del Portale unico
dei dati della scuola: 
    https://dati.istruzione.it/opendata/opendata/catalogo/elements1/l
eaf/?area=Edilizia%20Scolastica&datasetId=DS0210EDIAMBFUNZSTA. 
 
    Azione 12 - Revisione degli strumenti in essere per il  contrasto
della poverta' assoluta dei nuclei familiari con minori di eta' 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 13 - L'estensione del servizio di refezione scolastica 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.2.2 Rafforzare le opportunita' educative per favorire  l'inclusione
sociale 
 
La  scuola,  cosi'  come  i  luoghi  di   educazione   non   formale,
rappresentano il principale veicolo di  opportunita'  che  bambini  e
ragazzi  hanno  di  partecipare  pienamente  alla  vita  sociale   ed
economica  nei  diversi  contesti   territoriali   di   appartenenza,
favorendo la reale inclusione, ovvero la condizione in  cui  si  vive
una  comunita'  caratterizzata  da  stato  di  equita'  e   di   pari
opportunita',   indipendentemente   dalla   presenza   di   poverta',
disabilita' o altri limiti  e  impedimenti  personali  o  propri  del
contesto di vita. 
    La poverta' educativa e' la condizione in cui  un  bambino  o  un
adolescente si trova privato del diritto all'apprendimento  in  senso
lato, dalle opportunita' culturali  e  educative  e  del  diritto  al
gioco48 . Un minorenne e' soggetto a poverta' educativa quando il suo
diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacita'  e  competenze,
coltivare le proprie aspirazioni e talenti e' privato o  compromesso.
Non si tratta quindi di una lesione del solo diritto allo studio,  ma
della mancanza  di  opportunita'  educative  a  tutto  campo:  minori
opportunita' che incidono negativamente sulla  crescita  del  minore.
Trattandosi di un fenomeno  complesso,  non  e'  semplice  darne  una
misurazione sintetica. La poverta' educativa riguarda infatti diverse
dimensioni (opportunita' culturali, scolastiche,  relazioni  sociali,
attivita' formative) che devono essere tenute in relazione tra loro. 
 
    __________ 
     48  Per  approfondimenti,  si  rimanda  all'articolo  online  di
Openpolis sulle cause della poverta' educativa: 
    https://www.openpolis.it/parole/quali-sono-le-cause-della-poverta
-educativa/. 
 
    Occuparsi di  poverta'  educativa  e  rafforzamento  del  sistema
educativo per  favorire  l'inclusione  sociale  e  anche  scolastica,
significa, dunque, ampliare la gamma di fruizioni  e  possibilita'  a
disposizione dei minorenni e, in particolare, di quelli in condizione
di vulnerabilita'.  Su  tale  terreno,  la  fortissima  sperequazione
territoriale e sociale, che caratterizza l'accesso alle opportunita',
ha conosciuto un ulteriore aggravamento  a  causa  delle  conseguenze
dell'epidemia  da  Covid-19,  che   ha   determinato   un   ulteriore
allargamento della forbice, lasciando indietro proprio quei  soggetti
maggiormente vulnerabili e  che  necessitavano,  gia'  da  prima,  di
tangibili politiche di inclusione. 
    Plurimi e articolati sono, quindi, i piani di intervento  urgenti
e necessari al fine di realizzare una piena inclusione  dei  soggetti
di  minore  eta',  che  non  possono  prescindere:   dall'incentivare
processi virtuosi di digitalizzazione, attraverso il finanziamento  a
regime per la diffusione dei device  e  il  superamento  del  digital
divide; dall'offrire garanzia di effettiva connettivita', sancendo il
diritto a essere connessi; dal supportare  e  guidare  l'acquisizione
delle positive competenze digitali; dal mettere  a  disposizione  dei
minorenni in condizione  di  poverta'  certificata  un  pacchetto  di
servizi per il contrasto della poverta' educativa, del digital divide
e della dispersione scolastica,  attraverso  un  piano  educativo  di
sostegno personalizzato con azioni di presa in carico che contemplino
la messa a disposizione di un pacchetto di beni  e  servizi  definito
con la partecipazione dei minorenni e dei loro genitori, e attuata in
rete  mediante  la  costituzione  di  equipe  multidisciplinari   che
valorizzino le competenze dei servizi sociali comunali, delle scuole,
dei pediatri e dei servizi  sanitari  di  base,  dei  centri  per  le
famiglie, dei servizi di mediazione culturale,  delle  organizzazioni
del terzo settore e del volontariato. 
 
    Azione 14 - L'incentivazione del processo di  digitalizzazione  -
Banda ultralarga 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 15 - L'incentivazione del processo di  digitalizzazione  -
Didattica a distanza (DAD) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 16 - L'incentivazione del processo di  digitalizzazione  -
Voucher 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 17 - Progetti sperimentali per il contrasto della poverta'
educativa minorile 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.2.3 Per un sistema pubblico e integrato di  servizi  per  la  cura,
tutela e protezione 
 
A partire dalla legge 8 novembre 2000, n. 328, recante  legge  quadro
per la realizzazione del sistema integrato di  interventi  e  servizi
sociali, e' stato avviato nel Paese un percorso  di  superamento  del
concetto assistenzialistico dell'intervento sociale, passando da  una
prospettiva che considerava il cittadino come passivo fruitore, a una
nuova idea di  soggetto  attivo  e,  in  quanto  tale,  portatore  di
diritti, a cui devono essere destinati interventi  e  servizi  mirati
alla  rimozione  delle  situazioni  di  disagio  psicosociale  e   di
marginalita'. 
    Oltre alla semplice  protezione  del  singolo,  scopo  principale
della legge e' anche  l'accompagnamento  di  bambini  e  bambine,  di
ragazzi e ragazze all'interno del proprio nucleo familiare. Per  tale
motivo, la tutela  dell'infanzia  e  dell'adolescenza  prevede  anche
azioni di supporto alle funzioni genitoriali, quando il legame con la
famiglia di nascita, o con  uno  o  piu'  dei  suoi  componenti,  sia
valutato nell'interesse superiore del minore di eta'. 
    Cio' si realizza  attraverso  la  progettazione  e  l'attuazione,
all'interno del sistema pubblico  e  integrato  di  servizi  (di  cui
all'art. 1 e art. 22, co. 1 e 2, legge n. 328 del 2000),  di  un'area
di  servizi  socio-sanitari-educativi  titolari  delle  funzioni   di
accompagnamento,  cura,   tutela   e   protezione   dell'infanzia   e
dell'adolescenza, in cui sia effettiva la logica  del  riconoscimento
dei   loro   diritti   fondamentali   (in   particolare,   alla   non
discriminazione   e   alla   partecipazione)   come   sanciti   nelle
dichiarazioni e convenzioni internazionali, e in cui il supporto alla
genitorialita'  (anche  in  contesti  di  accoglienza   fuori   della
famiglia)  sia  elemento  costitutivo,  al  fine  di  assicurare   la
protezione dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e  delle  ragazze
in maniera uniforme nel Paese. 
    Speciale  attenzione  dovra'  essere  rivolta  all'appropriatezza
delle diverse funzioni di recepimento delle  segnalazioni,  di  prima
valutazione,  di  presa  in  carico  multidimensionale  e   integrata
nell'area  sociosanitaria,  socioeducativa  e  della  giustizia,   di
uniformita' della gestione dei servizi, di promozione della  coesione
sociale anche tramite la  piena  inclusione  di  tutti  i  bambini  e
bambine, ragazzi  e  ragazze  in  situazione  di  vulnerabilita'  per
compensare le disuguaglianze. 
    Allo stesso tempo, occorre garantire contesti  di  partecipazione
per le famiglie, per i bambini e le  bambine,  per  i  ragazzi  e  le
ragazze, anche  all'interno  delle  comunita'  di  accoglienza,  come
condizione fondamentale  per  avviare  un  processo  di  riflessione,
esplicitazione  e  attribuzione   condivisa   di   significato   alle
osservazioni e ai comportamenti rispetto ai quali si decide di  porre
attenzione. 
    Infine,  le  attivita'  di  monitoraggio  e   valutazione   delle
esperienze in corso, quale ad esempio quella relativa al Programma di
intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione (PIPPI)49  ,
cosi' come la piena implementazione delle  linee  di  indirizzo  gia'
esistenti, potranno definire meglio le  caratteristiche  del  sistema
integrato dei servizi nell'area  della  prevenzione  della  violenza,
dell'adozione,   dell'affidamento   familiare   e    dell'accoglienza
residenziale. 
 
    __________ 
     49 Per approfondimenti, si rimanda al sito web del  gia'  Centro
nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: 
    https://www.minori.gov.it/it/il-programma-pippi. 
 
    Dal dibattito e' emersa, inoltre, la  necessita'  di  dare  piena
attuazione alla legge 7  aprile  2017,  n.  47,  sulla  protezione  e
sull'accoglienza dei  minorenni  stranieri  non  accompagnati,  legge
inserita in un quadro normativo che, seppure avanzato, spesso non  si
traduce in un'omogenea applicazione sul territorio, e cio' a  maggior
ragione per i  minori  di  eta'  migranti  per  i  quali  la  recente
disciplina sulla protezione e sull'accoglienza necessita  di  decreti
attuativi, nonostante le buone pratiche sparse sul territorio. 
 
    Azione 18 - L'individuazione di livelli essenziali per la rete di
protezione e inclusione sociale 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 19 -  Il  tavolo  di  lavoro  permanente  sul  sistema  di
protezione e inclusione sociale 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 20 - Le linee di indirizzo in tema di  invio  e  presa  in
carico dei minorenni 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 21  -  Il  monitoraggio  dell'attuazione  delle  linee  di
indirizzo nazionali 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 22 - L'attuazione  della  normativa  sull'accoglienza  dei
minori stranieri non accompagnati (legge n. 47 del 2017) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.2.4 Proteggere bambini e bambine, ragazzi e ragazze dal rischio  di
abusi e maltrattamenti 
 
Una quota rilevante di bambine  e  bambini,  di  ragazze  e  ragazzi,
subisce maltrattamenti e abusi di frequente tra le  mura  domestiche:
fenomeni che nella  loro  reale  dimensione  sono  ancora  oggi  solo
intuibili, ma non documentabili pienamente, in quanto per  intrinseca
natura sommersi o difficilmente indagabili, se non  quando  segnalati
alle autorita' competenti. Fra l'altro, il problema degli abusi e dei
maltrattamenti riguarda particolarmente  i  minorenni  stranieri  non
accompagnati, spesso sopravvissuti a  violenze  e  bisognosi  di  uno
specifico accompagnamento. 
    Un potenziamento della rete dei servizi che  si  occupa  di  tale
tematica appare, dunque, urgente e necessario al fine di intercettare
precocemente le situazioni di rischio; consentire una presa in carico
tempestiva;  accompagnare  e  sostenere  le  vittime  nello  sviluppo
positivo delle proprie risorse individuali. 
    Il  riconoscimento  della  rilevanza  del  tema  passa,   quindi,
attraverso la messa in campo di un programma specifico e  strutturale
che sia in grado di prevenire, proteggere e promuovere la salute  dei
minori  di  eta'  attraverso  la  creazione  di  una  rete  operativa
territoriale. 
    Tale programma dovrebbe prevedere: l'individuazione, in  ciascuna
realta' regionale, di un centro specializzato con il ruolo di  centro
di  eccellenza  e  con  il  compito  di  referente;  la  creazione  o
l'individuazione, presso ciascuna azienda ospedaliera,  di  un'equipe
multidisciplinare specializzata che includa la figura dello psicologo
debitamente  formato,  destinataria  di  un  costante  programma   di
formazione  interdisciplinare  e  interistituzionale  di  tutti   gli
operatori dell'equipe, pronta a intervenire nei  reparti  del  pronto
soccorso in caso di  sospetto  maltrattamento,  segnali  di  incuria,
ipercura o sofferenza psicologica del minore di eta'. 
    Auspicabile e' altresi' che lo stesso programma preveda un'azione
di verifica di accessi plurimi in diverse  strutture  o  del  ricorso
eccessivo  al  pediatra  di  famiglia.  Tale  verifica   implica   la
definizione  di  un  collegamento  virtuoso  nella  rete  tra  pronto
soccorso e pediatri di famiglia per l'accesso al fascicolo del minore
di eta'. 
    A completamento degli strumenti a  disposizione  della  rete,  e'
utile riflettere sulla definizione e validazione  di  un  modello  da
attivare in ciascuna regione attraverso linee guida d'intervento  per
le aziende sanitarie e ospedaliere, e nei  servizi  sociosanitari  in
tema di soccorso e assistenza  dei  minorenni  vittime  di  violenza,
corredate  da  indicatori  validati  e  scientificamente  fondati  da
utilizzare in screening e nella valutazione durante la prestazione di
pronto soccorso, al fine  di  facilitare  l'operatore  sanitario  nel
riconoscimento precoce di casi sospetti. In tal senso, gli  operatori
del  pronto  soccorso  devono  essere  formati   nelle   materie   di
maltrattamento e abuso dei minorenni e sugli strumenti di  screening,
valutazione odiagnosi. 
    l sistema dei servizi pubblici di tutela dovrebbe anche prevedere
che  i  pronto  soccorso  degliospedali   sappiano   individuare   le
situazioni di maltrattamento per poi prenderle in carico  insieme  ai
servizi territoriali. 
    Il potenziamento della rete dei servizi, dovrebbe anche prevedere
la costituzione e l'operativita' di equipe  integrate  sociosanitarie
di base, che vedano il raccordo fra i servizi  sociali,  sanitati  di
base e specialistici, servizi educativi, e servizi giudiziari se  del
caso, attraverso accordi di programma o protocolli di intesa  che  ne
definiscano il raccordo operativo. Cio' al fine di rafforzare la rete
integrata di servizi sociali e sanitari di base (servizio sociale  di
base, servizio sociale professionale e consultori dei comuni, singoli
o associati) di presa in carico. All'interno della rete occorrerebbe,
altresi', aumentare i posti letto nei reparti di neuropsichiatria, le
strutture semiresidenziali terapeutiche e i centri diurni. 
 
    Azione 23 - I punti di intervento multidisciplinare  e  integrato
nei contesti ospedalieri 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 24 - L'intervento in tema di maltrattamento e abuso: linee
guida 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico