(Allegato 1-Allegato 5)
Allegato  5.  Considerazioni  operative   relative   alla   sicurezza
alimentare e alla struttura del menu di base e del dietetico 
 
   a. Food safety e food security. 
La sicurezza  alimentare  si  struttura  in  due  componenti,  spesso
confuse o non adeguatamente definite: 
*  la  food  safety,  priorita'  assoluta  in  tutti  i  percorsi  di
ristorazione  domestica  o  collettiva,  e'  mirata  a  garantire  la
sicurezza e la salubrita' igienico-microbiologica nell'intera filiera
ristorativa,  dalla  produzione  e  trasformazione  eventuale   delle
materie prime, alla loro  preparazione,  conservazione,  trasporto  e
distribuzione; 
* la food security, di piu'  recente  definizione,  esiste  quando  a
tutte le persone e' garantito un accesso fisico, sociale ed economico
a cibo sufficiente, sicuro (safe) e nutrizionalmente  adeguato,  tale
da coprire i fabbisogni per una vita sana e in salute. 
La garanzia e la tutela del rispetto di queste due  componenti  della
sicurezza  alimentare  e'  tra  gli  obiettivi   della   ristorazione
collettiva (sanitaria e non). 
 
   b. La composizione del pasto (vitto comune)  per  la  ristorazione
ospedaliera 
Il vitto comune deve prevedere un'adeguata ripartizione calorica  nei
3 pasti (colazione circa 20%, pranzo  e  cena  circa  40%  ciascuno);
eventuali spuntini possono contribuire fornendo il  10%  della  quota
calorica con conseguente riduzione percentuale nei pasti  principali.
Deve essere nota  la  composizione  bromatologica  dell'intero  menu,
cosi' da poter verificare  periodicamente  la  corretta  composizione
della giornata alimentare, tale da prevedere un apporto di  circa  il
15% delle calorie totali da proteine, il 28-30% da  lipidi,  fissando
l'apporto da glucidi nella quota restante (55-60%). 
L'eventuale spuntino (o spuntini) deve prevedere alimenti  facilmente
consumabili: bevande caloriche (latte, succhi di frutta), alimenti al
cucchiaio (creme o budini,  mousse  o  omogeneizzati),  alimenti  "da
forno", monoporzioni di marmellata, cioccolato, formaggio, ecc.). 
Gli orari di distribuzione  dei  pasti  dovrebbero  essere  simili  a
quelli normalmente adottati a domicilio e  non  legati,  come  troppo
spesso  avviene,  all'organizzazione  del  lavoro  del  personale  di
assistenza. 
In area pediatrica,  gli  apporti  devono  essere  differenziati  per
fascia d'eta': 1200-1300 
calorie tra i 18 e i 36 mesi e apporti  crescenti  per  fasce  d'eta'
superiore. Deve essere prevista una merenda nel pomeriggio. 
Per i lattanti e i divezzi deve essere presente un  servizio  adibito
alla produzione di pasti lattei (ad  esempio  Banca  del  latte),  di
pasti di primo svezzamento e di  diete  speciali  per  la  primissima
infanzia. 
 
         ESEMPIO DI GIORNATA ALIMENTARE PER IL VITTO COMUNE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
   c. Le diete standard 
Le diete standard sono destinate a soggetti con patologie  specifiche
per  le  quali  siano  indicate  modificazioni  dietetiche,  che  non
richiedono formulazioni dietetiche  individuali.  Le  diete  standard
minime suggerite sono: 
 
Dieta iposodica sodio 1000 mg 
Dieta ipocalorica 1400 kcal e 1600 kcal 
Dieta ipoproteica proteine 40g e proteine 50g 
Dieta a ridotto apporto di fibre e lattosio 
Dieta senza glutine 
Dieta a consistenza modificata 
Dieta ad alta densita' nutrizionale (tale da garantire  2200  kcal  e
circa 100g di proteine) 
Dieta di rialimentazione 
 
Dieta iposodica la restrizione  di  sodio  si  ottiene  riducendo  la
quantita' di sale da cucina aggiunto al cibo  durante  la  cottura  e
limitando o escludendo  alimenti  particolarmente  ricchi  di  sodio,
rappresentati soprattutto da prodotti conservati, prevalentemente  di
origine industriale (formaggi, salumi). 
Indicazioni:  la  dieta   iposodica   e'   indicata   nella   terapia
dell'ipertensione  essenziale,  dell'insufficienza   epatica,   nelle
cardiopatie con scompenso. 
 
Dieta  ipocalorica:  prevede  la  riduzione  dell'apporto  energetico
giornaliero  garantendo  il  fabbisogno  di  proteine,   vitamine   e
minerali.  Nella  formulazione  di  una  dieta  ipocalorica   occorre
individuare  la  restrizione  energetica  alla  quale  e'  necessario
sottoporre il paziente. Queste diete sono caratterizzate,  oltre  che
dal contenuto calorico ridotto, anche da una  riduzione  dell'apporto
di  zuccheri  semplici  con  relativo  aumento  di  quelli  a   lento
assorbimento.  Le  diete   ipocaloriche   sono   bilanciate   poiche'
mantengono la fisiologica ripartizione calorica tra proteine lipidi e
glucidi, nonche' dei micronutrienti. Sono  previsti  due  livelli  di
restrizione calorica a 1400 Kcal e 1600 Kcal. 
Indicazioni: le diete ipocaloriche sono  indicate  nei  pazienti  con
malattie   metaboliche   quali   obesita',    sovrappeso,    diabete,
dislipidemie. 
 
Dieta ipoproteica: il corretto  utilizzo  metabolico  delle  proteine
alimentari richiede un adeguato introito calorico e  la  presenza  di
tutti gli aminoacidi essenziali:  e'  quindi  indispensabile  che  la
dieta ipoproteica fornisca sufficienti calorie e che le  proteine  ad
alto valore biologico (di origine animale)  costituiscano  almeno  il
50% delle proteine fornite. Sono previsti due livelli di  restrizione
proteica a 40g e a 50g. Nell'insufficienza renale  cronica  e'  anche
necessaria la restrizione dell'apporto in  fosforo  che  deve  essere
inferiore a 700 mg /die. 
Indicazioni: le diete ipoproteiche sono indicate nei pazienti affetti
da insufficienza renale cronica e nelle fasi di scompenso acuto delle
epatopatie con encefalopatia. 
 
Dieta a ridotto apporto di fibre e lattosio: le fibre presenti  negli
alimenti contribuiscono ad aumentare i residui fecali e stimolano  la
peristalsi  intestinale.  Un'adeguata  preparazione  intestinale   e'
essenziale per l'esecuzione di alcuni  test  diagnostici  strumentali
dove l'intestino deve risultare il piu' possibile  privo  di  residui
fecali.  Nelle  diarree  acute  e'  utile  associare  la  restrizione
nell'apporto di lattosio a causa del frequente deficit di lattasi che
puo' essere presente. La dieta sara' normocalorica, normoproteica con
contenuto ridotto di fibra e lattosio. 
Indicazioni: la dieta con ridotto apporto di  fibre  e'  indicata  in
alcuni casi di diarrea acuta,  di  riacutizzazione  di  diverticolite
intestinale,  nelle  patologie   infiammatorie   intestinali,   nella
preparazione di alcune indagini diagnostiche sull'apparato digerente,
nella  fase  di  preparazione   alla   chirurgia   colica   e   nella
rialimentazione dopo confezionamento di ileostomia. 
 
Dieta senza glutine: il glutine e' una proteina presente nei seguenti
cereali: frumento, orzo, segale, avena, farro, spelta. Non contengono
glutine: mais,  riso,  grano  saraceno,  miglio,  manioca,  amaranto,
quinoa,  sorgo  e  teff.  I  derivati  del  frumento  possono  essere
utilizzati come addensanti in molti  cibi  industriali,  che  possono
quindi  contenere  glutine.  E'  necessario  garantire  che  i   cibi
utilizzati nella dieta senza glutine ne siano assolutamente privi. La
dieta  sara'   normocalorica,   normoproteica,   e   nutrizionalmente
equilibrata, prevedendo l'uso:  di  alimenti  naturalmente  privi  di
glutine, di alimenti specificatamente formulate per celiaci. Il  menu
infatti deve prevedere tutte le scelte dell'alimentazione comune  con
l'impiego di alimenti del commercio privi di glutine dove necessario.
Le fasi  di  preparazione  e  di  cottura  del  cibo  devono  seguire
procedure specifiche, atte ad evitare contaminazioni anche  con  sole
tracce di glutine. 
Indicazioni: la dieta senza glutine e' indicata nei pazienti  affetti
da morbo celiaco  e  per  pazienti  con  dermatite  erpetiforme,  con
patologie croniche causate dall'intolleranza al glutine. 
 
Dieta a consistenza modificata: prevede cibi di  consistenza  morbida
ed omogenea, che devono essere facilmente masticabili e  deglutibili.
Devono essere previste modalita' di preparazione che  evitino  che  i
cibi rilascino piccoli pezzi che potrebbero  determinare  rischio  di
aspirazione  nelle  vie  aeree.  Sara'   una   dieta   normocalorica,
equilibrata con modificazione della sola consistenza. Si  articolera'
su tre livelli: dieta disfagica 1, disfagica 2, disfagica 3. 
Indicazioni: e' indicata nei pazienti con deficit della  masticazione
(es. anziani, anoressici)  e  in  pazienti  che  presentino  problemi
meccanici o funzionali di deglutizione (es. pazienti neurologici). 
 
Dieta disfagica  1  -  alimenti  a  consistenza  liquida:  (tutte  le
preparazioni alimentari indicate dovranno essere diluite  utilizzando
latte, brodo, acqua fino a ottenere una consistenza simile  a  quella
del latte) Questa  tipologia  di  dieta  risulta  non  sufficiente  a
soddisfare le caratteristiche nutrizionali del vitto comune  (calorie
1800-2000) e pertanto, nel caso in cui dovesse essere utilizzata  per
periodi prolungati, deve essere  valutata  un'opportuna  integrazione
con Supplementi Nutrizionali Orali (ONS). 
 
Dieta disfagica 2 - alimenti semisolidi, omogenei e coesi:  (frullati
e omogeneizzati privi di particelle) come ad esempio semolino dolce e
salato, passati di verdura addensati, omogeneizzati di carne,  mousse
dolci e salate, creme dolci e salate,  frullati  di  frutta.  L'acqua
dovra' essere sostituta con ACQUA GEL, salvo differente prescrizione,
nel quantitativo di almeno 4 vasetti da 125 g  per  pasto  (pranzo  e
cena). 
 
Dieta disfagica 3 - semisolida priva di alimenti difficili: (alimenti
solidi morbidi e semisolidi omogenei coesi  privi  di  filamenti,  di
doppie consistenze e filacciosi) come ad esempio pasta molto cotta  e
ben  condita,  gnocchi,  polenta,  passati  di   verdura,   semolini,
polpette, frittate, flan  di  carne  e  verdura,  pure'  di  verdure,
formaggi morbidi, frutta cotta. Escludere minestrina o riso in brodo,
minestrone con pezzi, legumi non frullati, riso in bianco, prosciutto
crudo, carni asciutte, verdure filacciose (spinaci, biete,  finocchi,
costine,  coste,  insalata),  prodotti  da  forno.  Salvo  differente
prescrizione e' consentita la somministrazione di acqua. 
 
Dieta ad alta densita'  nutrizionale:  la  caratteristica  di  questa
dieta e' di fornire molte calorie e proteine in  un  volume  ridotto,
mediante  l'introduzione  di  piu'  portate  di  secondo  piatto  e/o
spuntini nella giornata. 
Indicazioni: sara'  indicata  nei  pazienti  che  necessitano  di  un
elevato apporto nutrizionale in preparazione a importanti  interventi
chirurgici o a terapie fortemente debilitanti. 
 
Dieta di rialimentazione: nel periodo post-operatorio o dopo  digiuno
prolungato e' opportuno  iniziare  l'alimentazione  con  gradualita',
utilizzando alimenti semplici da deglutire e di facile digeribilita',
limitando gli alimenti ricchi di fibra e di lattosio. L'alimentazione
dovra' essere di piccolo volume e frazionata. Sono previsti 2 livelli
con quote proteiche e caloriche gradualmente aumentate, e' utile  che
le proteine del pasto siano rappresentate prevalentemente da proteine
di origine animale, per il loro alto valore biologico,  l'apporto  di
lattosio deve essere inizialmente ridotto. 
Indicazioni:  sono  indicate  nelle  rialimentazioni   dopo   digiuno
prolungato   (es.    interventi    chirurgici,    dopo    sospensione
dell'alimentazione per patologie gastro-enteriche, ecc.).