(Regolamento per l'esecuzione della L. 13 luglio 1966, n. 615-Appendici)
    

                                     APPENDICI

1.   Modello  dei  dati  caratteristici  per  nuove  installazioni,
trasformazioni od ampliamenti di impianti termici.
2. Modello di verbale di prelevamento dei campioni di combustibile.
2-bis.  Modello  di  verbale  di  prelevamento di campioni dai fumi
emessi da un impianto termico.
3.  Incrementi consentiti per il contenuto di particelle solide nei
fumi emessi dagli impianti termici in funzione dell'altezza di sbocco
dei camini.
4.  Determinazione  ponderale  del contenuto di particelle solide e
dei composti dello zolfo nei fumi prodotti dagli impianti termici.
5. Determinazione dell'umidita' nei combustibili solidi.
6. Determinazione delle materie volatili nei combustibili solidi.
7. Determinazione dello zolfo nei combustibili solidi.
8. Determinazione dello zolfo nei combustibili liquidi. A e B.
9. Determinazione della viscosita' dei combustibili liquidi.

Appendice n. 1

DATI   CARATTERISTICI  PER  NUOVE  INSTALLAZIONI,  TRASFORMAZIONI  OD
AMPLIAMENTI  DI  IMPIANTI  TERMICI  (POTENZIALITA'  FINO A UN MILIONE
KCAL/H).




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Appendice n. 2

MODELLO DI VERBALE DI PRELEVAMENTO DEI CAMPIONI DI COMBUSTIBILE.




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Appendice n. 2-bis

MODELLO  DI VERBALE DI PRELEVAMENTO DI CAMPIONI DAI FUMI EMESSI DA UN
IMPIANTO




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Appendice n. 3

INCREMENTI  CONSENTITI PER IL CONTENUTO DI PARTICELLE SOLIDE NEI FUMI
EMESSI  DA  IMPIANTI  TERMICI  IN FUNZIONE DELL'ALTEZZA DI SBOCCO DEI
CAMINI (art. 13)




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Appendice n. 4

DETERMINAZIONE  PONDERALE DEL CONTENUTO IN PARTICELLE SOLIDE NEI FUMI
PRODOTTI DAGLI IMPIANTI TERMICI.

L'apparecchiatura  regolamentare  per  il  prelievo  di  particelle
solide  e  di composti dello zolfo fumi emessi dagli impianti termici
e' quella schematizzata nelle figure 1 e 4.
La  sonda  e' costituita con materiali inossidabili e deve avere le
dimensioni  costruttive specificate nelle figure 2 e 3. La sonda deve
essere  corredata  da  almeno  tre  tubi  di aspirazione di lunghezze
assortite  tali  da  permettere  l'esplorazione dei canali da fumo di
grandezze e sezioni diverse, fino alla parete opposta a quella in cui
e'  praticato  il foro di introduzione della sonda. Inoltre, la sonda
deve essere corredata di tre ugelli, da avvitare alla bocca di presa,
aventi rispettivamente diametri interni di 8, 12, 16 millimetri.
Il materiale filtrante contenuto nell'apposito cestello portafiltro
della  sonda,  e' costituito da lana di silice con fibre del diametro
fra  4  e  12  micron;  il  peso della massa filtrante, sistemata nel
cestello  in modo da occupare tutto il volume ad essa destinato, deve
risultare di circa un grammo e mezzo.
La  tubazione flessibile che collega la sonda con l'apparecchiatura
di  assorbimento  deve essere costituita con materiale inattaccabile,
deve  essere  protetta  con  treccia metallica e deve essere connessa
mediante  raccordi  conici a tre pezzi, con esclusione di guarnizioni
di  tenuta.  La  sua lunghezza deve essere non maggiore di m. 1 ed il
suo diametro compreso fra 10 e 12 mm.
Il    refrigerante    che   fa   parte   (cfr.   figg.   1   e   2)
dell'apparecchiatura    deve    essere   costituito   con   materiale
inattaccabile e deve avere caratteristiche tali che i gas che passano
nell'assorbitore  sottostante abbiano sempre temperatura compresa fra
15  e  30 gradi C per tutta la durata del prelevamento. La serpentina
va  quindi  raffreddata  con  un  mezzo  refrigerante  opportunamente
scelto.  I recipienti di assorbimento devono essere di vetro neutro e
avere le dimensioni specificate nella figura n. 5.
I  misuratori  istantanei  di  portata devono avere campi di misura
rispettivamente  da  10  a 100 l/h (determinazione dei composti dello
zolfo)  e  da  100  l/h  a 1.000 l/h (determinazione delle particelle
solide)  e devono consentire la lettura diretta di variazioni pari ad
1/50  della  portata di fondo scala; essi devono essere costituiti in
ogni  loro parte a contatto con i gas con materiali inattaccabili. La
taratura  dei  misuratori  di  portata  si intende riferita ad un gas
della densita' di 1,25 kg/m3 ed alle condizioni di 150 C e 760 mmHg.
Sia il termometro connesso con i misuratori che quello connesso con
il  refrigerante  devono  consentire il rilevamento della temperatura
dei gas con l'approssimazione di 0,5 gradi C.
Il  manometro connesso con i misuratori di portata e' costituito da
un  tubo di vetro neutro ad U riempito di mercurio e deve avere campo
di misura fino a 300 mmHg.
La pompa aspirante deve consentire una portata di gas non inferiore
a   0,3   l/sec   con  depressione  di  50  mmHg  senza  apprezzabili
fluttuazioni di portata, idonea per funzionamento continuo.
Alla  pompa  deve  essere  annesso  un  dispositivo che consenta la
regolazione   manuale   della   portata   aspirata;  sono  ammessi  i
dispositivi  a  riciclo  anche  allo  scopo  di  rendere  regolare il
funzionamento  della  pompa.  Il  motore  accoppiato  alla pompa deve
essere elettrico del tipo ad induzione.
Il  misuratore  totalizzatore  di  portata  deve  essere del tipo a
secco,  funzionante  per  portate  comprese  fra  0,02 e 0,5 litri al
secondo   con  sensibilita'  fino  a  1  litro,  approssimazione  non
inferiore  al  2  per  cento  e possibilita' di totalizzazione fino a
litri 10.000.

a) particelle solide:

Modalita' di prelevamento:
La  scelta  del diametro dell'ugello viene fatta in modo che la sua
portata,  necessaria  al raggiungimento delle condizioni isocinetiche
rimanga compresa fra 0,10 e 0,30 l/sec.
Le  condizioni  isocinetiche di presa si intendono raggiunte quando
la  velocita'  della corrente gassosa nel punto dei canali da fumo in
cui  si  effettua  l'aspirazione  e quella di entrata nell'ugello non
differiscano piu' del 10%.
La  velocita' della corrente gassosa nei canali da fumo corrisponde
al regime di massima potenzialita' del focolare, viene determinata in
corrispondenza  dei  punti  di prelevamento nella sezione prescelta e
prima  dell'inserimento  della  sonda,  mediante  l'introduzione  nel
medesimo   foro   predisposto  sul  canale  da  fumo,  di  una  sonda
anemometrica avente approssimazione inferiore al 5%.
I prelevamenti regolamentari per la determinazione del contenuto di
particelle  solide  nei  fumi  emessi  da  un impianto termico devono
essere  effettuati  ciascuno  per  periodi  non inferiori a 30 minuti
primi  consecutivi  durante  i  quali  il  focolare funzioni a regime
costante, corrispondente alla sua massima potenzialita' di targa.
Lo  smaltimento  del  calore  prodotto  nel  corso dei prelevamenti
verra'  attuato  sia  mediante  le ordinarie richieste dello impianto
termico sia mediante particolari accorgimenti (scarico di vapore o di
acqua e simili).
Si  effettua  un  unico  prelevamento per impianti aventi camini di
sezione  fino  a  1.600  cmq e in cui un lato non sia maggiore di una
volta  e  mezza  l'altro lato; l'asse dell'ugello deve trovarsi nella
medesima direzione dei fumi e nella mezzeria della sezione del canale
su  cui  si  effettua  la presa del campione. In tutti gli altri casi
devono   essere   fatti   tre   prelevamenti   parziali  consecutivi,
rispettivamente  da  1/8,  1/2  e  7/8 della larghezza della sezione,
ciascuno della durata di 1/3 della durata complessiva, senza cambiare
il filtro della sonda.

Operazioni preliminari:

Si nota tutta l'apparecchiatura come indicato schematicamente nella
figura 1, usando connessioni in vetro smerigliato o, dove necessario,
raccordi, tubazioni e tappi forati di gomma al silicone.
Il cestello porta-filtro, riempito con un grammo e mezzo di lana di
silice  opportunamente  sistemata in modo da occupare tutto il volume
ad  essa  destinato,  deve  essere essiccato in forno o in stufa alla
temperatura  di  140 gradi C fino al raggiungimento di peso costante.
Il  cestello con il suo contenuto, dopo raffreddamento in essiccatore
da  laboratorio,  viene  pesato con l'approssimazione del milligrammo
(P2)  ed  immediatamente  introdotto  in  apposito essiccatore per il
trasporto.
Il   cestello   porta-filtro  viene  estratto  dall'essiccatore  ed
introdotto  nell'apposito  alloggiamento  della sonda solo al momento
dell'uso, serrando a fondo la vite di chiusura.
Si  esegue  quindi  una  verifica  generale dell'apparecchiatura di
prelevamento  al  fine di accertare il regolare funzionamento di ogni
suo componente e particolarmente la tenuta di tutte le congiunzioni e
chiusure esistenti.
Prima  di introdurre e di fissare la sonda nel foro predisposto nel
canale  da fumo, si deve effettuare una prova di portata in aria e si
agisce  sul  rubinetto  di  regolazione  fino  a  che  sul misuratore
istantaneo   si   legge  un  valore  corrispondente  alle  condizioni
isocinetiche  relative  al  prelevamento da eseguire. La durata della
regolazione anzidetta non deve portarsi oltre i cinque minuti primi.
Si  interrompe  quindi  l'aspirazione  e  si introduce la sonda nel
canale  da  fumo,  assicurandosi che l'asse dell'ugello sia parallelo
alla direzione dei fumi.
Dopo aver sistemato l'apparecchiatura nel modo descritto, si inizia
l'aspirazione  dando  contemporaneamente inizio alla misura dei tempi
mediante  un  cronometro e regolando la portata di prelievo al valore
esatto precalcolato.
Nel caso del prelevamento si devono controllare e registrare ogni 5
minuti primi la temperatura e la pressione dei gas subito a valle del
misuratore  di portata, le indicazioni del misuratore istantaneo e di
quello totalizzatore dei volumi aspirati.
La  portata  di  prelievo,  a causa del progressivo intasamento del
filtro, tende a diminuire lentamente: e' necessario percio' osservare
con  continuita' il misuratore istantaneo ed agire opportunamente sul
rubinetto  di regolazione fine in modo da mantenere sempre la portata
al  valore stabilito. Ad ogni regolazione deve immediatamente seguire
la lettura e la registrazione del valore indicato dal manometro.
Qualora  si  verifichino,  nel  corso  delle operazioni, variazioni
anomale  dei  valori  di  temperatura  e  di  portata  e'  necessario
interrompere  il  prelevamento  e ripeterlo - previa sostituzione del
filtro  -  dopo verifica generale dell'apparecchio e delle condizioni
di prova ed eliminazione di ogni anormalita'.
Al termine del prelievo, si arresta la pompa e si registrano i dati
finali  relativi  alla  durata  del  prelevamento ed al volume totale
aspirato nonche' i valori delle temperature e della depressione.

Determinazione  del  contenuto  in  peso  delle sostanze solide
captate.

Espressione dei risultati.
Si  estrae,  subito  dopo ultimato il prelievo, la sonda dal canale
dei  fumi  e,  dopo raffreddamento, si estrae il cestello portafiltro
dal  suo  alloggiamento  e  lo si pone in essiccatore. Dopo trasporto
dell'essiccatore  in laboratorio, il filtro viene posto in forno o in
stufa alla temperatura di 140 gradi C fino al raggiungimento del peso
costante.  Il  cestello  con il suo contenuto, dopo raffreddamento in
essiccatore  da  laboratorio,  viene pesato con l'approssimazione del
milligrammo (P2).
Il  contenuto  in  grammi  di particelle solide di un metro cubo di
fumi  riferito alle condizioni prescritte (15 gradi C e 760 mm Hg) e'
espresso da:
P1-P2
-----
V

essendo  V  il  volume  dei  gas  risultante dalla lettura finale del
misuratore  totalizzatore,  espresso  in  metri cubi e riportato alle
condizioni prescritte (15 gradi C e 760 mmHg.).

b) Composti dello zolfo.

Modalita' di prelevamento.
I  prelevamenti  diretti  ad  accertare  il  contenuto  di composti
volatili dello zolfo nei fumi sono della durata di almeno 15 minuti e
vanno effettuati nella mezzeria della sezione del canale da fumo.
Si  usa  la  medesima  apparecchiatura  descritta  in  precedenza e
rappresentata  schematicamente  nella  figura  n. 4, adottando per la
sonda  l'ugello  piu'  piccolo. Non occorrono le pesate preliminari e
finali del filtro contenuto nella sonda.
Si  pongono  le  soluzioni  di acqua ossigenata (v. appresso) negli
assorbitori   a   gorgogliamento   e   si   riempie  il  refrigerante
condensatore  con  il  mezzo  frigorifero  prescelto.  Si monta tutta
l'apparecchiatura  come  indicato  nella figura usando connessioni in
vetro  smerigliato  e,  dove  necessario, raccordi, tubazioni e tappi
forati di gomma al silicone.
Si  esegue  quindi  la  verifica  generale  dell'apparecchiatura di
prelevamento  al  fine di accertare il regolare funzionamento di ogni
suo componente e particolarmente la tenuta di tutte le congiunzioni e
chiusure  esistenti.  Non  occorre  alcuna  prova di portata in aria.
Introdotta  la  sonda  nel  foro  predisposto  nel canale da fumo, si
inizia    immediatamente    l'aspirazione    regolando   la   portata
dell'apparecchiatura    intorno    ai    60    litri/ora    e   dando
contemporaneamente   inizio   alla   misura  dei  tempi  mediante  un
cronometro.
Nel  corso del prelevamento si devono controllare e registrare ogni
2  minuti primi la temperatura e la pressione dei gas, subito a valle
del misuratore di portata, le indicazioni del misuratore istantaneo e
di quello totalizzatore dei volumi aspirati.
La  portata  di  prelievo,  a causa del progressivo intasamento del
filtro, tende a diminuire lentamente: e' necessario percio' osservare
con  continuita' il misuratore istantaneo ed agire opportunamente sul
rubinetto  di regolazione fine in modo da mantenere sempre la portata
al  valore stabilito. Ad ogni regolazione deve immediatamente seguire
la lettura e la registrazione del valore indicato dal manometro.
Qualora  si  verifichino,  nel  corso  delle operazioni, variazioni
anomale  dei  valori  di  temperatura  e  di  portata  e'  necessario
interrompere  il  prelevamento  e  ripeterlo,  dopo verifica generale
dell'apparecchio  e delle condizioni di prova ed eliminazione di ogni
anormalita'.
Al  termine del prelievo si arresta la pompa e si registrano i dati
finali  relativi  alla  durata  del  prelevamento ed al volume totale
aspirato nonche' i valori delle temperature e della depressione.
Prima  di  disconnettere  il  primo  assorbitore  dalla  serpentina
refrigerante,  si deve riversare il contenuto del secondo assorbitore
nel  primo,  facendo  passare il liquido attraverso la serpentina, in
maniera  tale  che  venga  operato  un  lavaggio  di questa e vengano
riunite le varie frazioni.

Preparazione delle soluzioni e dei reattivi.

Tutti  i  prodotti  chimici  da  usare  per  la  preparazione delle
soluzioni e per analisi devono essere del tipo "puro per analisi".

Acqua ossigenata: deve essere a 90 + 110 volumi.

Soluzione  di acqua ossigenata: deve essere a 3 volumi con pH =
4,5.  La soluzione si prepara sciogliendo a 60 ml di acqua ossigenata
in  acqua  distillata sino al volume di due litri. Si prendono 100 ml
della  soluzione  cosi'  formata,  si  aggiunge l'indicatore appresso
precisato  e si titola con acido solforico 0.1 N fino a che il colore
della  soluzione  non  viri.  Si  aggiunge  alla soluzione rimasta un
volume di acido solforico 0,1 N pari a 19 volte quelle occorse per la
titolazione dei 100 ml, si agita e su 100 ml di soluzione si verifica
se  con  aggiunta  di  indicatore  si  ottiene  lo stesso viraggio di
colore.

Indicatore:  consiste  in  una  qualsiasi  soluzione  che  viri
intorno a pH = 4,5 (ad es. bleu di bromofenolo).

In     ciascuno    dei    due    assorbitori    a    gorgogliamento
dell'apparecchiatura  vengono  introdotti  100  ml della soluzione di
acqua  ossigenata, ottenuta e verificata come sopra descritto, subito
prima   di  ogni  prelevamento.  La  soluzione  residua  puo'  essere
conservata   in  bottiglie  di  vetro  con  tappo  smerigliato  o  di
polietilene a tenuta, per non oltre 15 giorni.

Determinazione del contenuto dei composti dello zolfo nei fumi.

Espressione dei risultati.

Gli assorbitori a gorgogliamento, estratti dalla apparecchiatura di
prelievo, vengono trasportati in laboratorio con il loro contenuto ed
ivi sottoposti ad analisi.
200  ml. della soluzione di partenza vengono posti in un bicchiere,
si  aggiunge  indicatore  e  si  titola  a seconda dei casi con acido
solforico  0,1  N  oppure  con soluzione di idrossido di sodio 0,2 N,
fino a riportare il pH al valore corrispondente al punto di viraggio.
Si riunisce in un beaker il contenuto dei due assorbitori impiegati
nel prelevamento, si aggiunge una quantita' di acido solforico oppure
di soluzione di idrossido di sodio pari a quella precedente impiegata
nella  titolazione  del controllo e si aggiunge indicatore; si titola
quindi   con   soluzione   di  idrossido  di  sodio  0,3  N  fino  al
raggiungimento  del  punto  di  viraggio.  Qualora  si sorpassi detto
punto,  la  soluzione  puo'  essere  riportata  al  punto di viraggio
mediante  aggiunta  di  acido  solforico  0,1  N: in questo caso, nei
calcoli  successivi, dovra' sottrarsi dalla quantita' di soluzione di
idrossido  di  sodio una quantita' equivalente (un terzo in volume) a
quella di acido solforico occorsa per riportare la soluzione al punto
di viraggio.
Il  contenuto  dei  composti  dello  zolfo  nei  fumi  controllati,
espresso  come  concentrazione  percentuale  in  volume  di  anidride
solforosa, e' dato da:
M
0,336 ---
V

in cui V e' il volume totale dei fumi aspirati misurato dal contatore
nel  corso del prelevamento, riportato alle condizioni prescritte (15
gradi  C  e  760  mm  Hg)  espresso  in litri ed M e' il volume della
soluzione  di idrossido di sodio 0,3 N occorsa per la titolazione del
campione espressa in millilitri.
Il  grado  di  ripetibilita' della determinazione secondo il metodo
esposto e' compreso entro il 10%.

APPARECCHIATURA DI PRELEVAMENTO PER PARTICELLE SOLIDE NEI FUMI




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



SONDA  PER PRELEVAMENTO DI CAMPIONI DA CANALI DA FUMO VISTA SEZIONATA
D'INSIEME




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



APPARECCHIATURA DI PRELEVAMENTO PER COMPOSTI DELLO ZOLFO NEI FUMI




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



ASSORBITORE
A GORGOGLIAMENTO




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Appendice n. 5

DETERMINAZIONE DELL'UMIDITA' TOTALE NEI COMBUSTIBILI SOLIDI

a) coke:

Si  prendono 300 grammi di combustibile prelevandolo dal recipiente
di  vetro  in  cui  il  campione  e' stato riposto dopo macinazione e
vagliatura su setaccio a maglie di mm 1,5 di lato (luce libera) cosi'
come  specificato  dall'art.  16.  Si  pesa con l'approssimazione del
decimo di grammo (P).
La  quantita' prelevata viene posta in bacinella di porcellana o di
vetro  pyrex,  avente dimensioni di massima di cm 15x15x2, in modo da
formare  uno  strato  d'altezza uniforme e non superiore a mm 15 e si
pesa  (P1).  La bacinella viene poi introdotta in una stufa ad aria a
riscaldamento  elettrico,  dotata di termoregolatore in modo tale che
la temperatura nel suo interno possa essere mantenuta a 120 ± 5 gradi
C, fin dal momento in cui la bacinella viene introdotta.
L'essiccazione  deve  essere  protratta  fino al raggiungimento del
peso  costante,  intendendosi  questo  raggiunto quando la perdita di
peso  del  campione  dopo  raffreddamento non supera lo 0,1 per cento
dopo un'ora di permanenza nella stufa (P2).
L'umidita'  totale  del combustibile e' espressa in per cento dalla
relazione:
P1-P2
----- x 100
P

b) carboni:

Si  prendono  10 grammi di combustibile prelevandolo dal recipiente
di  vetro  in  cui  il  campione  e' stato riposto dopo macinazione e
vagliatura  su  setaccio  a  maglie  di  mm  1,5  di  lato cosi' come
specificato  all'art.  16,  si  pestano  in  mortaio  fino  a  che il
quantitativo  passi  attraverso setaccio a maglie quadre di mm 0,3 di
lato (luce libera).
La  capsula  usata  per  la  determinazione  e'  di  porcellana con
coperchio  di  alluminio  piano,  bordato verso l'interno; si possono
usare  anche capsule di vetro smerigliato oppure crogioli di platino.
Le  dimensioni interne devono essere approssimativamente le seguenti:
diametro maggiore 40 mm, altezza 20 mm.
La  stufa  per  l'essiccazione  dei  campioni di carbone deve avere
riscaldamento  elettrico  ed essere dotata di termoregolatore in modo
tale  che la temperatura nel suo interno possa essere mantenuta a 107
±  3  gradi  C,  con disuniformita' inferiore ad 1 grado C. Lo spazio
libero all'interno della stufa deve essere il piu' ridotto possibile.
Una   circolazione   di   aria,   previamente   essiccata  mediante
gorgogliamento in acido solforico (p. sp. 1,84), deve attraversare lo
spazio  interno  della  stufa,  dal  basso verso l'alto e con portata
continua compresa fra 2 e 4 volte al minuto primo il volume interno.
La  capsula vuota insieme con il proprio coperchio viene riscaldata
nella  stufa a 107 gradi C, per un'ora e, successivamente, chiusa dal
suo  coperchio, raffreddata per trenta minuti primi in essiccatore su
acido  solforico  e  quindi  pesata  (P1)  con  l'approssimazione del
milligrammo.
Si  pone  nella  capsula,  operando  con  rapidita',  un grammo del
campione  preparato come specificato in precedenza, si pesa quindi la
capsula  chiusa  dal  suo  coperchio  (P2)  con l'approssimazione del
milligrammo.
La  capsula  con  il  contenuto  viene rapidamente portata in stufa
preriscaldata  a 107 gradi C, il coperchio tolto e posato accanto, ed
ivi mantenuta per la durata di un'ora alla predetta temperatura.
Successivamente  la  capsula,  chiusa  con  il suo coperchio, viene
pesata  dopo  raffreddamento  in  essiccatore su acido solforico, con
l'approssimazione del milligrammo (P3).
L'umidita'  totale  del combustibile e' espressa in per cento dalla
relazione:
P2-P3
----- x 100
P2-P1

D'ordine del Presidente della Repubblica

Il Ministro per la sanita'
MARIOTTI

Appendice n. 6

DETERMINAZIONE DELLE MATERIE VOLATILI NEI COMBUSTIBILI SOLIDI

Si  prendono  10 grammi di combustibile prelevandolo dal recipiente
di  vetro  in  cui  il  campione  e' stato riposto dopo macinazione e
vagliatura  su  setaccio  a  maglie  di  mm.  1,5  di lato cosi' come
specificato  all'art.  16,  si pestano in mortaio fino a che tutto il
quantitativo passi attraverso setaccio a maglie quadrate di mm 0,3 di
lato (luce libera).
Il  crogiuolo  usato  per  la  determinazione  e'  di  platino, con
coperchio munito di foro centrale del diametro di 2 mm. Le dimensioni
interne  devono  essere  approssimativamente  le  seguenti:  diametro
superiore  35  mm,  diametro  inferiore 22 mm, altezza 35 mm. Il peso
complessivo  del  crogiuolo  con il coperchio deve essere di circa 25
grammi.
Il  forno per la decomposizione pirogenica del campione deve essere
del  tipo  a  muffola  od  a  camera cilindrica verticale, deve avere
riscaldamento  elettrico  ed essere dotato di termoregolatore in modo
tale  che la temperatura nel suo interno possa essere mantenuta a 950
±  200  C. La temperatura deve potersi rilevare mediante pirometro il
cui  elemento sensibile dovra' trovarsi nelle immediate vicinanze del
crogiuolo.
Il crogiuolo deve essere collocato su apposito supporto triangolare
di  filo  di  platino  o di nichelcromo, senza toccare le pareti o il
fondo del forno.
Il  forno,  previamente  riscaldato  a  950  gradi  C, deve potersi
riportare  a  tale temperatura dopo introduzione del crogiuolo, in un
tempo non superiore a 45 minuti secondi.
Si  pone  nel  crogiuolo,  un  grammo  del  campione preparato come
specificato in precedenza, si pesa quindi il crogiuolo insieme con il
suo coperchio (P1) con l'approssimazione del milligrammo.
Nel  caso  in  cui  si  tratti  di  un  campione di coke, si devono
aggiungere due gocce di benzene.
Il  crogiuolo  con  il  suo  contenuto, chiuso dal coperchio, viene
introdotto  nel  forno,  che  si  trova  gia'  a  950 gradi C, ed ivi
mantenuto a detta temperatura per la durata di sette minuti primi.
Successivamente  il  crogiuolo, sempre chiuso con il suo coperchio,
viene  estratto  dal  forno  ed  immediatamente  appoggiato sopra una
lastra   fredda   di   rame  o  di  ottone  in  modo  che  il  rapido
raffreddamento  impedisca  la  combustione anche parziale del coke in
esso  formatosi. L'eventuale nerofumo depositato sulle pareti esterne
del   crogiuolo   dovra'  essere  accuratamente  asportato  prima  di
introdurre il crogiuolo stesso nell'essiccatore fino a raffreddamento
completo.
Il  crogiuolo si pesa con l'approssimazione del milligrammo (P1) e,
dopo  pesato, si ispezionano le superfici interne del crogiuolo e del
coperchio:  se  su  di  esse si riscontrano tracce di coke proiettato
durante  il  riscaldamento  in forno, la determinazione dovra' essere
ripetuta   ponendo   nel   crogiuolo   un   grammo   di  combustibile
preventivamente compresso in pastiglia a secco.
Se  dovessero  ancora  riscontrarsi tracce di proiezioni, si dovra'
procedere come segue.
Il  crogiuolo,  contenente  un  grammo di combustibile compresso in
pastiglia  a secco, viene introdotto nel forno in maniera graduale in
modo  da  attuarne  un preriscaldamento di durata compresa tra 5 e 10
minuti primi; alla fine il crogiuolo, che ha raggiunto la temperatura
di  950  gradi  C,  viene mantenuto nel forno per 6 minuti primi indi
estratto, raffreddato e pesato, come prescritto.
Il contenuto percentuale di materie volatili del combustibile secco
e espresso dalla relazione:
(P1-P2)-a/100
------------ x 100
1-a/100

in  cui  a  rappresenta  l'umidita'  totale espressa in per cento del
campione   di   combustibile  e  determinata  come  prescritto  dalla
appendice n. 5.

D'ordine del Presidente della Repubblica

Il Ministro per la sanita'
MARIOTTI

Appendice n. 7

DETERMINAZIONE DELLO ZOLFO TOTALE NEI COMBUSTIBILI SOLIDI
(SECONDO ESCHKA).

Principio  del  metodo:  il  campione  di  combustibile intimamente
mescolato con miscela di Eschka viene bruciato in atmosfera ossidante
in  modo da eliminare le sostanze combustibili e trasformare lo zolfo
in  solfato.  Questo  viene  poi  determinato  gravimetricamente, per
precipitazione come BaSO4.
Pesata  del  campione:  la  quantita' di campione da pesare varia a
seconda del contenuto in zolfo.
=====================================================================
          Peso del campione        |      Tenore in zolfo totale
              in grammi            |                in %
-----------------------------------|---------------------------------
1................................. |            da  0,1 a  5
0,5............................... |            da  5   a 10
0,25.............................. |            da 10   a 20
0,1.1............................. |                  -
|

Apparecchiatura:
1) Bilancia analitica sensibile a 0,1 mg.
2) Muffola elettrica avente una zona alla temperatura costante di
800 gradi C ± 25 gradi C con una limitata ventilazione (vedi nota 1).
3)  Capsule  o  crogiuoli  di  platino  o  di  porcellana,  della
capacita'  di  circa  25  ml per il riscaldamento del campione con la
miscela di Eschka.
4)  Un  disco  isolante, di mm. 6 di spessore, di silice od altro
materiale  adeguato,  di  dimensioni tali che possa essere introdotto
nella muffola.
5)  Crogiuolo  di quarzo o di platino, ed eventualmente crogiuoli
di Gooch per la pesata del solfato di bario.

Reattivi:

Tutti  i  reattivi  devono  essere  di  qualita' puri per analisi e
devesi in ogni caso impiegare acqua distillata.
1) Miscela di Eschka: mescolare due parti in peso di ossido di Mg
calcinato,  leggero,  con  una  parte  in peso di carbonato anidro di
sodio (o di potassio).
La  miscela  deve passare senza residui in un setaccio dalle maglie
di 0,2 mm.
2) Acido cloridrico: d = 1,18.
3)  Soluzione standard di solfato: sciogliere g 0,6000 di solfato
potassico in acqua e portare a 1000 ml.
10 ml di questa soluzione corrispondono a g 0,0080 di BaSO4.
4)  Soluzione di cloruro di bario: 8,5% (peso/volume): sciogliere
100 g di BaCl2. 2H20 in acqua e portare ad un litro.
Filtrare  la  soluzione  su filtro lento precedentemente lavato due
volte con acido cloridrico.
5)  Indicatore rosso di metile: sciogliere g 1 di rosso di metile
in ml 600 di alcool etilico e diluire a 1 litro con acqua.
6) Acqua ossigenata: al 30% (100 volumi).

Procedimento:

A)   Preparazione   della   soluzione   -   Prima  di  iniziare  la
determinazione  si  deve mescolare il campione di carbone previamente
seccato  all'aria  e macinato in polvere in modo che passi attraverso
il  setaccio avente maglie quadrate da 0,2 mm. di lato (luce libera).
Coprire  il fondo della capsula o crogiuolo in maniera uniforme con g
0,5 di miscela Eschka.
Pesare  esattamente g 1, 0,5, 0,25 o 0,1 di campione (a seconda del
previsto  tenore  di  zolfo)  e  mescolarlo  intimamente con g 2,5 di
miscela di Eschka in un recipiente conveniente o su carta satinata.
Trasferire  quantitativamente  la miscela ottenuta nella capsula da
ml  25,  livellare  il  contenuto e coprirlo uniformemente con g 1 di
miscela di Eschka (vedi nota 2).
Porre  la  capsula  nella muffola fredda e portare la temperatura a
800  gradi  C  ± 25 gradi C in circa una ora e mantenerla per 1 ora e
mezza.  Togliere  la  capsula  e  lasciarla  freddare.  Trasferire la
miscela  calcinata  in  un  beaker  da  ml 400 contenente 25-30 ml di
acqua.  Se  si  notano  particelle  incombuste la determinazione deve
essere scartata e ripetuta.
Lavare la capsula con acqua calda (circa 50 ml), e riunire le acque
di lavaggio al contenuto del beaker (vedi nota 3)..
Completare la determinazione con il metodo seguente:
Aggiungere  1  ml  di  acqua  ossigenata al liquido contenuto nel
beaker.  Riscaldare  a  80  gradi  C  durante  30  minuti  e filtrare
raccogliendo il filtrato in un beaker di ml 400 (vedi nota 4). Lavare
il  filtro  cinque  volte  con  20  ml di acqua distillata calda ogni
volta.  Portare  ad  ebollizione  per  eliminare  l'eccesso  di acqua
ossigenata,  usando  rosso  di  metile come indicatore della completa
eliminazione.  Aggiungere acido cloridrico goccia a goccia fino a che
il  colore della soluzione viri a rosso aggiungendo poi un eccesso di
1  ml  di  acido.  Far  bollire  per  5  minuti per eliminare l'acido
carbonico.
Il volume finale della soluzione deve essere compreso tra 150 e 250
ml.
Scaldare  il beaker coperto fino ad ebollizione quindi diminuire il
riscaldamento  fino  a  far cessare l'ebollizione. Aggiungere con una
pipetta  ml  10  di soluzione fredda di cloruro di bario, in circa 20
secondi,  facendo  in  modo  che  il cloruro di bario cada ai: centro
della  soluzione  che  deve essere mantenuta in agitazione. Mantenere
quindi  la  soluzione  appena  sotto  il  punto di ebollizione per 30
minuti  (vedi nota 5). Filtrare il precipitato con una delle seguenti
tecniche (vedi nota 6):
1)  Su  filtro  di  carta  idoneo alla filtrazione del solfato di
bario, esente da ceneri, lavato due volte con acido cloridrico.
2) Per aspirazione in crogiuolo di Gooch, previamente essiccato a
130 gradi C e pesato.
Lavare  il  filtro  con acqua calda (non piu' di 250 ml) fino a che
gli  ultimi  20  ml  di  lavaggio  diano  appena  una opalescenza con
soluzione di nitrato di argento.
Porre  il  filtro  umido in una capsula o crogiuolo di platino o di
quarzo  previamente calcinati, su disco isolante nella muffola per 15
minuti a 800 gradi C ± 25 gradi C (vedi nota 7).
Se  si  e'  usato un crogiuolo di Gooch, seccarlo per una ora a 130
gradi C, lasciarlo raffreddare e pesarlo.
Determinazione  in  bianco: Effettuare una determinazione in bianco
nelle  stesse  condizioni  ma  senza  carbone. Aggiungere al filtrato
mediante  pipetta  cmc  10  della  soluzione  standard  di solfato di
potassio, prima di mettere l'indicatore al rosso di metile.
Espressione dei risultati: Indicando con:
p = peso del campione in grammi;
a  = peso del solfato di bario risultante dalla determinazione in
grammi;
b  =  peso del solfato di bario risultante dalla prova in bianco,
in grammi;
Lo  zolfo  contenuto  nel  campione  di combustibile, espresso in
percentuale, e' dato dalla seguente relazione:
13,74 (a-b + 0,0080)
                         -------------------
p

Precisione del metodo.

I  valori  percentuali  dei  risultati  di due prove eseguite sullo
stesso  campione in tempi diversi nello stesso laboratorio non devono
differire di oltre 0,05.
La   media   dei  valori  percentuali  dei  risultati  ottenuti  in
laboratori diversi su uno stesso campione non deve differire di oltre
0,10.

Note

1)   La   ventilazione  della  muffola  puo'  realizzarsi  mediante
l'inserimento  di  una  canna  alta 20 cm. sul dietro della muffola e
lasciando aperto lo sportello di circa 1 - 1,5 cm
2)  Pesare  la  quantita' complessiva di miscela di Eschka di g 4 e
togliere  le  porzioni  di  g  0,5 e da g 1 necessarie per coprire il
fondo  e  la  superficie  della  capsula o del crogiuolo. Puo' essere
conveniente  misurare le quantita' di miscela con dei misurini, senza
pesare.
3)  Lo  strato  di  miscela  di Eschka posto al disotto del carbone
riduce  l'attacco  della  superficie  della  porcellana,  in modo che
l'estrazione  del  solfato  con  acqua  calda e' completa anche se la
superficie e' attaccata.
4)  Per  una  filtrazione rapida si consiglia l'uso di un filtro di
carta a mezza porosita', lavato due volte con acido.
5) Un recupero totale del solfato di bario puo' ottenersi filtrando
dopo  30  minuti  nelle condizioni prescritte, e cioe' in presenza di
acido  cloridrico circa 0,05 N e con un grande eccesso di ioni Ba. In
queste condizioni il precipitato di solfato di bario deve depositarsi
nel tempo di 30 minuti.
6)  Una  rapida  filtrazione  si  ottiene  impiegando  il filtro in
maniera  da  adattarlo  all'imbuto  si  che  il  gambo resti pieno di
liquido.
7)  Usando  un  disco  isolante si evitano eventuali perdite dovute
alla  troppa  rapida  evaporazione  dell'acqua  ed alla troppo rapida
combustione del filtro.

D'ordine del Presidente della Repubblica

Il Ministro per la sanita'
MARIOTTI

Appendice n. 8 - Parte I

DETERMINAZIONE  DELLO  ZOLFO  NEI  COMBUSTIBILI LIQUIDI DISTILLATI DI
PETROLIO (Kerosene ed olii da gas).

La  determinazione  regolamentare  dello zolfo totale contenuto nei
campioni di combustibili liquidi distillati di petrolio, aventi punto
di  infiammabilita'  non  superiore a 55 gradi C sec. Pensky Martens,
prelevati dai serbatoi da parte del personale preposto alla vigilanza
sulla  conduzione  desii  impianti  termici,  deve  essere effettuata
secondo il metodo descritto in seguito.

Principio del metodo:

Il  campione di combustibile, mescolato o meno con idoneo solvente,
viene  bruciato  in  una  speciale  lampada  a  stoppino in atmosfera
controllata  di Co2+O2. Lo zolfo viene ossidato e trasformato in ione
solfato;  questo  viene  successivamente determinato volumetricamente
mediante soluzione standard di idrossido di sodio.

Apparecchiatura:

Le  lampade,  i  camini, gli assorbitori ed i separatori a trappola
devono  essere  corrispondenti alle caratteristiche specificate nelle
figure e nelle relative annotazioni.
Lo stoppino della lampada deve essere costituito da fibre di cotone
sbiancate  della migliore qualita', filate ed attorcigliate; per ogni
determinazione occorre usare uno stoppino nuovo.
Gli  apparecchi  devono  essere  montati  e collegati come indicato
nella  figura  n. 1, usando sempre connessioni di vetro smerigliato o
tubi  di  gomma pura esente da zolfo; il collettore di aspirazione va
collegato  con  una  pompa  di  portata sufficiente per permettere un
flusso  di  gas  costante  di  almeno  tre  litri al minuto primo con
depressione  di  circa  40  cm  di acqua. I collettori connessi con i
bruciatori e con i camini devono essere alimentati con una miscela di
gas  formato  dal  70%  di  anidride  carbonica e dal 30% di ossigeno
riforniti  da  apposite  bombole tramite un sistema di riduzione e di
regolazione  delle  pressioni.  Le  portate  parziali dei gas vengono
rilevate  con  continuita'  per mezzo di misuratori istantanei aventi
portate  rispettive  da  0,2  a 2 l/min (per l'O2) e da 0,5 a 5 l/min
(per la CO2) riferiti alle condizioni di 15 gradi C e 760 mm di Hg.
La  miscela  dei  gas  nel  collettore  che alimenta i camini sara'
mantenuta  costantemente  ad  una  pressione compresa tra i e 2 cm di
acqua  mentre  nel  collettore  che  alimenta i bruciatori essa sara'
mantenuta  alla  pressione di circa 20 cm di acqua; le pressioni sono
misurate   con  appositi  manometri  ad  acqua  graduati  in  cm.  Le
regolazioni  anzidette  sono ottenute per mezzo di rubinetti disposti
come indicato nella figura n. 1.

Reagenti e materiali:

Tutti   i  reagenti  chimici  da  impiegarsi  nel  procedimento  di
determinazione  dovranno essere del tipo "puro per analisi" e l'acqua
deve essere distillata.
L'anidride  carbonica  e  l'ossigeno  contenuti  nelle  bombole  di
alimentazione dell'apparecchiatura dovranno avere un grado di purezza
non  inferiore al 99,5% che dovra' essere preventivamente controllato
come indicato nella descrizione della "prova in bianco".
Il  solvente  usato  per  la  eventuale  diluizione dei campioni di
combustibile  da  verificare  puo'  essere  scelto  fra l'N - eptano,
l'isottano e l'alcool etilico assoluto od altro solvente che abbia un
contenuto  accertato  di zolfo inferiore allo 0,001% in peso; in ogni
caso  il  solvente  adottato dovra' risultare completamente miscibile
con il campione e che possa bruciare senza fumo nell'apparecchio.
L'acido  cloridrico  0,1 N si ottiene mescolando un volume di acido
concentrato (p. sp. 1,19) con 10 volumi di acqua.
La soluzione di acqua ossigenata si ottiene mescolando un volume di
acqua ossigenata al 30 per cento con 19 volumi di acqua; la soluzione
va   conservata   in  bottiglie  di  vetro  scuro  chiuse  con  tappo
smerigliato e per non oltre 15 giorni.
L'indicatore  al  rosso di metile consiste in una soluzione acquosa
contenente circa l'1% di rosso di metile.
La  soluzione di idrossido di sodio si ottiene sciogliendo 100 g di
idrossido  di  sodio  in  acqua e portando il volume complessivo ad 1
litro.
La  soluzione  standard  di  idrossido  di  sodio 0,05 N si ottiene
diluendo  2,8 ml di soluzione satura di idrossido di sodio a un litro
con   acqua   distillata,   dopo   averla   fatta  decantare  fino  a
sedimentazione totale. La standardizzazione si effettua titolando con
acido  standard  ed  usando  l'indicatore  al  rosso  di  metile.  La
soluzione va conservata in bottiglie di vetro resistente agli alcali.
Qualora  le bottiglie siano direttamente connesse con le burette, i
tubi  dovranno  essere  di  gomma  pura esente da zolfo ed i tappi di
chiusura  delle  bottiglie  dovranno  avere il foro di entrata d'aria
munito di trappola per l'anidride carbonica.

Montaggio di regolazione dell'apparecchiatura:

L'apparecchiatura  deve  essere  montata  e collegata come indicato
nella  figura  n.  1 e precedentemente specificato. Quando essa viene
usata  per  la prima volta, si caricano gli assorbitori con 30 ± 2 mc
di   acqua,   si   regola   il  rubinetto  posto  tra  il  collettore
d'aspirazione  e  la  trappola  montata superiormente all'assorbitore
della  lampada,  in  modo tale che attraverso gli assorbitori passino
circa  tre  litri  di  aria  quando i raccordi del camino sono aperti
verso  l'atmosfera;  contemporaneamente  si  mantiene il valore della
depressione che regna nel collettore a circa 40 cm di acqua. Eseguiti
gli adattamenti detti, si toglie l'acqua dagli assorbitori.
L'altezza  che deve avere il liquido nei manometri regolatori della
depressione  del  collettore  di  aspirazione  e  della pressione nel
collettore  di  alimentazione,  e'  specificata  nella  figura  n. 1:
durante  il  funzionamento  normale dell'apparecchiatura, una piccola
quantita' di gas deve gorgogliare attraverso detti manometri.
Il  purificatore della miscela gassosa di alimentazione va riempito
con  300-400  ml  di soluzione di acqua ossigenata; anche i manometri
regolatori  vanno  riempiti fino ai rispettivi livelli prescritti con
la  medesima  soluzione  dato  che  nella  fase  finale  della  prova
funzionano  come  purificatori.  La  soluzione di acqua ossigenata va
rinnovata  ogni  settimana  o  quando il suo volume sia sensibilmente
diminuito.
Si  riempie  l'assorbitore  con  30  ±  2  ml di soluzione di acqua
ossigenata  introducendola  dal  bulbo piu' grande. La soluzione deve
essere  stata neutralizzata subito prima del suo uso, aggiungendo una
goccia  di indicatore al rosso di metile per ogni 100 ml di soluzione
ed  aggiungendo  goccia  a goccia la soluzione 0,05 N di idrossido di
sodio finche' il suo colore viri dal rosso al verde chiaro.
Per  ogni  determinazione  che  viene, effettuata nell'apparecchio,
occorre  disporre  anche un assorbitore su cui effettuare la prova in
bianco di controllo.
Le trappole di separazione ed i relativi camini vanno collegati con
i  rispettivi  collettori  per  mezzo  di tubi di gomma pura priva di
zolfo.  Le aperture inferiori dei camini devono restare ancora chiuse
con tappi di sughero.
Dopo  che  la  depressione  nel  collettore  di aspirazione e stata
regolata  a  circa  40 cm di acqua e con i rubinetti di alimentazione
dei  bruciatori  ancora  chiusi,  si  aprono  le  bombole di anidride
carbonica  e  di  ossigeno.  Il  sistema di alimentazione di anidride
carbonica  deve  essere  integrato  con un dispositivo di allarme che
preavverta dell'esaurimento del gas nella bombola, al fine di evitare
il pericolo di esplosioni causate dalla presenza di ossigeno puro nei
bruciatori.
Il  rubinetto dei camini dovra' essere regolato in modo tale che al
flusso   prefissato   attraverso   gli  assorbitori  corrisponda  una
pressione  di  I  2 cm di acqua nei camini con una piccola perdita di
gas  al regolatore di pressione della miscela gassosa ed una moderata
entrata di aria nel regolatore di aspirazione.
E'   consigliabile   regolare   la   circolazione   dei  gas  nella
apparecchiatura   agendo   sul   regolatore   della  depressione  nel
collettore  di aspirazione, mediante innalzamento od abbassamento del
tubo di immissione dell'aria.
Gli  stoppini  per  le  lampade  devono  essere tagliati tutti alla
lunghezza di 30 cm indi ripiegati ed attorcigliati in modo da ridurli
alla  lunghezza  di  15  cm:  ciascuno  stoppino  viene  infilato nel
bruciatore  aiutandosi con un gancio metallico e tagliato con forbici
alla pari con la sommita' del bruciatore.
L'altezza  dello  stoppino,  rispetto alla sommita' del bruciatore,
deve  essere  regolata  in maniera tale che la forma ed il tipo della
fiamma   gialla   luminosa   con  cui  bruciano  i  diversi  tipi  di
combustibile  liquido  siano  costanti e dipendano esclusivamente dal
flusso della miscela comburente di anidride carbonica e di ossigeno.
Si  accende  la  lampada  usando  una fiamma ad alcool e si immette
lentamente  l'atmosfera comburente nel bruciatore in modo da ottenere
una  fiamma  priva  di  fumo, cio' che si realizza dopo un periodo di
funzionamento  di  1-2  minuti  a  fiamma ridotta prima di portare la
combustione a regime normale.
Alcuni   combustibili  possono  richiedere,  per  dare  una  fiamma
regolare, un aumento del tenore di ossigeno nell'atmosfera comburente
fino al massimo del 40%.
La  fiamma deve essere spenta dall'operatore, quando e' esaurito il
combustibile  ed  il serbatoio e lo stoppino appaiono asciutti. Se la
fiamma si spegne da sola, si producono composti parzialmente ossidati
che   rendono   imprecisa  la  titolazione  finale.  Analogamente,  i
risultati  della  determinazione possono essere falsati in difetto se
la  fiamma  della  lampada  viene  spenta prima che il serbatoio e lo
stoppino siano asciutti.

Metodi operativi:

a) Combustione diretta senza solvente:
Si  pone nel serbatoio della lampada, per mezzo di una pipetta, una
quantita'  del  campione di combustibile approssimativamente uguale a
quella appresso indicata:
=====================================================================
          Contenuto in zolfo        |    Quantita di combustibile
% in peso             |               ml
------------------------------------|-------------------------------
da 0,05 a 0,3...................... |               10
da 0,3 a 1......................... |                5
oltre 1............................ |                3

Si  chiude  il serbatoio con tappo di sughero e si pesa insieme con
il suo bruciatore con l'approssimazione di 0,005 g.
Si innesta il bruciatore sul serbatoio ed appena il combustibile e'
risalito per capillarita' fino alla cima dello stoppino, si unisce il
raccordo laterale del bruciatore al collettore di alimentazione della
miscela  gassosa  comburente per mezzo di tubo di gomma pura priva di
zolfo  e  si  accende  una  lampada  usando  la  fiamma ad alcool. Il
bruciatore  viene  subito  inserito  nel camino e, nel caso in cui la
fiamma  tendesse ad essere spinta fuori si chiude momentaneamente con
una  pinza  la  connessione  tra  il  camino  ed il suo collettore di
alimentazione.
Si regola il flusso del gas al bruciatore in modo che la fiamma sia
lontana  dal punto di fumo ed abbia un aspetto regolare e simmetrico.
Si  regola  accuratamente la valvola di controllo della pressione nel
collettore di alimentazione del camino in modo da mantenere il valore
al livello prescritto.
La  quantita'  di  miscela  gassosa  comburente  che  affluisce  ai
bruciatori   nell'ultima   fase   della   combustione   deve   essere
gradualmente ridotta in modo da evitare lo spegnimento della fiamma.
La  presenza  di  eccessiva  schiuma  nell'assorbitore e' indice di
combustione imperfetta.
Quando  la combustione del campione e' completata, il bruciatore ed
il serbatoio vengono disinseriti dal camino, si spegne la fiamma e si
chiudono  l'alimentazione  della  miscela  comburente al bruciatore e
l'apertura del camino.
Si  pesano  immediatamente  il  serbatoio  con  il proprio tappo di
sughero e il suo bruciatore con l'approssimazione di 0,005 grammi.
Si chiudono le bombole dell'anidride carbonica e dello ossigeno, si
chiude  il  rubinetto  del  regolatore  della  pressione e quello del
collettore  di  alimentazione  dei  camini:  cio' produrra' un flusso
d'aria  nel  collettore dei camini attraverso il manometro. Si lascia
fluire   l'aria  per  5  minuti  per  spostare  l'anidride  carbonica
dall'assorbitore  ed infine si chiude il rubinetto di connessione tra
il collettore d'aspirazione e la trappola posta sopra l'assorbitore.
Si  lavano  per tre volte i camini e le trappole separatrici usando
ogni  volta  ml  10  di  acqua  che  poi  si  aggiungono al contenuto
dell'assorbitore.
Contemporaneamente  con la determinazione che si fa sul campione di
combustibile   si   deve  effettuare  una  prova  in  bianco  per  la
determinazione  della  purezza  dei  componenti della miscela gassosa
comburente  lasciando  passare  una  corrente  di  miscela attraverso
l'assorbitore fintanto che i campioni di combustibile hanno finito di
bruciare.
Chiuse  le  bombole dei gas, si aerea il contenuto dell'assorbitore
nello  stesso  modo  usato  per  gli  assorbitori del combustibile in
prova.  Il  contenuto  viene titolato come appresso indicato e, se la
titolazione  dovesse  richiedere  piu'  di  0,1  cmc  di soluzione di
idrossido   di   sodio  0,05  N,  la  determinazione  effettuata  sul
combustibile  deve  essere  scartata  e si deve sostituire la bombola
dell'anidride carbonica.

APPARECCHIATURA  PER  LA  DETERMINAZIONE DELLO ZOLFO NEI COMBUSTIBILI
LIQUIDI DISTILLATI
- METODO DELLA LAMPADA -




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



LAMPADA ED ASSORBITORE




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



b) Combustione con solvente:
Si  pone nel serbatoio della lampada una quantita' di solvente pari
a  6  cmc.  Si chiude il serbatoio con tappo di sughero e si pesa con
l'approssimazione  di  0,005  grammi.  Successivamente  si  pone  nel
serbatoio,  per  mezzo  di  una  pipetta,  una quantita' del campione
combustibile approssimativamente uguale a quella appresso indicata:
====================================================================
        Contenuto in zolfo        |     Quantita di combustibile
             % in peso            |               ml
----------------------------------|--------------------------------
meno dello 0,5                    |                5
oltre lo 0,5                      |                3

Si  fa  mescolare completamente il campione, si chiude il serbatoio
con tappo di sughero e si pesa con l'approssimazione di 0,005 grammi.
Si  inserisce  il  bruciatore  sul  serbatoio  e  si  procede  come
descritto  in  precedenza  per  la  determinazione  effettuata  senza
solvente.
Non  appena  la  fiamma  si  avvicina  all'estinzione, si toglie la
lampada dal suo camino e si spegne la fiamma stessa.
Si  aggiungono  due ml di solvente facendo in modo che esso lavi le
pareti  del  serbatoio:  si brucia anche il solvente di aggiunta e si
ripete  l'operazione  finche' siano stati bruciati in totale 10 ml di
solvente.
E'  consigliabile  che  10  ml  di solvente vengano preventivamente
controllati bruciandoli in una lampada e verificando che la soluzione
contenuta  nell'assorbitore  non richieda piu' di 0,1 ml di soluzione
di idrossido di sodio 0,05 N per la sua titolazione.
Dopo che il campione contenuto nella lampada e' stato completamente
bruciato,   si   chiudono   le   bombole  dell'anidride  carbonica  e
dell'ossigeno,   si   chiude   il   rubinetto  del  regolatore  della
depressione  e  quello  del  collettore  di  alimentazione per cinque
minuti  ed  infine  si  chiude  il  rubinetto  di  connessione fra il
collettore di aspirazione e la trappola posta sopra all'assorbitore.
Si  eseguono  tutti i lavaggi e si procede come detto in precedenza
per la determinazione effettuata senza solvente.

Titolazione della soluzione assorbente:

Si  aggiungono tre o quattro gocce di indicatore al rosso di metile
nella  soluzione  contenuta nell'assorbitore e si titola la soluzione
assorbente  introducendo  con  una  buretta  nel  bulbo  piu' piccolo
dell'assorbitore la soluzione di idrossido di sodio 0,05 N.
Nel caso in cui si preveda un contenuto di zolfo inferiore a 10 mg,
si dovra' usare una micro buretta da 10 ml.
Durante  la  titolazione va applicata una aspirazione intermittente
alla sommita' del bulbo piu' largo dell'assorbitore.
Se  la  combustione del campione e' avvenuta in maniera incompleta,
l'aria  che  durante la titolazione viene aspirata dallo assorbitore,
avra'  un  odore  caratteristico: cio' e' indice di imprecisione e la
determinazione va scartata.
Espressione dei risultati:
La  percentuale  in  peso  dello  zolfo contenuto nel campione di
combustibile  liquido  esaminato  con il metodo esposto e' dato dalla
seguente espressione:
A
16,03 x N x -------
10 x W

in cui:

N = normalita' della soluzione di idrossido di sodio;
A  =  volume della soluzione di idrossido di sodio occorso per la
titolazione dell'acido contenuto nella soluzione assorbente, espresso
in millilitri;
W  =  peso  del  campione  di  combustibile bruciato, espresso in
grammi.
Il  risultato della determinazione effettuata deve essere riportato
nel  certificato  di analisi di cui all'art. 19, cpv. 4° della legge,
con l'approssimazione dello 0,01 per cento.

Precisione del metodo:

I  risultati  di  due determinazioni eseguite sullo stesso campione
con  il  metodo  esposto, dallo stesso operatore non devono differire
tra loro di oltre 0,0005 in valore assoluto.
I  risultati di determinazioni eseguite in laboratori diversi sullo
stesso  campione  con il metodo esposto non devono differire tra loro
di oltre:
0,01 + 0,025 S

in  cui S rappresenta il valore della percentuale in peso dello zolfo
contenuto nel campione

D'ordine del Presidente della Repubblica

Il Ministro per la sanita'
MARIOTTI

Appendice n. 8 - Parte II

DETERMINAZIONE DELLO ZOLFO NEGLI OLI COMBUSTIBILI
DERIVATI DAL PETROLIO

La  determinazione  regolamentare  dello zolfo totale contenuto nei
campioni  di  oli combustibili derivati dal petrolio, aventi punto di
infiammabilita'  superiore  a 55 gradi C secondo P. M., prelevati dai
serbatoi  da  parte  del  personale  preposto  alla  vigilanza  sulla
conduzione  degli impianti termici, deve essere effettuata secondo il
metodo descritto di seguito.

Principio del metodo:

Il  metodo  si  basa  sulla determinazione della acidita' derivante
dallo  zolfo dopo ossidazione completa dei prodotti della combustione
del  campione,  svolta in tubo di quarzo alla temperatura di 950-1000
gradi C.

Apparecchiature:

L'apparecchiatura  occorrente  per  la  determinazione  secondo  il
metodo accennato e' mostrata schematicamente nella figura 1.
Il tubo di combustione e' di quarzo trasparente avente dimensioni e
caratteristiche come specificato nella figura 2.
Una  posizione  del  tubo,  della  lunghezza  di circa 100 mm, puo'
essere  riscaldata  fino  a 1000 gradi C per mezzo di un idoneo forno
elettrico a manicotto.
Il  tubo  di  quarzo, con l'uso prolungato tende a divenire opaco a
causa  delle  aggressioni  chimiche  e  delle  brusche  variazioni di
temperatura.  La trasparenza puo' essere reintegrata mediante attacco
delle  superfici  del  tubo,  con  una soluzione di acido fluoridrico
all'1% per 24 ore, seguito da un graduale riscaldamento con fiamma ad
ossigeno.
Gli  assorbitori  ed  il  separatore  di  condensa,  sono  in vetro
resistente  alle  aggressioni  chimiche  e  sono costruiti secondo le
dimensioni e le caratteristiche specificate nella figura n. 2.
Tutte  le giunzioni devono essere realizzate con i coni smerigliati
standard.  Il  disco  di  vetro poroso sito nell'assorbitore primario
deve  avere  pori  del  diametro medio compreso fra 150 e 200 micron,
talche'  quando  siano  posti  50  ml  di  acqua distillata nel bulbo
maggiore  e si fa passare aria dal basso verso l'alto con una portata
di  3  litri  al  minuto,  il  salto  di  pressione  che  si verifica
attraverso  il disco poroso deve risultare compreso fra 15 e 23 ml di
acqua.
Il  disco  di  vetro  poroso  sito nell'assorbitore secondario deve
avere fori del diametro medio di circa 15 micron.
Nel tubo di quarzo deve potersi facilmente introdurre una navicella
di  porcellana  della lunghezza di 60 mm nella quale verra' posta una
piccola quantita' del combustibile da esaminare.
Il  sistema  di  alimentazione dell'atmosfera comburente al tubo di
quarzo  e'  rappresentato  nella  stessa  figura  n.  1;  sul tubo di
ingresso  dell'aria,  qualora  si  sospetti  in  essa  la presenza di
composti  organici  capaci  di  formare  acidi durante il processo di
combustione,  deve essere inserito un forno da precombustione tale da
provocare   la   formazione   degli   acidi  anzidetti  che  verranno
successivamente  trattenuti  nei  depuratori  a gorgogliamento, anche
essi indicati nello schema di montaggio.
La  portata normale di aria che viene aspirata dall'apparecchiatura
deve essere di 3 litri al minuto primo. Una corrente di ossigeno alla
pressione   di  0,35  kg/cm2  va  sostituita  all'aria  aspirata  per
completare la combustione dei residui carboniosi.
L'aspirazione  dell'atmosfera  comburente  nel  tubo  di  quarzo e'
determinata da una idonea pompa aspirante.
Un manicotto di rete metallica al nichelcromo della lunghezza di 60
mm  deve  essere adattato all'esterno del tubo di quarzo nel punto in
cui questo e riscaldato da un bruciatore Fisher.
Il  bruciatore  Fisher  deve  avere la bocca schiacciata in modo da
investire con la sua fiamma tutta la rete anzidetta.
Esso  puo' essere sostituito da un forno elettrico e manicotto atto
a riscaldare fino alla temperatura di 1000 gradi C un tratto del tubo
di quarzo lungo circa 10 cm.
Il  forno elettrico a manicotto per il riscaldamento del tratto del
tubo  di  combustione  riempito con tubetti di quarzo, indicato nello
schema di montaggio con linea tratteggiata, deve essere tale da poter
riscaldare  una  parte  del  tubo  per  una lunghezza complessiva non
inferiore  a 10 cm fino alla temperatura di 1000 gradi C. Il setto di
quarzo  forato  piu'  vicino alla navicella contenente il campione di
combustibile non deve distare oltre un centimetro dal forno.
Un  pirometro  del tipo adatto deve consentire il rilevamento della
temperatura  alla superficie esterna del tratto riscaldato di tubo di
quarzo, fino a 1000 gradi C.

Reagenti e materiali:

Tutti  i  reagenti  chimici da usare nel corso della determinazione
dovranno  essere  del tipo "puro per analisi" e l'acqua dovra' essere
distillata.
La   soluzione   dell'indicatore   all'allume  ferrico  si  ottiene
sciogliendo 350 grammi di solfato doppio di ammonio e di ferro (FeNH4
(SO4)2.  12 H2O) cristallino in un litro d'acqua a cui vanno aggiunti
200 ml di acido nitrico aerato (HNO3 al 40%).
La  soluzione  di  acqua ossigenata si ottiene sciogliendo 50 ml di
acqua  ossigenata  al  30%  in  acqua e portando il volume totale a 1
litro.  La  soluzione  va  conservata in bottiglia di vetro scuro con
tappo  smerigliato, per non oltre 15 giorni. E' necessario verificare
quotidianamente  la soluzione mediante una prova in bianco effettuata
sull'apparecchio di combustione.
L'indicatore  al  rosso  di  metile  e' costituito da una soluzione
acquosa contenente circa lo 0,1% di prodotto attivo.
La  soluzione  di acido nitrico si ottiene diluendo in acqua 416 ml
di  acido nitrico concentrato (p. sp. 1,42) portando il volume totale
ad un litro ed aerando per allontanare gli ossidi di azoto.
L'alcool isoamilico deve essere allo stato puro.
L'ossigeno  non  deve  contenere  tracce  di  zolfo dosabili con il
presente metodo e deve essere erogato alla pressione costante di 0,35
kg/cm2.
La  soluzione  standard  di  nitrato  d'argento  0,1  N  si ottiene
sciogliendo in acqua 17 grammi di nitrato e portando il volume totale
ad  un  litro. La soluzione va conservata in bottiglia di vetro scuro
con tappo. La standardizzazione della soluzione va effettuata con una
quantita'  di cloruro di sodio perfettamente secco compresa fra 230 e
240 milligrammi, pesata con l'approssimazione di mg. 0,1.
La  soluzione  standard  di  idrossido  di sodio 0,060 N si ottiene
sciogliendo  gr.  2,5  di  idrossido  di sodio in acqua e portando il
volume totale ad un litro. La soluzione va conservata in bottiglie di
vetro  chimicamente  resistenti agli alcali accuratamente tappata. La
standardizzazione  della  soluzione va effettuata per titolazione con
acido standard.
La soluzione di idrossido di sodio si prepara sciogliendo 50 grammi
di  idrossido  di  sodio  in  acqua  e portando il volume totale ad 1
litro.
La  soluzione  standard di tiocianato 0,05 N si prepara sciogliendo
4,85  grammi  di  tiocianato  potassico,  o 3,80 grammi di tiocianato
ammonico  in  acqua  e  portando  il  volume  totale  ad  1 litro. La
standardizzazione  della  soluzione si ottiene versandone esattamente
40  ml  in  una  beuta con tappo smerigliato contenente 5 ml di acido
nitrico  al  40% e 55 ml di acqua; agitando costantemente la beuta si
aggiungono  circa  23  ml  della soluzione 0,1 N di nitrato d'argento
precedentemente preparata. Chiusa la beuta, si agita per 30 secondi e
si  aggiungono  2-3 ml della soluzione dell'indicatore allume ferrico
descritta in principio.
Si  titola  con  la  stessa  soluzione  il tiocianato fino a che il
contenuto della beuta viri al rosso del tiocianato ferrico.
La  normalita'  della  soluzione  di tiocianato cosi' preparata, e'
espressa da:
A x B
-----
C

in cui:
A  =  volume  della  soluzione  di  nitrato  d'argento  aggiunta,
espresso in ml;
B = normalita' della soluzione di nitrato d'argento;
C  =  volume  totale  della  soluzione  di  tiocianato impiegato,
espresso in ml.

Montaggio dell'apparecchio e tecnica operativa:

L'apparecchiatura  viene  montata  come  indicato  nello  schema di
figura  i  e si pongono 30 ml della soluzione di acqua ossigenata nel
bulbo  maggiore  dell'assorbitore  primario  e  10  ml  della  stessa
soluzione  nell'assorbitore  secondario.  Si  apre  il  rubinetto  di
regolazione  dell'aspirazione  in  modo  che la portata del flusso di
aria che attraversa gli assorbitori sia di 3 litri al minuto.
Si  riscalda il tratto del tubo di quarzo riempito con i tubetti da
9500  a  1000 gradi C con il forno elettrico mentre il flusso di aria
rimane al valore suindicato. Il riscaldamento deve essere mantenuto a
giusta  temperatura  per  tutto  il  tempo richiesto dall'ultimazione
delle operazioni.
Si  distacca il raccordo conico per l'entrata dell'aria nel tubo di
quarzo  e  si  introduce  la  navicella  contenente una quantita' del
campione  di  combustibile  compresa  fra  1  e  2 cmc, a seconda del
previsto  contenuto  di  zolfo,  in modo che questo ultimo risulti di
circa 35 - 50 mg. La navicella contenente il campione di combustibile
va pesata con l'approssimazione di 0,005 grammi.
La  posizione  prescritta per la navicella nel tubo di quarzo e' di
140 - 150 mm dalla bocca.
Connesso  nuovamente  il  raccordo  conico  al  tubo,  si  pone  il
bruciatore Fischer sotto la reticella di nichelcromo in una posizione
tale che la vaporizzazione del campione si verifichi lentamente senza
ebollizione.
Dopo  completata  la  vaporizzazione  del  campione contenuto nella
navicella,  si sposta lentamente il bruciatore insieme alla reticella
lungo  il  tubo  di quarzo per ottenere la vaporizzazione di tutto il
materiale  eventualmente  depositato sulle pareti del tubo nel tratto
compreso tra la navicella ed il forno. Si portano quindi bruciatore e
reticella     in     corrispondenza    della    navicella    avviando
contemporaneamente il flusso dell'ossigeno ed aumentando gradualmente
l'apertura  del rubinetto di intercettazione fino a che si annulli il
flusso d'aria attraverso i depuratori.
Il  bruciatore  e  la reticella di nichelcromo si spostano lungo il
tubo  in  maniera  tale  da  bruciare  tutti  i  residui  di carbonio
eventualmente  presenti.  Quando l'operazione e' stata completata, si
chiude il rubinetto dell'ossigeno controllando che non si verifichino
surriscaldamenti del tubo di quarzo in corrispondenza del forno.
Si  stacca  il  tubo  di  quarzo  dal  raccordo  che  lo univa agli
assorbitori  e  si chiude l'apertura conica del raccordo con un tappo
di  vetro smerigliato. Si lascia formare una depressione pari a circa
60  cm di mercurio negli assorbitori, indi si chiuda il rubinetto sul
tubo di aspirazione, aprendo lentamente quello di ingresso dell'aria:
in  questo  modo,  il  liquido contenuto nello assorbitore secondario
passa nell'assorbitore primario.
Si smontano gli assorbitori, si lava internamente quello secondario
ed  i  due pezzi del giunto conico di connessione dei due assorbitori
usando  non  piu'  di  20  ml  di  acqua. Si toglie il tappo di vetro
inserito  sul  raccordo e si lava con una piccola quantita' di acqua.
Infine tutta l'acqua usata per i lavaggi si riunisce con la soluzione
contenuta nell'assorbitore primario.
Titolazioni della soluzione assorbente:
a) determinazione del solfato:

Si  aggiungono 3 - 4 gocce di soluzione dell'indicatore al rosso di
metile  al  liquido contenuto nell'assorbitore e si titola il liquido
introducendolo    con    una   buretta   nel   bulbo   piu'   piccolo
dell'assorbitore la soluzione di idrossido di sodio 0,060 N.
Se  si  prevede  un  dosaggio  di zolfo inferiore a 10 mg si dovra'
operare con una microburetta da 10 ml.
Durante    la    titolazione   si   deve   agitare   il   contenuto
dell'assorbitore  applicando una aspirazione alternata alla bocca del
bulbo  maggiore.  Qualora  la  combustione  del  campione fosse stata
incompleta,  l'aria  avra' un odore caratteristico: in questo caso la
determinazione deve essere scartata.

b) Determinazione del cloro:

Il  contenuto dell'assorbitore, dopo eseguita la titolazione per la
determinazione dello ione solfato, viene trasferito quantitativamente
in una beuta da 50 ml con tappo smerigliato. Si aggiungono circa 2 ml
della  soluzione  di  idrossido  di  sodio  e  si  riscalda  fino  ad
ebollizione finche' il colore rosso della soluzione viri al verde. Si
lascia  raffreddare,  si acidifica con 10 ml di acido nitrico al 40%,
si  aggiungono  10  ml  di  alcool  isoamilico  e  3  ml di soluzione
dell'indicatore allume ferrico.

APPARECCHIATURA   PER   LA   DETERMINAZIONE  DELLO  ZOLFO  NEGLI  OLI
COMBUSTIBILI DERIVATI DEL PETROLIO
- METODO DEL TUBO DI QUARZO -




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



TUBO DI QUARZO FUSO




    

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 
    



Si  aggiungono  0,4  -0,6 ml di soluzione di tiocianato e, agitando
continuamente,  si titola con la soluzione di nitrato d'argento 0,1 N
finche'  il  colore  rosso  del tiocianato di ferro sia attenuato, si
aggiunge  quindi  un  eccesso  di  2-5  ml della soluzione di nitrato
d'argento.
Si  chiude  la beuta con il tappo di vetro e si agita energicamente
per  far  coagulare  e separare il precipitato dalla fase acquosa. Si
titola  ancora  il  liquido  contenuto  nella  beuta con soluzione di
tiocianato,  con  l'accorgimento  di  non  aver  rifornito  la stessa
buretta precedentemente usata, finche' si ottiene un colore rosso che
si affievolisce lentamente.
Si chiude nuovamente la beuta agitandola energicamente per circa 30
secondi  e  si ripete la titolazione fino ad ottenere un colore rosso
che non si affievolisce piu' per ulteriore agitazione.

Espressione dei risultati:

a) quantita' di cloro:
La  quantita'  di  cloro  contenuta  nel  campione  di combustibile
esaminato, espressa come percentuale in peso e' data da:
(AN1 - BN2) x 3,55
                         -----------------
W

in cui:
A  =  volume  della soluzione di nitrato d'argento occorsa per la
titolazione in ml;
N1 = normalita' della soluzione di nitrato d'argento;
B   =  volume  della  soluzione  di  tiocianato  occorsa  per  la
titolazione in ml;
N2 = normalita' della soluzione di tiocianato;
W = peso del campione di combustibile esaminato in grammi.

b) quantita' di zolfo:
La  quantita'  di  zolfo  contenuta  nel  campione  di combustibile
esaminato, espressa come percentuale in peso, e' data da:
(C - D) 16,03 N
--------------- - 0,452 X
10 W

in cui:

C = volume della soluzione standard di idrossido di sodio occorsa
per  la  titolazione  dei  liquidi  contenenti i prodotti acidi della
combustione, in ml;
D = volume della soluzione standard di idrossido di sodio occorsa
per la titolazione della soluzione di acqua ossigenata nella prova in
bianco, in ml;
N = normalita' della soluzione standard di idrossido di sodio;
W = peso del campione di combustibile esaminato in grammi;
X  =  quantita'  di  cloro contenuta nel campione di combustibile
esaminato espressa come percentuale in peso.

Precisione del metodo.

Ripetibilita'  -  Risultati  ottenuti  nello stesso laboratorio sul
medesimo combustibile devono essere scartati se differiscono tra loro
di piu' dei valori seguenti:
=====================================================================
         Zolfo contenuto         |        Scostamenti massimi
% in peso            |
---------------------------------|-----------------------------------
  0-0,5......................... |                0,07
0,6-1,0......................... |                0,10
1,1-2,0......................... |                0,15
2,1-3,0......................... |                0,26
3,1-5,0......................... |                0,43

Riproducibilita'  - Risultati ottenuti sul medesimo combustibile da
laboratori diversi devono essere scartati se differiscono tra loro di
piu' dei valori seguenti:
=====================================================================
           Zolfo contenuto       |        Scostamenti massimi
% in peso          |
---------------------------------|----------------------------------
  0-0,5......................... |               0,09
0,6-1,0......................... |               0,13
1,1-2,0......................... |               0,22
2,1-3,0......................... |               0,43
3,1-5,0......................... |               0,80


    

 
                           Appendice n. 9 

 
      DETERMINAZIONE DELLA VISCOSITA' DEI COMBUSTIBILI LIQUIDI. 

 
  L'accertamento  della  viscosita'  dei  campioni  di   combustibili
prelevati dai depositi  deve  essere  effettuato  secondo  il  metodo
descritto nella presente appendice. 
  I certificati di analisi previsti nell'art. 19, 40 cpv. della legge
devono specificare la viscosita' esprimendo i risultati, ottenuti  in
unita' egs a 50 gradi C, in gradi Engler  alla  medesima  temperatura
per mezzo della  tabella  di  conversione  riportata  in  fondo  alla
appendice. 

 
Metodo di analisi. 

 
  Il metodo di analisi descritto di seguito  riguarda  l'accertamento
regolamentare della  viscosita'  cinematica  degli  oli  combustibili
derivati dal petrolio. 
  La  viscosita'  dei  campioni  di  combustibile  viene  determinata
mediante la misura del tempo che un determinato  volume  di  liquido,
alla temperatura di 50 gradi C, impiega per  scorrere  attraverso  un
tubo capillare per effetto della sola forza di gravita'. 
  Le unita' di misura per le determinazioni  di  viscosita'  sono  lo
Stoke ed il suo sottomultiplo centistoke (cSt). 

 
Apparecchiatura. 

 
  Gli apparecchi regolamentari da impiegarsi  per  la  determinazione
sono i viscosimetri che permettono misure  di  viscosita'  cinematica
compresa fra i 20 ed i 60 cSt, entro  i  limiti  di  ripetibilita'  e
riproducibilita' appresso specificati. 
  I  viscosimetri  da  impiegarsi  devono  essere  corredati  da   un
certificato del costruttore da cui risultino i valori della  costante
caratteristica dell'apparecchio e della costante di taratura. Poiche'
la costante di taratura (C) dipende dalla accelerazione di  gravita',
il valore di detta accelerazione  (g)  nel  luogo  in  cui  e'  stata
effettuata la taratura  deve  essere  annotato  sul  certificato  con
approssimazione fino alla terza cifra decimale. 
  Se  l'accelerazione  di  gravita'  nel  luogo  di   impiego   dello
apparecchio differisce di  oltre  lo  0,1%  da  quella  indicata  sul
certificato, la costante di taratura  deve  essere  corretta  per  il
calcolo dei risultati, mediante il rapporto: 
                                   g1 
                             C1 = ---- C 
                                   g 

 
essendo le grandezze  affette  da  indice  1  relative  al  luogo  di
impiego. 
  I viscosimetri, al momento del loro impiego, devono  essere  sempre
montati su appositi supporti o intelaiature muniti di filo a piombo. 
  Le determinazioni devono essere  compiute  tenendo  i  viscosimetri
costantemente immersi in un  bagno  termostatato  in  modo  tale  che
nessuna parte del campione in esame si trovi a distanza minore di  cm
2  dalla  superficie  del  bagno  o  dal  fondo  del  recipiente.  La
temperatura del bagno deve essere  mantenuta  per  tutto  il  periodo
della determinazione e per tutto lo spazio occupato dai  viscosimetri
a 50 + 0,01 gradi C La temperatura del bagno deve essere  controllata
mediante un adatto termometro a mercurio di  alta  precisione  avente
campo di misura da 48,6 a 51,4 gradi C e divisioni da 0,05  gradi  C.
Detti termometri devono essere frequentemente  tarati  per  confronto
con termometro campione mediante immersione fino alla sommita'  della
colonna di mercurio con il rimanente  dello  stelo  ed  il  bulbo  di
espansione  sito  alla  sommita'   del   termometro,   esposti   alla
temperatura ambiente. Termometri nuovi possono richiedere  di  essere
controllati ogni settimana. 
  E' indispensabile che ogni taratura  per  confronto  sia  preceduta
sempre dalla verifica della corrispondenza dello zero del  termometro
campione con il punto di fusione del  ghiaccio  e  che  venga  tenuto
conto delle eventuali correzioni. 
  I tempi di  deflusso  nei  viscosimetri  dovranno  essere  misurati
mediante cronometri a scatto aventi divisioni al quinto  di  secondo,
che presentino scostamenti percentuali minori di 0,05 quando  vengano
controllati per periodi di tempo di 15 minuti primi con  orologio  di
precisione la cui marcia  sia  giornalmente  verificata  sui  segnali
cronometrici radiotrasmessi dall'Istituto "G. Ferraris" di Torino. 
  Gli apparecchi viscosimetrici da ammettere  per  la  determinazione
regolamentare  della  viscosita'  dei  combustibili,  devono   essere
preliminarmente collaudati per mezzo di oli campione. 

 
 

 
 

 

              Parte di provvedimento in formato grafico



 


 
 

 
  (standard di viscosita) aventi caratteristiche perfettamente note e
stabili. A tale scopo si monta l'apparecchio come appresso  descritto
e, mediante il risultato medio di  tre  prove,  si  verifica  che  la
costante di taratura nell'apparecchio sia esattamente uguale a quella
dichiarata sul certificato  rilasciato  dal  costruttore,  per  mezzo
della relazione C = V/t in cui V = viscosita' a 50 gradi C  dell'olio
campione, in cSt; t = tempo di scorrimento in secondi. 
  Per la valutazione dei risultati delle singole prove di collaudo si
adottano gli stessi criteri fissati appresso  per  le  determinazioni
regolamentari. 

 
Procedimento per le determinazioni. 

 
  Si prende un viscosimetro gia' collaudato, accuratamente pulito  ed
asciugato nei modi appresso specificati, avente caratteristiche  tali
che il tempo di scorrimento con il combustibile da verificare risulti
non inferiore al tempo minimo specificato sul certificato e  comunque
non inferiore a 200 secondi. 
  Si  riscalda  a  bagnomaria  il  campione   di   combustibile   nel
contenitore pervenuto  al  laboratorio,  fino  a  circa  50  gradi  C
mescolando continuamente con bacchetta di vetro e si esamina il fondo
del contenitore per accertare che tutto il combustibile contenuto sia
reso omogeneo. Si versano 100 ml del campione in una beuta da 125  ml
chiudendo con tappo di sughero; si immerge la beuta in  un  bagno  di
acqua bollente per 30 minuti primi. Tolto il campione dal  bagno,  si
rimescola accuratamente e si versa direttamente  nel  viscosimetro  -
gia'  immerso  nel  bagno  termostatico  -  filtrando  attraverso  il
setaccio metallico avente 6400 maglie quadrate per cmq di mm 0,075 di
lato (luce libera). La  quantita'  versata  deve  essere  in  leggero
eccesso rispetto a quella occorrente per la misura. 
  Si regola, mediante pressione  d'aria,  il  livello  superiore  del
campione in esame, nel braccio  capillare  dell'apparecchio,  ad  una
posizione che preceda di circa 5 mm la tacca in corrispondenza  della
quale ha inizio la misura del tempo di scorrimento. 
  Prima di eseguire la misurazione del tempo di scorrimento,  occorre
accertarsi che le oscillazioni della temperatura del  bagno,  intorno
al valore di 50 gradi C ± 0,01 gradi C, siano annullate. 
  Si da' l'avvio allo scorrimento del campione e si  misura  mediante
cronometro il tempo impiegato dal menisco  per  passare  dalla  prima
alla seconda tacca, con l'approssimazione di un  quinto  di  secondo.
Nei viscosimetri a flusso inverso devono effettuarsi misure duplicate
per ogni determinazione; in questo caso i tempi  di  scorrimento  non
devono  differire  tra  loro  pin  dello  0,35  per  cento.  Se  tale
concordanza non e' raggiunta, il risultato della prova va scartato  e
la determinazione deve essere ripetuta. 
  Gli apparecchi, subito  dopo  ogni  determinazione,  devono  essere
puliti accuratamente mediante benzina  rettificata  e  ripassati  con
etere di petrolio. Seguira'  l'asciugatura  dei  viscosimetri  puliti
mediante insufflazione di aria  secca  filtrata,  protratta  fino  ad
alimentazione delle ultime tracce del solvente. 
  Eventuali depositi dovranno  essere  rimossi  per  mezzo  di  acido
cromico, preceduto - se si riscontrano depositi inorganici  -  da  un
lavaggio con acido cloridrico; seguira' una risciacquatura con  acqua
distillata ed acetone e l'asciugatura dei viscosimetri  cosi'  puliti
mediante insufflazione di aria  secca  filtrata,  protratta  fino  ad
eliminazione delle ultime tracce di solvente. 

 
Calcolo ed espressione dei risultati: 

 
  La viscosita' cinematica dei campioni di  combustibile  si  calcola
moltiplicando il tempo di scorrimento misurato in secondi e quinti di
secondo per la costante di taratura del viscosimetro usato,  espressa
in cSt/sec: la viscosita' del campione esaminato risulta espressa  in
cSt e deve essere riportata in gradi Engler per mezzo  della  tabella
di conversione. 

 
  Precisione delle determinazioni: 

 
  Risultati ripetuti ottenuti nello  stesso  laboratorio,  impiegando
gli stessi o diversi viscosimetri, non devono differire fra  loro  di
oltre lo 0,35 per cento della loro media. 
  Risultati ottenuti da laboratori diversi, non devono differire  fra
loro di oltre l'1% della loro media. 

 
TABELLA DI CONVERSIONE DELLE VISCOSITA' CINEMATICHE  (CST)  IN  GRADI
                               ENGLER 

 
 

 
 

 

              Parte di provvedimento in formato grafico