Visto l'art. 6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986 n. 349; Visto il D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377; Visto il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988, concernente 'Norme tecniche per la redazione degli studi d'impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilita' di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n.349, adottate ai sensi dell'art. 3 del D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377'; Visto l'art. 18, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67; il D.P.C.M. del 2 febbraio 1989 costitutivo della Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale e successive modifiche ed integrazioni; il decreto del Ministro dell'ambiente del 13 aprile 1989 concernente l'organizzazione ed il funzionamento della predetta Commissione; il D.P.C.M. del 25 marzo 1997 per il rinnovo della composizione della Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale; Vista la domanda di pronuncia di compatibilita' ambientale concernente il progetto relativo ad un impianto di inertizzazione delle ceneri tossico-nocive annesso all'impianto di termoutilizzazione di RSU, da realizzarsi nel comune di Trezzo sull'Adda (MI), presentata dalla societa' Prima S.r.l., via G. E. Falck, 63 - 20099 Sesto San Giovanni (MI), in data 7 marzo 2000 e pervenuta in data 22 marzo 2000, prot. 3641/VIA/A.O.13.i; Vista la documentazione consegnata dal proponente consistente negli elaborati di progetto e studio d'impatto ambientale con relativi allegati, nonche' le documentazioni integrative richieste dal Servizio V.I.A. del Ministero dell'Ambiente in data 17 luglio 2000, prot. n. 8968/VIA/A.O.13.i, e trasmesse dal proponente in data 23 luglio 2000, prot. n. 9304/VIA/A.O.13.i) e in data 8 agosto 2000, prot. n. 10131/VIA/A.O.13.i; Vista la nota del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali n. ST/409/18967 del 1. settembre 2000, pervenuta in data 11 settembre 2000, prot. n. 11045/VIA/A.O.13.i, con cui lo stesso ha espresso il proprio parere sul progetto; Vista la nota della Regione Lombardia del 20 novembre 2000, n. Z1.2000.0046828 , con cui la stessa ha trasmesso la delibera di Giunta Regionale (delibera VII/1917 del 31 ottobre 2000) contenente il parere regionale sul progetto; Visto il parere n. 379 formulato in data 27 settembre 2000 dalla Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale a seguito dell'istruttoria sul progetto presentato dalla societa' Prima S.r.l.; Considerato che in detto parere la Commissione per le valutazioni d'impatto ambientale ha: preso atto che: la documentazione tecnica trasmessa consiste in un progetto per la realizzazione di un impianto di inertizzazione fisico-chimica delle ceneri di caldaia e di residui del trattamento fumi inserito nel ciclo di trattamento rifiuti solidi urbani dell'impianto di termoutilizzazione. Tipologia impiantistica: impianto di inertizzazione fisico-chimica di rifiuti pericolosi dotato di vasca di maturazione, serbatoi di stoccaggio ceneri e reagenti, e sistemi di gestione automatica. Processo adottato: processo di inertizzazione a base di cemento-silicati. Caratteristiche del rifiuto da sottoporre a processo: ceneri di caldaia derivanti da termodistruzione di rifiuti urbani classificati come rifiuto tossico e nocivo ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915/1982 sulla base della concentrazione di metalli pesanti. Quantita' di rifiuto in ingresso: 11050 t/anno. Quantita' di rifiuto inertizzato in uscita: 17130 t/anno. Consumi di materia prima: cemento Portland: 0.2 kg per kg di ceneri, pari a 2210 t/anno; reagenti: 0.05 kg per kg di ceneri, pari a 552 t/anno. Consumi idrici: 0.31 per kg di ceneri, pari a 3315 mc/anno. Reflui idrici: non sono previsti reflui idrici da processo; i reflui idrici originati dal lavaggio impianti vengono convogliati alla fognatura o recapitati ad impianti di depurazione esterni. Consumo di energia elettrica: 143000 Kwh/anno. Emissioni in atmosfera: portata dei depolveratori: 240 Nmc/h; concentrazione max di polveri in uscita dai depolveratori: 10 mg/Nmc; altezza di emissione: 22.5 m; emissioni di odori (ammoniaca) durante le fasi di caricamento prodotto inertizzato. Emissioni sonore stimate: sorgente puntiforme con Lp pari a 80 dB(A). Produzione di rifiuti: non sono previsti rifiuti solidi oltre a quelli oggetto del processo di inertizzazione. Estensione dell'area dedicata all'impianto: 700 mc. Altezza massima dell'impianto: 22.5 m. Traffico indotto: 7 automezzi pesanti/giorno come valore massimo. Il sito previsto per la realizzazione dell'impianto di inertizzazione si trova all'interno dei confini dell'impianto di termodistruzione, localizzato nell'area industriale in localita' 'Concesa' a sud del centro abitato del comune di Trezzo sull'Adda, in provincia di Milano. Per quanto attiene il Quadro Programmatico: l'impianto di inertizzazione si pone a dotazione del sistema di trattamento dei rifiuti provenienti dall'ambito 9, provincia di Milano, ed e' finalizzato a declassare, ai fini dello smaltimento, i prodotti di combustione, in modo da permettere la definitiva dimora in discariche di II categoria tipo B; la necessita' di dotare il termoutilizzatore attualmente in costruzione di un impianto di inertizzazione e' conforme con le linee guida del piano provinciale di smaltimento rifiuti, che stabiliscono che gli impianti di incenerimento 'dovranno essere dotati di monitoraggio in continuo delle emissioni, di dispositivi di inertizzazione delle ceneri, e di trattamento di tutti gli effluenti'; il progetto e' coerente con la pianificazione territoriale, in quanto: per il comune di Trezzo sull'Adda e' tutt'oggi in vigore la Variante al P.G.R. adottata nel 1990 e approvata nel 1993; per effetto della Conferenza dei Servizi, tenutasi in data 13 dicembre 1996 e convocata ai sensi dell'art. 3-bis legge 441/1987, l'attuale destinazione dei terreni sui quali sorge il termoutilizzatore ed il previsto inertizzatore e' a destinazione industriale; l'intero territorio comunale di Trezzo sull'Adda e' interessato dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) per la gestione del Parco Adda Nord in quanto area esterna al perimetro del Parco. In relazione agli indirizzi dettati dal PTC per l'area oggetto della localizzazione, che dista circa un chilometro dai confini del parco, non si prevedono specifici indirizzi e vincoli. Per quanto attiene il quadro progettuale: il processo di inertizzazione scelto per l'impianto e' un processo a leganti idraulici basato sull'utilizzo di cemento Portland e silicati, adatto per l'immobilizzazione di inquinanti inorganici tossici quali metalli pesanti, ma non per inquinanti organici; l'impianto di incenerimento al quale l'impianto in valutazione dovra' essere asservito e' un impianto di nuova realizzazione e dotato di postcombustore, e quindi si puo' ritenere che la concentrazione di microinquinanti organici presenti nelle ceneri di caldaia sara' trascurabile e comunque non tale da far classificare le ceneri come rifiuti tossici e nocivi ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915/1982; al contrario il contenuto di metalli pesanti, ed in particolare il Pb, Cd, e Hg, e' tale da far classificare le ceneri degli impianti di termoincenerimento come rifiuti tossici e nocivi ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915/1982; l'impianto di inertizzazione trattera' esclusivamente le ceneri di caldaia provenienti dal complesso di termovalorizzazione dei rifiuti in costruzione a Trezzo sull'Adda, e quindi il materiale in ingresso risulta piu' omogeneo rispetto a quanto puo' avvenire in altri impianti di inertizzazione dedicati al trattamento di rifiuti di provenienza diversificata; il processo di inertizzazione e' stato scelto sulla base di evidenze sperimentali riportate in letteratura relative all'inertizzazione di ceneri provenienti da impianti di incenerimento analoghi ma non identici a quello in esame; da tali evidenze sperimentali risulta che il processo adottato permette di ottenere un materiale condizionato che sottoposto al test di cessione all'acido acetico condotto con le metodiche di legge, e' caratterizzato da concentrazioni di metalli pesanti nell'eluato comprese entro 10 volte i limiti di Tab. A della legge 319/76; dalle citate evidenze sperimentali risulta altresi' una notevole diversita' dell'efficacia del processo di inertizzazione in funzione delle caratteristiche del materiale in ingresso, e delle caratteristiche dei reagenti utilizzati; per quanto riguarda i sistemi per la prevenzione dell'inquinamento idrico: a) il processo di inertizzazione non comporta scarichi idrici; b) l'acqua di processo, pari a 0.3 kg per kg di cenere trattata, viene completamente fissata nel rifiuto inertizzato, in parte come acqua di idratazione, ed in parte per capillarita'; c) l'intero trattamento di inertizzazione e' svolto a circuito chiuso e non sono pertanto possibili percolamenti o fuoriuscite varie; d) le acque di lavaggio degli impianti e le acque di prima pioggia vengono convogliate in uno stoccaggio provvisorio e quindi inviate ad un trattamento idoneo o, se le loro caratteristiche qualitative e quantitative lo consentono, recapitate nella fognatura comunale; per quanto riguarda i sistemi per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico: a) per prevenire le emissioni di polveri durante la fase di trasporto e di stoccaggio delle ceneri le fasi di stoccaggio e miscelazione avvengono in circuito chiuso, e i serbatoi di stoccaggio sono dotati di un sistema di abbattimento polveri costituito da filtri a maniche a tessuto filtrante ed a scuotimento automatico; b) le emissioni di ammoniaca dovuta alla presenza di cloruro di ammonio nelle ceneri, originatesi nella sezione di trattamento fumi del termoutilizzatore per reazione tra l'ammoniaca libera, residua del trattamento SCNR, e l'acido cloridrico, vengono minimizzate convogliando ai forni di incenerimento l'aria presente nel reattore di miscelazione, e quella dei locali delle vasche di maturazione; c) non vengono tuttavia fornite indicazioni sulle concentrazioni di ammoniaca che si potrebbero verificare all'interno dei locali delle vasche di maturazione, dove fra l'altro avviene il caricamento dei camion destinati alle discariche esterne. Per quanto attiene il quadro ambientale: per quanto riguarda la componente ambientale aria: in base alle caratteristiche meteoclimatiche dell'area, tipiche della pianura Padana, ai dati anemometrici relativi alle stazioni di Cassano d'Adda e di Brera, alle principali sorgenti di inquinamento presenti nel territorio, ed ai risultati delle campagne di monitoraggio effettuate nell'area, la qualita' dell'aria nella zona di Trezzo sull'Adda puo' essere considerata accettabile; in base all'analisi modellistica della dispersione delle emissioni del termovalorizzatore, effettuata su breve e lungo termine in uno studio precedente, le maggiori probabilita' di ricaduta al suolo degli inquinanti sono situate ad un chilometro a N-NE dell'impianto e sono comunque estremamente contenute in termini di concentrazione, ampiamente al di sotto dei valori guida di qualita' dell'aria; i serbatoi di stoccaggio delle ceneri sono dotati di sistemi di abbattimento delle polveri con concentrazioni nell'effluente inferiori ai limiti di emissione previsti dalla vigente normativa; per quanto riguarda la componente ambientale acqua: il territorio comunale di Trezzo sull'Adda e' solcato dal reticolo idrografico superficiale del fiume Adda (portate medie mensili oscillanti fra 95 e 270 mc/s) e da una serie di 'cavi' aventi essenzialmente la funzione di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche; i pozzi di Trezzo sull'Adda attingono da una prima falda ad una profondita' di 15-21 metri, e da una seconda falda ad una profondita' di 27-33 metri; nel comune di Trezzo sull'Adda si rileva la presenza di 5 pozzi pubblici ad uso potabile, di cui 4 distanti circa 2.5 km dall'area dell'impianto, ed 1 (situato in localita' Concesa) dista 1.800 m dall'area dell'impianto; non si rileva la presenza di pozzi pubblici nel raggio di 500 m dall'area dell'impianto; per quanto riguarda la componente ambientale suolo e sottosuolo: tutti i terreni e le rocce affioranti nel territorio comunale di Trezzo sono di eta' quaternaria. Alcuni sono attribuibili a fenomeni di tipo fluvioglaciale (ceppo, fluvioglaciale Mindel, Riss-Wurm), mentre altri, come quelli che costituiscono il terrazzo inferiore ed i depositi dell'alveo dell'Adda, sono di origine alluvionale piu' recente; l'area interessata dall'intervento oggetto di studio ricade nell'unita' che il SIA classifica 'unita' delle aree terrazzate prive di morfogenesi attiva', depositi costituenti il livello fondamentale della pianura, che a Trezzo corrispondono al centro abitato ed alla zona industriale di Concesa, caratterizzati da ghiaie e sabbie ben stratificate con elevata permeabilita'; per quanto riguarda la componente ambientale flora e fauna: il sito di localizzazione si colloca in un'area fortemente antropizzata a destinazione industriale, confinante con appezzamenti agricoli coltivati a seminativo. Particolare rilevanza assume tuttavia il Parco Naturale dell'Adda Nord localizzato circa ad 1 km ad est dal sito di localizzazione. Nel territorio comunale di Trezzo sull'Adda ricadente nell'ambito del parco, si notano emergenze vegetazionali generalmente caratterizzate dalla dominanza alloctona infestante, fortemente frequentate e prossime a centri abitati e strade si scorrimento; l'avifauna non sembra essere tra le piu' ricche e varie a causa della scarsita' di zone umide ben gestite ed in condizioni ambientali accettabili; nel parco sono presenti il riccio (Erinaceus europeus), la talpa (Talpa euripaea e Talpa caeca), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) e la lepre (Lepus europaeus); presenti inoltre il ghiro (Glis glis) in tutte le aree boscate in buone condizioni, il moscardino (Muscardinus avellanarius) e l'arvicola (Arvicola terrestris). Nelle aree degradate e' presente il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus). La volpe (Vulpes vulpes) e' in fase di marcata espansione territoriale. Sono presenti inoltre la puzzola (Mustela potorius), la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina) ed il tasso (Meles meles); per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e di uso del territorio: Trezzo sull'Adda si colloca in un territorio dove l'agricoltura ha caratterizzato l'uso del suolo e l'organizzazione del territorio fino agli anni '60. Solo lungo l'asta dell'Adda si trovano le grandi industrie insediate a partire dal secolo scorso, favorite dalla ricchezza delle risorse idriche. Negli anni piu' recenti Trezzo sull'Adda e' stato interessato dal processo di sviluppo edilizio che ha caratterizzato anche il resto della provincia e che e' stato favorito dall'accessibilita' del territorio. Sul territorio comunale si individuano inoltre aree di smaltimento incontrollato dei rifiuti che possono aver dato luogo a contaminazione dei suoli e delle falde acquifere. Gli indirizzi di pianificazione locale sono concentrati sull'obiettivo di contenere il consumo di suolo, da ottenere contemporaneamente alla valorizzazione delle aree agricole, urbane e fluviali. Trezzo sopporta una condizione prevalentemente gravosa in termini di densita' di traffico, con le conseguenti ricadute di inquinamento acustico ed atmosferico, congestione viaria diffusa, riduzione dell'accessibilita', scadimento della qualita' della vita urbana. Esaminate le integrazioni allo studio di impatto ambientale, risulta che: Relativamente all'impatto sul clima acustico, i valori assunti di immissione sia notturni che diurni, anche sommando il contributo del rumore di fondo, rientrano entro i valori limite di emissione previsti per l'ambiente esterno dal decreto del Presidente della Repubblica 1. dicembre 1997 per la classe V (aree prevalentemente industriali), assunta come classe di riferimento in assenza di zonizzazione del comune di Trezzo sull'Adda, ed in considerazione della destinazione d'uso industriale dell'area; il limite differenziale potrebbe invece essere superato in numerosi punti. Rispetto all'applicazione del criterio differenziale si fa riferimento all'art. 3, comma 2 del DM 11 dicembre 1996 (Applicazioni del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo), che stabilisce che 'per gli impianti a ciclo produttivo continuo, realizzati dopo l'entrata in vigore del presente decreto, il rispetto del criterio differenziale e' condizione necessaria per il rilascio della relativa concessione'. Per quanto riguarda le emissioni di aeriformi, l'impianto e' dotato di filtri a maniche posti alla sommita' dei serbatoi di stoccaggio delle ceneri, con le seguenti caratteristiche: portata dei depolveratori: 240 Nmc/h; concentrazione max di polveri in uscita dai depolveratori: 10 mg/Nmc; altezza di emissione: 22.5 m. Considerato che: l'obiettivo del processo di inertizzazione e' quello di immobilizzare i composti tossici presenti nelle ceneri allo scopo di prevenirne la loro dispersione nell'ambiente ad opera degli agenti atmosferici, consentendo inoltre il loro smaltimento in discariche di tipo II B; tuttavia tale processo dipende da una complessa combinazione di parametri (concentrazione degli inquinanti presenti nel rifiuto, dosaggio e caratteristiche dei reagenti, condizioni ambientali, efficienza della miscelazione, tempi di maturazione), e quindi non risulta possibile prevedere a priori l'esatta efficacia del processo; in particolare le condizioni operative dell'impianto potrebbero essere diverse rispetto a quelle relative ai dati sperimentali presentati nello Studio di Impatto Ambientale, sulla base dei quali il processo stesso e' stato selezionato; il livello di incertezza tecnologica del processo rende necessario non solo effettuare le opportune verifiche sul materiale inertizzato prima e dopo la sua messa a discarica, ma anche assicurare che l'unico materiale trattato consista effettivamente nelle ceneri prodotte dal termovalorizzatore di Trezzo d'Adda; infine, a causa delle piccole dimensioni dell'impianto, della sua ubicazione all'interno dell'area dell'impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, delle sue ridotte caratteristiche emissive, e dal trascurabile volume di traffico indotto, l'impatto sul paesaggio, sull'ambiente naturale, sul consumo di territorio e sulla qualita' dell'aria possono essere considerati trascurabili; il proponente, nell'ambito delle misure di mitigazione dell'impatto visivo del termovalorizzatore, ha gia' previsto delle opere di sistemazione a verde degli spazi esterni all'area del termovalorizzatore (che quindi interessano anche l'inertizzatore) fondata su tappeto erboso, su piantumazioni arboree lungo il perimetro dell'area, e su tappezzanti rifiorenti sulle piu' estese superfici erbose presenti all'interno dell'area. In conclusione la Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale ha espresso parere positivo in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni riportate in seguito nel presente decreto; Vista la delibera della Giunta Regionale Lombardia n. VII del 31 ottobre 2000, con cui si esprime parere favorevole sulla compatibilita' ambientale del progetto in questione, con le seguenti prescrizioni: 'il progetto deve essere completato: dalla verifica e dall'affinamento, da effettuarsi in sede di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio, delle strutture di stoccaggio e di maturazione delle ceneri inertizzate; dalla definizione della fase di sperimentazione per la messa a punto delle condizioni ottimali di trattamento, con il relativo programma di campionamenti ed analisi per la certificazione del rifiuto inertizzato; e deve essere data attuazione a quant'altro indicato nei parr. 2.6.2. (quadro progettuale) e 2.6.3. (quadro ambientale) della relazione istruttoria'. Nella citata relazione istruttoria si leggono, ai paragrafi citati, le seguenti indicazioni, cui s'intende riferita la precedente prescrizione della Regione Lombardia: Per quanto riguarda il quadro progettuale: relativamente alla fase di sperimentazione in laboratorio per la messa a punto delle condizioni ottimali di trattamento e il relativo programma di campionamento ed analisi per la certificazione del rifiuto inertizzato, si propone: nel primo mese di attivita' dell'unita' di inertizzazione (1a fase) sia effettuata almeno un'indagine settimanale, sottoponendo ad analisi il rifiuto in ingresso ed il corrispondente inertizzato; la frequenza mensile nei successivi sei mesi (2a fase); semestrale nel seguito (3a fase). Il passaggio dalla 1a fase alla 2a fase va subordinato alla rispondenza ai limiti di legge. Le analisi, oltre alla determinazione dei metalli pesanti, dovranno verificare la presenza eventuale di diossine. Risulta inoltre opportuno che: i campioni siano conservati e i dati ottenuti registrati e trasmessi mensilmente alle autorita' competenti al controllo; le procedure di controllo dei materiali in ingresso e in uscita siano specificate e concordate con le autorita' competenti, in particolare per quanto concerne la verifica di conformita' dell'inertizzato ai fini del conferimento in discarica. Per quanto riguarda il quadro ambientale: atmosfera: i sistemi di filtrazione siano dimensionati in modo tale da garantire in emissione dai sili il limite per le polveri di 10 mg/Nmc; porre particolare attenzione al controllo delle emissioni di ammoniaca e composti organici volatili; ambiente idrico: porre particolare attenzione al controllo delle caratteristiche dei reflui dal lavaggio delle aree di lavoro e da percolamento nelle vasche di maturazione, prima di optare per lo scarico nella pubblica fognatura; suolo e sottosuolo: puntuale applicazione o, eventualmente, ulteriore affinamento in sede di autorizzazione, delle misure di prevenzione del rischio (polveri da manipolazione delle ceneri, governo del ciclo delle acque, massima attenzione all'isolamento e all'impermeabilizzazione delle strutture); rumore: e' necessario, in fase di esercizio, monitorare costantemente i livelli di rumore all'intorno dell'insediamento. Visto il parere del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali del 1. settembre 2000, prot. n. ST/409/18967, con cui si esprime parere favorevole alla richiesta di pronuncia di compatibilita' ambientale del progetto in esame in conformita' con i pareri espressi dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano e la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, con 'l'obbligo di ottemperare alle disposizioni della vigente legge di tutela D.L. 490/1999 che prevede, in caso di rinvenimenti archeologici fortuiti, l'immediata sospensione dei lavori e la tempestiva comunicazione alla Soprintendenza Archeologica competente per territorio'; Preso atto che: non sono pervenute osservazioni da parte del pubblico ai sensi dell'art. 6, comma 9 della legge 349/1986; Ritenuto: di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma 4, dell'art. 6 della legge 349/86, alla pronuncia di compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata; Esprime: giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del progetto relativo all'inertizzatore delle ceneri tossico-nocive annesso all'impianto di termoutilizzazione di RSU, da realizzarsi nel comune di Trezzo sull'Adda (MI), presentato dalla Societa' PRIMA S.r.l., a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni: A) Limitazioni al materiale in ingresso: l'impianto di inertizzazione dovra' trattare unicamente le ceneri di caldaia ed i residui del trattamento dei fumi prodotti dal termovalorizzatore di Trezzo sull'Adda; e' quindi da escludersi l'impiego per il trattamento di ceneri di caldaia e residui del trattamento fumi di altri impianti o di rifiuti di provenienza diversa, anche se usati come reagenti per il processo di inertizzazione. B) Verifiche analitiche sul materiale in ingresso: prima dell'avvio del nuovo impianto di inertizzazione, e contestualmente al collaudo del termovalorizzatore, dovra' essere effettuata una completa caratterizzazione delle ceneri di caldaia e dei residui di trattamento fumi dello stesso, con particolare riguardo alla presenza di composti organici tossici (idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili, policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani) e metalli pesanti. Tale caratterizzazione, le cui modalita' di campionamento e metodologia analitica dovranno essere concordate con l'ARPA della regione Lombardia, consentiranno di definire con maggiore precisione la validita' del processo di inertizzazione scelto (in termini di composizione della miscela e dei tempi di maturazione) in rapporto alla composizione del rifiuto. C) Verifiche analitiche sul materiale inertizzato in funzione del processo adottato. In fase di collaudo dell'inertizzatore dovranno essere effettuati test di eluizione sul rifiuto inertizzato finalizzati alla quantificazione delle concentrazioni nell'eluato di composti organici tossici e metalli pesanti. Queste indagini avranno l'obiettivo di individuare la migliore miscela di inertizzazione, e dovranno quindi essere ripetuti per diverse miscele e tempi di maturazione. Dopo l'avvio a regime dell'impianto dovranno inoltre essere effettuati periodicamente dei test di eluizione sul materiale inertizzato, a diversi tempi di maturazione, allo scopo di verificare l'effettiva rispondenza ai parametri di legge previsti per i rifiuti da smaltire in discarica di tipo II B. Le modalita' e le frequenze di campionamento, la metodologia analitica, e la metodologia per l'elaborazione dei dati dovranno essere concordate con l'ARPA della regione Lombardia. D) Conservazione di campioni di materiale inertizzato. Durante lo stoccaggio del materiale inertizzato, prima dell'avvio in discarica dopo i previsti controlli interni, dovra' essere prelevato e conservato in un idoneo contenitore, sigillato a cura del responsabile di impianto, un campione di rifiuto per ogni partita avviata a smaltimento; il campione dovra' essere individuato mediante un codice specifico e la data di avvio in discarica, e registrato su un apposito registro. Ad ogni campione prelevato nell'impianto di inertizzazione dovra' inoltre essere associato un ulteriore campione della stessa partita, prelevato e sigillato a cura del responsabile della discarica utilizzata per lo smaltimento finale, subito prima della sua collocazione definitiva. Tale campione dovra' essere caratterizzato dallo stesso codice assegnato all'impianto di inertizzazione, dalla data di smaltimento in discarica e dalle coordinate della cella di smaltimento. I campioni di rifiuti inertizzati cosi' prelevati dovranno essere conservati per almeno 60 giorni in un apposito locale a disposizione dell'autorita' di controllo. E) Caratteristiche tecniche delle vasche di maturazione. In considerazione della notevole permeabilita' della falda, le vasche di maturazione dovranno essere realizzate in modo da garantire un adeguato livello di impermeabilizzazione nonche' una buona durabilita'. L'impermeabilizzazione delle vasche di maturazione dovra' essere specifico oggetto di collaudo in sede di autorizzazione all'esercizio da parte della autorita' competente. F) Monitoraggio della qualita' dell'aria in relazione alle emissioni di ammoniaca. In considerazione del fatto che il rilascio di ammoniaca durante il processo di inertizzazione e' in funzione della quantita' di ammoniaca utilizzata per l'abbattimento degli NOx, e puo' essere minimizzato con un'oculata gestione del sistema di abbattimento degli Nox, dovra' essere effettuato, almeno nelle prime fasi di conduzione dell'impianto, un monitoraggio dell'ammoniaca rilasciata durante il processo di inertizzazione nell'atmosfera dell'ambiente esterno e degli ambienti di lavoro (in particolare nella zona di carico del materiale inertizzato). Tale attivita' di monitoraggio, da concordare con l'ARPA regionale, dovra' consentire di individuare le modalita' ottimali di gestione dell'impianto di termovalorizzazione, e dovra' essere effettuata ad integrazione delle campagne di monitoraggio previste per la verifica dell'impatto del termovalorizzatore sulla qualita' dell'aria. I risultati delle campagne di monitoraggio della qualita' dell'aria dovranno essere tenuti a disposizione delle autorita' competenti. G) Presentazione di un progetto di dettaglio sulle misure di contenimento delle emissioni sonore e realizzazione di una campagna di monitoraggio dei livelli sonori. Dovra' essere redatto un programma di contenimento delle emissioni sonore dell'impianto finalizzato a far rientrare i livelli di rumore entro i limiti previsti dalla normativa adottando il criterio differenziale. Successivamente all'entrata in funzione dell'inertizzatore, dovranno inoltre essere effettuate campagne di misura dei livelli acustici, allo scopo di dimostrare il rispetto dei valori limite previsti dalla normativa. Qualora non dovessero essere verificate le condizioni imposte dalla normativa, il proponente dovra' porre in atto adeguate misure attive e passive di riduzione del rumore ambientale fino al rientro nei limiti fissati. La campagna di monitoraggio dovra' essere effettuata secondo i criteri previsti dal DM 16 marzo 1998. I risultati delle campagne di monitoraggio dovranno essere tenuti a disposizione delle autorita' competenti. H) Realizzazione delle previste opere di mitigazione visiva. Il progetto in esame fa parte di un piu' ampio sistema impiantistico di smaltimento rifiuti per il quale il proponente ha gia' previsto la sistemazione a verde degli spazi esterni e interni per il suo migliore inserimento paesistico. In particolare, tale sistemazione consiste nella piantumazioni, lungo il perimetro dell'area del termovalorizzatore, di una fitta serie di populus nigra 'Italica' corredata da una fascia di essenze arboree ed arbustive che dovra' essere realizzata nel rispetto delle formazioni autoctone presenti nel territorio, tenendo conto della consistenza necessaria per la barriera vegetativa con funzioni tampone. Si ritiene quindi di non dover prescrivere, in questa sede, ulteriori misure di mitigazione a condizione che gli interventi di sistemazione sopra descritti vengano effettivamente realizzati. Oltre all'ottemperanza delle prescrizioni di cui sopra, debbono essere ottemperate anche le prescrizioni dettate dal Ministero per i beni e le attivita' culturali e dalla Regione Lombardia riportate integralmente in premessa. Dispone: che ai fini dell'approvazione di cui all'art. 27 del DLgs 22/1997, il proponente dovra' trasmettere alla Regione Lombardia, e per conoscenza al Ministero dell'ambiente - Servizio V.I.A., gli elaborati definitivi del progetto adeguati secondo le prescrizioni del presente decreto; che il presente provvedimento sia comunicato all'Amministrazione comunale di Trezzo sull'Adda ed alla Regione Lombardia, la quale provvedera' a depositarlo presso l'Ufficio istituito ai sensi dell'art.5, comma terzo, del D.P.C.M. 377 del 10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre amministrazioni eventualmente interessate. Roma, 29 dicembre 2000 Il Ministro dell'ambiente Il Ministro per i beni e le attivita' culturali Il mandatario: dott. Hansruedi Schenk S-16544 (A pagamento).