PRIMA - S.r.l.
IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
di concerto con il
MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI'

(GU Parte Seconda n.137 del 15-6-2001)

      Visto l'art. 6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986 n.
 349;
    Visto il D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377;
      Visto il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988, concernente 'Norme
 tecniche per la redazione degli studi d'impatto ambientale e la
 formulazione del giudizio di compatibilita' di cui all'art. 6 della
 legge 8 luglio 1986, n.349, adottate ai sensi dell'art. 3 del
 D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377';
      Visto l'art. 18, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
 D.P.C.M. del 2 febbraio 1989 costitutivo della Commissione per le
 valutazioni dell'impatto ambientale e successive modifiche ed
 integrazioni; il decreto del Ministro dell'ambiente del 13 aprile
 1989 concernente l'organizzazione ed il funzionamento della predetta
 Commissione; il D.P.C.M. del 25 marzo 1997 per il rinnovo della
 composizione della Commissione per le valutazioni dell'impatto
 ambientale;
      Vista la domanda di pronuncia di compatibilita' ambientale
 concernente il progetto relativo ad un impianto di inertizzazione
 delle ceneri tossico-nocive annesso all'impianto di
 termoutilizzazione di RSU, da realizzarsi nel comune di Trezzo
 sull'Adda (MI), presentata dalla societa' Prima S.r.l., via G. E.
 Falck, 63 - 20099 Sesto San Giovanni (MI), in data 7 marzo 2000 e
 pervenuta in data 22 marzo 2000, prot. 3641/VIA/A.O.13.i;
      Vista la documentazione consegnata dal proponente consistente
 negli elaborati di progetto e studio d'impatto ambientale con
 relativi allegati, nonche' le documentazioni integrative richieste
 dal Servizio V.I.A. del Ministero dell'Ambiente in data 17 luglio
 2000, prot. n. 8968/VIA/A.O.13.i, e trasmesse dal proponente in data
 23 luglio 2000, prot. n. 9304/VIA/A.O.13.i) e in data 8 agosto 2000,
 prot. n. 10131/VIA/A.O.13.i;
      Vista la nota del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
 n. ST/409/18967 del 1. settembre 2000, pervenuta in data 11 settembre
 2000, prot. n. 11045/VIA/A.O.13.i, con cui lo stesso ha espresso il
 proprio parere sul progetto;
      Vista la nota della Regione Lombardia del 20 novembre 2000, n.
 Z1.2000.0046828 , con cui la stessa ha trasmesso la delibera di
 Giunta Regionale (delibera VII/1917 del 31 ottobre 2000) contenente
 il parere regionale sul progetto;
      Visto il parere n. 379 formulato in data 27 settembre 2000 dalla
 Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale a seguito
 dell'istruttoria sul progetto presentato dalla societa' Prima S.r.l.;
      Considerato che in detto parere la Commissione per le
 valutazioni d'impatto ambientale ha:
       preso atto che: la documentazione tecnica trasmessa consiste in
 un progetto per la realizzazione di un impianto di inertizzazione
 fisico-chimica delle ceneri di caldaia e di residui del trattamento
 fumi inserito nel ciclo di trattamento rifiuti solidi urbani
 dell'impianto di termoutilizzazione.
 
      Tipologia impiantistica: impianto di inertizzazione
 fisico-chimica di rifiuti pericolosi dotato di vasca di maturazione,
 serbatoi di stoccaggio ceneri e reagenti, e sistemi di gestione
 automatica.
      Processo adottato: processo di inertizzazione a base di
 cemento-silicati.
      Caratteristiche del rifiuto da sottoporre a processo: ceneri di
 caldaia derivanti da termodistruzione di rifiuti urbani classificati
 come rifiuto tossico e nocivo ai sensi del decreto del Presidente
 della Repubblica n. 915/1982 sulla base della concentrazione di
 metalli pesanti.
    Quantita' di rifiuto in ingresso: 11050 t/anno.
    Quantita' di rifiuto inertizzato in uscita: 17130 t/anno.
    Consumi di materia prima:
     cemento Portland: 0.2 kg per kg di ceneri, pari a 2210 t/anno;
     reagenti: 0.05 kg per kg di ceneri, pari a 552 t/anno.
 
    Consumi idrici: 0.31 per kg di ceneri, pari a 3315 mc/anno.
      Reflui idrici: non sono previsti reflui idrici da processo; i
 reflui idrici originati dal lavaggio impianti vengono convogliati
 alla fognatura o recapitati ad impianti di depurazione esterni.
    Consumo di energia elettrica: 143000 Kwh/anno.
    Emissioni in atmosfera:
     portata dei depolveratori: 240 Nmc/h;
       concentrazione max di polveri in uscita dai depolveratori: 10
 mg/Nmc;
     altezza di emissione: 22.5 m;
       emissioni di odori (ammoniaca) durante le fasi di caricamento
 prodotto inertizzato.
 
      Emissioni sonore stimate: sorgente puntiforme con Lp pari a 80
 dB(A).
      Produzione di rifiuti: non sono previsti rifiuti solidi oltre a
 quelli oggetto del processo di inertizzazione.
    Estensione dell'area dedicata all'impianto: 700 mc.
    Altezza massima dell'impianto: 22.5 m.
    Traffico indotto: 7 automezzi pesanti/giorno come valore massimo.
      Il sito previsto per la realizzazione dell'impianto di
 inertizzazione si trova all'interno dei confini dell'impianto di
 termodistruzione, localizzato nell'area industriale in localita'
 'Concesa' a sud del centro abitato del comune di Trezzo sull'Adda, in
 provincia di Milano.
    Per quanto attiene il Quadro Programmatico:
       l'impianto di inertizzazione si pone a dotazione del sistema di
 trattamento dei rifiuti provenienti dall'ambito 9, provincia di
 Milano, ed e' finalizzato a declassare, ai fini dello smaltimento, i
 prodotti di combustione, in modo da permettere la definitiva dimora
 in discariche di II categoria tipo B;
       la necessita' di dotare il termoutilizzatore attualmente in
 costruzione di un impianto di inertizzazione e' conforme con le linee
 guida del piano provinciale di smaltimento rifiuti, che stabiliscono
 che gli impianti di incenerimento 'dovranno essere dotati di
 monitoraggio in continuo delle emissioni, di dispositivi di
 inertizzazione delle ceneri, e di trattamento di tutti gli
 effluenti';
il progetto e' coerente con la pianificazione territoriale, in quanto:
         per il comune di Trezzo sull'Adda e' tutt'oggi in vigore la
 Variante al P.G.R. adottata nel 1990 e approvata nel 1993;
         per effetto della Conferenza dei Servizi, tenutasi in data 13
 dicembre 1996 e convocata ai sensi dell'art. 3-bis legge 441/1987,
 l'attuale destinazione dei terreni sui quali sorge il
 termoutilizzatore ed il previsto inertizzatore e' a destinazione
 industriale;
         l'intero territorio comunale di Trezzo sull'Adda e'
 interessato dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) per la
 gestione del Parco Adda Nord in quanto area esterna al perimetro del
 Parco. In relazione agli indirizzi dettati dal PTC per l'area oggetto
 della localizzazione, che dista circa un chilometro dai confini del
 parco, non si prevedono specifici indirizzi e vincoli.
 
    Per quanto attiene il quadro progettuale:
       il processo di inertizzazione scelto per l'impianto e' un
 processo a leganti idraulici basato sull'utilizzo di cemento Portland
 e silicati, adatto per l'immobilizzazione di inquinanti inorganici
 tossici quali metalli pesanti, ma non per inquinanti organici;
       l'impianto di incenerimento al quale l'impianto in valutazione
 dovra' essere asservito e' un impianto di nuova realizzazione e
 dotato di postcombustore, e quindi si puo' ritenere che la
 concentrazione di microinquinanti organici presenti nelle ceneri di
 caldaia sara' trascurabile e comunque non tale da far classificare le
 ceneri come rifiuti tossici e nocivi ai sensi del decreto del
 Presidente della Repubblica n. 915/1982;
       al contrario il contenuto di metalli pesanti, ed in particolare
 il Pb, Cd, e Hg, e' tale da far classificare le ceneri degli impianti
 di termoincenerimento come rifiuti tossici e nocivi ai sensi del
 decreto del Presidente della Repubblica n. 915/1982;
       l'impianto di inertizzazione trattera' esclusivamente le ceneri
 di caldaia provenienti dal complesso di termovalorizzazione dei
 rifiuti in costruzione a Trezzo sull'Adda, e quindi il materiale in
 ingresso risulta piu' omogeneo rispetto a quanto puo' avvenire in
 altri impianti di inertizzazione dedicati al trattamento di rifiuti
 di provenienza diversificata;
       il processo di inertizzazione e' stato scelto sulla base di
 evidenze sperimentali riportate in letteratura relative
 all'inertizzazione di ceneri provenienti da impianti di incenerimento
 analoghi ma non identici a quello in esame;
       da tali evidenze sperimentali risulta che il processo adottato
 permette di ottenere un materiale condizionato che sottoposto al test
 di cessione all'acido acetico condotto con le metodiche di legge, e'
 caratterizzato da concentrazioni di metalli pesanti nell'eluato
 comprese entro 10 volte i limiti di Tab. A della legge 319/76;
       dalle citate evidenze sperimentali risulta altresi' una
 notevole diversita' dell'efficacia del processo di inertizzazione in
 funzione delle caratteristiche del materiale in ingresso, e delle
 caratteristiche dei reagenti utilizzati;
       per quanto riguarda i sistemi per la prevenzione
 dell'inquinamento idrico:
       a) il processo di inertizzazione non comporta scarichi idrici;
         b) l'acqua di processo, pari a 0.3 kg per kg di cenere
 trattata, viene completamente fissata nel rifiuto inertizzato, in
 parte come acqua di idratazione, ed in parte per capillarita';
         c) l'intero trattamento di inertizzazione e' svolto a
 circuito chiuso e non sono pertanto possibili percolamenti o
 fuoriuscite varie;
         d) le acque di lavaggio degli impianti e le acque di prima
 pioggia vengono convogliate in uno stoccaggio provvisorio e quindi
 inviate ad un trattamento idoneo o, se le loro caratteristiche
 qualitative e quantitative lo consentono, recapitate nella fognatura
 comunale;
       per quanto riguarda i sistemi per la prevenzione
 dell'inquinamento atmosferico:
         a) per prevenire le emissioni di polveri durante la fase di
 trasporto e di stoccaggio delle ceneri le fasi di stoccaggio e
 miscelazione avvengono in circuito chiuso, e i serbatoi di stoccaggio
 sono dotati di un sistema di abbattimento polveri costituito da
 filtri a maniche a tessuto filtrante ed a scuotimento automatico;
         b) le emissioni di ammoniaca dovuta alla presenza di cloruro
 di ammonio nelle ceneri, originatesi nella sezione di trattamento
 fumi del termoutilizzatore per reazione tra l'ammoniaca libera,
 residua del trattamento SCNR, e l'acido cloridrico, vengono
 minimizzate convogliando ai forni di incenerimento l'aria presente
 nel reattore di miscelazione, e quella dei locali delle vasche di
 maturazione;
         c) non vengono tuttavia fornite indicazioni sulle
 concentrazioni di ammoniaca che si potrebbero verificare all'interno
 dei locali delle vasche di maturazione, dove fra l'altro avviene il
 caricamento dei camion destinati alle discariche esterne.
 
    Per quanto attiene il quadro ambientale:
     per quanto riguarda la componente ambientale aria:
         in base alle caratteristiche meteoclimatiche dell'area,
 tipiche della pianura Padana, ai dati anemometrici relativi alle
 stazioni di Cassano d'Adda e di Brera, alle principali sorgenti di
 inquinamento presenti nel territorio, ed ai risultati delle campagne
 di monitoraggio effettuate nell'area, la qualita' dell'aria nella
 zona di Trezzo sull'Adda puo' essere considerata accettabile;
         in base all'analisi modellistica della dispersione delle
 emissioni del termovalorizzatore, effettuata su breve e lungo termine
 in uno studio precedente, le maggiori probabilita' di ricaduta al
 suolo degli inquinanti sono situate ad un chilometro a N-NE
 dell'impianto e sono comunque estremamente contenute in termini di
 concentrazione, ampiamente al di sotto dei valori guida di qualita'
 dell'aria;
         i serbatoi di stoccaggio delle ceneri sono dotati di sistemi
 di abbattimento delle polveri con concentrazioni nell'effluente
 inferiori ai limiti di emissione previsti dalla vigente normativa;
     per quanto riguarda la componente ambientale acqua:
         il territorio comunale di Trezzo sull'Adda e' solcato dal
 reticolo idrografico superficiale del fiume Adda (portate medie
 mensili oscillanti fra 95 e 270 mc/s) e da una serie di 'cavi' aventi
 essenzialmente la funzione di raccolta e smaltimento delle acque
 meteoriche;
         i pozzi di Trezzo sull'Adda attingono da una prima falda ad
 una profondita' di 15-21 metri, e da una seconda falda ad una
 profondita' di 27-33 metri;
         nel comune di Trezzo sull'Adda si rileva la presenza di 5
 pozzi pubblici ad uso potabile, di cui 4 distanti circa 2.5 km
 dall'area dell'impianto, ed 1 (situato in localita' Concesa) dista
 1.800 m dall'area dell'impianto;
         non si rileva la presenza di pozzi pubblici nel raggio di 500
 m dall'area dell'impianto;
     per quanto riguarda la componente ambientale suolo e sottosuolo:
         tutti i terreni e le rocce affioranti nel territorio comunale
 di Trezzo sono di eta' quaternaria. Alcuni sono attribuibili a
 fenomeni di tipo fluvioglaciale (ceppo, fluvioglaciale Mindel,
 Riss-Wurm), mentre altri, come quelli che costituiscono il terrazzo
 inferiore ed i depositi dell'alveo dell'Adda, sono di origine
 alluvionale piu' recente;
         l'area interessata dall'intervento oggetto di studio ricade
 nell'unita' che il SIA classifica 'unita' delle aree terrazzate prive
 di morfogenesi attiva', depositi costituenti il livello fondamentale
 della pianura, che a Trezzo corrispondono al centro abitato ed alla
 zona industriale di Concesa, caratterizzati da ghiaie e sabbie ben
 stratificate con elevata permeabilita';
     per quanto riguarda la componente ambientale flora e fauna:
         il sito di localizzazione si colloca in un'area fortemente
 antropizzata a destinazione industriale, confinante con appezzamenti
 agricoli coltivati a seminativo. Particolare rilevanza assume
 tuttavia il Parco Naturale dell'Adda Nord localizzato circa ad 1 km
 ad est dal sito di localizzazione. Nel territorio comunale di Trezzo
 sull'Adda ricadente nell'ambito del parco, si notano emergenze
 vegetazionali generalmente caratterizzate dalla dominanza alloctona
 infestante, fortemente frequentate e prossime a centri abitati e
 strade si scorrimento;
         l'avifauna non sembra essere tra le piu' ricche e varie a
 causa della scarsita' di zone umide ben gestite ed in condizioni
 ambientali accettabili;
         nel parco sono presenti il riccio (Erinaceus europeus), la
 talpa (Talpa euripaea e Talpa caeca), il coniglio selvatico
 (Oryctolagus cuniculus) e la lepre (Lepus europaeus); presenti
 inoltre il ghiro (Glis glis) in tutte le aree boscate in buone
 condizioni, il moscardino (Muscardinus avellanarius) e l'arvicola
 (Arvicola terrestris). Nelle aree degradate e' presente il ratto
 delle chiaviche (Rattus norvegicus). La volpe (Vulpes vulpes) e' in
 fase di marcata espansione territoriale. Sono presenti inoltre la
 puzzola (Mustela potorius), la donnola (Mustela nivalis), la faina
 (Martes foina) ed il tasso (Meles meles);
       per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e di uso del
 territorio:
         Trezzo sull'Adda si colloca in un territorio dove
 l'agricoltura ha caratterizzato l'uso del suolo e l'organizzazione
 del territorio fino agli anni '60. Solo lungo l'asta dell'Adda si
 trovano le grandi industrie insediate a partire dal secolo scorso,
 favorite dalla ricchezza delle risorse idriche.
         Negli anni piu' recenti Trezzo sull'Adda e' stato interessato
 dal processo di sviluppo edilizio che ha caratterizzato anche il
 resto della provincia e che e' stato favorito dall'accessibilita' del
 territorio.
  Sul territorio comunale si individuano inoltre aree di smaltimento
 incontrollato dei rifiuti che possono aver dato luogo a
 contaminazione dei suoli e delle falde acquifere.
         Gli indirizzi di pianificazione locale sono concentrati
 sull'obiettivo di contenere il consumo di suolo, da ottenere
 contemporaneamente alla valorizzazione delle aree agricole, urbane e
 fluviali.
         Trezzo sopporta una condizione prevalentemente gravosa in
 termini di densita' di traffico, con le conseguenti ricadute di
 inquinamento acustico ed atmosferico, congestione viaria diffusa,
 riduzione dell'accessibilita', scadimento della qualita' della vita
 urbana.
 
      Esaminate le integrazioni allo studio di impatto ambientale,
 risulta che:
       Relativamente all'impatto sul clima acustico, i valori assunti
 di immissione sia notturni che diurni, anche sommando il contributo
 del rumore di fondo, rientrano entro i valori limite di emissione
 previsti per l'ambiente esterno dal decreto del Presidente della
 Repubblica 1. dicembre 1997 per la classe V (aree prevalentemente
 industriali), assunta come classe di riferimento in assenza di
 zonizzazione del comune di Trezzo sull'Adda, ed in considerazione
 della destinazione d'uso industriale dell'area; il limite
 differenziale potrebbe invece essere superato in numerosi punti.
 Rispetto all'applicazione del criterio differenziale si fa
 riferimento all'art. 3, comma 2 del DM 11 dicembre 1996 (Applicazioni
 del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo
 continuo), che stabilisce che 'per gli impianti a ciclo produttivo
 continuo, realizzati dopo l'entrata in vigore del presente decreto,
 il rispetto del criterio differenziale e' condizione necessaria per
 il rilascio della relativa concessione'.
       Per quanto riguarda le emissioni di aeriformi, l'impianto e'
 dotato di filtri a maniche posti alla sommita' dei serbatoi di
 stoccaggio delle ceneri, con le seguenti caratteristiche:
       portata dei depolveratori: 240 Nmc/h;
         concentrazione max di polveri in uscita dai depolveratori: 10
 mg/Nmc;
       altezza di emissione: 22.5 m.
 
    Considerato che:
       l'obiettivo del processo di inertizzazione e' quello di
 immobilizzare i composti tossici presenti nelle ceneri allo scopo di
 prevenirne la loro dispersione nell'ambiente ad opera degli agenti
 atmosferici, consentendo inoltre il loro smaltimento in discariche di
 tipo II B;
       tuttavia tale processo dipende da una complessa combinazione di
 parametri (concentrazione degli inquinanti presenti nel rifiuto,
 dosaggio e caratteristiche dei reagenti, condizioni ambientali,
 efficienza della miscelazione, tempi di maturazione), e quindi non
 risulta possibile prevedere a priori l'esatta efficacia del processo;
 in particolare le condizioni operative dell'impianto potrebbero
 essere diverse rispetto a quelle relative ai dati sperimentali
 presentati nello Studio di Impatto Ambientale, sulla base dei quali
 il processo stesso e' stato selezionato;
       il livello di incertezza tecnologica del processo rende
 necessario non solo effettuare le opportune verifiche sul materiale
 inertizzato prima e dopo la sua messa a discarica, ma anche
 assicurare che l'unico materiale trattato consista effettivamente
 nelle ceneri prodotte dal termovalorizzatore di Trezzo d'Adda;
       infine, a causa delle piccole dimensioni dell'impianto, della
 sua ubicazione all'interno dell'area dell'impianto di
 termovalorizzazione dei rifiuti, delle sue ridotte caratteristiche
 emissive, e dal trascurabile volume di traffico indotto, l'impatto
 sul paesaggio, sull'ambiente naturale, sul consumo di territorio e
 sulla qualita' dell'aria possono essere considerati trascurabili;
       il proponente, nell'ambito delle misure di mitigazione
 dell'impatto visivo del termovalorizzatore, ha gia' previsto delle
 opere di sistemazione a verde degli spazi esterni all'area del
 termovalorizzatore (che quindi interessano anche l'inertizzatore)
 fondata su tappeto erboso, su piantumazioni arboree lungo il
 perimetro dell'area, e su tappezzanti rifiorenti sulle piu' estese
 superfici erbose presenti all'interno dell'area.
 
      In conclusione la Commissione per le valutazioni dell'impatto
 ambientale ha espresso parere positivo in merito alla compatibilita'
 ambientale dell'opera proposta, subordinatamente al rispetto delle
 prescrizioni riportate in seguito nel presente decreto;
      Vista la delibera della Giunta Regionale Lombardia n. VII del 31
 ottobre 2000, con cui si esprime parere favorevole sulla
 compatibilita' ambientale del progetto in questione, con le seguenti
 prescrizioni:
     'il progetto deve essere completato:
         dalla verifica e dall'affinamento, da effettuarsi in sede di
 autorizzazione alla costruzione e all'esercizio, delle strutture di
 stoccaggio e di maturazione delle ceneri inertizzate;
         dalla definizione della fase di sperimentazione per la messa
 a punto delle condizioni ottimali di trattamento, con il relativo
 programma di campionamenti ed analisi per la certificazione del
 rifiuto inertizzato;
       e deve essere data attuazione a quant'altro indicato nei parr.
 2.6.2. (quadro progettuale) e 2.6.3. (quadro ambientale) della …
 relazione istruttoria'.
 
      Nella citata relazione istruttoria si leggono, ai paragrafi
 citati, le seguenti indicazioni, cui s'intende riferita la precedente
 prescrizione della Regione Lombardia:
       Per quanto riguarda il quadro progettuale: relativamente alla
 fase di sperimentazione in laboratorio per la messa a punto delle
 condizioni ottimali di trattamento e il relativo programma di
 campionamento ed analisi per la certificazione del rifiuto
 inertizzato, si propone:
         nel primo mese di attivita' dell'unita' di inertizzazione (1a
 fase) sia effettuata almeno un'indagine settimanale, sottoponendo ad
 analisi il rifiuto in ingresso ed il corrispondente inertizzato;
       la frequenza mensile nei successivi sei mesi (2a fase);
       semestrale nel seguito (3a fase).
       Il passaggio dalla 1a fase alla 2a fase va subordinato alla
 rispondenza ai limiti di legge.
       Le analisi, oltre alla determinazione dei metalli pesanti,
 dovranno verificare la presenza eventuale di diossine.
 
    Risulta inoltre opportuno che:
       i campioni siano conservati e i dati ottenuti registrati e
 trasmessi mensilmente alle autorita' competenti al controllo;
       le procedure di controllo dei materiali in ingresso e in uscita
 siano specificate e concordate con le autorita' competenti, in
 particolare per quanto concerne la verifica di conformita'
 dell'inertizzato ai fini del conferimento in discarica.
 
    Per quanto riguarda il quadro ambientale:
     atmosfera:
         i sistemi di filtrazione siano dimensionati in modo tale da
 garantire in emissione dai sili il limite per le polveri di 10
 mg/Nmc;
         porre particolare attenzione al controllo delle emissioni di
 ammoniaca e composti organici volatili;
     ambiente idrico:
         porre particolare attenzione al controllo delle
 caratteristiche dei reflui dal lavaggio delle aree di lavoro e da
 percolamento nelle vasche di maturazione, prima di optare per lo
 scarico nella pubblica fognatura;
     suolo e sottosuolo:
         puntuale applicazione o, eventualmente, ulteriore affinamento
 in sede di autorizzazione, delle misure di prevenzione del rischio
 (polveri da manipolazione delle ceneri, governo del ciclo delle
 acque, massima attenzione all'isolamento e all'impermeabilizzazione
 delle strutture);
     rumore:
         e' necessario, in fase di esercizio, monitorare costantemente
 i livelli di rumore all'intorno dell'insediamento.
       Visto il parere del Ministero per i Beni e le Attivita'
 Culturali del 1. settembre 2000, prot. n. ST/409/18967, con cui si
 esprime parere favorevole alla richiesta di pronuncia di
 compatibilita' ambientale del progetto in esame in conformita' con i
 pareri espressi dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e
 Architettonici di Milano e la Soprintendenza Archeologica della
 Lombardia, con 'l'obbligo di ottemperare alle disposizioni della
 vigente legge di tutela D.L. 490/1999 che prevede, in caso di
 rinvenimenti archeologici fortuiti, l'immediata sospensione dei
 lavori e la tempestiva comunicazione alla Soprintendenza Archeologica
 competente per territorio';
 
      Preso atto che: non sono pervenute osservazioni da parte del
 pubblico ai sensi dell'art. 6, comma 9 della legge 349/1986;
      Ritenuto: di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del
 comma 4, dell'art. 6 della legge 349/86, alla pronuncia di
 compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;
    Esprime:
       giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del
 progetto relativo all'inertizzatore delle ceneri tossico-nocive
 annesso all'impianto di termoutilizzazione di RSU, da realizzarsi nel
 comune di Trezzo sull'Adda (MI), presentato dalla Societa' PRIMA
 S.r.l., a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
 
      A) Limitazioni al materiale in ingresso: l'impianto di
 inertizzazione dovra' trattare unicamente le ceneri di caldaia ed i
 residui del trattamento dei fumi prodotti dal termovalorizzatore di
 Trezzo sull'Adda; e' quindi da escludersi l'impiego per il
 trattamento di ceneri di caldaia e residui del trattamento fumi di
 altri impianti o di rifiuti di provenienza diversa, anche se usati
 come reagenti per il processo di inertizzazione.
      B) Verifiche analitiche sul materiale in ingresso: prima
 dell'avvio del nuovo impianto di inertizzazione, e contestualmente al
 collaudo del termovalorizzatore, dovra' essere effettuata una
 completa caratterizzazione delle ceneri di caldaia e dei residui di
 trattamento fumi dello stesso, con particolare riguardo alla presenza
 di composti organici tossici (idrocarburi policiclici aromatici,
 policlorobifenili, policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani)
 e metalli pesanti. Tale caratterizzazione, le cui modalita' di
 campionamento e metodologia analitica dovranno essere concordate con
 l'ARPA della regione Lombardia, consentiranno di definire con
 maggiore precisione la validita' del processo di inertizzazione
 scelto (in termini di composizione della miscela e dei tempi di
 maturazione) in rapporto alla composizione del rifiuto.
      C) Verifiche analitiche sul materiale inertizzato in funzione
 del processo adottato. In fase di collaudo dell'inertizzatore
 dovranno essere effettuati test di eluizione sul rifiuto inertizzato
 finalizzati alla quantificazione delle concentrazioni nell'eluato di
 composti organici tossici e metalli pesanti. Queste indagini avranno
 l'obiettivo di individuare la migliore miscela di inertizzazione, e
 dovranno quindi essere ripetuti per diverse miscele e tempi di
 maturazione. Dopo l'avvio a regime dell'impianto dovranno inoltre
 essere effettuati periodicamente dei test di eluizione sul materiale
 inertizzato, a diversi tempi di maturazione, allo scopo di verificare
 l'effettiva rispondenza ai parametri di legge previsti per i rifiuti
 da smaltire in discarica di tipo II B. Le modalita' e le frequenze di
 campionamento, la metodologia analitica, e la metodologia per
 l'elaborazione dei dati dovranno essere concordate con l'ARPA della
 regione Lombardia.
      D) Conservazione di campioni di materiale inertizzato. Durante
 lo stoccaggio del materiale inertizzato, prima dell'avvio in
 discarica dopo i previsti controlli interni, dovra' essere prelevato
 e conservato in un idoneo contenitore, sigillato a cura del
 responsabile di impianto, un campione di rifiuto per ogni partita
 avviata a smaltimento; il campione dovra' essere individuato mediante
 un codice specifico e la data di avvio in discarica, e registrato su
 un apposito registro. Ad ogni campione prelevato nell'impianto di
 inertizzazione dovra' inoltre essere associato un ulteriore campione
 della stessa partita, prelevato e sigillato a cura del responsabile
 della discarica utilizzata per lo smaltimento finale, subito prima
 della sua collocazione definitiva. Tale campione dovra' essere
 caratterizzato dallo stesso codice assegnato all'impianto di
 inertizzazione, dalla data di smaltimento in discarica e dalle
 coordinate della cella di smaltimento. I campioni di rifiuti
 inertizzati cosi' prelevati dovranno essere conservati per almeno 60
 giorni in un apposito locale a disposizione dell'autorita' di
 controllo.
      E) Caratteristiche tecniche delle vasche di maturazione. In
 considerazione della notevole permeabilita' della falda, le vasche di
 maturazione dovranno essere realizzate in modo da garantire un
 adeguato livello di impermeabilizzazione nonche' una buona
 durabilita'. L'impermeabilizzazione delle vasche di maturazione
 dovra' essere specifico oggetto di collaudo in sede di autorizzazione
 all'esercizio da parte della autorita' competente.
      F) Monitoraggio della qualita' dell'aria in relazione alle
 emissioni di ammoniaca. In considerazione del fatto che il rilascio
 di ammoniaca durante il processo di inertizzazione e' in funzione
 della quantita' di ammoniaca utilizzata per l'abbattimento degli NOx,
 e puo' essere minimizzato con un'oculata gestione del sistema di
 abbattimento degli Nox, dovra' essere effettuato, almeno nelle prime
 fasi di conduzione dell'impianto, un monitoraggio dell'ammoniaca
 rilasciata durante il processo di inertizzazione nell'atmosfera
 dell'ambiente esterno e degli ambienti di lavoro (in particolare
 nella zona di carico del materiale inertizzato). Tale attivita' di
 monitoraggio, da concordare con l'ARPA regionale, dovra' consentire
 di individuare le modalita' ottimali di gestione dell'impianto di
 termovalorizzazione, e dovra' essere effettuata ad integrazione delle
 campagne di monitoraggio previste per la verifica dell'impatto del
 termovalorizzatore sulla qualita' dell'aria. I risultati delle
 campagne di monitoraggio della qualita' dell'aria dovranno essere
 tenuti a disposizione delle autorita' competenti.
      G) Presentazione di un progetto di dettaglio sulle misure di
 contenimento delle emissioni sonore e realizzazione di una campagna
 di monitoraggio dei livelli sonori. Dovra' essere redatto un
 programma di contenimento delle emissioni sonore dell'impianto
 finalizzato a far rientrare i livelli di rumore entro i limiti
 previsti dalla normativa adottando il criterio differenziale.
 Successivamente all'entrata in funzione dell'inertizzatore, dovranno
 inoltre essere effettuate campagne di misura dei livelli acustici,
 allo scopo di dimostrare il rispetto dei valori limite previsti dalla
 normativa. Qualora non dovessero essere verificate le condizioni
 imposte dalla normativa, il proponente dovra' porre in atto adeguate
 misure attive e passive di riduzione del rumore ambientale fino al
 rientro nei limiti fissati. La campagna di monitoraggio dovra' essere
 effettuata secondo i criteri previsti dal DM 16 marzo 1998. I
 risultati delle campagne di monitoraggio dovranno essere tenuti a
 disposizione delle autorita' competenti.
      H) Realizzazione delle previste opere di mitigazione visiva. Il
 progetto in esame fa parte di un piu' ampio sistema impiantistico di
 smaltimento rifiuti per il quale il proponente ha gia' previsto la
 sistemazione a verde degli spazi esterni e interni per il suo
 migliore inserimento paesistico. In particolare, tale sistemazione
 consiste nella piantumazioni, lungo il perimetro dell'area del
 termovalorizzatore, di una fitta serie di populus nigra 'Italica'
 corredata da una fascia di essenze arboree ed arbustive che dovra'
 essere realizzata nel rispetto delle formazioni autoctone presenti
 nel territorio, tenendo conto della consistenza necessaria per la
 barriera vegetativa con funzioni tampone. Si ritiene quindi di non
 dover prescrivere, in questa sede, ulteriori misure di mitigazione a
 condizione che gli interventi di sistemazione sopra descritti vengano
 effettivamente realizzati.
      Oltre all'ottemperanza delle prescrizioni di cui sopra, debbono
 essere ottemperate anche le prescrizioni dettate dal Ministero per i
 beni e le attivita' culturali e dalla Regione Lombardia riportate
 integralmente in premessa.
    Dispone:
       che ai fini dell'approvazione di cui all'art. 27 del DLgs
 22/1997, il proponente dovra' trasmettere alla Regione Lombardia, e
 per conoscenza al Ministero dell'ambiente - Servizio V.I.A., gli
 elaborati definitivi del progetto adeguati secondo le prescrizioni
 del presente decreto;
       che il presente provvedimento sia comunicato
 all'Amministrazione comunale di Trezzo sull'Adda ed alla Regione
 Lombardia, la quale provvedera' a depositarlo presso l'Ufficio
 istituito ai sensi dell'art.5, comma terzo, del D.P.C.M. 377 del 10
 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre amministrazioni
 eventualmente interessate.
     Roma, 29 dicembre 2000
                      Il Ministro dell'ambiente                       
           Il Ministro per i beni e le attivita' culturali            
                Il mandatario: dott. Hansruedi Schenk                 
                                                                      
S-16544 (A pagamento).
mef Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
Realizzazione Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.